La trasformazione simbolica dell'architettura contemporanea
A partire dalla seconda metà del Novecento, l'architettura ha abbandonato la rigida corrispondenza tra forma e funzione, aprendo la strada a nuove modalità espressive. L’edificio non è più soltanto uno strumento funzionale, ma diventa veicolo di informazione, racconto e significato.
La modernità aveva identificato la qualità architettonica nella perfetta corrispondenza tra estetica e funzione.
La contemporaneità, invece, spinge verso un'architettura capace di informare, evocare e suggerire, spostando l'attenzione dal funzionamento tecnico alla generazione di senso.
L'architettura diventa un atto comunicativo, dove lo spazio stesso si configura come narrazione aperta, destinata a essere interpretata in modi differenti da chi la vive.
Architettura come informazione
Nel nuovo paradigma, esistere in architettura significa informare.
Ogni progetto si presenta come un sistema di segni, simboli e messaggi da decifrare. Non si tratta più solo di costruire edifici efficienti, ma di progettare esperienze capaci di stimolare emozioni, ricordi e riflessioni. L'informazione diventa il vero valore aggiunto dell'opera: l'architettura comunica attraverso la forma, ma anche attraverso il significato che lascia emergere.
La trasformazione della pubblicità
Questo passaggio da una comunicazione oggettiva a una soggettiva si riscontra anche nella pubblicità.
Se nei primi decenni del Novecento il messaggio era chiaro e diretto, la pubblicità moderna sceglie strade più complesse e suggestive, utilizzando metafore e simboli per suscitare emozioni piuttosto che descrivere. Campagne come quelle di Byblos, dove il fuoco e la mela alludono a passioni e tentazioni, o quelle storiche di Olivetti, che equiparano l’atto della scrittura a un gesto creativo divino, dimostrano come il messaggio pubblicitario contemporaneo inviti a una lettura soggettiva.
Il ritorno delle figure retoriche
Strumenti come la metafora, la metonimia e la sineddoche tornano a essere protagonisti nel linguaggio architettonico.
Non si tratta di semplici abbellimenti, ma di vere strategie narrative che arricchiscono il progetto, rendendolo capace di parlare attraverso immagini, allusioni e simboli. L'architettura diventa così un territorio di interpretazione, in cui il significato non è mai univoco, ma si costruisce nel rapporto con chi osserva, attraversa o vive lo spazio.
Esempi di architettura narrativa
Alcuni progetti rappresentano in modo esemplare questo approccio:
La Sydney Opera House di Jørn Utzon, che evoca vele, gabbiani e natura, rompendo con il funzionalismo.
Il Museo Ebraico di Berlino di Daniel Libeskind, che traduce la memoria spezzata del popolo ebraico in un'esperienza spaziale intensa.
Il Guggenheim Museum di Bilbao di Frank Gehry, che trasforma l'edificio stesso in attrazione e simbolo urbano.
Il Kiasma Museum di Helsinki di Steven Holl, che riprende il concetto del chiasma ottico per costruire un percorso visivo intrecciato.
Questi esempi mostrano come l'architettura possa diventare narrazione, emozione e interpretazione.
Architettura e comunicazione nella società contemporanea
Nella società odierna, caratterizzata da pluralità e complessità, architettura e pubblicità si avvicinano nel loro modo di comunicare.
Entrambe propongono messaggi aperti, esperienze soggettive, narrazioni plurali. Attraverso l'uso di simboli, metafore e allusioni, l'architettura contemporanea supera la rigidità modernista e si propone come un linguaggio capace di raccontare il mondo, stimolando una partecipazione attiva da parte di chi lo attraversa.