"Noi ci stiamo domandando non come fare un'architettura che usi superficialmente l'informazione come comunicazione o narrazione -come abbiamo visto si è già fatto nel corso degli anni Novanta- ma al contrario come fare in modo che l'informazione diventi l'essenza stessa dell'architettura."
(Antonino Saggio, Nuova soggettività. L'architettura tra comunicazione e informazione)
La riflessione proposta da Antonino Saggio nel suo scritto evidenzia uno dei passaggi cruciali dell'architettura contemporanea: l'interazione tra l'architettura e l'informazione, e come quest'ultima stia diventando un elemento fondante del progetto architettonico. Se in passato l'informazione veniva principalmente utilizzata come un mezzo per comunicare l'idea architettonica, come un supporto estetico e simbolico, oggi, secondo Saggio, sta emergendo un cambiamento radicale. L'informazione non è più un accessorio o un elemento secondario del processo progettuale, ma la sua stessa essenza. Questa evoluzione rappresenta una sfida per l'architettura, che ora è chiamata a confrontarsi con il contesto informatico, a riconoscere la digitalizzazione e la rete come motori del cambiamento e della nuova visione progettuale.
Saggio traccia il cammino che ha portato l'architettura a riconoscere l'importanza della narrazione e della comunicazione, sottolineando come, negli anni Novanta, l'architettura abbia iniziato a riacquistare un ruolo fondamentale nella costruzione di significati. Il caso del Museo Guggenheim di Bilbao è emblematico, poiché questo edificio ha portato alla ribalta la capacità dell'architettura di comunicare valori culturali e sociali attraverso un linguaggio contemporaneo che, pur utilizzando il digitale, non si riduce a una semplice estetica. In questo senso, l'architettura contemporanea non è solo un prodotto estetico, ma un sistema di comunicazione che interagisce con l'utente e con il contesto.
Il passo successivo, però, è il superamento di questa visione superficiale. Saggio auspica che l'architettura possa sfruttare l'informazione non solo come una modalità comunicativa, ma come un principio fondante del progetto stesso. Questo approccio implica un'architettura dinamica, capace di evolversi e rispondere alle mutate esigenze sociali e tecnologiche. La digitalizzazione e l'informazione non sono solo strumenti: sono il nucleo di un nuovo linguaggio architettonico, che può essere interattivo, mutante e personalizzabile in tempo reale.
L’architettura del futuro, dunque, non sarà più un’entità statica, ma un campo di interrelazioni tra dati, funzioni, forme e utenti. Le strutture stesse diventeranno capaci di adattarsi alle necessità immediate, come nel caso delle "case intelligenti" che mutano in base agli input informativi ricevuti. L'idea di interattività che Saggio esplora non è solo una questione di estetica o di funzionalità, ma una vera e propria trasformazione del modo in cui concepiamo e viviamo lo spazio architettonico. Questi sviluppi aprono nuove frontiere, dove l'architettura diventa un mezzo di esperienza e partecipazione attiva, dove gli spazi e le strutture si adattano non solo alle esigenze fisiche, ma anche a quelle emozionali e culturali.
Il futuro dell'architettura, quindi, si giocherà sulla capacità di integrare informazione e interattività nel cuore stesso del progetto. Il passaggio da un'architettura statica a una più dinamica e adattiva potrebbe essere la chiave per rispondere alle sfide del mondo contemporaneo, offrendo soluzioni che siano non solo funzionali, ma anche in grado di rispondere ai desideri e alle aspirazioni degli individui, creando ambienti in cui la tecnologia e l'umanità si fondono armoniosamente.