Il sito fossilifero del Monte San Giorgio è stato riconosciuto Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO come migliore rappresentazione della vita marina nel Triassico Medio (240 milioni di anni fa).
Il massiccio italo-svizzero comprende il Monte San Giorgio, il Monte Pravello e il Monte Orsa, incastonati tra i bracci meridionali del Lago Ceresio.
Dagli scavi paleontologici e dalle mienere sono emersi fossili che raccontano una storia di 5 milioni di anni. Oggi possiamo ammirarli nei ben tre musei di Meride, Besano e Clivio che si trovano nel comprensorio UNESCO.
Le ricchezze naturali non si limitano ai fossili: la varietà dei boschi, i prati magri popolati da orchidee e panorami spettacolari sono la cornice delle visite alla ricerca di tracce della vita antica.
La Valle del Ticino costituisce il più importante corridoio ecologico tra le Alpi e il Po attraverso la distesa antropizzata della Pianura Padana. Ciò le è valso il riconoscimento di Riserva della Biosfera da parte dell'UNESCO, oltre alla tutela come Parco Regionale.
Questa lunga fascia di fiumi, canali, boschi, riserve naturali e agricoltura rispettosa della natura, rappresenta un passaggio per piante e animali, ma è anche un'oasi di ristoro per la popolazione umana che ha il privilegio di viverci accanto.
La rete di sentieri e piste ciclabili offre infinite possibilità di escursioni e riposanti pedalate a poca distanza dalle città.
Per l'appassionato naturalista non mancano rari gioielli di biodiversità: gli antichi boschi planiziali, aree umide frequentate da anfibi e uccelli e le rarissime brughiere.
Le mie visite interessano principalmente la porzione Nord del Parco Regionale della Valle del Ticino Lombardo, comprendente la brughiera di Malpensa, la Lagozza di Besnate e l'Oasi dei Fontanili confinante con la Valle del Boia.
La montagna di Varese per eccellenza dà il nome al Parco Regionale del Campo dei Fiori.
Vedetta delle Prealpi sui laghi e la pianura è la palestra di ogni naturalista del Varesotto. Dalla botanica all'astronomia, dalla zoologia alla geologia, le possibilità di scoperte sul Campo dei Fiori sono più di quante si possa immaginare.
Il pittoresco borgo del Brinzio ospita la sede del Parco, dove approfondire le esperienze iniziate all'aperto, accanto al Museo della Cultura Rurale Prealpina, memoria della vita del paese.
I laghi di tante forme e dimensioni sono ciò che rende uniche le terre dell'Insubria. Già risorsa per il sostentamento delle antiche popolazioni, oggi, superato il periodo dell'inquinamento sconsiderato, sono diventati un luogo di rigenerazione per gli abitanti del varesotto e i suoi visitatori.
In stretto rapporto con i corpi idrici principali sono stagni, paludi e torbiere che punteggiano la regione. Le zone umide offrono la possibilità di osservare una fauna e una flora uniche, nascoste a poca distanza dalle nostre case.
Pelobates fuscus insubricus, un piccolo rospo, e Rana latastei, sono due endemismi della Pianura Padana emblematici dell'importanza conservazionistica delle nostre aree umide.
Il perimetro dei laghi e le piane delle torbiere sono diventate negli ultimi anni il terreno privilegiato di lunghe piste ciclopedonali, che ci invitano ad attraversare questi luoghi nel rispetto dei loro ecosistemi.
Sulle colline abbandonate dalle avanzate glaciali, boschi di querce e castagni, pozze d'acqua popolate da anfibi e modeste cascine colmano lo spazio tra i paesi.
La flora e la fauna delle colline che separano i maggiori centri abitati e gli insediamenti produttivi possono essere meno evidenti di quelle dei grandi parchi regionali, ma non sono meno essenziali. La loro tutela è assicurata dalle aree protette come il Parco della Valle del Boia e il PLIS del Rile, Tenore e Olona.
Qui si trova il fronte della battaglia silenziosa tra l'agricoltura in recessione, la natura che si riappropria di spazi ceduti per secoli e le pesanti alterazioni che l'umanità moderna ha portato nella forma più manifesta degli stabilimenti industriali o in quella più subdola di animali e piante alieni.
Profondamente incisa tra le colline, la Valle dell'Olona collega il Campo dei Fiori, da cui sgorga il fiume, alla Pianura Padana. La stessa morfologia ha la valle del suo affluente Rio Lanza che giunge dalla Svizzera.
Naturali vie di comunicazione, le valli del Lanza e dell'Olona erano percorse dalla tratta ferroviaria Mendrisio-Castellanza che serviva le industrie che sfruttavano le acque del fiume.
La valle offre possibilità per praticare il ciclismo in tutte le sue forme. Il cicloturista può percorrere la massicciata ferroviaria, trasformata in pista ciclabile, fino a raggiungere le cave di pietra molera. I ciclisti si mettono alla prova sulla serie dei micidiali "muri" che costeggiano dai due lati l'Olona. I biker più spericolati si gettano lungo i single track verso l'angusto fondovalle.