Una piattaforma di Citizen Science per documentare, proteggere e valorizzare il Parco del Meisino.
Il progetto di citizen science qui presentato nasce come risposta alle dichiarazioni retoriche dell'assessore Francesco Tresso (Manutenzione viabilità e verde pubblico) e alla devastazione in atto del Meisino per la costruzione del "CENTRO PER L’EDUCAZIONE SPORTIVA ED AMBIENTALE MEISINO”. Tresso ha descritto spesso l'area come di "scarso valore ecologico" (2024), definendola anche "Alloctolandia" (2024) e sostenendo che gli abbattimenti previsti per la realizzazione della passerella ciclo-pedonale avrebbero riguardato "solo" una ventina di "gaggìe" (ovvero alberi di Robinia pseudoacacia) di piccolo diametro. Successivamente, la cifra è stata ridotta a sei alberi nella Memoria di Costituzione del Comune di Torino.
Con riferimento alla costruzione della passerella ciclo-pedonale, (Cit. Tresso – Atti della Riunione giunta comunale 10/10/2024): "Questo comporterà probabilmente una ventina di abbattimenti, ma sto parlando di gaggìe di diametro 18-20 cm, quindi sono alberi francamente non di enorme valore anche dal punto di vista del servizio ecosistemico reso"
Tuttavia, lo studio ha rivelato una realtà ben diversa: nonostante una piccola componente di specie alloctone, la presenza di 108 individui di salici (Salix spp.), 39 pioppi (Populus spp.), 10 pruni (Prunus spp.), 7 aceri (Acer spp.), 5 carpini (Carpinus spp.) e 3 olmi (Ulmus spp.) e molte altre specie dimostra la ricchezza ecologica e la predominanza di specie autoctone. La proporzione dimostrata quantitativamente dai cittadini non sorprende, infatti nella relazione forestale si legge:
“Le piante tagliate si prevede rimangano a costituire biomassa per l’ecosistema. Quelle da rimuovere verranno porzionate in tocchi di 1,5– 2 m di lunghezza e questi caricati su rimorchio trainato da trattore ed allontanati dal cantiere.”...“Data la natura dell’intervento non è prevista la vendita del volume legnoso ricavato dai tagli in quanto verrà utilizzato per la costituzione di dendrohabitat. Nei casi degli esemplari infestanti si tratta di un numero esiguo e dal valore di mercato nullo in quanto trattasi di esemplari di modeste dimensioni oppure deperienti.”
Si denota quindi una forte coscienza nel voler sacrificare la consistente percentuale di alberi autoctoni in favore di una discutibile "natura dell'intervento" che sostituisce alberi sani con dendrohabitat. Si ricorda che il Meisino è un posto naturalmente ricco di dendrohabitat, come dimostrato sia nello studio di classificazione dei scavo dei picchi e nello studio sulle necromasse al bosco igrofilo, Inoltre, come già dimostrato dal progetto di classificazione dei processi di scavo dei picchi, il luogo di abbattimento è anche habitat di nidificazione per diverse specie di picchio.
La lunghissima e inutile passerella .
Area generale dei lavori lato passerella. I segnaposti gialli rimandano alle specie alloctone.
Area attualmente transennata (in giallo) e area indicata come di "diradamento" per consentire l’installazione dei pilastri di sostegno della passerella ciclo-pedonale (in rosso).
Foto aeree pre abbattimento giunte anonimamente tramite bot Telegram
Purtroppo a nulla è valsa la nostra battaglia e si sono aggiunte queste riprese aree post abbattimento del 17/03/2025, giunte anonimamente tramite bot Telegram.
Nell’ottica della metodologia del Meisinometro, è stato sviluppato un metodo collaborativo per la misurazione, localizzazione, classificazione e archiviazione dei dati per il censimento degli alberi, utilizzando metriche specifiche al fine di produrre una documentazione aperta e accessibile a tutti.
L'indagine si è articolata nelle seguenti fasi:
Raccolta dati con Telegram: I dati sono stati raccolti in modo partecipativo tramite un protocollo distribuito grazie a Telegram, utilizzando una metrica strutturale (PT.2 e PT.3) e una metrica descrittiva.
Georeferenziazione degli alberi: Ogni albero presente nell'area è stato georeferenziato tramite il sistema di localizzazione integrato di Telegram.
