Corrado Sampieri nel libro “Acropoli di Circei”, ipotizza che le Mura poligonali dell’Acropoli dette ciclopiche siano state costruite con un preciso riferimento ad una costellazione del firmamento. Infatti per il Sampieri, doveva essere normale che i costruttori dell’Acropoli si riferissero nella progettazione delle Mura ad un archetipo: quello della costellazione del Toro-Perseo.
Considerando il significativo accostamento esistente tra la struttura delle Mura ciclopiche dell’Acropoli e le Mura ciclopiche del Centro Storico con le due costellazioni Toro-Perseo è evidente un parallelismo.
È l'ipotesi più accreditata. Infatti, Tommaso Lanzuisi ipotizza che le mura siano state costruite per difesa. Infatti quella di Circei era l’Acropoli, cioè la città alta, connessa intimamente con il paese in basso, così da formare un tutto unico. Inoltre la scelta del luogo, un sito alto e panoramico, era motivata sia come difesa, sia come posto di osservazione.
Il Lanzuisi è convinto che la scelta non sia dovuta al caso, ma sia stata determinata da precedenti vicende: come l’assalto e la presa del paese da parte dei Volsci. Ciò spiega anche il fatto che il muro all’esterno è liscio, per evitare appigli alla scalata degli assalitori, mentre all’interno bastava che i blocchi fossero collocati a contrasto.
Una terza ipotesi, molto suggestiva, dell'archeologo Quilici, che basandosi sull’analisi della tecnica costruttiva avanzata e raffinata della cosidetta “acropoli della città” ha ipotizzato che la Mura ciclopiche fossero un "recinto" di un bosco sacro, ben visibile dal mare, dedicato a Venere - appunto protettrice dei naviganti.
Ad avvalorare questa ipotesi ci sarebbe l'iscrizione, scolpita sulla roccia, (all'inizio della zona di Quarto Caldo) della dedicazione dell'intero promontorio a Venere.
Respinto un uso militare del recinto, lo sforzo costruttivo e la sua grandiosità, che doveva essere visto da lontano e dal mare, inducono a riconoscerne le valenze funzionali in ambito religioso.
Qui le alte mura verrebbero a racchiudere un’area particolarmente sacra in una vetta, connessa alla presenza e al culto di una divinità, preservandone e custodendone i rituali.
In questa ottica potrebbe essere spiegata anche la presenza di una sola piccola porta che sarebbe inutile dal punto di vista militare ma rappresenterebbe una sorte di via sacra.
Inoltre per Circei il sito particolare e la natura stessa del terreno indirizzano a pensare a un bosco sacro, considerando che altri boschi sacri presentano recinti costruiti intorno ad essi come elemento integrante e costitutivo del luogo sacro.