Datazione e storia

Mura ciclopiche del paese
Particolare antica porta romana e poi medievale
Antica porta medievale sud-est

Notizie storiche

Alcune notizie sulle mura Ciclopiche o Poligonali ci vengono narrate da studiosi tra cui: Tito Livio, Erodoto e Tucidide. Dalle loro descrizioni è evidente che le mura ciclopiche non riguardano solamente l’acropoli del Circeo, ma sono una parte di una struttura più complessa che comprende anche l’antica cinta muraria del Centro storico. Osservando, infatti, la fattura delle mura del paese si possono rilevare le sovrapposizione di tre stili e quindi di tre epoche:

  1. quelle poligonali o ciclopiche in basso,
  2. quelle medievali in mezzo,
  3. quelle moderne in alto.

Le mura del paese sono del tipo più primitivo di questo genere di costruzioni, quello più propriamente ciclopico. I macigni furono posti l’uno sull’altro così come provenivano dalla cava, senza calce e senza alcuna rifinitura. Si badò unicamente alla solidità.

Questa sovrapposizione è osservabile anche presso l’antica Porta, situata quasi nell’angolo nord-est, e doveva costituire anticamente l’ingresso principale del paese. Anch’essa testimonia tre epoche successive: quella originaria in opera poligonale, di cui sono ancora osservabili quattro filari di blocchi accuratamente squadrati, sovrapposti senza calce, dello stipite a destra, entrando; quella restaurata nell’età di Silla, nei muri interni e quella medievale, quando il fornice (arco) fu allargato e la porta sistemata in stile gotico (il pilastro di destra della porta ogivata è addossata allo stipite antico). Per quanto riguarda le Mura dell’Acropoli sia Giuseppe Lugli che Thomas Ashby hanno messo in risalto la tecnica costruttiva, ricostruendone la storia. Secondo Giuseppe Lugli era abitudine racchiudere in un’unica cinta difensiva la città in basso e l’Acropoli in alto. Fu una soluzione adottata anche da Circei, attestata da un muro “ciclopico” (?) di collegamento tra le due realtà, secondo la testimonianza del topografo inglese Thomas Ashby,

La data più accreditata per la realizzazione dell’Acropoli di Circei è da far risalire al 393 a.C. (periodo in cui fu fondata la colonia Romano-Latina di Circei secondo la testimonianza di Diodoro), ma altre fonti fanno risalire la costruzione al 510 a.C. (al tempo di Tarquinio il Superbo, secondo l’attestazione di Tito Livio e Dionigi) periodo analogo, secondo queste fonti, della cerchia muraria più antica del paese.

Infine Petit-Radel nel 1792 cominciò a diffondere l'idea che a costruirle furono delle civiltà preromane, i Pelasgi, greci emigrati in Italia, che fondavano la loro cultura sulla terra, sull’osservazione degli astri e sulla costruzione di possenti mura, ma di questa teoria non si hanno prove certe.

Con la nascita della colonia romana, più in basso, lì dove oggi sorge il centro storico di San Felice Circeo, si sarebbe conclusa la storia attiva dell’acropoli, anche se probabilmente la sua efficacia difensiva tornò utile altre volte nel corso dei secoli, o comunque ci piace immaginarlo!

Molti sono coloro che hanno narrato e studiato le mura ciclopiche, Giuseppe Lugli, Thomas Ashby, Louis Petit-Radel, Tommaso Lanzuisi, G.M. De Rossi, Giorgio Calzecchi-Onesti, Pietro Tamburini, Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli e molti altri. A questi ricercatori e studiosi dobbiamo gratitudine per i loro scritti, utilizzati come bibliografia di riferimento.