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Alessia Pugliatti Mama Africa - Venezia

Grande commozione nelle due città
La cantante peloritana Pugliatti morta a 41 anni a Venezia

La chiamavano “Mama Africa” per le sue battaglie a favore degli immigrati


di Sergio Di Giacomo


(“Gazzetta del Sud”, quotidiano di Messina, 06 gennaio 2017, pag 23)


Ha destato grande commozione e sconcerto nel mondo musicale, culturale, giornalistico e sociale di Venezia la scomparsa, avvenuta nell’ultimo giorno dell’anno, ad appena 41 anni, causata da una malattia fulminante, della cantante di origine peloritana Alessia Pugliatti, da sempre impegnata in prima linea in tante campagne di integrazione dei migranti e per la diffusione della multiculturalità.

Era denominata da molti come “Mama Africa” per le sue battaglie a favore delle comunità degli immigrati residenti nel veneziano, era stata promotrice del centro sociale Rivolta e del gruppo antirazzista e interculturale “Libera La parola” (PDF - 7,2 MB). Artista poliedrica, la sua grande passione era la musica di qualità. Un autentico ponte culturale e artistico di respiro glocal, capace di unire idealmente lo Stretto, il Sud, il Mediterraneo e Venezia.

Giunta da ragazza dalla città dello Stretto, a Venezia si era inserita negli ambienti artistici e musicali legati al mondo della musica etnica, di quella sudamericana, del jazz di qualità, della worldmusic, senza però dimenticare le radici siciliane delle ballate di Rosa Balistreri, che amava eseguire nei suoi concerti con il gruppo di musica siciliana “Tutti i cosi”. Cultrice di cucina etnica e mediterranea, Alessia, che aveva studiato lingue alla Ca’ Foscari, era un’apprezzata traduttrice dal portoghese, tanto che era stata scelta come referente del Portogallo del padiglione tematico della prestigiosa Biennale d’arte di Venezia.

Abbiamo contattato l’amica di sempre, la giornalista messinese Simona Castanotto: «Siamo cresciute insieme, le medie al Verona Trento, poi lei ha continuato al liceo La Farina, e ci siamo ritrovate all’Università, a Venezia. Era una persona unica, aiutava tutti in modo gratuito, un cuore d’oro, aveva sposato in toto la cultura africana; si definiva una timida esibizionista, una persona complessa che amava la gente, ogni persona era un mondo da ascoltare e da vivere. Il funerale ha visto una cerimonia laica molto partecipata, con oltre duecento persone, tenuta in chiesa, molto toccante, con il suo gruppo femminile che ha cantato le sue canzoni più amate».