La logica studia le forme del ragionamento, come il ragionamento si sviluppa; in particolare distingue le forme corrette da quelle scorrette. E' conveniente astrarre il ragionamento logico dal contenuto particolare, utilizzando simboli.
Quindi si parla di logica formale.
Il ragionamento si struttura almeno su tre livelli:
LOGICA FORMALE E RAGIONAMENTI COMUNI
Nello studio del linguaggio bisogna distinguere tre aspetti:
La logica formale tipicamente si occupa di sintassi e di semantica, che da sole non rappresentano esaustivamente le argomentazioni reali. Infatti non basta che un'argomentazione sia vera, ma è necessario che soddisfi vincoli di tipo pragmatico.
ES. L'enunciato "Qualche triangolo ha la somma degli angoli interni uguale a 180°" è vero?
Nel ragionamento comune all'enunciato si obietterebbe che tutti i triangoli hanno la somma degli angoli interni uguale a 180°.
Una differenza tra il contesto della logica e quello del discorso ordinario è che in quest’ultimo caso ci si aspetta che l’interlocutore comunichi tutto ciò di cui è a conoscenza che risulti rilevante nel determinato contesto.
In altri termini è sottinteso che, se si sa che "tutti gli x sono P", non valga la pena, o sia addirittura fuorviante, dire che "qualche x è P". E che, nel caso in cui "tutti gli x sono P", se qualcuno afferma che "qualche x è P" è perché egli non sa (o vuole nascondere) che "tutti gli x sono P".
Il filosofo del linguaggio H.P. Grice, una delle figure più importanti nello studio della pragmatica, individua quattro massime cui una conversazione deve sottostare:
1. massima della quantità: fornisci informazione in misura né minore né maggiore da quanto è richiesto al momento;
2. massima della qualità: non dire cose che credi false o per cui non hai prove adeguate;
3. massima della relazione: di’ cose pertinenti;
4. massima del modo: sii perspicuo (Facile da capire grazie alla chiarezza e alla precisione con cui è espresso)
Ad esempio, si consideri il seguente dialogo; domanda: "Sai che ore sono?", risposta: "Sì"!
Ebbene, dal punto di vista semantico questo dialogo non fa una grinza. Tuttavia la risposta è profondamente inadeguata dal punto di vista pragmatico: quando una persona chiede a un’altra se sa che ore sono, si aspetta che l’interlocutore le dica l’ora; se questi, pur sapendo l’ora, non lo fa si comporta in maniera (pragmaticamente) scorretta (anche se semanticamente ineccepibile). In altre parole, la risposta viola la massima della quantità. Quindi, se qualcuno dice meno di quello che sembra essere rilevante in quel contesto è pragmaticamente inadeguato.
ES.
"Piove". Quindi "Piove" o "la luna è calante".
L'inferenza è corretta secondo la logica formale ma inadeguata dal punto di vista pragmatico. Infatti viola la massima della relazione: nella conclusione ci sono informazioni che sembrano irrilevanti per la premessa.
ES.
Supponiamo che Gianni sappia che il colpevole di un certo delitto è Massimo. Interrogato al proposito, Gianni risponde che:
"Il colpevole è Massimo oppure Maria". Per la logica formale Mario ha detto il vero (se è vero "A", allora è vero anche "A oppure B"). Ma noi intuitivamente diremmo che Gianni ha mentito al giudice. Egli ha infatti fatto un’affermazione più debole rispetto a ciò di cui era a conoscenza.
Un’altra caratteristica fondamentale della logica formale è che tutte le premesse devono essere rese esplicite.
Viceversa, di solito i ragionamenti ordinari lasciano numerosissime premesse implicite, ed è spesso molto complicato rendere esplicite tutte le assunzioni su cui poggiano le argomentazioni della vita quotidiana.
Si consideri l’argomentazione seguente:
"Mario è a dieta e siamo a Natale", quindi: "Mario non vede l’ora che siano finite le feste di Natale".
Probabilmente tutti comprendiamo questo ragionamento; tuttavia esso poggia su un grande numero di premesse non espresse:
Quindi: Mario non vede l’ora che siano finite le feste di Natale
ES.
http://www.alphabeto.it/test2.htm
"Un fatto è una semplice affermazione alla quale tutti credono: è innocente finché non viene dimostrata la sua colpevolezza. Un' ipotesi è una nuova idea a cui nessuno crede; è colpevole, finché non viene dimostrata la sua efficacia" Teller