Il disturbo borderline (DPB) rientra nei disturbi di personalità. Il termine borderline significa linea di confine. Per la psicoanalisi, le persone con DPB hanno un funzionamento peggiore di quelle con disturbo nevrotico e migliore di quelle con disturbo psicotico.
Cosa caratterizza chi soffre del disturbo borderline?
Possiamo individuare una serie di aspetti:
instabilità del sé che porta al senso di essere influenzati dagli altri nei propri atteggiamenti, valori e credenze.
instabilità nelle relazioni caratterizzate da alternanza di eccessiva svalutazione e idealizzazione dell'altro.
senso di vuoto localizzato nell'addome o nel petto.
paura di essere abbandonato che può portare a essere troppo servizievole, manipolatorio e a sentirsi “cattivo” quando l'altro se ne va, interpretando la separazione, sempre come un rifiuto.
Minacce, gesti, comportamenti suicidali o comportamenti automutilanti. Questi ultimi possono avere la funzione di sentirsi vivi quando si è troppo giù di morale o di calmarsi quando si è in uno stato di caos emotivo. Questi gesti possono essere il tagliarsi, bruciarsi.
Impulsività che porta a condotto autolesionistiche. Le persone con DPB possono abusare di alcool, di sostanze, mettere in atto comportamenti sessuali a rischio.
Rabbia intensa e inappropriata.
Brusche alterazioni dell'umore e emozioni intense.
Possono esserci degli scompensi dell'esame di realtà, ad esempio in condizioni di stress, che però si risolvono quando ricevono un feedback.
I ricercatori e gli studiosi, stanno cercando di capire l'origine del disturbo borderline. Potrebbe esserci una componente genetica, probabilmente legata alla trasmissione di alcuni tratti come ad esempio l'impulsività, che interagisce con fattori ambientali, come un ambiente invalidante, poco empatico e supportivo.
Cancrini nel suo libro “La cura delle infanzie infelici”, ha integrato la descrizione delle infanzie, fatta da Lorna Benjamin Smith, che possono essere state vissute dalle persone con DPB.
Individua queste caratteristiche:
caos all'interno della famiglia, caratterizzata da episodi di violenza, litigi, tentativi di suicidio.
Momenti di affetto da parte dei genitori, che si alternano a periodi di abbandono del bambino.
Il gruppo famiglia si sente tradito quando il bambino manifesta il suo desiderio di autonomia e si appoggia a figure esterne.
il bambino impara che l'essere infelici e la malattia attirano le attenzioni.
Ci sono alcune psicoterapie sviluppate specificamente per il disturbo borderline. Quelle più diffuse sono: la terapia focalizzata sul transfert (TFP) di Kernberg, la Dialectical Behavior Therapy (DBT) della Linehan, il Trattamento basato sulla Mentalizzazione di Fonagy.
Per Kernberg i vissuti e i comportamenti del paziente borderline sono dovute all'incapacità della persona di integrare le immagini di sé - in relazione all'altro. Questa scissione consente di difendere le immagini buone dalla paura di distruggerle, ma a un prezzo alto.
L'obiettivo della TFP sarà quello di aiutare i pazienti a integrare le rappresentazioni scisse di sé e degli altri.
La DBT della Linehan si focalizza invece sulla difficoltà di gestione delle emozioni, dovuta all'interazione tra una base genetica e un ambiente invalidante. E' stato sviluppato per persone con DPB che presentano problemi di condotte autolesive e tentativi di suicidio.
La terapia di Fonagy punta a incrementare la capacità del paziente di riconoscere, stare e gestire le proprie emozioni.
Anche la Terapia della Gestalt si occupa del disturbo borderline.
La persona con DPB viene vista come impegnata nella difesa di un abbozzo di sé faticosamente costruita. E' stato necessario questo adattamento creativo, per il bambino che ha dovuto difendersi da un adulto che ha invaso i suoi confini. E' importante tenere a mente questi aspetti, soprattutto nei momenti maggiormente difficili della terapia.
A differenza, ad esempio della terapia di Kernberg che lavorava per portare il paziente a un livello di funzionamento nevrotico, la Gestalt non mira a cambiare radicalmente lo stile di contatto, ma a viverlo con minore ansia.
Sembra che le caratteristiche, per una terapia efficace siano: un'alta strutturazione della stessa, la supervisione dell'èquipe, un atteggiamento empatico e supportivo del terapeuta.
Come per altri disturbi, può essere necessario associare alla psicoterapia, una terapia farmacologica. Non esiste un farmaco che cura miracolosamente il DPB, ma ci sono psicofarmaci che agiscono sui differenti sintomi. L'attenuazione di questi, può aiutare a affrontare in modo migliore la psicoterapia.
Ultimamente si è vista l'utilità di supportare e coinvolgere la famiglia con gruppi di psicoeducazione e terapie familiari.
Questi interventi sono finalizzati a far sviluppare delle competenze ai familiari di persone con disturbo borderline, per un migliore l'esito della terapia della persona con sofferenza psicologica.
Alcuni esempi, utilizzati in Italia si basano sui protocolli di Gunderson e di Hoffman.
Il primo ha organizzato gruppi familiari, per migliorare la capacità del sistema familiare di gestire le situazioni di difficoltà, migliorare la comunicazione e favorire migliori competenze relazionali.
Hoffman invece è partito dalla terapia dialettico-comportamentale (DBT). Le finalità sono quelle di insegnare ai familiari a rinforzare le abilità positive, acquisite dai pazienti nella terapia individuale e migliorare il clima all'interno della famiglia.
In America è possibile trovare gruppi, guidati da familiari di persone che hanno avuto il DPB, i quali dopo essere stati adeguatamente formati, forniscono spazi di ascolto e confronto che aiutano a diminuire lo stress e la solitudine in cui, queste famiglie, si possono trovare.
Occorre sviluppare e ampliare sempre di più, a mio parere, tutti questi tipi di supporto anche nel nostro Paese.
BIBLIOGRAFIA
Francesetti G, Gecele M, Roubal J. (2015) (a cura di), La Psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano, Franco Angeli, 2016.
Cancrini L. (2013), La cura delle infanzie infelici. Viaggio nell'origine dell'oceano borderline. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2013.
Gubderson J, Hoffman P. (2010), Disturbo di personalità borderline. Una guida per professionisti e familiari. Springer, 2010.