Catalogazione (metrica descrittiva):
codice identificativo univoco assegnato a ogni albero (es.: RF280.AL, RF: riconoscimento flora, 280: numero progressivo, .AL: specie aliena invasiva)
Identificazione della specie, specificando se autoctona/aliena non invasiva o aliena invasiva
Misurazione del diametro del tronco in metri
La misurazione effettiva del diametro è avvenuta tramite cavalletto dendrometrico effettuata a 1,3m da terra per le specie arboree di sufficiente grandezza. Non è stato possibile prendere l'altezza degli alberi per la velocità dell'avanzamento dei lavori, si è quindi pensato di usare tavole di cubatura dendrometriche a singolo ingresso per il calcolo del volume.
Esportazione e analisi dei dati: I dati sono stati riportati su Google Earth e analizzati tramite Google Fogli per la valutazione statistica.
La georeferenziazione si riferisce all'osservatore anziché all'albero. Questo metodo, ampiamente sperimentato, permette perfettamente di ritrovare l'elemento ambientale grazie alla combinazione di foto e georiferimento, individuando con precisione la prospettiva.
Premessa: A differenza di quanto fatto dai tecnici incaricati dalle istituzioni, questo studio ha preso in esame l'intera vegetazione arbustiva e arborea presente nell'area, includendo anche esemplari con diametri minimi di appena 1 cm. Questo censimento completo fornirà successivamente informazioni essenziali circa le dinamiche tra specie alloctone e autoctone.
L'analisi dei dati relativi al censimento degli alberi è stata condotta attraverso due fasi distinte:
Fase A: l'attenzione è stata focalizzata sull'area specifica di diradamento, ovvero quella zona in cui è previsto l'abbattimento di un certo numero di alberi per consentire l'installazione dei supporti della passerella ciclopedonale, in conformità con quanto stabilito nel progetto.
Fase B: estenzione dell'analisi è all'intera area che era stata oggetto di censimento. Questa seconda fase ha permesso di avere una visione d'insieme più completa della situazione.
L'ordine con cui sono state svolte le analisi è stato determinato da ragioni pratiche.
Area diradamento da progetto.
Nell'area destinata al diradamento sono stati censiti 90 alberi appartenenti a 13 specie diverse. Di questi, il 71% è rappresentato da specie autoctone o non invasive, con un totale di 63 individui tra salici (Salix alba e solo 4 Salix tortuosa che rappresenta l'unica specie aliena non invasiva), pioppi (Populus alba, Populus nigra), pruni (Prunus domestica), aceri (Acer campestre), olmi (Ulmus minor) e carpini (Carpinus betulus) non di piccolo diametro (media: 0,26m, mediana: 0,24, STD: 0,16 moda 0,22). Il restante 29% è composto da 27 individui di specie aliene invasive, principalmente Robinia pseudoacacia e qualche Acer negundo.
Il conteggio degli individui di queste due popolazioni fornisce informazioni limitate sulla struttura forestale. Per una valutazione più completa, sarebbe necessario di calcolare i volumi utilizzando tabelle di cubatura dendrometriche a singolo ingresso. Tuttavia, non essendo state reperite tali tabelle, si è optato per un approccio alternativo: l'analisi dell'area delle sezioni trasversali dei tronchi. Questo metodo, pur non fornendo una stima diretta dei volumi, offre una visione delle "leggi di scala" che regolano le dimensioni degli alberi, evidenziando come pochi esemplari di grande taglia possano avere un impatto ecologico prevalente, anche superiore a quello di numerosi esemplari giovani di dimensioni ridotte.
L'analisi dell'area delle sezioni trasversali ha inoltre permesso di osservare come l'incidenza delle specie alloctone tende a diminuire drasticamente se ci si riferisce ai dati monodimensionali (diametri) ai dati bidimensionali (sezioni), nell'ottica delle "leggi di scala". I dati relativi ai diametri degli alberi, necessari per un'analisi volumetrica più precisa, sono comunque disponibili e potranno essere utilizzati in futuro per successive elaborazioni una volta reperite le tabelle di cubatura o per verifiche da parte di terzi.
Questo tipo di analisi ha permesso di valutare la differenza tra individui di piccole dimensioni e alberi maturi (esempio: venti robinie giovani non hanno lo stesso impatto ecologico di dieci, ma grandi, pioppi che popolano il "piano dominante forestale" e regolano la disponibilità di luce e le risorse circostanti). Attraverso le aree calcolate, sono stati effettuati sia confronti per aree cumulate, sia analisi delle distribuzioni per classi di area, consentendo di comprendere meglio la struttura e la stratificazione del bosco.
Serie ordinate delle aree delle sezioni trasversali dei tronchi delle due popolazioni espresse in m² nell'area di diradamento. La lunga serie delle specie autoctone/aliene non invasive sovrasta le invasive. Asse Y area espressa in mq, asse X serie individui censiti.
