L'esperienza coloniale tra XIX e xx secolo

Il governo italiano iniziò a guardare con interesse la Libia come possibile obiettivo di una conquista, soprattutto per la vicinanza delle coste. Tra il 1887 e il 1909 vi furono diversi colloqui con le principali potenze coloniali europee (Gran Bretagna, Francia, Germania...) al fine di creare le condizioni favorevoli all'invasione. Il 29 settembre 1911, il governo di Giovanni Giolitti dichiarò guerra alla Turchia dopo un ultimatum affinché le forze dell’Impero ottomano sgomberassero la Libia. L'Italia si apprestava a portare a termine la prima conquista territoriale fuori dei confini nazionali.

L'Italia inviò in Libia un corpo di spedizione formato inizialmente da 34.000 uomini e una squadra navale che garantiva una superiorità militare nei confronti delle forze ottomane: le operazioni iniziarono con l’occupazione di Tripoli il 5 ottobre 1911. La pace con l'Impero ottomano fu ufficialmente siglata a Losanna il 18 ottobre 1912, dopo circa un anno di guerra, e sancì il riconoscimento internazionale della sovranità italiana sulla Libia. La Libia era una colonia italiana a tutti gli effetti e negli anni successivi il governo si sforzò di migliorare l'agricoltura e la canalizzazione del territorio.

Fino allo scoppio della Prima guerra mondiale l'Italia dovette fronteggiare ripetute azioni di guerriglia da parte dei ribelli. Dopo la fine della guerra (1919) venne proclamato lo Statuto Libico in Cirenaica. Le cose cambiarono a partire dal 1922, quando il governo Facta nominò governatore della Tripolitania Giuseppe Volpi, che avviò operazioni militari per placare la rivolta interna e riportare l'intero Paese sotto la sovranità italiana. La "riconquista" della Libia proseguì con varie vicende per circa un decennio durante l'epoca fascista, fino alla morte nel 1931 del leader delle forze ribelli, Omar al-Mukhtar. Con la sua scomparsa la Libia tornò a essere totalmente italiana e il regime fascista procedette nell'opera di colonizzazione del Paese.

La Libia venne completamente riorganizzata sul piano amministrativo e nel 1934 venne creato il Governatorato Generale, affidato inizialmente a Italo Balbo, che comprendeva Tripolitania e Cirenaica. A partire dalla metà degli anni Trenta un gran numero di coloni italiani (in particolare dalle regioni Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata) venne spinto verso la Libia dallo stesso regime fascista. I coloni italiani migliorarono la resa delle colture soprattutto nella Cirenaica, ma vi furono migliorie anche nella disciplina delle acque potabili, nelle strutture produttive del Paese, nella rete viaria e stradale, specie con la realizzazione della cosiddetta "litoranea libica" (Via Balbia) che univa la Tunisia all'Egitto. La prosperità economica e sociale dopo un lungo periodo di decadenza, tuttavia, venne realizzata a prezzo di sanguinose repressioni poiché il regime totalitario considerava la Libia e le altre colonie africane come parte di un Impero.

L'ingresso dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale al fianco dell'Asse nel 1940 pose di fatto fine al processo di colonizzazione della Libia, che nel 1942 fu occupata dagli Inglesi successivamente all'avanzata degli Alleati in Nordafrica.

Nel 1951 venne creato il Regno Unito di Libia, uno stato federale che proclamò la propria indipendenza. Si trattava di un regime assolutistico che, nonostante l'approvazione di una costituzione, concentrava tutti i poteri nelle mani del sovrano Muhammad Idris al-Sanusi, l'emiro di Cirenaica e Tripolitania designato re dall’Assemblea nazionale. Per il nuovo Stato iniziava un periodo quanto mai incerto, specie per le precarie condizioni economiche che caratterizzavano gran parte della popolazione.



The Italian Government began to look at Libya with interest as a possible goal of conquest, especially because of the proximity to the coasts. Between 1887 and 1909 there were talks with the main European colonial powers (Great Britain, France, Germany...) in order to create favourable conditions for the invasion. On the 29th September 1911, the government of Giovanni Giolitti declared war on Turkey after an ultimatum for the Ottoman forces to evacuate Libya. Italy was preparing to complete its first territorial conquest outside its national borders.

Italy sent to Libya an Expedition Corps formed initially by 34,000 men and naval team which guaranteed a military superiority against the Ottoman forces: the operations began with the occupation of Tripoli on the 5th October 1911. Peace with the Ottoman Empire was officially signed in Lausanne on the 18th October 1912, after about a year of war, and sanctioned the international recognition of Italian sovereignty over Libya. Libya was a full-fledged Italian colony and in the following years the government endeavoured to improve the agriculture and the channelling of the territory.

Until the start of the First World War Italy had to face the recurrent guerrilla actions by the rebels. After the end of the war (1919) the Libyan statute was proclaimed in Cyrenaica. Things changed from 1922, when the facta government appointed Giuseppe Volpi as governor of the Tripolitania, who began military operations to appease the internal revolt and bring the whole country back under Italian sovereignty. The "reconquest" of Libya continued with various events for about a decade during the fascist era, until the death in 1931 of the leader of the rebel forces, Omar al-Mukhtar, with whose death Libya returned to be totally Italian, while the fascist regime proceeded to colonize the country.

Libya was completely administratively re-organized and in 1934 the General Governorate was created and initially entrusted to Italo Balbo. It included Tripolitania and Cyrenaica. From the mid-thirties a great number of Italian colonists (particularly from the regions Veneto, Sicily, Calabria and Basilicata) was pushed towards Libya by the fascist regime. The Italian colonists enhanced the crop yield particularly in Cyrenaica but there were improvements also in the discipline of the drinking water, in the production facilities of the country, in the road network, especially with the realization of the so called “Libyan coastal road” (Via Balbia) which linked Tunisia to Egypt. However, the economic and social prosperity after a long period of decay was realized at the cost of bloody repressions as the totalitarian regime considered Libya and the other African colonies as part of an Empire.

The Italian entry into the World War II at the side of the Axis in 1940 put an end to the colonization process of Libya, which was occupied by the British in 1942 successively to the Allied advance in North Africa.

In 1951 the United Reign of Libya was created, a federal state that proclaimed its own independence. It was an absolutist regime which, despite the approval of a constitution, concentrated all powers in the hands of Muhammad Idris al-Sanusi, the emir of Cyrenaica and Tripolitania, who was appointed king by the national Assembly. An extremely uncertain period for the new State was about to start, especially for the precarious conditions which characterized great part of the population.


Testo e traduzione a cura di Giulia Erba, Gabriele Ninno, 4^A TUR

Bibliografia:geostoria.weebly.com
Riproduzione della cartina da foto tratta da Wikipedia (a cura di Alessia Bizzotto, 4^A TUR)