24 Dicembre

Il rifiuto di Erode e dei saggi di corte

Erode è l’emblema di chi mette al primo posto le proprie ambizioni e, pur di realizzarle, non esita a calpestare gli altri anche con ferocia. È l’atteggiamento variamente declinato da chi rifiuta Dio e si fa lui stesso dio. Per questo usa la menzogna e agisce mostrando falsi interessi.

Il male teme di mostrarsi per quello che è e si nasconde dietro promesse all’apparenza buone:

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». (Mt 2,7-8).

Ma non può reggere a lungo perché chi fa il bene è “istruito” da Dio per sfuggirlo: “Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. (Mt 2,12)

Tuttavia il male non si rassegna alla sconfitta e con un colpo di coda si congeda dalla storia con scelte scellerate:

Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi”. (Mt 2,16).

Ma Dio che vede il cuore dell’uomo, anticipa le sue decisioni di morte: “Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». (Mt 2,13).

La vittoria del bene sul male è certa anche se frutto di tante sofferenze innocenti che al nostro sguardo sembrano un tributo troppo grande da pagare, ma poi generano una vita nuova come la morte di Gesù sulla croce che nella Pasqua genera la vita per l’umanità.