Distribuzioni delle aree delle sezioni dei tronchi divise per classi di aree di sezione espresse in m² nell'area di diradamento. Le specie aliene invasive si concentrano sui valori più bassi mettendo in evidenza la dominanza del nostro ecosistema.
Per una visualizzazione intuitiva della dominanza tra le due popolazioni e del loro ruolo competitivo nel bosco, o della loro stratificazione, sono stati realizzati grafici a barre impilate al 100%, suddivisi per classi di aree. Sebbene un'analisi volumetrica dettagliata o un campionamento delle altezze fornirebbero informazioni più precise sul ruolo delle specie nei diversi piani del bosco (dominante, dominato, arbustivo), il confronto grafico restituisce un'immagine chiara delle reali proporzioni di dominanza delle due popolazioni, contrastando la narrazione politica minimizzante e confermando il valore ecologico dell'area.
Distribuzione % per classi di aree di sezione trasversale del tronco, un metodo che è sembrato il più semplice ed efficace per esprimere la dominanza sui vari piani del bosco dei grandi diametri di un ecosistema autoctono.
Struttura del bosco, con i suoi quattro strati: piano dominante, piano dominato, piano arbustivo piano erbaceo.
Buona parte del censimento effettuato in questo lato e riportato su Google Earth, i segnaposti grigi indicano le specie aliene invasive.
L'analisi dell'intera area censita ha rivelato la presenza di 280 alberi, di cui 201 individui (pari al 71,79% del totale) appartenenti alla popolazione di specie autoctone o aliene non invasive (solo 6 individui) e 79 individui (corrispondenti al 28,21%) appartenenti alla popolazione di specie aliene invasive. In mancanza di una stima dei volumi, è stato utilizzato anche in questo caso il metodo della sezione trasversale cumulata dei tronchi. I risultati ottenuti evidenziano una netta predominanza delle specie autoctone o non invasive, con una area della sezione trasversale cumulata di 15,52 m² (pari al 87,56% del totale), rispetto alle specie aliene invasive, la cui sezione trasversale cumulata è di 2,20 m² (corrispondenti al 12,44%). Tale dato suggerisce una maggiore importanza della popolazione di specie autoctone e non invasive in termini di volume e, di conseguenza, di impatto ecologico.
N.B.: questa analisi presenta attualmente un limite: i noccioli, che non hanno una forma arborea ma cespugliosa, non sono stati ancora completamente riportati in Google Fogli per determinare l'area di sezione trasversale. Di conseguenza, per ora sono stati mantenuti a 0, alterando le analisi statistiche. Ad esempio, la moda risulta essere 0 a causa di tutti questi elementi non classificati, di conseguenze anche la mediana e la deviazione standard hanno risentito a sfavore delle specie autoctone e non invasive che sovrastano comunque le invasive in ogni analisi. Quando aggiorneremo i fogli di calcolo, ciò porterà a un ulteriore vantaggio statistico per la popolazione di specie autoctone.
La composizione della popolazione autoctona o non invasiva è ulteriormente caratterizzata dalla presenza di una serie di specie chiave:
• Salix alba con 102 individui rappresenta la componente più abbondante
• Populus alba con 28 individui
• Crataegus monogyna con 13 individui
• Populus nigra con 11 individui
• Prunus domestica con 9 individui
• Corylus avellana con 9 individui
• Acer campestre con 7 individui
• Salix tortuosa con 6 individui (unica specie aliena non invasiva)
• Carpinus betulus con 4 individui
• Ulmus minor con 3 individui
In aggiunta, sono state rilevate altre specie in numero minore (Euonymus europaeus, Cornus sanguinea, Quercus robur, Prunus avium, Cornus mas, Ostrya carpinifolia e Ilex aquifolium) che, sebbene rappresentate da uno o pochi individui, contribuiscono a mantenere elevata la diversità biologica dell'area.
L'analisi delle sezioni trasversali, integrata con i dati numerici, mostra come la struttura dell'ecosistema sia fortemente influenzata dalla presenza degli individui autoctoni, che non solo determinano la maggior parte della biomassa, ma giocano anche un ruolo centrale nella regolazione della luce e nella competizione per le risorse. La limitata presenza delle specie alloctone, sia in termini numerici che di area cumulata, rafforza l'importanza ecologica dell'area e la necessità di conservarne l'integrità.
Treemap delle percentuali delle aree delle sezioni trasversali cumulate tra specie autoctone e non invasive e le altre di tutta l'area censita. Le gaggìe di Tresso esistono con una incidenza molto bassa e non giustificano l'annientamento di quasi il 90% del nostro ecosistema.
