È stato progettato un asse di simmetria che si sviluppa intorno all'ingresso, accompagnato da un secondo asse specchiato per ripetere simmetricamente lo stesso schema. L'intero spazio è suddiviso in 18 moduli, organizzati in 9 fasce uguali più due che si differenziano dalle altre e diventano ingresso e parcheggio.
All'incrocio di queste linee, trovano collocazione elementi significativi: una fontana, un carillon eolico e una "stanza per la preghiera", creando un perfetto equilibrio tra natura, arte e spiritualità.
Al di là di questi elementi lo spazio è stato lasciato aperto per evitare che la piazza appaia soffocante, dando una sensazione di respiro prima di entrare nel luogo sacro. Questo è funzionale anche al transito delle macchine necessario per raggiungere i posti auto.
1. LAVANDULA ANGUSTIFOLIA: è una pianta rustica e resistente, capace di adattarsi a terreni poveri, ben drenati e a condizioni climatiche anche rigide come quelle di Secinaro. Pur essendo una specie erbacea e di dimensioni contenute rispetto agli alberi, la lavanda ha un forte valore simbolico. È tradizionalmente associata alla purificazione, alla calma e al passaggio sereno. La sua fioritura estiva, il colore tenue dei suoi fiori e il profumo delicato trasmettono un senso di pace e continuità, qualità che la rendono particolarmente adatta a contesti in cui il paesaggio naturale si intreccia con significati più profondi legati alla vita e alla morte.
2. FAGUS SLVATICA: è una delle specie più rappresentative dei boschi montani europei, perfettamente adatta alle altitudini e alle condizioni climatiche di Secinaro. È un albero maestoso, caratterizzato da una crescita lenta ma costante, e da una notevole longevità. Queste caratteristiche lo rendono da sempre un simbolo di saggezza, stabilità e memoria. Nella tradizione culturale e paesaggistica, il faggio rappresenta la conoscenza stratificata nel tempo, la capacità di custodire il passato e di accompagnare il cambiamento con continuità. È una pianta che offre ombra, silenzio e durata, elementi coerenti con l’idea di un paesaggio riflessivo e contemplativo.
3. TAUS BACCATA: è una specie sempreverde molto longeva, resistente e adattabile anche ai climi rigidi, come quelli di Secinaro. È una pianta fortemente legata al simbolismo della morte e della trasformazione: anticamente piantato nei cimiteri o vicino ai luoghi sacri, rappresentava il legame tra la vita terrena e quella ultraterrena. Il suo legno, duro ma flessibile, era utilizzato per costruire archi, strumenti che univano la funzione di protezione a quella offensiva, incarnando così l’ambivalenza tra vita e morte. Il tasso è oggi considerato simbolo di passaggio e rigenerazione, una presenza discreta ma profondamente evocativa.
4. CRATAEGUS MONOGNA: è un arbusto rustico e resistente, adatto ai climi freddi e alle altitudini, quindi ben compatibile con l’ambiente di Secinaro. Fiorisce in primavera con abbondanti infiorescenze bianche, seguite da piccoli frutti rossi molto apprezzati dalla fauna locale. Il biancospino è noto anche per il suo valore ecologico: è una specie mellifera, utile per l’impollinazione e il sostegno alla biodiversità. Dal punto di vista simbolico, è stato spesso interpretato come una soglia naturale tra il visibile e l’invisibile, soprattutto nelle culture celtiche, dove rappresentava il passaggio tra il mondo umano e quello spirituale. Le sue spine, unite alla delicatezza dei fiori, esprimono una dualità tra protezione e apertura, tra difesa e accoglienza, rendendolo una presenza significativa in contesti paesaggistici legati alla riflessione o alla memoria.
5. ROSA CANINA: è una specie spontanea e molto adattabile, presente comunemente nei paesaggi rurali e montani, dove cresce anche in condizioni difficili. È perfettamente adatta ai climi rigidi e ai terreni poveri, caratteristiche che ne fanno una scelta ideale per l’ambiente di Secinaro. Fiorisce tra la tarda primavera e l’estate con fiori semplici, di colore rosa tenue, seguiti da cinorrodi (falsi frutti) ricchi di vitamina C, utilizzati anche a fini officinali. Simbolicamente, la rosa canina rappresenta la capacità di fiorire nonostante le avversità, diventando un emblema di forza, rinascita e bellezza sobria. Le sue spine raccontano la durezza dell’esperienza, mentre i suoi fiori e frutti indicano la possibilità di trasformare il dolore in risorsa vitale. Per questo motivo, è una pianta che, oltre al valore paesaggistico, porta con sé un messaggio potente di resilienza e speranza, coerente con un progetto che esplori i temi della vita, della perdita e della continuità.
Una vasca d'acqua con una piccola cascata d'acqua e una seduta sul suo bordo accompagna la contemplazione e la preghiera e ricorda l'eterno fluire di ogni cosa, assecondandone l'accettazione. L’acqua rappresenta la purificazione e la rinascita, offrendo un rimando alla serenità eterna.
Sebbene il corpo sia nella terra, l'anima può scorrere leggera e inarrestabile. Il gioco della riflessione del cielo sull'acqua aggiunge un ulteriore strato di significato: l’immagine del cielo capovolta nell’acqua sembra raccontare la doppia realtà dell’esistenza, quella terrena e quella spirituale
Un cerchio di metallo è stato collocato al centro di questo spazio creando un punto di osservazione privilegiato, un portale che inquadra il mondo circostante, mostrando il messaggio che giace oltre le sue linee. Attraverso questo cerchio, ogni dettaglio si carica di nuovo significato, invitando chi guarda a fermarsi, riflettere e contemplare. Il cerchio non ha inizio né fine, e proprio in questa sua natura infinita, rimanda al concetto di eternità, richiamando anche la ciclicità di ogni cosa. Emblema di un orologio senza lancette ricorda la relatività del tempo, che non esiste se non nei ricordi che ci portiamo dentro.
Varcando la soglia di questo spazio, il silenzio è avvolgente come una carezza. Le pareti non sono solo muri ma scrigni che custodiscono parole sacre, preghiere incise nella luce, come se ogni singola frase fosse un frammento di energia vibrante, capace di toccare l'anima.
E' possibile sedersi alcuni attimi per farsi avvolgere da un senso di pace. Ogni preghiera sembra sussurrare, con lingue antiche e universali, storie di speranza, di riflessione, di connessione profonda con ciò che è più grande. Le scritte incise e quindi in ombra di giorno diventano illuminare di notte da una simbolica "fiamma eterna" fatta di pannelli opalini installati tra le facce della "C" di corten e illuminati a LED.
All'esterno del cimitero, dove il silenzio si fonde con l’infinito, si erge un carillon eolico monumentale. Le sue forme eleganti e sinuose, sono capaci di catturare ogni soffio dell’aria e trasformarlo in una melodia dolce e misteriosa.
Ogni nota, pur delicata, sembra attraversare il tempo, come un messaggio che giunge dal passato, ma che al contempo abbraccia il futuro, in un continuo e immutabile ritorno. Il carillon non è solo un oggetto, ma un ponte tra mondi, una connessione tra chi è passato e chi continua a camminare sulla terra.
È una musica che rende eterno il momento, è il vento della memoria che accompagna ogni riflessione ed ogni passo e ci ricorda che la memoria è qualcosa che possediamo ancora, e non qualcosa che abbiamo perso.