Capitolo 108 — La verità, parte V, risposte ed enigmi

Il Professore di Difesa aveva preparato un calderone, facendolo fluttuare al suo posto con un cenno della bacchetta, un altro cenno che vi accese sotto un fuoco. Un rapido gesto rotatorio del dito del Professore di Difesa aveva messo in movimento un cucchiaio dal manico lungo, che aveva continuato a mescolare il calderone senza essere retto. Ora il Professore di Difesa stava soppesando un grosso mucchietto di fiori presi da un grosso vaso, quelli che Harry ipotizzava fossero campanule; i petali indaco apparivano luminosi alla luce bianca dei muri, e ricurvi all’interno in una maniera che dava l’impressione di un desiderio di riservatezza. Il primo di questi fiori era stato subito aggiunto alla pozione, ma poi il calderone aveva continuato a mescolarsi da solo per un po’.

Il Professore di Difesa aveva assunto una posizione da cui poteva vedere Harry ruotando appena la testa, e Harry sapeva di essere all’interno della visione periferica del Professore di Difesa.

In un angolo una fenice Fiendfyre attendeva, mentre parte della pietra vicina iniziava a lustrarsi mentre si squagliava in una superficie più liscia. Le ali ardenti gettavano una luce cremisi che dava a tutto ciò che era nella stanza una tonalità sanguigna, e si rifletteva in balenii scarlatti dagli oggetti di vetro.

«Il tempo si consuma», disse il professor Quirrell. «Ponga le sue domande, se ne ha.»

Perché, professor Quirrell, perché, perché deve essere in questo modo, perché fare di sé stesso il mostro, perché Lord Voldemort, so che lei può non volere le mie stesse cose, ma non posso immaginare cosa lei possa volere e che faccia di questo il modo migliore di ottenerla…

Quello era ciò che il cervello di Harry voleva sapere.

Ciò che Harry aveva bisogno di sapere era… una via d’uscita da ciò che sarebbe successo dopo. Ma il Professore di Difesa aveva detto che non avrebbe parlato dei suoi piani futuri. Era già abbastanza strano che il Professore di Difesa fosse disposto a parlare di qualcosa, quello doveva contraddire una delle sue Regole…

«Sto pensando», disse Harry ad alta voce.

Il professor Quirrell sorrise appena. Stava usando un pestello per frantumare il primo ingrediente magico della pozione, un esagono rosso raggiante. «Capisco quasi», disse il Professore di Difesa. «Ma non pensi troppo, ragazzino.»

Obiettivi: Evitare che Lord Voldemort faccia del male alle persone, trovare un modo di ucciderlo o neutralizzarlo, ma prima procurarsi la Pietra e risuscitare Hermione…

… convincere il professor Quirrell a fermarsi…

Harry deglutì, rimandando giù l’emozione, cercando di non consentire alle lacrime di raggiungere i suoi occhi. Le lacrime non avrebbero probabilmente fatto una buona impressione su Lord Voldemort. Il professor Quirrell si stava già accigliando, sebbene in base alla direzione del suo sguardo stesse esaminando una foglia colorata nelle sfumature vivide del bianco, del verde e del viola.

Non c’era alcun modo evidente di raggiungere qualcuno degli obiettivi, non ancora. Tutto ciò che Harry poteva fare era porre le domande che sembravano più probabilmente poter fornire informazioni utili, anche se Harry non aveva ancora un piano.

Quindi ci limitiamo a chiedere qualunque cosa ci sembri più interessante? chiese il lato Corvonero di Harry. Io ci sto.

Stai zitto, disse Harry alla voce; e poi, dopo un’ulteriore riflessione, decise che non avrebbe più finto che fosse là.

Quattro argomenti vennero in mente a Harry quali priorità dal punto di vista della curiosità su cose importanti. Quattro domande, allora, quattro argomenti principali, a cui cercare di trovare posto mentre quella pozione era ancora in preparazione.

Quattro domande…

«Ecco la prima domanda», disse Harry. «Cos’è accaduto davvero la notte del 31 ottobre 1981?» Perché quella notte fu diversa da tutte le altre notti… «Mi piacerebbe sentire tutta la storia, per favore.»

La questione di come e perché Lord Voldemort fosse sopravvissuto alla sua morte apparente sembrava verosimilmente importare nei piani a venire.