Serie ordinate di tutte le aree delle sezioni trasversali di tutti gli alberi presenti in tutta nell'area censita. Asse Y area espressa in mq, asse X serie individui censiti.
Si ricorda inoltre che questo bosco è contiguo all'habitat prioritario 91E0 (Carta Forestale della Regione, 2000), di cui rappresenta una giovane espansione per diverse specie. Come tutte le cenosi ripariali descritte nella Direttiva Habitat 92/43/CEE, è soggetto alla colonizzazione da parte di numerose specie alloctone, tra cui in particolare Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima (assente al 2024), Acer negundo, Amorpha fruticosa, Phytolacca americana, Solidago gigantea, Helianthus tuberosus e Sicyos angulatus.
Va tuttavia sottolineato che questo specifico bosco ripariale presenta una bassa incidenza di specie aliene, essendo colonizzata principalmente da Acer negundo e Robinia pseudoacacia, senza che queste abbiano ancora compromesso la struttura del bosco. Ridurre tale bosco alla sola presenza di robinie di piccolo diametro e di scarso valore ecosistemico, come sostenuto dalla retorica politica, è una semplificazione fuorviante che non tiene conto della sua effettiva biodiversità e importanza ecologica.
Se si seguisse la logica della retorica politica, secondo cui la presenza di specie aliene giustifica l'eliminazione di un bosco, allora lo stesso criterio andrebbe applicato a tutti i boschi ripariali con specie aliene, portando a un abbattimento indiscriminato e paradossale.
Il boschetto in questione rappresenta una giovane espansione ecologica per numerose specie dell'H91E0 attiguo (Carta Forestale della Regione, 2016). L'immagine mostra l'espansione del bosco ripariale, visibile anche nelle immagini storiche di Google Earth.
L'analisi della vegetazione presente nell'area ha permesso di confutare l'idea che si tratti di un bosco di scarso valore. La presenza di specie autoctone di pregio e di alberi con diametri considerevoli indica un ecosistema funzionale e con un certo grado di maturità, la cui distruzione comporterebbe una significativa perdita ecologica. Il sito risulta anche habitat di nidificazione per diverse specie di picchio che amano salici e grandi pioppi, come mostrato da questo progetto cittadino.
L'approccio partecipativo utilizzato in questo progetto ha dimostrato l'efficacia della citizen science nella tutela ambientale, fornendo dati oggettivi e verificabili per contrastare narrazioni retoriche fuorvianti. L'integrazione di strumenti digitali, come Google Earth e Google Fogli, ha permesso di elaborare una mappatura precisa e di rendere accessibili i risultati in modo immediato.
Prospettive Future
L'analisi può essere ampliata con ulteriori rilevazioni e approfondimenti sulla biodiversità locale. Inoltre, i dati raccolti potranno essere utilizzati per sviluppare una proposta alternativa di gestione dell'area, basata su criteri ecologici e di tutela della biodiversità del Meisino.
Francesco Tresso e lo scarso valore del boschetto
In quest’area il cantiere ha reso impossibile il normale processo di correzione collettiva: le transenne, le ruspe e le modifiche continue al bosco hanno impedito la frequentazione e il controllo reciproco che di solito portano l’errore a tendere a zero. Per questo si è deciso di effettuare un controllo su una parte del campionamento iniziale, che era stato svolto velocemente da un gruppo eterogeneo di cittadini anche non esperti. È stato applicato un filtro di diametro > 0,05 m, per escludere le piante più piccole, troppo danneggiate dalle modifiche dell’area e in molti casi ormai scomparse. Sono stati quindi stampati e applicati QR code agli alberi ancora accessibili fuori dalle transenne, per un campione di 119 esemplari, così da poter verificare l’accuratezza del lavoro anche in assenza di un percorso partecipativo completo.
Errori con conseguenze botaniche (che modificano la composizione del bosco):
Errore di identificazione: RFBIQT_113PN ex RF113AN.AL — 0,84%
Scambi per somiglianza di nomi:
RFBIQT_27PA ex RF27SA — 0,84%
RFBIQT_114PN ex RF114PA — 0,84%
Totale: 3 errori botanici = 2,52% del campione.
Errori tecnici (non incidono sulla lettura ecologica):
Albero doppio già calcolato: RFBIQT_19CA ex RF19CA — 0,84%
Errore GPS (punto spostato di alcuni metri): RFBIQT_82PA ex RF82PA — 0,84%
Totale: 2 errori tecnici non cumulabili.
Questo metodo ha permesso di dare comunque valore ai dati raccolti, trasformando una condizione di forte disturbo in un’occasione per misurare e rendere trasparente il margine di errore umano.
