L'adolescenza è quel periodo della vita che va dagli 11 fino ormai ai 19 anni.
E' caratterizzata da tanti compiti evolutivi che richiedono l'investimento da parte dei/delle ragazzi/e di notevoli quantità di energie emotive.
I compiti da affrontare sono: mentalizzazione del proprio corpo, processo di separazione-individuazione dai genitori, costruzione di un legame sociale con i pari, acquisizione di un sistema di valori.
In mezzo a tutto questo c'è anche la scuola con le fatiche che comporta: l'ansia più o meno marcata per i voti e il superamento dell'anno, il confronto con i coetanei che può essere molto impegnativo, ecc.
Se guardiamo bene sono tante cose da gestire e non è sempre facile farlo.
Cercherò di descrivere brevemente questi compiti evolutivi.
L'adolescenza è l'età del corpo. Quest'ultimo si modifica, non è più quello del bambino, compaiono i caratteri sessuali secondari, gli ormoni vanno a mille.
E' un corpo con cui si inizia a fare i conti relativamente al fatto che è mortale.
E' un corpo che può diventare oggetto di attacco con tagli, bruciature.
E' un corpo che può essere affamato come nel caso dei disturbi alimentari.
E' un corpo che può essere nascosto agli altri, chiudendosi nella propria cameretta per mesi/anni, utilizzando la rete virtuale come unico mezzo di contatto con il mondo.
E' un corpo che può essere iperesposto, esibito su Internet.
I pari hanno un ruolo importante in questa fase della vita. Diventano lo specchio delle trasformazioni che stanno avvenendo; le persone con cui confrontarsi per i brutti voti presi, per le prime delusioni amorose; le persone con cui si vuole passare il proprio tempo libero.
L'adolescenza può essere vista come una seconda nascita, è la fase della vita in cui inizia a strutturarsi la personalità dell'adulto di domani.
I rapporti con i genitori cambiano, possono farsi più tesi. Padre e madre vengono percepiti come “pesanti”. La cameretta diventa luogo off limits, iniziano le richieste di stare fuori fino a tardi.
Ai comportamenti oppositivi si alterneranno richieste di vicinanza, in una sorta di elastico da parte dei figli.
Alla mamma e al papà sarà chiesto di essere autorevoli, lasciando spazio al futuro adulto, dimostrando di esserci anche se non ne condividono le scelte. Al tempo stesso è chiesto loro di porre dei confini, dei limiti.
Tutto questo può essere difficilissimo.
Per quanto riguarda i valori, si sente dire spesso che nella società attuale mancano valori di riferimento e condivisi. A ciò si aggiunge la spinta a primeggiare e a raggiungerei propri obiettivi senza guardare in faccia a nessuno, che arriva dai genitori e dai diversi social (con tutta una serie di ansie come conseguenza).
Tutto questo rende complicato vedere l'Altro con il suo bisogno e sviluppare empatia.
Il rischio di sviluppare una sofferenza psicologica è dovuta all'interazione tra più fattori interni (cioè legati alle caratteristiche innate della persona) e fattori esterni (come ad esempio il tipo di rapporto con i genitori, la presenza o l'assenza di figure di riferimento esterne al nucleo familiare come ad esempio una zia, un insegnante, ecc.).
A tutto questo aggiungiamo che il Covid ha provocato un aumento della vulnerabilità e della fragilità. Ha privato tantissimi ragazzi degli spazi e delle occasioni di sperimentare l'autonomia, di stare con i coetanei.
Un sempre maggiore investimento, a mio parere sarebbe da fare sulle salute mentale, per aiutare questi ragazzi e queste ragazze ad affrontare con maggiore consapevolezza e serenità questa delicata fase della vita.