CONCETTO DI SUPERFICE E PROFONDITA’
Negli ultimi anni si è partecipato e assistito al processo digitale che ha portato all’elaborazione dei software di progettazione avanzati, partendo dal sistema CAD come strumento di ottimizzazione del processo di produzione del disegno bidimensionale, fino alla nascita dei sistemi parametrici e le loro forme tridimensionali elaborate.
Dalla sperimentazione di questo linguaggio informatico dall’industria cinematografica nasce la geometria Mesh e da l’industria automobilistica nascono le superfici Nurbs, da questi si svilupperanno sempre più software di “modellazione digitale.”
Questi nuovi strumenti indirizzano verso una nuova visione del concetto di superfice e profondità, questo concetto sarà analizzato da teorici, architetti e urbanisti in quanto la superfice sarà vista sotto un aspetto critico.
“Uno dei caratteri fondamentali della condizione postmoderna, egli afferma, è la riduzione di tutto alla dimensione letterale di superficialità. La mancanza di profondità acquista in tal modo nuovi significati. Jameson asserisce che la profondità è sostituita dalla superficie o, meglio, da superfici plurali.”
Il critico Fredric Jameson elabora questo concetto sotto un aspetto postmodernista che nega la verità assoluta della superfice vista come "superficiale" e nega l’esistenza di una verità unica o di un’unica interpretazione della realtà riconosciendo alla superfice molteplici significati.
“I modelli dell'anello di Moebius e della bottiglia di Klein ci suggeriscono in questo senso che la distinzione dialettica tra interno ed esterno ha, grazie anche a queste interpretazioni concettuali, perso il suo significato originario.”
Mark Taylor nel suo libro "Hiding" ("Nascondersi") con la metafora della pelle afferma che la superficie è dotata di caratteristiche e peculiarità che si interpongono come nesso tra interno e esterno.
"Non si tratta semplicemente di stabilire che c'è un'architettura delle superfici curve o un'architettura delle superfici piane. "
Bernard Cache afferma che è essenziale distinguere tra il livello concettuale e quello formale, evitando facili trasposizioni tra filosofia e pratica architettonica dell'uso dei software nel progetto.
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