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La lunga crisi dell'Ottocento
Ricerche e innovazioni tra architettura ingegneria e arte
L’architettura ha sempre avuto tempi lenti nell'assorbire i cambiamenti culturali e tecnologici.
La nascita di un nuovo paradigma architettonico, in risposta al mondo industriale e meccanico, è stata un processo lungo e complesso, che si è sviluppato attraverso esperienze, contraddizioni e innovazioni tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
La crisi dell’architettura e i primi tentativi di rinnovamento
Nel pieno della Rivoluzione Industriale, figure come Boullée, Ledoux e Durand inaugurano una nuova visione dell’architettura, basata su principi di razionalità geometrica e rigore tipologico. Attraverso l'introduzione degli studi nei politecnici, l'architettura comincia a confrontarsi con il pensiero scientifico e ingegneristico, cercando di tradurre la logica industriale nella progettazione dello spazio. Tuttavia, l’architettura ufficiale rimane a lungo legata agli stili storicisti, oscillando tra decorazione e monumentalità.
Il ferro, il vetro e l'inizio di una nuova costruzione
Con l’introduzione del ferro e del vetro, materiali capaci di resistere a grandi sollecitazioni, si aprono possibilità costruttive inedite.
La rivoluzione materiale si esprime in opere come la Serra di Kew Gardens di Decimus Burton e Richard Turner, il Singer Building di Flagg a New York, il Prudential Building di Adler e Sullivan, e soprattutto il Crystal Palace di Paxton. Il ferro e il vetro consentono di progettare strutture leggere e trasparenti, segnando un distacco definitivo dalla tradizione muraria in pietra.
L'artigianato totale e il movimento Arts and Crafts
Come reazione ai processi di industrializzazione, si sviluppa il movimento Arts and Crafts, che propone un ritorno al lavoro manuale e all’artigianato di qualità. Architetti e designer come Philip Webb e Voysey cercano di integrare architettura, arti applicate e decorazione in un unico progetto unitario, opponendosi all’anonimia della produzione seriale. Questa visione prelude a un'idea più organica e integrata dell'architettura, che influenzerà profondamente il Novecento.
L’eclettismo e la nascita dello stile moderno
Il XIX secolo è anche il tempo dell'eclettismo, una fase di mescolanza di stili storici diversi, che cerca di adattarsi alle nuove esigenze sociali e urbane.
Esempi come la Casa Van Eetvelde di Horta a Bruxelles mostrano come si tenti di fondere decorazione, funzionalità e modernità. Tuttavia, questo eclettismo entra spesso in tensione con le esigenze industriali: la Stazione Centrale di Milano, inaugurata nel 1931, diventa il simbolo di questa contraddizione tra monumentalità decorativa e funzionalità industriale.
Arte e architettura verso l’astrazione
Parallelamente, anche l’arte subisce una trasformazione.
Cézanne, attraverso i suoi studi sulle Montagne Sainte-Victoire e le sue nature morte, apre la strada a un nuovo modo di vedere la realtà: non più la rappresentazione dell’impressione fugace, ma la costruzione analitica dei volumi e delle forme. Questa rivoluzione nell'arte porta al cubismo di Picasso, che con le Demoiselles d'Avignon rompe definitivamente con la rappresentazione classica e propone una nuova visione frammentata e dinamica della realtà.
L’influenza sull’architettura moderna
Queste trasformazioni artistiche trovano un riscontro diretto nell'architettura moderna.
La crisi dei modelli decorativi porta alla ricerca di nuovi linguaggi spaziali e funzionali: architetti come Le Corbusier e Frank Lloyd Wright propongono edifici che esprimono non solo la funzione, ma anche una nuova estetica, basata su volumi puri, superfici continue e relazioni dinamiche con l’ambiente. La modernità architettonica nasce così da una lunga crisi, un lento ma inarrestabile processo di superamento delle tradizioni storiche, verso un'architettura capace di rispondere alle sfide della città industriale e della società contemporanea.