«Mi aspettavo che lo chiedesse», disse il professor Quirrell, lasciando cadere una campanula e una pietra bianca luccicante nella pozione. «Tanto per iniziare, tutto ciò che le dissi sull’incantesimo horcrux è vero; come dovrebbe realizzare, poiché parlai in Serpentese.»

Harry annuì.

«Nell’arco di secondi dopo che ebbe imparato i dettagli dell’incantesimo, lei percepì la falla centrale, e iniziò a meditare su come l’incantesimo potesse essere migliorato. Pensa che il giovane Tom Riddle fosse in qualche modo differente?»

Harry scosse la testa.

«Ebbene, lo era», disse il professor Quirrell. «Ogni qualvolta sono stato tentato di disperare di lei, mi sono rammentato di quanto fossi idiota al doppio della sua età. Quando avevo quindici anni mi feci un horcrux nel modo in cui un certo libro mi aveva mostrato, usando la morte di Abigail Myrtle sotto lo sguardo del basilisco di Serpeverde. Decisi di creare un nuovo horcrux ogni anno dopo aver lasciato Hogwarts, e di considerare quello il mio piano di riserva se le mie altre speranze di immortalità non fossero state portate a compimento. A posteriori, il giovane Tom Riddle si stava attaccando a qualunque cosa. Il pensiero di produrre un horcrux migliore, di non essere appagato dell’incantesimo che avevo già imparato… questo pensiero non mi sovvenne fino a quando non compresi la stupidità delle persone ordinarie, e realizzai quali loro follie avessi imitato. Ma col tempo imparai l’abitudine che lei ha ereditato da me, di chiedere in ogni situazione come possa essere fatto meglio. Essere contento dell’incantesimo che avevo imparato da un libro, quando assomigliava solo vagamente a ciò che veramente volevo? Assurdo! E così mi misi in cammino per creare un incantesimo migliore.»

«Possiede la vera immortalità, ora?» Harry era cosciente che, anche con tutto il resto in moto, quella era una questione più importante della guerra e della strategia.

«Certo», disse il professor Quirrell. Fece una pausa nel suo lavoro di Pozioni e si girò per guardare in pieno Harry; c’era un’espressione di esultanza negli occhi dell’uomo che Harry non vi aveva mai visto prima. «In tutte le Arti più Oscure che potei trovare, in tutti i segreti interdetti dei quali il Mostro di Serpeverde mi ha fornito le chiavi, in tutte le tradizioni preservate tra i maghi, trovai solo indizi e frammenti di ciò di cui avevo bisogno. Così lo ritessetti e lo rifeci, e concepii un nuovo rituale basato su nuovi principi. Conservai quel rituale ardente nella mia mente per anni, perfezionandolo nella mia immaginazione, meditando sul suo significato e operando fini aggiustamenti, attendendo che l’intenzione si stabilizzasse. Finalmente osai invocare il mio rituale, un rituale sacrificale inventato, basato su di un principio indimostrato da tutta la magia conosciuta. E io vissi, e vivo ancora.» Il Professore di Difesa parlò con quieto trionfo, come se l’atto in sé fosse così grande che nessuna parola potesse rendergli giustizia. «Uso ancora la parola ‘horcrux’, ma solo per sentimentalismo. È una cosa interamente nuova, la più grande di tutte le mie creazioni.»

«In qualità di una delle mie domande a cui ha detto avrebbe dato risposta, le chiedo ora come lanciare quell’incantesimo», disse Harry.

«Negato.» Il Professore di Difesa si rigirò verso la propria pozione, lasciandovi cadere una piuma bianca punteggiata di grigio e una campanula. «Avevo pensato di insegnarglielo forse quando fosse stato più grande, poiché nessun Tom Riddle sarebbe stato contento altrimenti; ma ho cambiato idea.»

I ricordi sono difficili da richiamare, talvolta, e Harry stava cercando di ricordare se in passato il professor Quirrell avesse lasciato cadere qualche indizio su tale argomento. Qualcosa nella scelta delle parole del professor Quirrell fece balenare un ricordo: Forse le verrà detto quando sarà più grande

«Ci sono ancora dei punti fermi fisici per la sua immortalità», disse Harry ad alta voce. «In questo ricorda il vecchio horcrux, il che è un’altra ragione per la quale li chiama horcrux.» Era pericoloso dirlo ad alta voce, ma Harry aveva bisogno di sapere. «Se ho torto, può sempre negarlo in Serpentese.»

Il professor Quirrell stava sorridendo malvagiamente. «Tua ipotessi è giussta, ragazzo, per quanto bene posssa farti.»

