Un nuovo disco di musica indipendente esce quando meno ce lo aspetteremmo, cioè nel bel mezzo di una pandemia. Si tratta di “Erlebnis” di Marco Brama, un lavoro iniziato nel 2019, come racconta il compositore, e rimasto in attesa a causa del blocco che ha sospeso le attività artistiche in tutto il mondo. Viene pubblicato simbolicamente il 1° maggio, per ricordare quei musicisti che non hanno mai smesso di suonare e comporre, ma sono stati costretti a sospendere i concerti dal vivo, trasformandoli talvolta in spettacoli virtuali o senza pubblico. La copertina è minimalista, così come gli arrangiamenti sono senza fronzoli. Un punto esclamativo, che poggia su un cumulo di terra mentre il testo diventa un “omino” senza bocca, presenta l’album strumentale dell’artista italiano composto da 12 tracce, immaginate come una sorta di calendario musicale tra ritmi, armonie e atmosfere in continua evoluzione. I brani, ispirati dai temi più attuali, sono stati registrati utilizzando anche “strumenti” insoliti, come i pianoforti preparati con materiali riciclabili quali l’alluminio o al contrario le buste di plastica, rielaborate per richiamare il fluttuare delle isole di spazzatura che galleggiano negli oceani, in “Trash Vortex”. Il disco, molto distante dal precedente album di colonne sonore “Halibut”, strizza l’occhio all’elettronica, al funk e al rock, in un mix di psichedelia e ritmi contemporanei che vanno dalle atmosfere cupe e ipnotiche di “NWM” che sembra scritto per un rave post apocalittico, fino al rock liberatorio di “Sky Finger” con le sue sonorità da concerto live, passando per ballad sperimentali e arrangiamenti curati nel dettaglio. Alla chitarra l’energia di Angelo Piferi De Simoni.
Dario Martellini