"Le aree si liberano, si cerca un rapporto più stretto con l'ambiente, si pensa all'architettura come ibridazione tra natura, paesaggio e tecnologia."
(Antonino Saggio, Nuove Sostanze)
Questa frase di Antonino Saggio, tratta dal suo articolo, esprime in modo chiaro la visione del mondo architettonico contemporaneo, che si interroga sulle nuove possibilità e direzioni in un'epoca di cambiamenti globali. Il concetto di "ibridazione" tra natura, paesaggio e tecnologia diventa un filo conduttore che attraversa tutto l'articolo, sintetizzando i temi centrali dell’architettura odierna. L'autore esplora come il progresso della tecnologia, unito alla crescente consapevolezza ecologica e alla necessità di un nuovo rapporto con l’ambiente, stia trasformando radicalmente la progettazione architettonica e urbana.
Saggio traccia una panoramica del mutamento in corso, dalla società industriale a quella dell'informazione, un passaggio che modifica non solo la produzione materiale, ma anche la concezione stessa dello spazio urbano e dell'architettura. La riflessione sulle "aree dismesse" o "brown areas" è significativa in questo contesto: questi spazi, una volta centrali per la produzione industriale, sono ora recuperabili e trasformabili, diventando il terreno fertile per una nuova estetica, che non si limita più alla mera funzionalità, ma si apre alla complessità dei flussi, della stratificazione e delle interazioni tra spazi e architetture.
Questa visione di un’architettura che non si limita a costruire ma che "ibrida" diverse dimensioni – ecologica, tecnologica, estetica – rimanda a una ricerca non solo estetica, ma anche sociale ed etica. La città, per Saggio, non è un semplice contenitore di edifici, ma un organismo dinamico, un "sistema" in cui ogni parte deve integrarsi armoniosamente con le altre, in un flusso continuo di trasformazione. Il superamento della concezione di "spazio organo", dove lo spazio si configura come un'entità statica e ben definita, viene sostituito da un’idea di "spazio sistema", più fluido e interattivo, capace di rispondere ai cambiamenti della società contemporanea.
L'articolo sottolinea anche come l’architettura possa rispondere a nuove esigenze sociali e ambientali, con una crescente attenzione al paesaggio e alla natura, non più visti come elementi separati ma come integrati nei progetti architettonici. L'informatica e le nuove tecnologie sono strumenti fondamentali di questa trasformazione, permettendo di concepire spazi non più solo fisici, ma anche digitali e interattivi, che rispondono ai bisogni di una società in continua evoluzione.
Il pensiero di Saggio ci invita quindi a riflettere su come l'architettura possa non solo rispecchiare i cambiamenti sociali e tecnologici, ma anche anticiparli, proponendo nuovi modelli che possano migliorare la qualità della vita nelle città del futuro. La "sostanza di cose sperate", come evocato da Persico, trova nel pensiero di Saggio una continuazione, un auspicio di un’architettura che non si limita a "costruire" ma che "trasforma", creando nuovi spazi, nuove connessioni, e nuove opportunità per l’essere umano all’interno di un mondo sempre più complesso e interconnesso.
"Il tempo nuovo è una realtà; esiste indipendentemente dal fatto che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo."
Mies Van Der Rohe