Sfortunatamente, quella non era una vulnerabilità difficile da proteggere se il Nemico era intelligente. Normalmente Harry non avrebbe avanzato quel suggerimento, giusto nel caso in cui il Nemico non ci avesse pensato da solo, ma in quel caso l’aveva già fatto. «Un horcrux lasciato cadere in un vulcano attivo, appesantito in modo che affondi nel mantello della Terra», disse con difficoltà Harry. «Lo stesso posto in cui pensai di lasciar cadere il Dissennatore se non avessi potuto distruggerlo. E poi mi chiese dove altro avrei nascosto qualcosa se non avessi voluto che qualcuno la trovasse mai. Un horcrux sepolto a chilometri di profondità, in un metro cubo qualsiasi della crosta della Terra. Un horcrux l’ha lasciato cadere nella Fossa delle Marianne. Un horcrux galleggia in alto nella stratosfera, trasparente. Persino lei non sa dove si trovano, perché ha Obliato i dettagli esatti dalla sua memoria. E l’ultimo horcrux è la placca della Pioneer 11 che ha introdotto di nascosto alla nasa e ha modificato. È da là che prende l’immagine delle stelle, quando lancia l’incantesimo della luce stellare. Fuoco, terra, acqua, aria, vuoto.» Una specie di enigma, l’aveva definito il Professore di Difesa, e perciò Harry l’aveva ricordato. Una specie di Riddle.

«Infatti», disse il Professore di Difesa. «Mi ha causato un certo turbamento quando se n’è ricordato così rapidamente, ma suppongo che non faccia alcuna differenza; tutti e cinque sono al di là della mia portata, o della sua.»

Quello poteva non essere vero, specialmente se c’era qualche maniera di rintracciare la connessione magica e determinare in qualche modo la posizione… sebbene presumibilmente Voldemort aveva fatto del suo meglio per offuscarla… ma ciò che la magia aveva fatto, la magia poteva essere in grado di sconfiggere. La Pioneer 11 poteva essere molto lontana secondo i criteri dei maghi, ma la nasa sapeva esattamente dove si trovava, ed era probabilmente molto più raggiungibile se si poteva usare la magia per dire all’equazione del razzo di Ciolkovskij di levarsi dai piedi…

Un’improvvisa nota di preoccupazione pizzicò la mente di Harry. Non c’era alcuna regola che diceva che il Professore di Difesa doveva aver detto la verità riguardo a quale sonda interstellare aveva trasformato in un horcrux, e se Harry si ricordava correttamente, la comunicazione e il tracciamento della Pioneer 10 erano stati persi poco dopo il passaggio per Giove.

Perché il professor Quirrell non avrebbe dovuto semplicemente trasformarle entrambe in un horcrux?

A Harry venne in mente l’ovvio pensiero successivo. Era qualcosa che non si doveva suggerire, nel caso il Nemico non l’avesse già pensato da sé. Ma sembrava estremamente probabile che il Nemico ci avesse pensato.

«Dimmi, maesstro», sibilò Harry, «distruggere quei cinque vincoli fissici ti ucciderebbe?»

«Perché me lo sstai chiedendo?», sibilò il Professore di Difesa, con una cadenza nel fruscio che il Serpentese traduceva come divertimento serpentesco. «Ssosspetti che rispossta ssia no?»

Harry non riuscì pensare a come rispondere, sebbene sospettasse fortemente che non fosse comunque importante.

«Tuo ssosspetto è essatto, ragazzo. Disstruggere quei cinque non mi renderebbe mortale.»

La gola di Harry sembrò nuovamente secca. Se l’incantesimo non recava con sé un costo disastroso… «Quanti vincoli hai cosstruito?»

«Normalmente non rissponderei, ma è chiaro che hai già compresso.» Il sorriso del Professore di Difesa si allargò. «Risspossta è che non sso. Ssmessso di contare più o meno intorno a centossette. Ssemplicemente ne ho fatto abitudine ogni volta che uccidevo qualcuno in privato.»

Oltre cento assassinii, in privato, prima che Lord Voldemort avesse smesso di contare. E notizia ancor peggiore — «Il suo incantesimo di immortalità richiede ancora una morte umana? Perché?»

