La Magna Graecia
La Magna Graecia
La Magna Grecia fu un’oasi di progresso civile e artistico fondata da coloni greci a partire dall’VIII secolo a.C. sulle coste dell’Italia Meridionale…
L’espansione greca iniziò a partire dall’VIII secolo a.C. verso oriente nel Mar Nero e verso occidente nel Mar Mediterraneo, interessando le regioni dell’Italia meridionale: Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Campania.
Qui i coloni greci fondarono la Magna Grecia, le cui città raggiunsero uno splendore più grande della stessa Grecia, intrecciando rapporti di convivenza con le popolazioni locali (gli Itali) e diffondendo in tutto il Mediterraneo una nuova civiltà con la loro cultura, le tradizioni, l’arte, la filosofia, il diritto, il loro modo di vivere, i riti e i loro miti. Quanto rimane oggi è solo parte di quanto fu costruito e ideato dai coloni greci.
Magna Grecia, quindi, come terra di filosofi, storici, poeti, medici…
Qui nacquero filosofi come Parmenide e Zenone, storici come Ippi, Glauco e Lico, i poeti Ibico e Nosside, il matematico Archimede.
In Calabria i coloni greci provenienti dalla città di Calcide fondarono Reggio (Rhegion, la più antica colonia greca fondata in Italia meridionale) d’importanza fondamentale per il controllo dello stretto. Nel periodo magnogreco Reggio Calabria espresse un’enorme importanza politica, economica e culturale. Molte testimonianze di questo antico splendore sono oggi custodite presso il Museo Nazionale Archeologico di Reggio, museo tra i più importanti d’Europa. Qui nacquero Caronda, uno tra i più importanti legislatori dell’antichità, e Ibico, sommo poeta dell’amore.
Nell’VIII secolo a.C., i coloni greci fondarono una tra le più importanti polis della Magna Grecia che prese il nome Locri Epizefiri. Così definita probabilmente perché fondata dai locresi, abitanti di un’antica regione della Grecia, e perché esposta allo Zefiro, il vento che soffia da ponente.
Altra importante colonia calabrese della Magna Grecia fu Kroton, l’attuale Crotone. Fondata alla fine dell’VIII secolo a.C..
Probabilmente la più ricca, potente e popolosa colonia della Magna Grecia che s’insediò sulle coste calabresi fu Sybaris, l’attuale Sibari, città fondata tra i fiumi Sibari e Crati nel 720 a.C. da coloni provenienti dalla Caia.
Altre importanti colonie della Magna Grecia in Calabria furono: Chone (Pallagorio), Kaulon (Monasterace), Petelia (Strongoli), Krimisa (Cirò), Metauros (Gioia Tauro). E ancora, Altanum (Polistena), Laos (Santa Maria del Cedro), Temesa (Serra d’Aiello), Terina (Lamezia Terme) e Scolacium (Borgia).
Il nome Rhegion sembrerebbe derivare dal greco rhgnumi (rompere) o dal latino regius (quindi il nome sarebbe italico e legato allo splendore della città), ma forse anche da un termine indigeno, che signifi-cherebbe “capo”, “promontorio” e potrebbe riferirsi alla Penisola si Calamizzi, inabissatasi nel 1532.
La città fu fondata dai Calcidesi (730-720 a.C.), al pari della dirimpettaia Zancle (Messina), per il control-lo delle principali rotte commerciali dello Stretto.
Secondo la leggenda, i Calcidesi scelsero il luogo dove far nascere la città, seguendo le indicazioni dell’oracolo di Delfi, alla foce del fiume Apsia (l’attuale fiumara Calopinace), dove avevano incontrato una vite avvinghiata ad un fico selvatico. La profezia diceva infatti che avrebbero trovato “una femmina abbracciata a un maschio”.
In questo modo, i Calcidesi si assicurarono il completo controllo dello Stretto.
La polis di Reghion si estese sul mare Tirreno fino al fiume Mesima e sul versante jonico fino al fiume Halex, l’attuale Fiumara dell’Amedolea (semplificando, da Gioia tauro al territorio di Palizzi).
Nella sua storia, si sono alternati periodi floridi seguiti da guerre e catastrofi naturali (come maremoti e terremoti).
Non ebbe molti rapporti con le città italiote (ossia quelle fondate dai popoli italici); frequenti, invece, fu-rono i contatti con le città greche dello Stretto e, in generale, della costa siciliana.
Numerose furono le guerre che combatté con Locri, il cui territorio confinava con quello reggino.
Nel 351 a.C., Reggio si alleò con Roma e iniziò a perdere gradualmente la sua indipendenza.
Il risultato di tutto ciò fu la romanizzazione della città e, probabilmente, la fuga sulle montagne dell'A-spromonte dei pochi greci rimasti in città.
Ancora oggi nel nostro territorio esistono comunità dove si parla il greco: Chorio, Gallicianò, Condofuri…
Tra i suoi concittadini, Rhegion annovera il legislatore Caronda, l'artista Pitagora (da non confondere con il famoso matematico), lo scultore Klearchos, lo storico Ippi, il poeta Ibico, la poetessa Nosside.
Della Reggio greca rimangono oggi parte delle mura di cinta, conservate in via Marina e sui rilievi collinari (collina degli Angeli e collina del Trabocchetto), i resti edifici pubblici monumentali e sacri (area Griso - Laboccetta e Prefettura).
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