La stratigrafia

Lo scavo archeologico ha messo in evidenza quattro unità stratigrafiche e quattro paleosuoli intercalati; l’intera sequenza poggia su un bed rock di calcare terziario. Procedendo dalla sommità verso la base della sequenza, le unità stratigrafiche riconosciute sono le seguenti (Cremaschi & Peretto 1988):

  • Paleosuolo S1: sovrasta l’Unità 1 e presenta numerose facies poligenetiche, che traducono diverse fasi pedogenetiche con accumuli di vari tipi di sedimenti (fluviali, piroclastici, colluviali);
  • Unità 1 (tufi ): inizia con un livello di debole spessore di sedimenti fluviali che presenta intercalazioni successive argillose e ghiaiose (sottounità 1E), continua con diversi letti sovrapposti di tufi vulcanici in posizione primaria (sottounità 1D, 1C, 1B) e termina con un livello argilloso (sottounità 1A). Lo spessore della serie piroclastica qui rappresentata è relativamente ridotto rispetto a quello segnalato in altre parti del bacino di Isernia e dell’alto Volturno. Tutta l’Unità 1 mostra dei processi di pedogenesi legati al paleosuolo S1 sovrastante;
  • Paleosuolo S2: sovrasta l’Unità 2 e si è formato successivamente ad una breve interruzione della sedimentazione in seguito ad emersione. Questo orizzonte argilloso non mostra tracce di rubefazione, ma sono chiari i meccanismi di spostamento delle argille e degli idrossidi di ferromanganese dovuti a fenomeni di fluitazione a carico della sommità dell’Unità 2 per circolazione di fluidi;
  • Unità 2 (ghiaie e sabbie): risulta costituita da sabbie e ghiaie messe in posto da un corso d’acqua di tipo anastomizzato, a stratificazione incrociata, intercalate a volte con piccole lenti piroclastiche. La sommità di questa Unità ha subito una pedogenesi importante legata alla formazione del paleosuolo S2 sovrastante;
  • Unità 3: affiora da entrambi i lati del terrapieno ferroviario (settori I e II); risulta molto complessa e ingloba i seguenti livelli archeologici: Sottounità 3A (argille): argille massive di colori variabili con ampie screziature di ferro-manganese e intercalazioni di sabbie e limo; Sottounità 3B (sabbie e ghiaie): strato di sabbie medie e grossolane a stratificazione incrociata, intercalate verso il tetto a lenti piatte ed allungate di ciottoli; Sottounità 3C (ghiaie): strato ghiaioso lenticolare, presente solo nel I settore, formato da ghiaie, prevalentemente calcaree con elementi silicei e travertinosi, miste a sabbie grossolane e medie; Sottounità 3D: livello monogranulare, la cui presenza è limitata al I settore, costituito da massi prevalentemente di travertino, spesso frammentati e contenenti lembi discontinui delle sottounità 3F o 3E; Sottounità 3E (colluvio): affiora soltanto nel I settore e ricopre il suolo d’abitato. Il suo spessore è dell’ordine di alcuni decimetri ed è composto da limi, limi sabbiosi e sabbie che includono frammenti e grossi blocchi di travertino. In diversi punti questo strato entra in contatto con le sottounità circostanti fino ad insinuarsi e a contenere in parte le ossa poste nella parte superficiale del suolo d’abitato soggiacente; Sottounità 3F (limo): strato massivo costituito alla base da argille che passano verso l’alto ai limi. Studi recenti indicano che questa sottounità corrisponde in effetti ad un livello vulcanico con la deposizione di una cinerite in posizione primaria; Sottounità 3G (sabbie verdi): strato decimetrico di sabbie grossolane dal caratteristico colore verde scuro, dovuto alla presenza di una grande quantità di cristalli di augite eudrali e di biotiti che, insieme al sanidino, ai frammenti di pomici e ai frammenti di selce, costituiscono il sedimento; questa sottounità affiora soltanto a N-E del I settore; Sottounità 3H (sabbie rosse): strato di spessore variabile costituito da sabbie medie e grossolane, contenenti clasti calcarei, frammenti di selce e cristalli d’augite e di sanidino, intercalate a strati centimetrici di limo;
  • Paleosuolo S3: orizzonte argilloso rubefatto e decarbonato che altera la sommità dei travertini e indica un’interruzione della sedimentazione legata ad una breve fase d’emersione;
  • Unità 4 (travertino): questa Unità, suddivisa da M. Cremaschi in quattro sottounità (4A, 4B, 4C, 4D), si trova alla base della successione stratigrafica posta in luce dalla sezione della superstrada. Essa è costituita dall'alternanza ritmica di sottili livelli argillosi verdastri, cui si sovrappongono strati decimetrici di sabbia calcarea e corpi lenticolari di travertino con impronte di vegetali. Il travertino forma banchi di spessore più consistente verso l'alto della serie, dove risulta essere stato soggetto a fenomeni pedogenetici, precedenti la messa in posto dell'Unità 3, fino a formare un paleosuolo di cui rimangono orizzonti argillosi, fortemente rubefatti;
  • Paleosuolo S4:orizzonte argilloso rubefatto con inclusioni carbonatiche indurite, largamente sviluppate, che ha alterato il calcare su cui poggia la serie de La Pineta. Prima di essere sepolto dai sedimenti dell’Unità 4, questo paleosuolo è stato profondamente eroso e in parte ricoperto da sedimenti colluviali.