«Grande creazione mantiene vita e magia dentro disspossitivi creati ssacrificando vita e magia di altri.» Ancora quella risata sibilante da serpente. «Mi piacque falssa desscrizione di precedente incantessimo horcrux cossì tanto, cossì delusso quando ne compressi verità, che penssieri di verssione migliorata vennero fuori in quella forma.»

Harry non era sicuro del perché il Professore di Difesa gli stesse fornendo tutte quelle informazioni vitali, ma doveva esserci una ragione, e quello lo stava rendendo nervoso. «Quindi lei è realmente uno spirito disincarnato che possiede Quirinus Quirrell.»

«Ssì. Tornerò ssubito, sse quessto corpo ssarà uccisso. Ssarò esstremamente sseccato, e vendicativo. Le sto dicendo questo, ragazzo, così che non tenti nulla di stupido.»

«Comprendo», disse Harry. Fece del proprio meglio per organizzare i suoi pensieri, per ricordare ciò che aveva pensato di chiedere dopo, mentre il Professore di Difesa riportò lo sguardo sulla pozione. La mano sinistra dell’uomo faceva stillare conchiglie frantumate nel calderone, mentre la sua mano destra lasciò cadere dentro un’altra campanula. «Quindi cosa successe il 31 ottobre? Lei… cercò di trasformare il neonato Harry Potter in un horcrux, o del nuovo tipo o del vecchio. Lo fece deliberatamente, perché lo disse a Lily Potter», Harry fece un respiro. Ora che sapeva il perché della presenza dei brividi di freddo, poteva sopportarli. «Va bene, accetto l’offerta. La morte per te stessa, e la vita per il bambino. Ora lascia cadere la bacchetta così che io possa assassinarti.» A posteriori, era chiaro che Harry aveva ricordato quell’evento principalmente dal punto di vista di Lord Voldemort, e solo proprio alla fine che aveva osservato la scena attraverso gli occhi dell’Harry Potter neonato. «Cosa fece? Perché lo fece?»

«La profezia di Trelawney», disse il professor Quirrell. La sua mano batté su di una campanula con una striscia di rame prima di lasciarla cadere dentro. «Ho passato lunghi giorni a meditarci sopra, dopo che Snape mi portò la profezia. Le profezie non sono mai banali. E come posso dirlo in maniera che non la induca a pensare cose stupide… beh, lo dirò, e se le sarà stupido sarò molto seccato. Ero affascinato dall’asserzione della profezia che qualcuno sarebbe stato mio eguale, perché poteva significare che quella persona avrebbe potuto sostenere il peso dell’altra estremità di una conversazione intelligente. Dopo cinquant’anni in cui ero stato circondato da una stupidità farfugliante, non mi interessava più se la mia reazione potesse essere considerata uno stereotipo letterario. Non avevo intenzione di rinunciare a quell’opportunità senza prima rifletterci su. E poi, sa, ebbi un’idea geniale», il professor Quirrell sospirò. «Mi sovvenne come avrei potuto realizzare la Profezia a modo mio, a mio beneficio. Avrei segnato il neonato come mio eguale lanciando il vecchio incantesimo horcrux in maniera tale da imprimere il mio stesso spirito sulla tabula rasa del neonato; sarebbe stata una copia purissima di me stesso, poiché non ci sarebbe stato un vecchio sé a mischiarsi col nuovo. Dopo qualche anno, quando mi fossi stancato di governare la Gran Bretagna e fossi passato ad altre imprese, avrei programmato insieme all’altro Tom Riddle un modo in cui egli sarebbe dovuto sembrare sconfiggermi, ed egli avrebbe governato sulla Gran Bretagna che aveva salvato. Avremmo giocato questo gioco l’uno contro l’altro per sempre, mantenendo interessanti le nostre vite nel mezzo di un mondo di folli. Sapevo che un drammaturgo predirebbe che noi due finissimo per distruggerci a vicenda; ma ci riflettei su a lungo, e decisi che entrambi ci saremmo semplicemente rifiutati di mettere in scena quel dramma. Quella fu la mia decisione e fui fiducioso che sarebbe rimasta tale; entrambi i Tom Riddle, pensai, sarebbero stati troppo intelligenti per seguire veramente quella strada. La profezia sembrava suggerire che se avessi distrutto tutto ad eccezione di un residuo di Harry Potter, allora i nostri spiriti non sarebbero stati così diversi, e avremmo potuto esistere nello stesso mondo.»

«Qualcosa andò storto», disse Harry. «Qualcosa che fece saltare in aria il tetto della casa dei Potter a Godric’s Hollow, mi procurò la cicatrice sulla fronte, e si lasciò dietro il suo corpo bruciato.»