È interessante notare che gli Acer negundo presenti nell’intera area sono passati da 6 a 5, mentre nel “censimento di stampo notarile” realizzato da De Magistris risultano 6 esemplari solo nell’area di diradamento.
Capire il livello di erosione in cui è avvenuto il controllo degli errori. L'area del controllo è tutta quella a sinistra dell'area di diradamento (rettangolo rosso a destra), erosa anch'essa a causa del passaggio di mezzi pesanti e lavori alle linee elettriche. Questo ha reso indispensabile un filtro sui diametri abbattuti (>5cm)
Parte dell'area censita (RFBIQT) e interessata da pesanti lavori che erodono il bosco.
Capire l'erosione de bosco e perchè si è dovuto filtrare i diametri inferiori a 5cm. Ruspa nel bosco apre varchi, scava per interrare corrugati.
Capire l'erosione de bosco e perchè si è dovuto filtrare i diametri inferiori a 5cm. Ruspa che invece di usare strade rifatte, per non aprire la rete fa tutto il giro sul suolo passando vicino agli alberi anche di grandi dimensioni.
Capire l'erosione de bosco e perchè si è dovuto filtrare i diametri inferiori a 5cm., la grande spianata nel bosco dove è stato interrato il corrugato
Capire l'erosione de bosco e perchè si è dovuto filtrare i diametri inferiori a 5cm., la grande spianata nel bosco dove è stato interrato il corrugato
Nuova area erosa nel bosco per l'interramento di una linea elettrica per le nuova attività antropiche del "CENTRO PER L’EDUCAZIONE SPORTIVA ED AMBIENTALE MEISINO”, voluto dagli assessori Tresso e Carretta nel parco del Meisino.
Capire l'erosione de bosco e perchè si è dovuto filtrare i diametri inferiori a 5cm.. Alberelli e arbusti sono stati spazzati via dai mezzi pesanti per interrare il corrugato della linea eletrica che arriverà alla tettoia. Radici di un intero filare sono state spezzate e risultano ormai esposte.
Un video che riassume un po' di questo incubo del taglio del bosco al Meisino, "Le gaggìe di Tresso e Carretta".
17/9/2025 - Monitoraggi diradamento:
Oltre agli abbattimenti già segnalati dal comitato, segnaliamo una nuova erosione del cosiddetto “bosco senza valore” definito da Tresso, Carretta e De Magistris, avvenuta questa estate, proprio nel periodo di minore frequentazione del parco. L’area è già stata georeferenziata e sono stati individuati i possibili abbattimenti, che verranno verificati direttamente in loco.
Come al solito, gli alberi colpiti appartengono in prevalenza a specie autoctone. Ricordiamo che tutto ciò è stato reso possibile da una campagna continua di menzogne: per anni gli assessori Tresso e Carretta hanno sostenuto che quel bosco fosse di scarso valore, composto soltanto da “gaggie” di piccolo diametro, e che il progetto prevedesse appena 6 abbattimenti. Il censimento cittadino ha invece rilevato una struttura a prevalenza autoctona e una zona di diradamento di ben 90 alberi (senza contare quelli segnalati in questo post) con diametri fino e oltre gli 80cm (mediana 24cm), sacrificata proprio sulla base di queste falsità.
In blu potete osservare le specie autoctone presenti nell’area, costituite in gran parte da salici, essendo proprio un "tunnel di salici".
L’interramento del corrugato elettrico ha inoltre danneggiato gli apparati radicali degli alberi lungo il fronte dell’area, ora in parte spezzati ed esposti. Un salice molto alto, situato all’ingresso utilizzato dalle ruspe, è già crollato sul sentiero.
Cataste di alberi sani tagliati, espansione di alcune specie dell'habitat prioritario attiguo H91E0 (Carta Forestale, 2016), sono in particolare Salix alba , Populus alba giganti, Acer campestre e Carpinus betulus, le piccole gaggìè di Tresso... Tocchera presto ai grandi Populus nigra rimasti per ultimi dat la loro immensa taglia.
Responsabili di progetti basati su valutazioni false, guardano compiaciuti il misfatto notare i grandi diametri dei ceppi rimasti a terra
5/4/2025 - Monitoraggi diradamento:
Tramite bot Telegram è giunto il video del 17/03/2025 utile a documentare il taglio e la fresatura del centinaio di alberi. Questo monitoraggio è sull'area di valore ecologico (AVE), habitat H91E0/SP20X (C.F. 2016) e sua espansione. Grazie a tutti, continuate a mandare materiale!!!