La lezione introduce il concetto di layer come un'evoluzione fondamentale del modo di pensare, leggere e progettare l'architettura.
Non si tratta solo di uno strumento grafico, ma di un vero e proprio metodo operativo che consente di gestire la complessità attraverso la stratificazione delle informazioni.
Interpretare attraverso i Layer
Il primo significato dei layer riguarda la loro capacità interpretativa.
Attraverso i layer possiamo scomporre un edificio, una città o un territorio in diversi strati, ognuno portatore di specifici significati: materiali, temporali, funzionali.
La Chiesa di San Clemente a Roma è un esempio emblematico: un unico luogo che sovrappone epoche storiche differenti, visibili fisicamente nei suoi livelli successivi.
Analizzare architetture o città per layer significa riconoscere questa complessità stratificata che racconta il passare del tempo.
Rappresentare attraverso i Layer
Nel mondo del disegno tecnico, il layer diventa uno strumento indispensabile per organizzare e rappresentare i diversi aspetti di un progetto.
Ogni componente — dalla struttura agli impianti, dagli arredi agli elementi decorativi — viene collocato su un layer separato, rendendo il progetto più chiaro e facilmente gestibile.
Con l’introduzione dei software CAD e BIM, la logica dei layer si è consolidata, permettendo una gestione precisa delle informazioni e favorendo il coordinamento dei vari elementi progettuali.
Generare attraverso i Layer
A partire dagli anni '80, il layer viene utilizzato anche in modo generativo, cioè come strumento per creare nuove configurazioni spaziali.
Bernard Tschumi, nel progetto del Parco de la Villette a Parigi, organizza lo spazio urbano sovrapponendo tre sistemi indipendenti: i padiglioni, i percorsi e le aree verdi.
Allo stesso modo, architetti come Rem Koolhaas e Daniel Libeskind hanno sperimentato sovrapposizioni funzionali e spaziali, superando l'idea tradizionale di un unico schema progettuale lineare.
Layer nel Contesto Contemporaneo
Oggi il concetto di layer si estende anche agli strati immateriali: reti, dati, flussi informativi si sovrappongono agli strati fisici, modificando la percezione e l'uso degli spazi.
Progettare in un mondo stratificato significa considerare la complessità visibile e invisibile, costruendo sistemi architettonici aperti, flessibili e capaci di adattarsi alle dinamiche contemporanee.