Il professor Quirrell annuì. Le sue mani avevano rallentato il loro lavoro di Pozioni. «La risonanza nelle nostre magie», disse sommessamente il professor Quirrell. «Quando ebbi modellato lo spirito del neonato affinché fosse simile al mio…»

Harry ricordò il momento ad Azkaban quando la Maledizione Mortale del professor Quirrell era entrata in collisione col suo Patronus. La bruciante e lacerante agonia sulla sua fronte, come se la sua testa fosse sul punto di spaccarsi a metà.

«Non riesco a contare quante volte ho pensato a quella notte, ripassando mentalmente il mio errore, pensando alle cose più sagge che avrei dovuto fare», disse il professor Quirrell. «In seguito ho deciso che avrei dovuto gettar via la bacchetta dalla mano e trasformarmi nella mia forma Animagus. Ma quella notte… quella notte, istintivamente cercai di controllare le fluttuazioni caotiche nella mia magia, anche mentre mi sentivo bruciare dall’interno. Quella fu la decisione sbagliata, e io fallii. Così il mio corpo fu distrutto, proprio mentre sovrascrivevo la mentre dell’Harry Potter neonato; entrambi distruggendo tutto ad eccezione di un residuo dell’altro. E poi…» L’espressione del professor Quirrell era controllata. «E poi, quando ripresi conoscenza all’interno dei miei horcrux, scoprii che la mia grande creazione non funzionava come avevo sperato. Sarei dovuto essere in grado di fluttuare via dai miei horcrux e possedere qualunque vittima me lo consentisse, o che fosse troppo debole per rifiutarmi. Quella fu la parte della mia grande creazione che venne meno al mio intento. Come nell’incantesimo horcrux originale, sarei stato in grado solo di entrare in una vittima che si fosse messa in contatto con l’horcrux fisico… e io avevo nascosto i miei innumerevoli horcrux in luoghi ove nessuno li avrebbe mai trovati. Il suo istinto è corretto, ragazzo, questo non sarebbe un buon momento per ridere.»

Harry rimase molto in silenzio.

La preparazione della Pozione era giunta a una pausa temporanea, uno intervallo in cui nessun ingrediente era aggiunto mentre il calderone sobbolliva per un po’. «Passai la maggior parte del mio tempo a guardare le stelle», disse il professor Quirrell, la sua voce ora più sommessa. Il Professore di Difesa aveva distolto lo sguardo dalla pozione, fissando i muri illuminati di bianco della stanza. «La mia ultima speranza erano gli horcrux che avevo nascosto nell’idiozia senza speranza della mia giovinezza. Impregnandoli dentro antichi medaglioni, invece che in anonimi ciottoli; mettendoli al riparo di pozzi di veleno al centro di un lago di Inferi, invece di mandarli in fondo all’oceano via passaporta. Se qualcuno ne avesse trovato uno, e avesse superato le sue ridicole protezioni… ma quella sembrava una speranza lontana. Non ero sicuro di incarnarmi mai più. Eppure, quanto meno, ero immortale. Il peggiore di tutti i destini era stato evitato, la mia grande creazione aveva ottenuto quanto meno quello. Avevo poco altro in cui sperare, e poco mi era rimasto da temere. Decisi che non sarei impazzito, poiché non sembrava esserci alcun vantaggio nel farlo. Invece, guardai le stelle e pensai, mentre il Sole si affievoliva lentamente dietro di me. Riflettei sugli errori della mia vita passata; ce n’erano stati molti, col quel senno di poi. Nella mia immaginazione costruii nuovi e potenti rituali che avrei potuto tentare, se fossi stato libero di usare la mia magia ancora una volta, e ancora sicuro della mia immortalità. Contemplai antichi enigmi più lungamente che in precedenza, per quanto in precedenza mi fossi ritenuto paziente. Sapevo che se fossi riuscito a tornare libero, sarei stato di gran lunga più potente che nella mia vita precedente; ma per lo più non mi aspettavo che ciò avvenisse.» Il professor Quirrell si rigirò verso la pozione. «Nove anni e quattro mesi dopo quella notte, un avventuriero vagabondo di nome Quirinus Quirrell si fece strada con successo attraverso le protezioni a guardia di uno dei miei primi horcrux. Il resto lo sa. E ora, ragazzo, può dire ciò che entrambi sappiamo che sta pensando.»

