Un baco ci salverà

Un baco ci salverà

quando dire a uno”sei un verme”

sarà un complimento

Di E. Dainelli, F. Filippi

Quando, nel 2030, sul nostro pianeta ci saranno 8,5 miliardi di abitanti, secondo stime ONU, cosa daremo da mangiare a tutta questa gente? Di sicuro non potremo fare tanto gli schizzinosi, con la fame non si scherza.

I più intraprendenti si sono già attrezzati per dare risposte a questo problema, l’uovo di Colombo è allevare e cucinare insetti che, a quanto pare, sono saporitissimi, molto nutrienti, ecologici, a buon mercato, facili da allevare e praticamente inesauribili.

Certo i paesi come l’Italia, con grandi tradizioni gastronomiche e prodotti di eccellenza, dovranno mandare giù più di un rospo, però le cose vanno avanti anche da noi.

Dal primo gennaio 2018 anche in Italia è stato permesso di servire insetti a tavola, secondo la normativa europea “novel food”, ne abbiamo parlato con la professoressa Ilaria Arzilli.

Nel nostro paese sono consentiti ormai la vendita e l'acquisto di grilli e millepiedi cinesi, tarantole arrostite del Laos, vermi giganti della farina provenienti dalla Thailandia e c’è chi serve già “aperinsetti”.

Per chi vuole osare ancora di più e infrangere ogni barriera del gusto ci sono gli scorpioni dorati cinesi e quelli neri provenienti dalla Thailandia, gli spiedini di scarabei e una vasta scelta di grilli tutti made in Asia .

Una indagine della Coldiretti ha rilevato che il 50% circa degli Italiani considera questi alimenti estranei alla cultura nazionale, il 24% risulta indifferente, le persone favorevoli rappresentano il 26% del totale e il 6% non ha risposto. Una maggiore disponibilità è stata riscontrata nel consumo di prodotti derivanti da insetti, quali farina di grilli o pasta fatta con farina di larve.

Gli insetti rappresentano più della metà degli organismi viventi classificati sul pianeta Terra, con circa un milione di specie conosciute Sono già 1900 le specie di insetti di cui si cibano gli esseri umani (i più consumati sono coleotteri, seguono bruchi, larve, api, vespe e formiche, cavallette, locuste e grilli) e non a caso: infatti sono ricchi di proteine, di grassi buoni (insaturi), di calcio, di ferro e di zinco.

Allevare insetti ha indubbi vantaggi: se, ad esempio, la carne bovina ha un contenuto di ferro di 6mg per 100g di peso secco, il contenuto di ferro delle locuste oscilla tra 8 e 20mg per 100g di peso secco. Inoltre gli insetti, essendo a sangue freddo, non usano energia da alimenti per ricavarne calore. In media gli insetti usano solo 2kg di mangime per produrre 1kg di carne. I bovini invece richiedono 8kg di foraggio per produrre 1kg di carne. Infine gli insetti emettono nell’ atmosfera terrestre un quantitativo minore di metano, ammoniaca e gas serra.

Tuttavia gli allevamenti intensivi e semi-intensivi di insetti, che rispondono alla necessità di produrre grandi quantitativi di alimenti di origine animale coniugando logiche di profitto e di gestione, presentano alcune criticità igienico-sanitarie. Esistono agenti patogeni che sono in grado di decimare, se non annientare, le popolazioni di insetti con gravi perdite economiche. Il problema non è l’allevamento intensivo in sé, quanto come vengono/verrebbero gestite eventuali lacune nel sistema di biosicurezza. In un recente rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) si sottolinea come, in certi casi, anche negli allevamenti di insetti, si faccia ricorso agli antibiotici. Di conseguenza le problematiche legate ai residui e al possibile aumento del livello di antibiotico-resistenza della popolazione batterica non sono da trascurare. Tali trattamenti non possono che essere somministrati in massa agli animali, con pratiche simili a quanto avviene in acquacultura o negli allevamenti di pollame o di altre specie, con il rischio di alta dispersione dei principi attivi.

Per far fronte a questi possibili scenari di rischio andrebbe sviluppata una normativa adeguata, simile a quella esistente per gli altri animali allevati, che al momento non esiste. Non dimentichiamo poi le problematiche, ancora inesplorate, relative al benessere degli insetti.

C’è chi non se la sentirà mai di mangiare vermetti, ma gli insetti possono esserci utili in altri modi, ad esempio sono un ottimo sostituto alle farine di pesce o alla soia destinata agli allevamenti, che oggi consumano soia coltivata in modo intensivo, con il noto effetto della deforestazione.