LIBERATI DAI BLOCCHI E POTENZIATI
CONTATTAMI ATTRAVERSO IL NUMERO 3388332058 E VALUTEREMO IL PERCORSO ADEGUATO A TE C'E' UN'AMPIA GAMMA DI INTERVENTI:
PSICOTERAPIA IN PRESENZA
PSICOTERAPIA ON LINE
PERCORSI DI AUTO AIUTO
PERSORSI GUIDATI O SEMIGUIDATI ON LINE O IN PRESENZA
TRAINING AUTOGENO
TECNICHE DI RILASSAMENTO
CRESCITA PERSONALE
CHI SONO
MI PRESENTO SONO LA DOTT.SSA TORZUOLI ANTONELLA ISCRITTA ALL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELL'UMBRIA,HO UNA ESPERIENZA TRENTENNALE, SONO MEMBRO SIPSIOL, DOCENTE, PSICOLOGA CLINICA E PSICOTERAPEUTA, ESPERTA NEL TRATTAMENTO DELL'ANSIA.
GRAZIE AL MIO PERCORSO FORMATIVO E ESPERIENZIALE, APPLICO UN SISTEMA TERAPEUTICO INTEGRATO, CENTRATO SUI BISOGNI DELLA PERSONA.
DA SEMPRE IL MIO OBBIETTO E' STATO QUELLO DI CONDURRE UNA FORMAZIONE AMPIA E ARTICOLATA CHE FOSSE ACCOMPAGNATA DA ESPERIENZE E LAVORO SU SETTORI DIVERSI ALFINE COGLIERE IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI SFUMATURE DEL REALE E AUMENTARE LE PROSPETTIVE PER COGLIERE LE DINAMICHE INTERATTIVE DEI SISTEMI COMPLESSI INDIVIDUALI E SOCIALI.
HO NUTRITO SEMPRE UN RILEVANTE INTERESSE PER IL SENSO PRATICO E L'APPROCCIO INTERVENTISTA.
L' ANALISI ATTENTA DEL CONTESTO PSICO-SOCIALE-STORICO-CONOMICO-CULTURALE-ANTROPOLOGICO E' STATA SEMPRE CENTRALE NEL MIO APPROCCIO.
NELLA SUDDETTA RETE HO COLLOCATO UNA STRATEGIA BASATA SULLA TECNICA DEL PROBLEM SOLVING.
I PERCORSI PER LAVORARE SULL'ANSIA sono sostanzialmente di due tipi:
COMPLETAMENTE AUTONOMO, cioè fai un test in modo autonomo e in base al punteggio ti viene inviato il percorso autonomo adeguato a Te.( ovviamente puoi sempre metterti in contatto con me per chiedere chiarimenti o modificare la tua tipologia di percorso)
SEGUITO DA ME PASSO DOPO PASSO
MODALITA' MISTA alternando video sedute e tuoi lavori autonomi.
PER INFORMAZIONI CHIAMA IL +39 3388332058
I PERCORSI PER LAVORARE SULL'ANSIA sono sostanzialmente di due tipi:
COMPLETAMENTE AUTONOMO, cioè fai un test in modo autonomo e in base al punteggio ti viene inviato il percorso autonomo adeguato a Te.( ovviamente puoi sempre metterti in contatto con me per chiedere chiarimenti o modificare la tua tipologia di percorso)
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FAI IL TEST PER CAPIRE SE E QUANTO SEI ANSIOSA/O
RICEVERAI SUBITO IL PUNTEGGIO DA CONFRONTARE CON LA SPIEGAZIONE SOTTO
punteggio 0- 10 - ansia minima;
punteggio 11-30 - lieve ansia;
punteggio 31-40 - ansia moderata (si consiglia di individuare eventuali situazioni stressanti e porvi rimedio);
punteggio 41-48 - ansia consistente (si consiglia di prendere in considerazione un contatto con un professionista)
punteggio maggiore di 49 - ansia elevata (si consiglia di contattare un professionista).
Per la valutazione complessiva si rende comunque necessario un ulteriore approfondimento diagnostico, da parte del professionista della salute, per determinare il tipo e l'effettiva presenza di un disturbo d'ansia.
Il test è orientativo ha una sensibilità molto elevata oltre il 90% e una specificità vicina all 80% la diagnosi deve proseguire comunque mediante il test del disturbo d'ansia generalizzato.
