Giacomo Cutrera - Insegnanti

IL METODO

Io non ho mai avuto insegnanti esperti di dislessia, ma per fortuna ho avuto la fortuna di incontrare alcuni insegnanti che avevano lo strumento compensativo più adeguato in questi casi : L'umiltà di porsi davanti a me, chiedere e cercare di capire.

Molti hanno visto che il loro metodo con me non funzionava e quindi si sono impegnati nel rivedere il proprio metodo e idearne una versione che non solo funzionava per me, ma era anche migliore per gli altri.

ESEMPI DI MISURE DIDATTICHE PER LA VALUTAZIONE

All'università hanno adottato le seguenti misure didattiche per quanto riguardava il problema del tempo durante gli esami.

In linea teorica mi servirebbe il doppio del tempo, ma questo ha degli svantaggi, infatti subentra l'affaticamento e questo fa si che la seconda parte della prova non venga svolta al 100% delle forze. Per questo motivo anche nella legge 170 si parla di prolungare il tempo fino a un massimo del 30% e di utilizzare altre forme integrative come ad esempio l'orale oppure di suddividere la prova in due arti da svolgersi in momenti separati oppure una modalità che viene usata spesso è quella di prendere la parte scritta dell'esame, togliere alcune domande che possono benissimo essere fatte in forma orale e aggiungere queste alla parte orale dell'esame.

Io all'università avevo di conseguenza un esame scritto con meno domande che completavo nel tempo previsto e un esame orale con più domande che andava a integrare.

INTERROGAZIONI PROGRAMMATE

Un giorno un'insegnante mi ha chiesto quale fosse la reale motivazione della richiesta delle interrogazioni programmate.

La mia risposta in quel momento poteva essere semplice e sbrigativa, ma effettivamente un bel disegno spesso è molto più utile di tante parole.

Il problema è la gestione del tempo; Noi dislessici siamo dislessici non solo a scuola, ma anche a casa e quindi anche li l'impegno nella lettura in termini di tempo è alto.

ad esempio se il mio compagno di banco e amico aveva un pomeriggio scandito in questo modo: un ora per il pranzo, una per lo studio, una per i compiti poi di nuoo una per lo studio e un'altra per i compiti prima della cena poi si gioca e si vede la tv e infine a dormire.

La mia giornata avrebbe dovuto essere scandita in modo simile, ma il tempo necessario per la lettura era molto maggiore praticamente il doppio e quindi avevo pranzo, studio, compiti e vedevo che era già ora di cena ma mancava ancora della roba da studiare e una valanga di compiti da fare quini anche dopo cena studio e compiti che spesso rubavano anche delle ore di sonno.

questo è quello che succedeva abitualmente e fin qui è solo un po' triste perché dovevo rinunciare al gioco e alla tv, ma il peggio arrivava quando la professoressa diceva :"Domani verifica a sorpresa" perché in quei giorni i miei compagni saltavano il calcio o rinunciavano alla tv, mentre io non avevo ore libere da cui ottenere tempo e quindi il tempo veniva tolto al sonno al pranzo alla cena e tutto avveniva in un perenne stato di stress che ora tutti comprendiamo, ma che al tempo nessuno riconosceva e la gente si domandava perché sembri sempre stanco.

Le interrogazioni programmate vengono incontro a questa esigenza per permetterci di organizzare il prezioso tempo che abbiamo a disposizione in maniera ottimale. Qualcuno mi ha detto che indicando il giorno e l'ora di una prova c'è il rischio che una persona si adagi e che non abbia la giusta tensione verso il compito. mi sento di rassicurare, il rischio non è quello di un filo adagiato, ma il rischio di un filo talmente teso da spezzarsi.

COMPITI POCHI MA BUONI

Negli anni vedo che la tendenza è quella a dare sempre più compiti per casa, la cosa non ha molto senso perché dopo una certa soglia incrementare il numero di esercizi spinge ad un apprendimento "A memoria". I miei professori hanno puntato di più su pochi esercizi mirati e funzionali all'acquisizione del concetto studiato.

IL NOZIONISMO

Il nozionismo è una ideologia scolastica molto preoccupante che deriva dall'idea che il sapere sia la somma di tante informazioni, mentre in realtà la conoscenza non deriva da questo.

I grandi geni della fisica non erano persone che sapevano a memoria tutte le formule, ma gente che ne conosceva bene alcune ed era capace di trovare collegamenti tra esse e scoprire così qualcosa di nuovo.

L'intelligenza è una parola che deriva da uno specifico concetto : "creare legami".

IL LATO OSCURO

Riassumendo un buon insegnante è colui che è capace di insegnare e trasmettere il senso delle cose concretizzandolo con esempi esercizi e esperienze.

Un buon insegnante è anche colui che è capace di esaminare e valutare il proprio alunno con correttezza e giustizia.

Un cattivo insegnante è un insegnante che ha ceduto a una tentazione, a un lato oscuro che, come recita yoda in Star Wars : "Non è più forte, ma più facile, più allettante"

La tentazione è quella di sostituire l'insegnamento con il mero nozionismo, gli esempi che concretizzano con una serie interminabile di compiti per casa che invitano solo ad una automatizzazione menemonica e infine si sostituisce l'esame con una prova standardizzata o una sorta di quiz che assomiglia sempre di più a quelli che guardiamo a ora di cena.

