CHE COS'E'?
La definizione di ansia sul vocabolario è di : “stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa."
Con la pandemia c'è stato un aumento dei disturbi d'ansia. L'agenzia italiana del farmaco riporta un aumento dei farmaci ansiolitici (+12%) soprattutto nelle Regioni di centro durante l'epidemia di Covid 19. Aumento maggiore in particolare nella fase 2 rispetto all'incremento osservato nella prima fase.
Non bisogna confondere l'ansia con la paura.
Mentre quest'ultima riguarda un pericolo reale nel”qui e ora” e può preparare alla lotta o alla fuga, l'ansia è una preoccupazione anticipatoria di qualcosa che potrebbe avvenire nel futuro.
Non sempre è negativa. All'interno di un certo intervallo può essere funzionale per prepararci a gestire le situazioni. Tuttavia quando è eccessiva e persistente può rendere la vita difficile.
Il Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V) classifica all'interno dei disturbi d'ansia:
disturbo d'ansia da separazione
mutismo selettivo
fobia specifica
fobia specifica
ansia sociale
agorafobia
disturbo di panico
disturbo d'ansia indotto da farmaci o sostanze
disturbo d'ansia dovuto a un'altra condizione medica
disturbo d'ansia con altra specificazione
Ciò che differenzia tra loro questi disturbi sono l'oggetto o la situazione che provocano ansia e per l'ideazione cognitiva associata.
L'ansia può comportare sintomi cognitivi, fisici ed emotivi.
Quando siamo in ansia fatichiamo a concentrarci e problemi, per cui avremmo le capacità per risolverli, ci appaiono insormontabili.
A livello comportamentale evitiamo gli stimoli che ci spaventano. Fare questo non è necessariamente negativo. Penso che fermarsi, fare il punto della situazione, acquisire consapevolezza su sé stessi possa essere utile per poi eventualmente provare a riaffrontare quello che ci spaventa. Se e quando sarà il momento.
A livello fisico l'ansia può portare a tremori, nausea, vertigini, disturbi gastrointestinali, ecc.
L'ANSIA DA UN PUNTO DI VITA GESTALTICO
Dal punto di vista della Terapia della Gestalt possiamo vedere l'ansia come la vitalità, l'eccitazione, che di solito ci porta a contattare l'ambiente, che viene inibita o bloccata.
Può anche essere collegata all'assenza di supporto nel momento del contatto, dell'incontro con l'ambiente interno e/o esterno.
In una situazione di emergenza, l'organismo mette in atto una risposta adattiva e globale.
Per adattiva intendo, una risposta che ci consente di gestire nel miglior modo possibile la situazione.
Globale vuol dire che coinvolge tutto l'individuo a livello fisico, percettivo, cognitivo.
La persona con un disturbo d'ansia si trova in uno stato costante di emergenza che porta a una diminuzione del “corpo come parte del sé” e a uno stato di vigilanza e tensione muscolare.
La relazione terapeutica è uno degli “strumenti” principali per migliorare la gestione dell'ansia. Ovviamente come già accennato nei precedenti articoli, nessuno ha la bacchetta magica, e il cliente deve assumersi la responsabilità del proprio percorso, con il sostegno del terapeuta. Ognuno con i suoi modi e i suoi tempi.
Diventa inoltre importante contestualizzare la situazione, non farsi travolgere dalla negatività. Alcuni concetti chiave della Gestalt, come il concentrarsi sul “qui e ora”, accettare la situazione in cui ci si trova e partire da quello che si ha, anche se è poco, possono essere utili per provare a cambiare e a trovare un maggiore benessere che consente di soddisfare i propri bisogni.
BIBLIOGRAFIA
Francesetti G, Gecele M, Roubal J. (2015) (a cura di), La Psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano, Franco Angeli, 2016.
Perls F, Hefferline R.F, Goodman P. (1971) Teoria e pratica della Terapia della Gestalt. Vitalità e accrescimento nella personalità umana. Roma, Astrolabio, 1997.
APA, American Psychiatric Association (2014), Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM 5. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2014