il vigile

Per un anno, dall'aprile 1992 all'aprile 1993, ho fatto parte a tutti gli effetti dell'organico della Polizia Municipale di Camogli. In quei 12 mesi, mi sono capitate alcune avventure, anzi, delle storielle, che mi fa piacere raccontare. Eccone alcune:

  • Incidente automobilistico a S. Fruttuoso di Camogli

Ero in ufficio, squilla il telefono: "Buongiorno, parlo con i Vigili Urbani?" "Si, mi dica" "Chiamo da Parma, la settimana scorsa ho avuto un incidente nel vostro comune, ma non mi ricordo la via esatta, e la mia assicurazione me lo chiede"."Bene, mi dica qualcosa di più, in modo da cercare nell'archivio..." Come se a Camogli capitassero 100 incidenti al giorno, in un anno avrò visto si e no 5-6 incidenti... :-) "Beh, mi ricordo che ero a S. Fruttuoso". "!!! A SAN FRUTTUOSO??? Ne è sicuro?" "Si, si, mi ricordo un grosso incrocio, un grattacielo sulla destra, c'era un semaforo che ho rispettato, mentre quello che mi ha picchiato no: ecco perché è avvenuto l'incidente." A questo punto capisco che il signore ha sbagliato a chiamare il comune... desiderava parlare con i vigili urbani del quartiere San Fruttuoso di Genova, non con quelli di San Fruttuoso di Camogli. Provo a spiegargli l'accaduto." Guardi, penso che si sbagli, a San Fruttuoso non ci sono grattacieli" "??" "Né semafori" "???" "Né tantomeno strade, automobili, incroci, vigili urbani, e così via..." "??????" "A San Fruttuoso ci si arriva solo a piedi oppure in barca... Penso che lei abbia avuto l'incidente a Genova, non a Camogli, è così?" "Si, io ero a Genova, ma il vostro numero di telefono me l'ha dato il 12. Ho chiesto io i vigili di San Fruttuoso... pensando che mi passassero la sezione dei vigili di Genova... Mi scusi di averla disturbata, arrivederci" A quel punto gli ho fornito il numero dei vigili di Pammattone, e, dopo aver buttato giù, ho potuto finalmente scoppiare a ridere!!!

  • Fallù

Fallù era una trattoria (ora c'è il locale Lanterne Rosse) non molto amato dai camoglini. In generale, nessuno ci aveva mai mangiato, poi il locale era sempre vuoto, le luci sempre basse,... in pratica, aveva una pessima fama! Prima di consigliarlo a qualcuno, si elencavano tutti gli altri ristoranti, ma proprio tutti!!!Mi capitò un giorno un signore inglese che cercasse un posto economico dove pranzare. Io cominciai con i soliti ristoranti, evitando quelli più cari, ma il signore mi parse di capire che li avesse già conosciuti, e quindi voleva qualcosa di ancora più economico. Io mi feci coraggio, e pronunciai il fatidico nome: Fallù. Il signore parve essere colto da convulsioni improvvise: cominciò a ripetere "Fallù? No no no no" e mi scappò via, continuando a farfugliare il nome del ristorante... Anche in Gran Bretagna, la fama di Fallù era già arrivata... E così mi ricordai che "Da Fallù, ci vai una volta, non ci torni più".

  • Il vigile intransigente

In quei 12 mesi, dico la verità, mi feci una pessima fama... facevo troppe multe! Ma era il mio metodo di pensare, sono ancora molto legato ai princìpi, per cui se una macchina era multabile, io la multavo.

