La struttura sociale

La struttura sociale

Non sono molte le informazioni sulla struttura sociale dell’antica Polizzello dal momento che che non esistono documenti scritti e le evidenze archeologiche parlano, ma fino a un certo punto.

Stando alla testimonianza di Diodoro Siculo i Sicani vivevano nel villaggio in gruppi isolati intervallati da ampie porzioni di terreno. Se si osserva poi la conformazione della necropoli di Polizzello in cui le tombe sono distribuite a piccoli gruppi e se è vero che il mondo dei defunti spesso era una rappresentazione speculare del mondo dei vivi, appare probabile che la società di Polizzello fosse di tipo eterarchico, cioè organizzata in gruppi, ognuno con capo, detti chiefdom. I vari capi condividevano scopi comuni e godevano tutti dello stesso potere e della stessa autorità.


Un importante momento di condivisione sociale era forse rappresentato dai banchetti rituali che si svolgevano sull’acropoli e probabilmente anche in città fin dall’antichità.

Il banchetto aveva valenza religiosa ma era anche un’occasione di incontro per stringere alleanze e prendere decisioni comuni.

È anche possibile che tra i gruppi sorgessero delle rivalità: l’incendio che a metà del IX secolo a. C. distrusse l’Edificio nord pare sia stato provocato dalla lotta tra fazioni diverse.

Nel VI secolo, in seguito all’intensificarsi dei rapporti con i Greci, nasce una nuova classe sociale che fa da trait d’union con gli stranieri. Pur non rinunciando alle proprie origini, questo gruppo emergente favorì il culto di Ulisse come progenitore dei Sicani e contemporaneamente sentì l’esigenza affermare la propria identità autorappresentandosi. I bronzetti di offerenti ritrovati nell’acropoli, infatti, altro non sono che un simbolo di questa nuova realtà sociale. Le statuette in bronzo rappresentano una figura umana nell’atto di offrire una phiale. Considerato che nelle società arcaiche l’offerta agli dei era riservata a particolari personaggi o classi sociali, è evidente che il bronzetto rappresentasse individui di un certo rango; il fatto poi che abbia in mano una phiale, ossia un vaso rituale tipicamente greca, indica che l’ideologia greca era stata accettata in toto.