Bibliografia:Kroenke K, Spitzer RL, Williams JB, Monahan PO, Löwe B. Anxiety disorders in primary care: prevalence, impairment, comorbidity, and detection. Ann Intern Med. 2007;146:317-25. Löwe B, Decker O, Muller S, Brahler E, Schellberg D, Herzog W, et al. Validation and standardization of the generalized anxiety disorder screener (GAD-7) in the general population. Med Care. 2008;46(3):266–74. Spitzer RL, Kroenke K, Williams JB, Löwe B. A brief measure for assessing generalized anxiety disorder: the GAD-7. Arch Intern Med. 2006;166:1092-7. Plummer F, Manea L, Trepel D, McMillan D. Screening for anxiety disorders with the GAD-7 and GAD-2: a systematic review and diagnostic metaanalysis. Gen Hosp Psychiatry. 2016;39:24-31. Wittchen HU. Generalized anxiety disorder: Prevalence, burden, and cost to society. Depress Anxiety. 2002;16(4):162–71. Rutter L. A., Brown T. A. (2017). Psychometric properties of the generalized anxiety disorder scale-7 (GAD-7) in outpatients with anxiety and mood disorders. J. Psychopathol. Behav. Assess. 39 140–146. 10.1007/s10862-016-9571-9
L’ansia è un emozione caratterizzata da sensazioni di tensione, minaccia, preoccupazioni e modificazioni fisiche, come aumento della pressione sanguigna.
Le persone con Disturbi d’Ansia solitamente presentano pensieri ricorrenti e preoccupazioni. Inoltre, possono evitare alcune situazioni come tentativo di gestire (o non affrontare) le preoccupazioni. I sintomi fisici dell’ansia più frequenti sono sudorazione, tremolio, tachicardia e vertigini/capogiri.
L’ansia è diversa dalla paura, poiché la paura è una reazione funzionale ad affrontare un pericolo immediato mentre l’ansia si pone come obiettivo l’affrontare una preoccupazione sulla verificabilità di un evento futuro. Gli psicologi sottolineano questo aspetto di “immediatezza” tipico della paura, in contrasto con l’atto di “previsione” che caratterizza l’ansia. E’ bene sottolineare come l’ansia e la paura non siano necessariamente sensazioni “cattive”, ma al contrario abbiano un ruolo adattivo. La paura, infatti, è fondamentale nella risposta di “attacco o fuga”, che ci permette di mobilitare tutte le nostre risorse per affrontare la minaccia o, in alternativa, fuggire da essa. Per questo motivo nelle giuste circostanze una reazione di paura può salvarci la vita. Allo stesso modo, l’ansia ci aiuta ad individuare minacce future e a premunirci contro di esse, progettando ipotetici scenari nei quali potremmo essere coinvolti e, in quel caso, dovremmo affrontare la situazione temuta. Come infatti ci insegna la legge di Yerkes e Dodson (1908), un giusto grado di ansia (quindi non eccessivo) ci permette di essere più performanti rispetto a quando siamo tranquilli. Tuttavia nell’uomo, ma anche negli animali, l’ansia travalica spesso dai suoi aspetti adattivi, cioè utili, ad altri non adattivi, in quanto le reazioni ansiose sono generalizzate a una serie di situazioni ‘neutre’.
I disturbi d’ansia differiscono dalla normale paura o ansia evolutive perché sono eccessivi o persistenti (durano tipicamente 6 mesi o più) rispetto allo stadio di sviluppo.
Molti disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e tendono a persistere quando non curati. La maggior parte è più comunemente diffusa nella popolazione femminile, con un rapporto di 2:1 rispetto ai maschi. E’ inoltre bene sottolineare che, secondo i criteri del DSM-5, ogni disturbo d’ansia è diagnosticato solo quando i sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza/farmaco o a un’altra condizione medica, oppure non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale.
Riportiamo in un breve elenco i disturbi d’ansia categorizzati dal DSM-5 con la relativa prevalenza nella popolazione generale (APA, 2013):
Disturbo d’ansia di separazione (bambini: 4%; adolescenti: 1,6%)
Mutismo selettivo (tra 0,03 – 1%)
Fobia specifica (USA: 7 – 9% ; Europa: intorno al 6%; paesi asiatici, africani e latinoamericani: 2 – 4%)
Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale) (USA: 7%; Europa: 2,3%)
Disturbo di Panico (USA e alcuni paesi europei: 2.3%; paesi asiatici, africani e latinoamericani: 0,1 – 0,8%)
Agorafobia (1,7%)
Disturbo d’ansia generalizzata (USA: 2,9%, altri paesi: 0,4 – 3,6%)
Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci (0,002%)
Disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica (n.s.)
Disturbo d’ansia con altra specificazione (n.s.)
Disturbo d’ansia senza specificazione (n.s.)
L’ansia si manifesta attraverso forme di tipo fisiologico:
aumento del battito cardiaco.
aumento della concentrazione per affrontare la minaccia.
attacco – fuga.
Nel dettaglio, la sintomatologia ansiosa, che si manifesta con maggiore gravità nel Disturbo di Panico, comprende: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia, aumento della sudorazione, tremori fini o a grandi scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazioni di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento, brividi o vampate di calore, parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio), derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi), paura di perdere il controllo o “impazzire” e paura di morire.
