La costruzione della tridimensionalità: Leonardo 3
Con l’introduzione della terza dimensione nello spazio digitale, nasce una nuova esigenza: costruire e gestire forme tridimensionali attraverso un formalismo rigoroso e un sistema organizzativo intelligente. La lezione si apre con una domanda fondamentale: come possiamo generare oggetti 3D e trasmetterne efficacemente l’informazione?
Dal punto al volume: il ruolo del movimento
Tutto parte da un concetto semplice ma decisivo: il punto come posizione. È solo attraverso il movimento che un punto assume significato spaziale, trasformandosi in retta, poi in superficie e infine in solido. Due sono i movimenti principali alla base della modellazione 3D:
Estrusione: genera una forma sviluppandola perpendicolarmente alla sua base. È la tecnica delle travi e dei profilati, ma anche delle fasciature (loft), dove più sezioni si connettono in una forma fluida.
Rotazione: genera oggetti attorno a un asse, come nel tornio. Bastano tre punti per creare un primo solido: il triangolo.
Il triangolo: elemento minimo e universale
Il triangolo è definito come la minima superficie descrivibile, oltre che la più stabile e indeformabile. Questa caratteristica lo rende centrale nella modellazione a mesh, dove ogni forma viene scomposta in una rete di triangoli. Il triangolo è anche la forma che meglio rappresenta l’inizio di un processo geometrico “chiuso”, rendendolo fondamentale per descrivere il mondo 3D digitale.
Operazioni booleane: la logica della massa
Un ulteriore passaggio avviene con le operazioni booleane, che consentono di generare nuove forme combinando solidi esistenti:
Unione (A + B = C) → Combina due forme in un unico oggetto.
Sottrazione (A - B = D) → Rimuove una parte di un solido utilizzando un altro.
Intersezione (A ∩ B) → Mantiene solo la porzione comune tra due forme.
Queste operazioni, ispirate al pensiero logico di George Boole, ampliano le possibilità espressive e funzionali nella costruzione di oggetti solidi complessi.
Dalla descrizione matematica alla generazione parametrica
A questo punto, si introduce una svolta: passare dalla modellazione “analitica” a quella “sintetica”, ovvero parametrica, grazie alle NURBS (Non-Uniform Rational Basis Splines) e alle curve di Bézier. Questi strumenti, adottati in software come Rhino, permettono di definire superfici fluide e continue attraverso formule matematiche. Non si disegna più “a mano”, ma si definiscono regole e parametri che generano dinamicamente le forme.
Nuove prospettive: natura, robotica e sostenibilità
La lezione si conclude con una riflessione sui nuovi orizzonti del 3D: dal design biomimetico di Achim Menges alle applicazioni di stampa 3D per l’ambiente, come barriere frangiflutti o reef artificiali. Il mondo tridimensionale non è più solo una questione di forma, ma diventa sistema generativo, strumento di sostenibilità e ponte tra natura e artificio.