Capitò un giorno, una domenica, di essere in giro con la macchina di pattuglia. Passando davanti al palazzo degli Angeli (Corso Mazzini), notai una serie di autovetture parcheggiate davanti all'incrocio. Nei giorni feriali non ci sono mai, ma la domenica può capitare che, data la mancanza di parcheggi, alcuni automobilisti comincino a parcheggiare su quel lato di Corso Mazzini. Il problema è che è vietato, poiché le macchine che da Camogli vogliono girare a sinistra per Recco devono stringere il raggio di curvatura. Per un'autovettura non ci sono particolari problemi, ma per le corriere, i pullman, i camper ed in generale, tutti i veicoli lunghi, la semplice azione dello svoltare si complica di molto. In definitiva, quelle macchine lì non ci potevano restare. Intanto che chiamavo il carro attrezzi, cominciai a fare le multe. Le macchine erano sei, mi posizionai davanti alla prima, segnai il numero di targa ed il modello della vettura, scrissi 100.000 lire per sosta in prossimità di incrocio, strappai il foglietto azzurro, lo posizionai sul parabrezza e mi spostai sulla macchina successiva. La seconda, la terza, la quarta, la quinta, la sesta ed infine la settima. Solita procedura, scrivo la targa, il modello, scrivo 100.000 lire, strappo il foglietto, lo metto sul parabrezza ed in quel momento alzo lo sguardo: avevo appena fatto la multa alla macchina di pattuglia!!! L'avevo parcheggiata in fondo a tutte le altre, e nella monotonia di compilazione delle multe non mi accorsi che stavo multando la macchina bianca e blu (ancora la Peugeot 106) con scritto "Polizia Municipale di Camogli". Diventai rosso immediatamente, ripresi il fogliettino, mi girai per vedere se qualcuno mi stava guardando, e scorsi una bambina con suo papà che mi stavano guardando. La bambina stava chiedendo "Ma perché il vigile ha fatto la multa alla sua macchina?" Il papà era impassibile, mi stava guardando allibito, non sapeva cosa rispondere. Io finsi di niente, rientrai in macchina e sparii dalla circolazione...

  • Commemorazione dei defunti a San Fruttuoso

Il giorno 2 Novembre 1992, sarei dovuto andare a S. Fruttuoso a portare una corona di fiori come commemorazione dei defunti. Il problema è che proprio quel mattino mi addormentai, per cui invece di svegliarmi alle 7, qualche minuto prima delle 8 mi chiamò Gianni Verdina chiedendo come mai non ero ancora in ufficio (il turno cominciava alle 7 e mezza), ricordandomi che alle 8 partiva la barca per S. Fruttuoso. Fortunatamente la ghirlanda era già al pontile, io mi precipitai giù, senza andare in bagno, senza lavarmi, né pettinarmi, senza mettermi neanche la divisa,... i battellieri meno male mi stavano aspettando, e così mi imbarcai. Mi scuso con tutti quelli che hanno visto uno zombie con una ghirlanda in mano, sbarcare a S. Fruttuoso, poggiare la corona, dire una preghierina, e buttarsi sulla panchina in attesa della barca successiva: non facevo certo una bella impressione, non avevo il contegno né di un vigile urbano né di una persona che dovrebbe commemorare una festa religiosa importante come tutti i defunti,... ma io mi ero svegliato da 5 minuti, avevo ancora il cervello addormentato, cercate di capirmi!

  • Giocano a pallavolo in spiaggia!

Era finalmente arrivata l'estate. Lavorare nei vigili mi lasciava diverso tempo libero, o la mattina o il pomeriggio, per cui andavo al mare tutti i giorni. E tutti i giorni, insieme alla compagnia della spiaggia, giocavamo a Dernier, oppure con la settimana enigmistica, oppure facevamo il bagno, nonché giocavamo a pallavolo sul bagnasciuga. Devo dire che il nostro gruppo era molto disciplinato, giocavamo solo se non c'erano bambini e comunque giocavamo alto, cioè non ci tiravamo pallonate l'un con l'altro, il nostro scopo era divertirci e non farci male, né fare male alle altre persone. Capitava comunque che il pallone finisse in spiaggia, e, a ragione, alcune persone si lamentavano. Ma proprio perché eravamo consci di giocare sul filo delle regole, chiedevamo sempre scusa e, se era il caso, smettevamo di giocare. Un giorno mi ricordo che una signora esclamò: "Se non la piantate chiamo i vigili!"... tutti i miei compagni, da bravi ragazzi, mi indicarono... "Il vigile ce l'abbiamo già signora!" "Bell'esempio che date!" mi disse. Che vergogna... Un'altra volta, invece, mentre ero in vigilanza (mi capitava spesso di passare ugualmente in passeggiata, un po' per vedere se tutto andava bene (era a tutti gli effetti una zona da pattugliare), un po' per prendere un po' di sole... e per fare due chiacchiere con i bagnanti), dicevo, mentre ero in Piazza Colombo mi sento avvicinare da una signora in costume che mi dice: "Senta signor vigile, in spiaggia ci sono dei ragazzi che continuano a giocare a pallavolo. Per favore venga a fargli la multa". Io rimango un po' lì, poi dico alla signora che arriverò subito dopo aver sbrigato una breve pratica nel porticciolo. Mentre la signora si allontana verso la spiaggia, io mi allontano verso il porticciolo, e poi verso il mercato coperto, e poi in Via Ruffini, e poi in Corso Mazzini, e poi... non ho avuto il coraggio di "riprendere" quei ragazzi (per inciso, non erano quelli della mia compagnia poiché noi andavano in Risseü Beach), ero anch'io uno di loro (forse un po' meno maleducato), e di presentarmi in mezzo a loro, spiegando che non dovevano giocare, quando io ero il primo a farlo, non me la sono sentita proprio... Scusate ancora.