«Uhm», fece Harry. «Non sembra una cosa molto intelligente da dire —»

«Certo, signor Potter. Non è una cosa intelligente da dirmi. Neppure un po’. Per nulla. Ma io so che la sta pensando, e lei continuerà a pensarla e io continuerò a saperlo finché non la dirà. Quindi parli.»

«Allora. Uhm. Capisco che questo è più ovvio col senno di poi che a priori, e certamente non sto suggerendo che lei provi a correggere il suo errore ora, ma se lei è un Signore Oscuro e le capita di ascoltare di un bambino che è stato profetizzato di sconfiggerla, c’è un certo incantesimo che è imbloccabile, inarrestabile, e funziona ogni singola volta su qualunque cosa abbia un cervello —»

«Sì grazie signor Potter quel pensiero mi è venuto in mente diverse volte nel corso dei nove anni successivi.» Il professor Quirrell raccolse un’altra campanula e iniziò a sbriciolarla nel pugno nudo. «Ho fatto di quel principio la colonna portante del mio corso di Magia da Battaglia dopo che ne imparai la centralità a mie spese. Non era la prima Regola della lista del giovane Tom Riddle. È solo attraverso esperienze impietose che impariamo quali principi hanno la priorità su quali altri principi; sotto forma di mere parole sono tutti ugualmente persuasivi. Col senno di poi sarebbe stato meglio mandare Bellatrix a casa dei Potter al posto mio; ma avevo una Regola che mi diceva che in questioni simili devo muovermi personalmente e non cercare di mandare un collaboratore di fiducia. , presi in considerazione la Maledizione Mortale; ma mi chiesi se lanciare la Maledizione Mortale su di un infante avrebbe in qualche modo fatto sì che la maledizione rimbalzasse e colpisse me, avverando così la profezia. Come potevo saperlo?»

«Allora usi un’ascia, è difficile che un incantesimo che avvera una profezia le si ritorca contro da un’ascia», Harry disse, per poi azzittirsi.

«Decisi che la strada più sicura fosse di cercare di far avverare la profezia nei miei termini», disse il professor Quirrell. «Non c’è bisogno di dire che la prossima volta che ascolterò una profezia che non mi piace, la farò a pezzi in ogni possibile punto di intervento, piuttosto che cercare di stare al gioco.» Il professor Quirrell stava frantumando una rosa come per spremerne fuori il succo, usando ancora il nudo pugno. «E ora tutti pensano che il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto sia in qualche modo immune alla Maledizione Mortale, anche se la Maledizione Mortale non danneggia le case né si lascia dietro copri bruciati, perché non è venuto loro in mente che Lord Voldemort potesse mai usare un incantesimo differente

Harry rimase ancora una volta in silenzio. Gli era venuto in mente che c’era un’altra maniera scontata in cui Lord Voldemort avrebbe potuto evitare il suo sbaglio. Qualcosa che forse poteva essere più facile vedere se ti era stata data un’educazione babbana, invece del modo di guardare le cose proprio dei maghi.

Harry non aveva ancora deciso se raccontare al professor Quirrell il proprio pensiero; c’erano sia dei vantaggi sia degli svantaggi a segnalare quel particolare errore.

Dopo un po’, il professor Quirrell prese il successivo ingrediente della Pozione, una ciocca di quella che sembrava criniera di unicorno. «Glielo dico come avvertimento», disse il professor Quirrell. «Non si aspetti che io ritardi di altri nove anni, se in qualche modo distruggerà questo mio corpo. Ho disposto subito degli horcrux in luoghi migliori, e ora persino quello è superfluo. Grazie a lei, ho scoperto dove trovare la Pietra filosofale. La Pietra filosofale non riporta indietro i morti, ovviamente; ma possiede una magia più antica della mia per proiettare l’apparenza di uno spirito. E poiché io sono uno di coloro che hanno sconfitto la morte, il Dono di Cadmus mi ha riconosciuto come suo padrone, e ha risposto a tutti i miei desideri. Ora l’ho incorporato nella mia grande creazione.» Il professor Quirrell sorrise appena. «Avevo valutato, molti anni addietro, di fare di quel dispositivo un horcrux, ma all’epoca decisi di non farlo, poiché avevo compreso che l’anello aveva una magia di natura sconosciuta… ah, che ironie la vita ci gioca contro. Ma divago. Lei, ragazzo, lei ne è la causa, le ha reso libero il mio spirito di volare dove preferisce e di sedurre la vittima più opportuna, essendo troppo disinvolto con i suoi segreti. È una catastrofe per chiunque mi si opponga, e lei l’ha provocata quando un dito ha disegnato dell’umidità su di un piattino da tè. Questo mondo sarà un luogo più sicuro per tutti, se imparerà rettitudine che i nati maghi assimilano nell’infanzia. Tutto quessto che ho appena detto è verità.»

