Crisi e Modernità

 Dal libro Introduzione alla Rivoluzione Informatica in Architettura 

Antonino Saggio, 2007.


Dalla crisi dei valori ad  una nuova estetica di rottura.



Il termine "Sostanze" e il suo significato: 


La parola sostanza è stata introdotta da Edoardo Persico a conclusione della sua conferenza “Profezia dell’Architettura” del 1935, definendo l’architettura come movimento di coscienza collettiva; riconoscere questo significa trovare l’apporto dell’architettura attuale, che è “sostanza di cose disparate”.

In Persico, in Pagano, in Terragni, in Venturi, in Argan, vi è una tensione verso sostanze che riguardavano la semplificazione e la standardizzazione dei processi industriali e la risposta verso i temi sociali (della casa popolare, dei servizi, dell’urbanistica, la ricerca di un’estetica astratta,...)

La sostanza è quindi la ricerca architettonica che ha a che vedere con le necessità legate alla definizione di modernità.



Modernità


Ci sono diverse interpretazioni della parola modernità, una dal punto di vista cronologico (il mondo antico è seguito dal mondo moderno) e una dal punto di vista di un’architettura, definita appunto, moderna. Il termine moderno in questo ultimo caso rappresenta  una risposta progressiva al mondo precedente (società industriale) ;

La modernità fa della crisi un valore, una morale contradditoria, che suscita un’estetica di rottura e questo porta ad un diverso modo di pensare, di verificare, di orientarsi.  

Quindi la modernità affronta la crisi trasformandola in valore.


Estetica di rottura


Come detto precedentemente, la modernità deve suscitare un’estetica di rottura e di cambiamento ciò implica che il livello estetico rappresenti qualcosa di molto diverso dalle nozioni di bello o stile.

Quindi l’estetica non è uno stile, si comprende meglio come la modernità trasforma una situazione di crisi (problema reale) in valore o meglio, in linfa decisiva attraverso processi contraddittori, di combinazioni e non lineari.

Tutto questi processi contraddittori portano ad un’estetica di rottura e di cambiamento. Possiamo quindi affermare che crisi ed estetica non si legano mai in un processo lineare ma attraverso la metodologia per salti.


Crisi


La nostra epoca è di transizione tra il mondo industriale e quello dell’informazione. La società dell’informazione sta cambiando completamente le regole del gioco, compresi quelli dell’architettura.

In questo grande gioco, se nell’epoca industriale la forza propulsiva era l’industria e la macchina, la macchina ora è sostituita dal computer e l’industria è sostituita dai sistemi di informazione.

Anche i grandi ricchi cambiano, non più Ford, Carnegie e Agnelli, ma Bill Gates, Larry Page e Sergey Brin (fondatori di Google). La nostra terza ondata (quella informatica) affronta le crisi nuove dovute all’emergere nel mondo delle informazione in tutte le sue componenti economiche, politiche, sociali, architettoniche e urbanistiche.

Se il cambiamento dalla società industriale alla società informatizzata determina crisi, dall’altra parte l’informatizzazione offre immense opportunità e diventa fondamentale per trovare soluzioni e risposte.

Un gran numero di attività umane, dalla biologia alla fisica alla medicina, non possono fare a meno dell’informatica ed è ormai appurato che anche l’architettura ora ne è coinvolta attivamente.