L'architettura non si limita a essere una combinazione di solidità, utilità e bellezza, come descritto nella Triade Vitruviana. Nel tempo, la disciplina si è progressivamente ampliata, incorporando nuove dimensioni come il concetto di "luogo", il paesaggio, l'uso di strumenti innovativi e la trasformazione delle concezioni culturali.
Questa evoluzione rispecchia una realtà dinamica, in cui crisi e scoperte ridefiniscono costantemente il modo di percepire e costruire lo spazio.
Il paesaggio come costruzione culturale
Il paesaggio non è una semplice porzione di natura né un territorio neutro: è una rappresentazione estetica collettivamente costruita, che evolve nel tempo in base alle trasformazioni sociali, culturali e tecnologiche.
Non è sempre esistito così come lo intendiamo oggi: nasce nel Trecento, ad esempio con gli affreschi dei fratelli Lorenzetti nella Sala dei Nove a Siena, dove il paesaggio si configura come simbolo di equilibrio tra uomo e natura. Successivamente, il paesaggio si è progressivamente arricchito di nuove valenze: dai paesaggi idealizzati rinascimentali, si passa alla discontinuità del paesaggio industriale rappresentato da Mondrian, fino alla tessitura continua evocata da Klee, per arrivare ai paesaggi programmati di capannoni nei Paesi Bassi.
Ogni epoca rilegge il paesaggio in base alle proprie visioni culturali, confermandolo come un costrutto mutevole e condiviso.
Il paesaggio mentale: luogo dell’immaginazione
Parallelamente alla costruzione fisica, si sviluppa il concetto di paesaggio mentale: uno spazio operativo in cui si elaborano idee, visioni e potenzialità, prima che queste prendano forma concreta.
Il paesaggio mentale anticipa il paesaggio reale, ponendosi come laboratorio creativo in cui si sperimentano nuove forme di relazione con lo spazio. Un esempio emblematico è dato dall’opera di Diller e Scofidio, che con il progetto Blur Building creano una nuvola artificiale formata da migliaia di ugelli che spruzzano acqua nebulizzata. Qui, il paesaggio fisico diventa mutevole, evanescente, frutto di una concezione mentale che rielabora il rapporto tra spazio, percezione e tecnologia. Il linguaggio inglese aiuta a comprendere questa dinamica attraverso l'uso del suffisso "-scape" (landscape, cityscape, netscape), che sottolinea come ogni paesaggio sia prima di tutto una costruzione mentale.
Gli strumenti e la trasformazione della percezione
La nascita di nuovi strumenti ha sempre modificato profondamente il nostro modo di guardare e rappresentare il mondo.
La macchina fotografica, ad esempio, non si è limitata a riprodurre la pittura, ma ha aperto nuove possibilità di registrazione visiva e interpretazione della realtà, cambiando la nostra percezione dello spazio e del tempo. Anche strumenti più semplici, come la corda e il picchetto, hanno rivoluzionato il modo di costruire: il professore ha mostrato come attraverso semplici mezzi geometrici si possano tracciare figure come il rettangolo aureo, che ha influenzato secoli di architettura e progettazione. La storia dell'architettura è anche storia di strumenti: dal compasso al cannocchiale, ogni nuova invenzione ha trasformato il modo di concepire lo spazio e ha permesso di vedere mondi prima invisibili, ridefinendo le possibilità progettuali.
Disegno e costruzione
Il disegno, inteso come strumento di conoscenza e prefigurazione, accompagna da sempre l’evoluzione del paesaggio e dell'architettura.
Attraverso il disegno, l’architetto esplora nuove idee spaziali, sperimenta proporzioni, stabilisce relazioni tra forma e funzione. Strumenti semplici, come la divisione di un raggio per ottenere il rettangolo aureo, mostrano come la costruzione geometrica sia alla base di una parte importante del pensiero architettonico.
Disegnare significa già costruire mentalmente un paesaggio, anticipandolo nella mente prima ancora che nella realtà.
Nuove concezioni e ridefinizione del mondo
La comparsa di nuovi strumenti ha un impatto che va oltre la pratica tecnica: modifica anche le concezioni del mondo.
L’invenzione del cannocchiale, ad esempio, ha rivoluzionato lo studio dell’universo, cambiando per sempre la percezione dell'uomo rispetto al proprio posto nel cosmo. Analogamente, l’introduzione del computer e delle tecnologie informatiche ha trasformato l'architettura, permettendo nuove forme progettuali, nuove modalità di rappresentazione e nuove concezioni di spazio. Gli strumenti, quindi, non solo aiutano a costruire, ma plasmano la mente stessa che concepisce e progetta.
In conclusione il concetto di architettura non può più essere racchiuso esclusivamente nella Triade Vitruviana.
L'esperienza del luogo, la costruzione di paesaggi fisici e mentali, l'influenza degli strumenti e delle nuove scoperte ridefiniscono continuamente i confini dell’architettura. Oggi l'architettura si configura come un processo dinamico e aperto, in cui spazio, percezione, tecnologia e cultura si intrecciano per dar vita a nuove forme di abitare il mondo.