Performance: Liquida
di Raffaella Vaccari
domenica 29 dicembre ore 17,00
Magazzino del Sale Torre, Cervia
Ogni suono nasce dal silenzio, muore nel silenzio e nell'arco della sua vita è circondato dal silenzio. Il silenzio permette al suono di esistere. (..)
Il non manifestato è presente in questo mondo come silenzio.
Ecco perché è stato detto che niente è così simile a Dio come il silenzio.
Eckhart Tolle - Il Potere di Adesso
L’opera è solo nella memoria del pubblico e in nessun altro luogo.
Con questa performance abbiamo cercato di fare percepire l’energia di un’arte che abita il tempo, che abita il suono, che ne è abitata e risuona della musica e della voce di Susanna Parigi in un altrove.
L’ascolto diviene strumento attraverso cui riconoscere ciò che non è umano e quindi porgervi attenzione e cura; un’esperienza sonora intesa come ecosistema fra la musica jazz, quella etnica e il pop letterario di Susanna Parigi, la complessa relazione fra sé e gli altri per favorire nuove modalità di comunicazione e interconnessione.
Parti del testo della canzone Liquida di Susanna Parigi iscritte su alcune farfalle di carta durante l’azione sono state delicatamente appoggiate nell’ambiente mentre la chitarra del musicista Daniele Bartoli ha inondato la sala di improvvisazioni accompagnato dal suadente suono delle conchiglie del musicista Antonio Coatti.
La canzone Liquida narra del Nushu 女書 (pinyin Nǚ shū), un’antica lingua segreta cinese esclusivamente femminile, sviluppata e tramandata dalle donne del popolo Yao 瑤族
(pinyin Yáozú) per parlare fra di loro senza essere comprese dagli uomini.
Questa lingua era un atto di ribellione contro l’oppressione del patriarcato e veniva cantata e cucita nei vestiti come se fosse un ricamo.
La parola diviene uno strumento di libertà contro le oppressioni e il riappropriarsi di uno spazio vitale. In un certo senso anche la musica jazz, nata dall’incontro delle poetiche africane e musiche occidentali è impregnata della memoria di sfruttamento e abuso.
Secondo Susan Sontag gli esseri umani ricordano tramite le immagini, non richiamando alla nostra mente le informazioni.
Memorizziamo forme iconiche, quello che la Scuola Operativa chiama Struttura Costitutiva di un’immagine, e non parole e frasi.
Viviamo in un tempo che la tecnologia ha reso un eterno presente.
Nella performance abbiamo cercato di unire il tempo passato (la musica jazz e la musica etnica) al tempo presente tramite le parole di Susanna Parigi iscritte sulle farfalle: un invito a scardinare le logiche di prevaricazione per ritornare a quell’antico sistema di vita Gilanico che non implichi superiorità o inferiorità, in cui il motivo dominante nell’ideologia e nell’arte sia la celebrazione della vita e la Natura rappresenti la fonte del sacro.
Dicembre 2024