  • Le scuse più assurde per non pagare le multe

Le scuse che gli automobilisti inventano per non pagare le multe sono sempre più fantasiose. Anch'io ho sperimentato la faccenda (dal punto di vista dell'automobilista) e una volta mi è andata bene (1 su 3). In quei famosi 12 mesi, mi sono capitati un paio di episodi degni di nota. Il primo riguarda S. Rocco di Camogli. Per arrivare a S. Rocco, bisogna imboccare la strada da Ruta. Questa strada poi finisce a S. Rocco, per cui arrivati in fondo, bisogna tornare indietro. Il sabato e la domenica, dalle 8 alle 18, la strada è chiusa da una sbarra che occupa metà carreggiata, in modo che i pochi parcheggi siano disponibili unicamente per i residenti forniti di bollino. Il vigile che va a S. Rocco alle 10 di domenica mattina e trova parcheggiata all'interno della ZTL una macchina senza bollino, deve darle la multa. La multa è doppia, cioè c'è il transito in ZTL e la sosta in ZTL. Però il vigile non può applicare entrambe le multe, poiché la macchina potrebbe essere arrivata il venerdì, quando la ZTL non esiste, ed essere ancora lì: in questo caso la macchina subisce solo la sosta in ZTL. Per essere sicuri di pizzicare tutti, la mattina, quando il vigile tira giù la sbarra, esegue il controllo delle autovetture. A quelle che trova parcheggiate dentro senza bollino, fa la multa per sosta in ZTL, poi chiude la sbarra e se ne va. Tornando alle 10, e trovando una macchina senza bollino, e senza multa, all'interno della ZTL, capisce sicuramente che è una macchina arrivata dopo l'entrata in vigore della ZTL. Forte di questa sicurezza, io compivo il mio dovere. Una sera arriva in ufficio un ragazzo, con la sua multa da 150.000 lire (sosta + transito in ZTL), chiedendo spiegazioni. Quando gli dico che è entrato in una zona protetta da sbarra, mi dice: "Ma io sono entrato dall'altra parte"... Gli faccio notare che dall'altra parte ci sono solo le scogliere del promontorio di Portofino, ed allora mi dice che lui è entrato quando la sbarra era su. Gli faccio notare che la sbarra l'ho tirata giù io stesso alle 8, e, all'ora della sua multa, alle 12, la sbarra era ancora giù. Al che lui capisce che le 150.000 lire sono 100.000 di transito + 50.000 di sosta, e cerca di dimostrarmi che lui il transito non l'ha eseguito. Alla fine, esclama: "Guardi, io non glielo volevo dire, ma la mia macchina è stata portata a S. Rocco a bordo di un elicottero, che mi ha posato al terreno proprio in un parcheggio regolare, quello dove lei mi ha fatto la multa. Io quindi il transito in ZTL non l'ho eseguito!"... A quel punto non sono riuscito a ribattere, ma solo per l'impegno che ci stava mettendo ad inventarsi un modo di non pagare il transito, avrei voluto toglierli la multa, ma purtroppo non ho potuto (o voluto, mi stava facendo perdere un sacco di tempo!). Complimenti quindi a quel ragazzo, spero abbia più fortuna con altri vigili.

