Una piattaforma di Citizen Science per documentare, proteggere e valorizzare il Parco del Meisino.
Il presente progetto di misurazione nasce con l'obiettivo di verificare la corrispondenza tra le nuove piante messe a dimora durante i lavori per il centro e le specifiche dichiarate nel progetto originale e dall'assessore Francesco Tresso (Atti della Riunione giunta comunale 10/10/2024). Contestualmente, l'indagine ha permesso di documentare gli impatti causati dai mezzi pesanti sul suolo e l'alterazione dell'ecosistema naturale.
Il progetto è stato condotto nell'area dell'ex galoppatoio militare, dove l'ecosistema originario è stato spogliato tramite l'impiego di trattori e trinciatrici, con conseguenze significative sulla vegetazione preesistente. Tale operazione ha inoltre occultato la presenza degli esemplari di Ailanthus altissima, una specie invasiva che l'amministrazione aveva indicato come prioritaria per l'eradicazione. Tuttavia, la loro rimozione non è stata effettuata in modo adeguato, e gli alberi si riprodurranno vigorosamente tramite pollonatura, aggravando il problema della loro diffusione incontrollata. Inoltre, l'intervento ha portato alla distruzione delle essenze arbustive e degli alberi autoctoni che stavano ricrescendo spontaneamente, incluse le querce, la cui rigenerazione naturale era favorita dalla disseminazione operata dalle ghiandaie.
Solo per la messa a dimora delle nuove piante sono stati compattati e spogliati della vegetazione circa 2 ettari della zona PFT_BU_1887, classificata come ecosistema umido di particolare interesse. Tuttavia, molti altri interventi hanno devastato quest'area, come i lavori per la cascina. Di fatto, è stato compattato e spogliato quasi l'intero Meisino, ben oltre le sole zone classificate. La zona di messa a dimora funzionava inoltre come buffer ecologico per le aree più delicate all'interno dell'area della cascina, tra cui una polla risorgiva e una collina insediata da tassi, che ora si trovano a pochi metri da un campo da disc golf.
Misurare il diametro delle nuove piante messe a dimora per ricavarne la circonferenza.
Geolocalizzare ogni pianta per consentire un monitoraggio nel tempo.
Valutare il livello di compattazione del suolo causato dai mezzi pesanti.
Documentare fotograficamente l’area e le condizioni del terreno, inclusi gli interventi meccanici che hanno portato allo spoglio dell'ecosistema naturale.
Misurazione della circonferenza: Ogni albero è stato misurato a 1,30 m di altezza utilizzando un calibro per determinare il diametro, dal quale è stata poi calcolata la circonferenza. Le misurazioni sono state confrontate con le specifiche di progetto (10 cm di circonferenza minima dichiarata).
Georeferenziazione: Ogni pianta è stata georeferenziata tramite il sistema di geolocalizzazione integrato di Telegram, garantendo un'archiviazione immediata e precisa su una mappa digitale condivisa.
Documentazione fotografica: Sono state raccolte immagini dettagliate di ogni pianta e delle tracce lasciate dai mezzi pesanti.
Creazione di una mappa su Google Earth: I dati raccolti sono stati integrati in una mappa digitale, utile per il monitoraggio e la verifica comparativa nel tempo. Si sono usati segnaposti arancioni per ogni albero inferiore alle misure dichiarate per 0.1 m > C > 0.09 m e segnaposti rossi per C < 0.09 m.
Mappa piante messe a dimora, notare i segnaposti di colore arancione e rosso che indicano la non conformità al progetto.
Mappa che mostra quanti ettari di suolo sono stati compattati e spogliati della vegetazione, circa 2 ettari della zona PFT_BU_1887 classificata come ecosistema umido di particolare interesse, molti altri interventi hanno devastato questa zona, come i lavori per la cascina. E' stato in realta compattato e spogliato quasi l'intero Mesino oltre le zone classificate. Questa zona funzionava inoltre come buffer per zone delicate all'interno dell'area della cascina, come una polla risorgiva e una collina insediata da tassi che ora si trovano a pochi metri da un campo da discgolf
Non conformità delle piante: Quasi nessun albero del campione misurato rispettava la specifica di 10 cm di circonferenza. La maggior parte degli esemplari risultava non corrispondente alle specifiche.
Compattazione del suolo: L’uso di mezzi pesanti e cingolati ha provocato una compattazione severa del terreno, con una resistenza alla penetrazione estremamente elevata. In alcune zone, tale compattazione è risultata irreversibile, compromettendo la naturale infiltrazione dell’acqua.
Danneggiamento dell’area a cariceti: L’area, precedentemente caratterizzata da un’espansione naturale dei cariceti, ha subito gravi alterazioni. Ruote e cingoli dei mezzi pesanti hanno distrutto porzioni significative della vegetazione e interrotto il naturale drenaggio del suolo.
Evidenze fotografiche: Le immagini raccolte documentano in maniera chiara le tracce lasciate dai mezzi pesanti e il degrado del suolo. In particolare, si evidenzia come l'ecosistema naturale originario sia stato spogliato tramite l'impiego di trattori e trinciatrici, contribuendo a un marcato spoglio della vegetazione preesistente.
L’indagine ha evidenziato una netta discrepanza tra le specifiche di progetto e la realtà esecutiva. Le nuove piante messe a dimora non rispettano le dimensioni dichiarate e il terreno risulta gravemente compromesso dall'uso intensivo di mezzi pesanti, che hanno portato non solo a una compattazione severa del suolo, ma anche allo spoglio dell'ecosistema naturale preesistente.
Questi risultati, ottenuti nell'area dell'ex galoppatoio militare, sottolineano l'impatto ambientale delle operazioni e saranno utilizzati per richiedere chiarimenti agli enti competenti e per sensibilizzare la cittadinanza sull'importanza della tutela ambientale.
Data la scarsa rilevanza ecologica dello studio, non si è proseguito ulteriormente nello sviluppo della mappa, ma tutti gli alberi di questa zona sono stati censiti e salvati su telegram.
Intervista Della Beffa - Video di Flavio Vallarelli
Foto delle misurazioni cittadine
Trasformazioni di ecosistemi in giardini per il disc golf