Raffe

Là dove si incontrano i fiumi Salito e Gallo d’Oro, si eleva una collina dalla forma curiosa, che ricorda il profilo di un leone sdraiato ma con lo sguardo vigile a osservare intorno.

Si tratta di monte Raffe, una zona archeologica a sud di Mussomeli, lungo la strada per Bompensiere.

Il sito, frequentato fin dal II millennio a.C., come testimoniano le tombe rupestri sui fianchi dell’altura, fu abitato con alterne vicende fino all’età medievale e in qualche periodo della sua storia ebbe un ruolo di fondamentale importanza.


Necropoli

Monte Raffe

Pizzo San Giuliano

Il primo centro abitato a Raffe risale alla fase finale dell’età del Bronzo, tra il IX e l’VIII secolo a.C. , nello stesso periodo in cui sull’acropoli di Polizzello nell’Edificio Nord già si svolgevano rituali sacri.

Le testimonianze di questa fase fino alla prima età del Ferro sono documentate da vari frammenti di ceramica della facies Sant’Angelo Muxaro – Polizzello e dal rinvenimento di una parte del centro abitato che racconta della presenza di ambienti a pianta circolare e rettangolare probabilmente utilizzati a scopi rituali per la preparazione e il consumo di cibo.

Un piccolo santuario rupestre, oggi non più visibile, sorgeva probabilmente oltre le mura di difesa del centro abitato.

Dalla metà del VI secolo a.C. la vita del centro di Raffe si intreccia con quella di più famose colonie greche, in particolare Akragas.

Siamo nel periodo in cui Falaride sta realizzando la conquista dei territori sicani vicini al fiume Halykos e non è da escludere che il centro di Raffe per la sua posizione strategica possa essere diventato una sorta di avamposto per gli akragantini. Di certo risale a questa fase la trasformazione del tessuto urbano, la costruzione di una cinta muraria con torri di difesa e di un complesso sacro posto fuori delle mura della città, presso il fiume Salito.

Il santuario occupa una vasta area ed è formato da almeno tre vani a pianta rettangolare e da spazi esterni per i riti all’aperto.

Esso era probabilmente dedicato a divinità legate alla fecondità e nonostante si possa presumere, considerata la sua posizione, che fosse facilmente frequentato da viaggiatori che si spostavano lungo il fiume Salito, il santuario rimase legato a pratiche di tipo indigeno.

I reperti che ha restituito indicano, infatti, una presenza più significativa di ceramiche di produzione locale rispetto a quelle di importazione.

La modalità delle deposizioni, con oggetti capovolti e il ritrovamento di una lucerna hanno fatto supporre che il santuario fosse dedicato al culto di Demetra.

Il santuario viene abbandonato all’inizio del V secolo a.C. forse a causa di un evento naturale o bellico.

Santuario

Scala abitazione

Il centro abitato a causa della particolare conformazione del luogo era disposto su terrazzamenti e caratterizzato da edifici a più vani, dotati di cisterne, e fabbricati con una tecnica mista: le pareti interne erano scavate nella roccia e quelle esterne costruite con pietra. Alcuni di essi erano a due piani collegati da una scala scavata nella roccia.

Nella stessa area delle costruzioni abitative sorge un santuario rupestre del V - il IV secolo a.C. anch’esso dedicato al culto di Demetra e Kore. La particolare struttura dell’edificio sacro sembra risentire dell’influenza greca: si tratta, infatti di un santuario all’aperto sul quale probabilmente c’era una copertura lignea o di altro materiale non pietroso che doveva essere sorretta da pali piantati in alcuni fori praticati sulla roccia. Nel complesso sacro è presente un altare rettangolare, una banchina scavata nella roccia lungo il perimetro interno e una serie di vaschette per le abluzioni sacre.

Santuario rupestre

Fino al IV secolo a.C. Raffe è una comunità attiva, con una fiorente industria di cui sono testimonianza i manufatti in ceramica e gesso alabastrino e proprio nella seconda metà di questo secolo vede un consistente aumento della popolazione, probabilmente determinato dal trasferimento di abitanti della vicina Polizzello.

Le ultime indagini archeologiche si sono occupate di una particolare zona frequentata tra la fine del V e l’inizio del IV secolo a.C. e hanno evidenziato alcuni particolari interessanti per la ricostruzione di questa fase della storia di Raffe.

E’ stata infatti riportata alla luce un’ampia costruzione forse riferibile a due edifici indipendenti che condividono una stessa parete e che dovevano avere una funzione pubblica.

Il primo edificio è dotato di un grande ingresso che porta ad una sala dove la presenza di piastre di cottura e di oggetti volutamente spezzati ha fatto supporre che si svolgessero pasti rituali e attività sociali.

Il secondo edificio, anch’esso dotato di un proprio ingresso, ha restituito reperti di grande valore e in particolare un vero e proprio tesoretto costituito da 13 monete di età dionigiana e alcune punte di freccia, probabilmente utilizzate come merce di scambio. Anche in questa seconda costruzione in alcuni ambienti sono presenti segni di funzioni rituali.

In entrambe le costruzioni sono anche state ritrovate corna di capridi e di cervo.

L’epoca di frequentazione e la tipologia dei oggetti inducono a avanzare l’ipotesi, confortata dalla coincidenza con quanto accade nello steso periodo a Polizzello, che gli edifici potessero essere occupati da mercenari stanziati momentaneamente a Raffe.

Di sicuro essi furono abbandonati all’improvviso e ciò ha permesso che il loro contenuto, almeno nella fase finale della loro vita, giungesse fino a noi.

La vita del centro di Raffe continua almeno fino ai secoli XIII e XIV d.C.; risalgono a questa fase una basilica absidata e una fortificazione posta sulla sommità del colle.