Un'altra mia caratteristica era la sicurezza con cui davo le multe alle macchine con disco orario scaduto o manomesso. Come sapete, se parcheggiate in zona disco, allo scadere dell'ora, non potete mettere avanti il disco. La legge prescrive che tra una sosta e l'altra intercorra un limite di tempo tale per cui le due soste non debbano sembrare continuative. In pratica, dovete lasciare il parcheggio libero, fare un giro qua e là, e poi ritornare nello stesso parcheggio con disco orario modificato. Questo è legale. Per Camogli, il "fare un giro qua e là" si intende "fare il giro di Camogli", cioè, visto che le strade a Camogli sono a senso unico, uscire dalla stazione e ritornare dal Rosa. Totale 3 chilometri. Il problema per i vigili è capire quando una macchina ha effettivamente eseguito il giro di Camogli e quando invece è rimasta ferma ed il disco è stato spostato. Il buon Pino Sponza mi consigliò di adottare questo accorgimento: passare per i parcheggi, segnandomi su un foglio le macchine parcheggiate, con il disco orario, e i chilometri segnati dal contachilometri. Quando successivamente vorrò eseguire i controlli, se una macchina ha il disco spostato, ed il contachilometri non è avanzato, significa che non ha fatto il giro di Camogli, per cui ha cambiato il disco senza muoversi da lì, quindi è reato. Altri vigili segnavano la posizione esatta con i gessetti, od altri accorgimenti, ma quello del contachilometri, vi assicuro, ha la certezza del 100% di riuscita. Così, potevo sempre canzonare chi mi assicurava di aver fatto il giro di Camogli ed aver trovato casualmente posto nello stesso parcheggio di prima: se il contachilometri era ancora fermo, ciò non era vero! Quanti sono rimasti allibiti, di fronte alla mia sicurezza, e quanti sono rimasti ancora più allibiti quando vedevano i fogli dove segnavo i contachilometri di decine e decine di autovetture... Quanti erano... tanti, fuorché uno, il quale mi ribatté: "Io ho il contachilometri rotto". Ci rimasi male, non sapevo cosa rispondere. Non so ancora ora se il contachilometri sia uno strumento indispensabile per l'autovettura, per cui se non funziona si può incappare in una multa simile a quella che si prende se non si ha il triangolo (quindi ben di più che 25.000 lire per disco manomesso), fatto sta che rimasi pietrificato. Visto che il signore doveva comunque uscire dal parcheggio per andarsene a casa, gli proposi di darmi un passaggio al Rosa, in modo che io stesso constatassi che il contachilometri non era funzionante. Così facemmo. Io ad esaminare i numeri che non si muovevano, lui col ghigno sulle labbra... Arrivati al Rosa, col contachilometri che non si era mosso di un metro, gli porsi le mie scuse, gli presi la multa e me la infilai in tasca. Molto probabilmente lui il disco l'aveva comunque manomesso, ma io a quel punto non avevo più nessuna prova... Casi della vita!


  • I vespasiani

Un giorno mi trovai in Lazza (dal ristorante Il Faro) e vidi una macchina parcheggiata sul marciapiede, proprio di fronte al marmaio. Il conducente stava scendendo. Lo richiamai dicendogli di togliere la macchina da lì, ma lui correndo in direzione opposta alla mia mi disse "Vado un attimo dai vespasiani e torno". E io, un po' adirato, ribattei: "E dove abitano questi signori Vespasiani?"... Vi assicuro, non sapevo che i bagni pubblici senza tazza fossero chiamati vespasiani... Io pensavo che sto tizio dovesse andare in casa dei signori Vespasiani, se mai esistono... Al che il signore si ferma, probabilmente chiedendosi se c'ero o ci facevo, mi puntualizza che i vespasiani sono i bagni, e sempre correndo va ad espletare i suoi bisogni... spero sia arrivato in tempo! Inutile dire che non gli ho fatto né multa né nulla, avevo appena fatto la mia solita figura... comunque ho imparato un termine nuovo!