I sintomi dell’ansia in questione, come anticipato, compaiono tra i criteri diagnostici del Disturbo di Panico nel DSM-5, quindi non necessariamente si presentano in tutti i pazienti che soffrono di ansia e comunque possono declinarsi diversamente a seconda del soggetto in questione. E’ lecito parlare di attacco di panico quando il soggetto esperisce un’improvvisa paura o disagio intensi che raggiungono il picco in pochi minuti, accompagnati da quattro o più dei sintomi sopraelencati.
Per quanto riguarda il Disturbo d’Ansia Generalizzata (DAG), esso si caratterizza per ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative a una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche) (APA, 2013), generalizzata appunto. L’individuo ha difficoltà nel controllare la preoccupazione e l’ansia, che si reputa eccessiva per intensità, durata o frequenza rispetto alla realtà probabilità o impatto dell’evento temuto, si associa a tre o più dei seguenti sintomi: irrequietezza (sentirsi tesi, con i nervi a fior di pelle), affaticamento, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare e alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno irrequieto e insoddisfacente).
Ciò che permette di tracciare un confine tra patologico e non, è la dimensione eccessiva delle preoccupazioni e l’impatto negativo che sortiscono sul funzionamento psicosociale dell’individuo. Rispetto al Disturbo di Panico, inoltre, il disturbo d’ansia generalizzata è caratterizzato da sintomi ansiosi edulcorati nella loro intensità ma protratti nel tempo e, quindi, parimenti debilitanti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità soffre di disturbo d’ansia generalizzato il 5% della popolazione mondiale, soprattutto donne. Solo un terzo di chi ne soffre, tuttavia, si rivolge ad uno specialista della salute mentale, in quanto i sintomi fisici dell’ansia spesso portano i pazienti a rivolgersi ad altre figure professionali (es. medico di base, internista, cardiologo, pneumologo, gastroenterologo).
Il Disturbo d’Ansia Sociale (o Fobia Sociale), invece, si caratterizza per una paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Gli esempi comprendono interazioni sociali (per es., avere una conversazione, incontrare persone sconosciute), essere osservati (per es., mentre si mangia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronte ad altri (per es., fare un discorso) (APA, 2013).
Ciò che realmente teme l’individuo è la possibilità di agire in modo tale da manifestare i suoi sintomi d’ansia, che saranno valutati negativamente (perché imbarazzanti, umilianti, porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per altri). Come in molti disturbi d’ansia, le situazioni ansiogene sono evitate o sopportate con disagio dal paziente.
La paura, l’ansia e l’evitamento per porre diagnosi di ansia sociale devono durare più di 6 mesi e devono risultare sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione. I soggetti che ne soffrono, inoltre, possono risultare anassertivi o eccessivamente remissivi, possono evitare il contatto visivo e parlare a voce bassa; possono inoltre risultare timidi, essere meno aperti nelle conversazioni e rivelare poco di sé stessi.
E’ bene, infine, menzionare le patologie frequentemente in comorbilità con i disturbi d’ansia. Con questo termine nel linguaggio medico e psichiatrico si intende la compresenza di un’ulteriore patologia, solitamente di diversa origine, durante il decorso clinico di quella considerata. Ad esempio potremmo diagnosticare un disturbo d’ansia in comorbilità al disturbo da deficit di attenzione/iperattività o ADHD.
Le malattie che più frequentemente si associano ai disturbi d’ansia sono: depressione (soprattutto), disturbi bipolari, ADHD, patologie respiratorie, cardiache e gastrointestinali, artrite e ipertensione (Sareen et al., 2006). E’ inoltre stato osservato come pazienti con altre malattie in comorbilità ai disturbi d’ansia evidenzino un peggiore decorso del disturbo e una qualità di vita inferiore rispetto a pazienti colpiti unicamente da un disturbo d’ansia (Sareen et al., 2006).
Queste informazioni rispetto alla comorbilità dei disturbi d’ansia sono di fondamentale importanza ad esempio per stabilire quali farmaci impiegare e quali no. Un esempio calzante potrebbe riguardare l’uso degli SSRI (selective serotonin reuptake inhibitors), farmaci di sovente impiegati per il trattamento della depressione, ma anche dei disturbi d’ansia, nei pazienti cardiopatici; questi farmaci, infatti, sono ritenuti il trattamento di elezione per questi pazienti, dato che gli antidepressivi triciclici (TCA) risultano cardiotossici.
COME SUPERARE L'ANSIA: PUNTI PRINCIPALI DEL PERCORSO DI TERAPIA COGNITIVA
DOTT.SSA TORZUOLI ANTONELLA
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