I Templari al Circeo
Papa Gregorio IX, nel 1239 temendo un’invasione dello Stato della Chiesa, da parte dell’imperatore Federico II, ordina dei lavori di fortificazione della Rocca Circei, che era “diruta” (così era descritta la Rocca Circei in un documento del 1233).
Questa volontà fu disattesa dai Terracinesi, subentrati ai Frangipane come feudatari della Rocca, quindi il Papa comandò a Fra Raimondo, castellano di Lariano e Cavaliere Templare, di prendere possesso della Rocca Circei e di adattarla alla difesa litoranea. Considerando, anche, che i Templari erano, probabilmente, già presenti nella zona del Circeo, presso il lago di Paola, fin dal 1211 (esiste a conferma di questa presenza una Bolla pontificia di Innocenzo III, dove il papa interviene per sanare una disputa territoriale tra i Templari e i monaci Balisiani di Grottaferrata). A questo proposito scrive Clemente Ciammaruconi: “La mediazione papale del 1211, definendo il diritto dei Templari romani a godere del possedimento, fatto salvo l’impegno a versare annualmente all’abbazia criptense trenta soldi provisini «census nomine» in occasione della festa dell’Assunzione della Vergine, doveva infatti contribuire ad accrescerne le rendite in misura notevole. Per tutto il periodo in cui rimase in suo possesso, quella pontina rappresentò di gran lunga la più importante fra le proprietà della precettoria sia all’interno delle mura dell’Urbe che nell’Agro romano, ed il suo valore crebbe ulteriormente allorché venne affidato ai Templari anche il controllo del Circeo”.
I Templari, vista la misera condizione della Rocca, iniziarono dalle mura esterne del paese, sovrapponendo la nuova fortificazione sulle evidenti strutture romane preesistenti. A conferma di questa decisione c’è il fatto che i castelli costruiti dai Templari, di solito, avevano la forma quadrata o rettangolare con torrioni agli spigoli e corpo centrale fortificato. Mentre a San Felice Circeo la presenza del recinto romano, e l’andamento irregolare del terreno condizionarono l’aspetto del rinnovato centro urbano.
Il complesso fu diviso in due parti distinte: la rocca vera e propria e il nucleo abitativo.
La Rocca fu decentrata e isolata rispetto al recinto murario e realizzata nella parte più alta dell’antica Circei, angolo Nord-Ovest.
La Rocca comprendeva una Torre quadrata, caratteristica delle torri di quell'Ordine, che probabilmente non superava l’attuale cornice inferiore dell’orologio, la sopraelevazione comprendente un parapetto aggettante su beccatelli, è di epoca posteriore e mostra tracce di vari rifacimenti. Oltre la Torre i Templari edificarono una Chiesa, addossata alla Torre, e parte del palazzo. Annessa alla Torre e con essa comunicante era la Casa dei Cavalieri, oggi chiamata “Convento”, la cui facciata presenta nel primo piano una serie di archi a tutto sesto successivamente chiusi per ricavarvi ambienti di abitazione.
Nella parte bassa destinata alla popolazione, chiusero l’accesso romano nel lato Nord (l’attuale porta principale di ingresso al Paese), ciò rispondeva a una precisa esigenza strategica in modo da isolare la Rocca, e mantenerono l’ingresso originario romano nello spigolo di Sud-Est (a) e venne aperta un’altra porta quasi di fronte a questa, nello spigolo di Sud-Ovest (b). In questo modo si consentiva l’attraversamento della città senza dover passare per la Rocca. Infine fu aperta una terza porta (c), quasi al centro del lato Ovest (adiacente all’attuale Piazzale S. Francesco). Oggi queste due porte sono murate.
I Templari non tennero S.Felice per molti anni, infatti nel 1259 il Gran Maestro dell’Ordine, Fra Tommaso Berardi decise di cederlo. Fu venduto a Girolamo Pironti, nobile terracinese, che rivestiva la carica di vice Cancelliere della Chiesa.
A seguito di recenti lavori di restauro ai locali alla base della torre, si possono notare scalini che scendono nel sottosuolo ma i lavori sono stati interrotti, forse per motivi di sicurezza o per mancanza di fondi. E' da sottolineare il fatto che, i "vecchi sanfeliciani", parlano di cunicoli sotterranei comunicanti, presenti sotto tutta la base del paese, esplorati solo da pochi fortunati e rivelati a pochissimi eletti, ma questa è un’altra storia.