MOSTRA FOTOGRAFICA:

"L'essenziale invisibile agli occhi"

“In un mondo che fa sempre più fatica a distinguere ciò che è bello e giusto, voi dovete riuscire a diventare soldati del bene.

-Valentina Guido


Le immagini sono un gioco di prospettiva, come d’altronde lo è la vita, e con questa mostra lo abbiamo imparato.

Nella scuola media Sandro Pertini il 17 marzo 2022 è arrivata una bellissima sorpresa: una mostra fotografica, con una serie di scatti bianco e nero con lo scopo di valorizzare gli aspetti della disabilità mettendo in luce la bellezza della diversità, aperta a tutti, ragazzi e docenti, che hanno avuto la possibilità di vedere, appunto, “l’essenziale invisibile agli occhi” (cioè il nome della mostra).

La mostra è un insieme di fotografie, scattate dalla fotografa Sara Busiol, in bianco e nero che sottolineano “la diversità” nell’essere diversamente abili.

I protagonisti hanno vissuto l’esperienza fotografica confrontandosi con l’esposizione del proprio corpo in situazioni non convenzionali, quasi come un gioco, sentendosi finalmente al centro dell’attenzione.


L’idea di realizzare questo progetto è nata quando, nel mese di dicembre, la professoressa Valentina Guido ha avuto l'occasione di vedere questa mostra, nella scuola superiore Bartolomeo Zucchi. Essendo rimasta particolarmente colpita da queste immagini, che le hanno suscitato forti emozioni, ha deciso di parlarne con la dirigente scolastica Anna Guglielmetti. “Ho pensato che sarebbe stato bello proporla, perché i messaggi ricavati dal percorso possono far crescere tutti” sono le parole della professoressa.

L’iniziativa è stata fin da subito accolta con molto piacere dalla dirigente scolastica, la quale ha sostenuto fortemente questo progetto, ha infatti affermato: “E’ un’opportunità che non possiamo perdere”.


Un’altra persona importantissima per la realizzazione di tutto ciò è stato il professore di arte e immagine, Matteo Giagnacovo. Lui stesso, infatti, ha espresso la sua opinione dicendo: “Arte e immagine è una materia prevista dal ministero dell’istruzione nel pacchetto delle educazioni. Il concetto fondamentale è che questa materia abbia potuto aprire e sviluppare questo circuito che si è mosso sull’intera scuola. La conferenza è stata la prova del nove di questo ragionamento perché grazie al lavoro sulle immagini si è potuta raggiungere un’utenza che va dai 6 ai 14 anni in modo totalmente trasversale.”

Quest’ultimo è stato più che contento di partecipare a questo progetto perché ha coinvolto anche una delle sue classi: la 3E. I ragazzi e ragazze di questa classe, proprio per questo, sono stati i primi a vedere dal vivo la mostra e hanno lavorato davvero tanto per esporre le varie immagini al pubblico.

Prima che la mostra arrivasse dentro alla scuola, loro si erano già dedicati completamente allo studio dei vari soggetti, formulando pensieri e principalmente sentimenti a riguardo. Per questo il primo giorno di esposizione della mostra, il quale è stato venerdì 18 marzo, sono stati gli studenti della 3E a presentarla.

“Riconfermo che nelle diversità o nelle uguaglianze la Koiné si dimostra capace di tenere testa al dibattito” ha affermato il professor Giagnacovo durante l’intervista.

Com'è la mostra?

La mostra è un insieme di fotografie, scattate dalla fotografa Sara Busiol, in bianco e nero che sottolineano “la diversità” nell’essere diversamente abili.

I protagonisti hanno vissuto l’esperienza fotografica confrontandosi con l’esposizione del proprio corpo in situazioni non convenzionali, quasi come un gioco, sentendosi finalmente al centro dell’attenzione.

I soggetti delle immagini sono donne, uomini, bambini e adolescenti con disabilità. Sono, come si può ben notare, tutti diversi in età, ma con una caratteristica. Si può pensare che questo sia ciò che hanno in comune. In realtà no: la diversità è ciò che tutti noi abbiamo in comune. In fin dei conti la normalità non esiste e questa mostra fotografica insegna a tutti che la diversità non deve escludere qualcuno dal mondo. Questo progetto dimostra che è proprio la diversità a rendere ognuno di noi unico e non c’è motivo di nascondersi per quello che si è.


“Ho avuto l’occasione di parlare con la donna presente anche sulla copertina di questa mostra fotografica, Francesca Maiorano e mi ha confidato che per la prima volta nella sua vita è riuscita a vedersi bella”.

-Matteo Giagnacovo.


In conclusione, questo progetto non è solamente arte. È un’esplosione di emozioni, che anche non facendoci vedere alcun colore, ci regalano il colore più bello.

Il colore dell’amore.

Maria, classe 3E

Giulia, classe 3D