Harry chiuse gli occhi, e la sua mano gli massaggiò la fronte; se si fosse visto dall’esterno, sarebbe sembrato lo specchio del professor Quirrell assorto nei suoi pensieri.

Il problema di sconfiggere il professor Quirrell sembrava sempre più difficile, persino per i livelli di quasi impossibilità dei problemi che Harry aveva già risolto. Se comunicare quella difficoltà era ciò che il professor Quirrell stava cercando di fare, ci stava riuscendo. Harry stava seriamente considerando la possibilità che potesse essere meglio offrirsi di governare la Gran Bretagna come il delegato non-omicida di Voldemort, se il professor Quirrell stesso si fosse limitato ad accettare di smettere di uccidere gente per tutto il tempo. Persino per la maggior parte del tempo.

Ma quello non sarebbe verosimilmente accaduto.

Harry fissò le proprie mani, mentre restava seduto per terra, sentendo la tristezza sfumarsi in disperazione. Il Lord Voldemort che aveva dato a Harry il suo lato oscuro aveva passato così tanto tempo a riflettere sulle cose e sui propri processi di pensiero… e ne era emerso come il calmo, lucido e comunque omicida professor Quirrell.

Il professor Quirrell aggiunse un pizzico di capelli dorati alla pozione del fulgore, e quello ricordò a Harry che il tempo continuava a scorrere; le ciocche di capelli chiari erano più rare delle campanule.

«Faccio la mia seconda domanda», disse Harry. «Mi dica della Pietra filosofale. Fa qualcos’altro oltre a rendere permanenti le Trasfigurazioni? È possibile produrre altre Pietre, e perché quel problema è difficile?»

Il professor Quirrell era chinato sulla pozione, e Harry non poteva vedere il suo volto. «Molto bene, le racconterò la storia della Pietra per come l’ho dedotta. L’unico potere della Pietra è l’imposizione della permanenza, fare di una forma temporanea una sostanza vera e durevole — un potere assolutamente al di là degli incantesimi ordinari. Magie come il castello di Hogwarts sono sostenute da una sorgente costante di magia. Persino i Metamorphmagi non possono manifestare unghie d’oro e poi tagliarsele e venderle. È teorizzato che la maledizione Metamorphmagus si limiti a ridisporre la sostanza della loro carne, come un fabbro babbano manipola il ferro con martello e tenaglie; e il loro corpo non contiene oro. Se Merlino stesso poteva creare oro dal nulla, la storia non lo racconta. Così la Pietra, possiamo indovinarlo persino prima di studiarla, deve essere un oggetto molto antico. Al contrario, Nicholas Flamel è noto al mondo da appena sei secoli. Mi dica quale sarebbe l’ovvia domanda successiva, ragazzo, se volesse tratteggiare la storia della Pietra.»

«Uhm», disse Harry. Si strofinò la fronte, concentrandosi. Se la Pietra era antica, ma il mondo sapeva di Nicholas Flamel soltanto da sei secoli… «C’era qualche altro mago estremamente longevo che scomparve più o meno nello stesso periodo in cui Nicholas Flamel è comparso?»

«Quasi», disse il professor Quirrell. «Ricorda che sei secoli fa c’era una Signora Oscura definita immortale, la maga Baba Yaga? Si diceva che fosse in grado di guarire qualunque sua ferita, di cambiare la propria forma in qualunque cosa desiderasse… possedeva la Pietra della Permanenza, ovviamente. E poi un anno Baba Yaga accettò di insegnare Magia da Battaglia a Hogwarts, in base ad un’antica e rispettata tregua.» Il professor Quirrell sembrava… arrabbiato, un’espressione che Harry aveva raramente visto sul suo volto. «Ma non fu ritenuta degna di fiducia, e così fu invocata una maledizione. Alcune maledizioni sono più facili da lanciare quando vincolano ugualmente te stesso e gli altri; la maledizione del Serpentese di Serpeverde è un esempio simile. In questo caso, la firma di Baba Yaga, e le firme di ciascuno studente e professore di Hogwarts, furono poste all’interno di un antico dispositivo noto come il Calice di Fuoco. Baba Yaga giurò di non versare una goccia del sangue degli studenti, né di prendere alcuna cosa che fosse loro. In cambio, gli studenti giurarono di non versare una goccia del sangue di Baba Yaga, né di prendere alcuna cosa fosse sua. Così tutti firmarono, con il Calice di Fuoco a testimoniare e a punire il trasgressore.»