Io penso che bisogna valorizzare gli insegnanti che continuano a resistere a questa tentazione e continuano ad essere autentici maestri.

LA TOP TEN

Credo che sia il caso di parlarvi anche di quei casi in cui la dislessia non viene compresa, ma vorrei farlo raccontandovi un evento che mi è capitato.

Avevo 15 anni ed era una delle prime volte che andavo in una scuola a parlare della mia storia.

mi dissero che avrei trovato un clima da guerra fredda fra genitori e insegnanti perché c'erano alcuni genitori che avevano già dovuto cambiare la scuola al proprio figlio un aio di volte e degli insegnanti che si erano irrigiditi sentendosi messi sotto accusa preventivamente.

Io sono arrivato e prima di iniziare ho voluto fare una Top Ten, giusto per mettere benzina sul fuoco.

Ho chiesto ai genitori quali erano le frasi più assurde che avevano sentito dire da parte degli insegnanti delle precedenti scuole e che li avevano spinti a far cambiare scuola al figlio.

Le frasi che mi dissero erano facevano tutte trasparire la non conoscenza del tema, ma tra queste ho voluto prendere proprio le più assurde e ho aggiunto anche quelle che avevo sentito io per stilare una classifica.

Le frasi erano talmente assurde che tutti insieme ( genitori e insegnanti ) ci siamo messi a ridere, ma alla fine dell'incontro un'insegnante mi ha bloccato e mi ha detto "Una di quelle frasi assurde l'ho detta anche io a un mio alunno. Ora che lo so, andrò da questo mio alunno a chiedergli scusa."

Mi ha colpito quella frase e so per certo che questa insegnante è andata veramente a fare quello che aveva detto perché il giorno successivo mi ha telefonato il suo alunno per dirmi : "Sei il mio idolo, da domani appenderò un tuo poster in camera per questo!"

Ecco, io vi volevo mostrare questa top ten, per riderci sopra, per pensare ai passi avanti che in tutti questi anni sono stati fatti e anche per riflettere ancora un po'.

Questa mi lascia sempre con un grosso punto di domanda in testa... credo che sia molto difficile ammettere di non sapere.

Questo è un genio...

... é quello ...

Ok, Questa non la spiego ...

... Effettivamente il rischio c'è ...

Questa è spettacolare

Questa l'hanno detta a me ..

Questa l'ha detta un signore abbastanza anziano e ha aggiunto : "Ai miei tempi la Dislessia non esisteva e stavamo tutti benissimo comunque." "... è tutta colpa di questi extracomunitari che vengono qui, rubano il lavoro e portano la Dislessia"... ok, non ci siamo proprio

Se fuori da scuola vi vendono delle pastiglie, attenti, non sono per la dislessia, ma è Droga, (poi le lettere girano di più)

Questa è seria, l'hanno detta a una ragazza che ha preso 100 alla maturità.

I professori sono andati nel panico e si sono chiesti: "Gli diamo il 100 normale o il 100 per dislessici?"

(Sinceramente non so che senso avesse nella loro testa questo ragionamento, ma credo che esista n'idea di razzismo neurologico che dice che chi fa fatica a leggere deve valere meno e prendere voti più bassi degli altri)

Questa ragazza come una miriade di altre persone geniali e dislessiche della storia ha smentito questa assurda idea, ma come scrisse uno di questi grandi : "è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" e quindi questi insegnanti hanno detto : "Scriviamo comunque da qualche parte che è dislessica così quando va a lavorare sono avvertiti", certo, così siamo tranquilli anche nel caso in cui accidentalmente in una notte di luna piena questa azzanni un collega e magari gli trasmette la dislessia, facciamo fare il vacino a tutti...

Insomma credo che non avessero chiaro che la dislessia è una semplice caratteristica e non un virus.

Un dislessico non ha niente in meno degli altri ne a livello scolastico ne a livello lavorativo, il più grande e vero problema della dislessia è la disinformazione che la circonda.

IL MARTELLO E LA VITE

Io butto sempre tutto sul ridere e cerco di alleggerire con l'ironia un racconto che, se affrontassi diversamente diventerebbe troppo pesante e difficile da seguire per intero senza doversi fermare a riprendere fiato.

Qualcuno mi ha domandato: "Ma tu, in tutto questo come ti sentivi"

non è semplice trovare una metafora, ma posso dire che io ero come una vite lasciata dentro una scatola di chiodi e trattata come tale.

Arriva qualcuno, ti tira una martellata e poi dice, "Questo chiodo non funziona bene come gli altri"

Io per anni sono stato etichettato come "Un chiodo difettoso".

Poi è arrivata la diagnosi e mi hanno detto "Non sei un chiodo ma una Vite" questo non avrebbe cambiato niente da solo, ma a quel Nome era associato un concetto fondamentale perché una vite se al posto del colpo di martello riceve un giro di cacciavite funziona benissimo e quando io ho provato questo ho potuto dare una conferma "Sono una Vite" e posso fare grandi cose.

Voglio concludere questa parte con una frase che ho trovato in inglese su un sito indiano, tradotta significa Se non imparo nel modo in cui tu insegni, insegnami nel modo in cui io imparo.

Credo che questo sia fondamentale per un insegnante.

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