Il passaggio dal foglio elettronico al database segna un'evoluzione fondamentale nel modo in cui trattiamo e organizziamo le informazioni. Se il foglio elettronico permette l’interconnessione dinamica dei dati in una struttura tabellare (celle in righe e colonne), il database introduce un modello più strutturato, dove i dati sono organizzati in fields (colonne con attributi omogenei) e records (righe con entità individuali). Questo cambiamento consente di gestire grandi quantità di informazioni in modo coerente, efficiente e scalabile.
Nel database, ogni dato è inserito in modo omogeneo e classificato secondo attributi precisi. Si passa così da una semplice griglia di dati (come Excel) a una struttura intelligente che può contenere non solo numeri e testi, ma anche immagini, codici, posizioni e metadati. Un esempio primario è il censimento, che raccoglie informazioni omogenee su una popolazione secondo criteri strutturati.
Ordine, ricerca e nuove logiche
Nei sistemi tradizionali (archivi fisici), l’accesso alle informazioni avveniva tramite un ordine rigido – alfabetico, cronologico, ecc. – pensato per la mente umana. Ma con la rivoluzione informatica è nata una nuova logica: “Search, don’t sort” (cerca, non ordinare). Questo principio, tipico dei sistemi digitali come Gmail o Amazon, sfrutta l'efficienza delle macchine nel cercare dati all’interno di archivi apparentemente caotici.
Ad esempio, nei magazzini di Amazon, i prodotti non sono ordinati per categoria come in un supermercato, ma distribuiti casualmente e localizzati grazie a un codice e a un sistema digitale, rendendo più rapide le operazioni di ricerca e spedizione.
Il ruolo della georeferenziazione
Un’ulteriore evoluzione è rappresentata dai GIS (Geographic Information Systems), dove i dati sono legati a posizioni geografiche. Ogni entità nel database ha una coordinata sul territorio, trasformando il dato in informazione spaziale. Grazie ai sensori digitali, come quelli negli smartphone, ogni immagine o informazione può essere georeferenziata, rendendo possibile ricostruire mappe dinamiche della realtà.
Questi sistemi utilizzano open data, ovvero informazioni pubbliche accessibili, che possono essere analizzate per studiare fenomeni urbani, ambientali o sociali. Strumenti come QGIS permettono di interrogare questi dati, offrendo una rappresentazione digitale e geospaziale del mondo.
Il database, rispetto al foglio elettronico, non è solo uno strumento per organizzare dati, ma un sistema intelligente, dinamico e interattivo. Attraverso logiche di ricerca, codici, georeferenziazione e interfacce visive, il database connette informazioni, persone e territori, offrendo una nuova visione della realtà. In questa prospettiva, progettare con i dati significa navigare tra ordine e caos, tra logiche umane e potenzialità delle macchine.