Debora Ricciardi nella foto di Alessandro Giampaoli
“ ..chi si mette in cerca del proprio talento finirà per trovare anche l’amore”
Massimo Gramellini
perché l’amore è la forza potente che ti attrae verso tutto ciò che temi o speri all’infuori di te.
Percy Bysshe Shelley
Questa video installazione con performance è stata realizzata in collaborazione con Dina Polidori. Prende ispirazione dalla fiaba " la regina dal cuore d'oro", una fiaba scritta per Dina Polidori nel 2008 dal suo ex fidanzato. Essa ha reso palesi delle idee che facevano parte da sempre del suo essere ed ha lasciato indelebili tracce nella sua esistenza.
"Non sempre ciò che ci ha attraversati ha lasciato delle tracce in noi, non tutto è stato significante ma se riflettiamo, ci accorgiamo che il nostro corpo si è intinto ed ora ha un nuovo colore." (dal tema della mostra)
La video installazione è composta da un dipinto polimaterico di Dina Polidori di misura cm. 100 X 100, e da uno specchio posizionato sul pavimento con sopra una corona da regina. Affianco a questo specchio con corona è stato proiettato a pavimento un video con immagini e suoni della natura e in sovraimpressione le scritte che narrano la fiaba della regina dal cuore d'oro. Una serie di fili realizzati con della stoffa erano stati legati davanti al dipinto appeso nel vuoto della sala buia. I fili rendevano impossibili avvinarsi troppo al dipinto e la visione dello stesso era da essi resa difficile.
La domenica successiva alla vernice all'inizio della performance legata a questo lavoro i fili sono stati tagliati. La performance è un momento catartico che sta a simboleggiare il cambio di stato raggiunto dopo questa esperienza. La fiaba viene così esorcizzata rendendo possibile la continuazione della vita reale.
Il fatto poi che il legame si sia spezzato nella realtà ha reso possibile affermare che ogni esperienza, anche quella più negativa ci lascia qualcosa; soltanto continuando a coltivare il proprio sogno alla fine si amerà sempre ciò che si trova lungo il cammino.
Nel video ho cercato di avere una particolare attenzione nella realizzazione dei suoni operando una totale trasgressione degli stessi e della loro successione rispetto alle immagini. Servendomi in parte del sito Freesound.org, che raccoglie suoni di tutti i tipi e in parte di registrazioni del Rio Vizze, della fauna dell’Alto Adige da me registrati nel 2009 ho creato una base musicale sulla quale ho inserito la voce manipolata di Petra Magoni, di Susanna Parigi, di alcuni madrigali del 300 e di alcuni musiche ambient di Brian Eno.
Le immagini del mare che si muove lungo la riva mostrano un legame umano e sacro in cui è ammesso toccare ed essere toccati, divorare ed essere divorati, usare ed essere usati, sostenere ed essere sostenuti, senza confusione e senza separazione, in cui si è unità nell’unione. È un modo di accogliere l’altro legato a un’esperienza molto antica, quella della maternità.
Aprirsi a un pensare altro è aprirsi all’ignoto. Esiste un luogo simbolico in cui vi è la manifestazione del sé e la possibilità di relazionarsi con l’altro da sé. È un luogo in cui c’è ascolto e relazione. L’ascolto e la relazione fanno nascere questo gioco. È importante non misurarsi con l’altro diverso da noi, ma con noi stessi. Questo è un nuovo modo di manifestare la propria forza, un modo tutto femminile, matriarcale che può essere un modo nuovo e antico allo stesso tempo di scardinare le contraddizioni della nostra società contemporanea mettendo in discussione così il potere come lo conosciamo oggi: Il potere dell’uno. Il potere ha sempre un’accezione negativa. L’unica libertà dal potere è la libertà dalla schiavitù che genera e quindi poterne rinunciare in qualsiasi istante.
Queste sono immagini di luoghi non luoghi, che odorano di terra, di corpo, di madre, di origine, della delicatezza degli inizi e della forza del femminile. Sono come una lingua materna condivisa da tutti, a metà strada fra linguaggio ed esperienza.
marzo 2011