La lezione ripercorre l’evoluzione progettuale di Peter Eisenman, uno dei protagonisti più importanti nel passaggio dall'architettura oggettuale verso logiche vettoriali, stratificate e dinamiche.
Per Eisenman, l'architettura diventa una scrittura autonoma, capace di costruire significati attraverso il linguaggio delle forme, svincolandosi da ogni vincolo puramente funzionale o stilistico.
Prime influenze: Terragni e la Logica della Disconnessione
Fin dagli studi, Eisenman rimane affascinato dalle opere di Giuseppe Terragni, in particolare dalla Casa del Fascio e dalla Casa Giuliani Frigerio a Como.
Dalla prima assimila l'idea di un volume puro scavato da estrusioni; dalla seconda, il principio dello slittamento dei piani.
Questi due concetti si ritrovano in House II, dove Eisenman lavora su un semicubo "imploso", portando all'interno la disconnessione neoplastica, e in House X, organizzata attorno a quattro quadranti funzionali distinti.
Dal Layer al Palinsesto: La Stratificazione come Metodo
Negli anni Ottanta, Eisenman sviluppa il concetto di layer come strumento di progetto, superando la composizione tradizionale.
Nel progetto per l'IBA di Berlino, introduce la nozione di palinsesto: una sovrapposizione di trame ruotate rispetto al lotto urbano, che ingloba preesistenze e nuovi interventi.
Anche nella Casa Guardiola, la sovrapposizione di due quadrati genera, a ogni livello verticale, traslazioni e movimenti, creando una struttura fluida e dinamica.
Il Campo di Forze e la Forma Dinamica
Con opere come il Greater Columbus Convention Center e l'ampliamento della Facoltà di Architettura di Cincinnati, Eisenman abbandona l'idea di spazio statico.
Prende ispirazione da fenomeni come i campi elettromagnetici, pensando all'architettura come a un sistema di forze in tensione.
Linee serpentine, deformazioni e geometrie instabili diventano strumenti progettuali per creare spazi non gerarchici e in continua trasformazione.
Verso l'Architettura come Processo
Il lavoro di Eisenman anticipa il passaggio dall'architettura-oggetto all'architettura-processo.
Il disegno diventa vettoriale e l’opera si apre all’indeterminazione, come mostrano progetti come il Wexner Center for the Arts e il Memoriale per gli Ebrei Assassinati d’Europa.
In questi lavori, la memoria, il frammento e la stratificazione si integrano nella forma stessa, trasformando l'architettura in un campo di esperienze aperte.