Il professor Quirrell raccolse un nuovo ingrediente, un filo d’oro sciolto arrotolato intorno a un pizzico di sostanza dall’aspetto marcio. «All’inizio del suo sesto anno a Hogwarts, all’epoca, era una strega di nome Perenelle. E sebbene Perenelle fosse una nuova venuta nella bellezza della sua gioventù, il suo cuore era già più nero di quello di Baba Yaga —»

«E proprio lei la definisce malvagia?» disse Harry, per poi capire di aver appena commesso la fallacia ad hominem tu quoque.

«Zitto, ragazzo, sto raccontando la storia. Dov’ero? Ah, già, Perenelle, bellissima e bramosa. Nel corso dei mesi, Perenelle sedusse la Signora Oscura, con tocchi gentili e amoreggiamenti e la timida simulazione di innocenza. Il cuore della Signora Oscura ne fu catturato, ed esse diventarono amanti. E poi una notte Perenelle sussurrò di aver udito del potere cambia-forma di Baba Yaga e come quel pensiero avesse infiammato i suoi desideri; così Perenelle influenzò Baba Yaga ad andare da lei con la Pietra in mano, per assumere molte sembianze in una sola notte, per il loro piacere. Tra le altre forme Perenelle invitò Baba Yaga ad assumere quella di un uomo; e giacquero insieme a mo’ di uomo e donna. Ma Perenelle era stata una vergine fino a quella notte. E poiché erano tutti piuttosto all’antica a quell’epoca, il Calice di Fuoco considerò quel gesto come versare il sangue di Perenelle, e prendere ciò che era suo; così Baba Yaga fu portata col raggiro ad essere ripudiata, e il Calice la rese impotente. Allora Perenelle uccise l’ignara Baba Yaga mentre ella dormiva nel letto di Perenelle, uccise la Signora Oscura che l’aveva amata e che era giunta a Hogwarts pacificamente sotto il segno di una tregua; e quella fu la fine del patto in base al quale Maghi e Streghe Oscure insegnarono Magia da Battaglia a Hogwarts. Per pochi secoli successivi il Calice di Fuoco fu usato per sovrintendere a superflui tornei inter-scolastici, e poi è risieduto in una camera in disuso a Beauxbatons, fino al momento in cui l’ho rubato.» Il professor Quirrell lasciò cadere nel calderone un pallido ramoscello grigio-rosaceo, il cui colore mutò in bianco non appena esso toccò la superficie. «Ma divago. Perenelle prese la Pietra da Baba Yaga, e assunse la guisa e il nome di Nicholas Flamel. Mantenne anche l’identità di Perenelle, facendosi chiamare la moglie di Flamel. I due sono apparsi in pubblico insieme, ma questo può essere realizzato in diversi modi scontati.»

«E la fabbricazione della Pietra?» chiese Harry, il suo cervello che stava lavorando per processare il tutto. «Ne vidi una ricetta alchemica, in un libro —»

«Un’altra bugia. Perenelle stava facendo sì che sembrasse che ‘Nicholas Flamel’ si fosse guadagnato il diritto di vivere per sempre completando una magia che chiunque potesse tentare. E stava offrendo agli altri una via fasulla da seguire, invece di dare la caccia all’unica vera Pietra come Perenelle aveva dato la caccia a quella di Baba Yaga.» Il professor Quirrell sembrava piuttosto amareggiato. «Non dovrebbe essere una sorpresa sapere che ho passato anni a cercare di padroneggiare quella falsa ricetta. Ora mi chiederà perché non ho rapito, torturato e ucciso Perenelle dopo aver scoperto la verità.»

In realtà quella non era stata una domanda che era venuta in mente a Harry.

Il professor Quirrell continuò a parlare. «La risposta è che Perenelle aveva previsto e anticipato le ambizioni di Maghi Oscuri come me. ‘Nicholas Flamel’ prese pubblicamente dei Voti Infrangibili che lo vincolavano a non farsi costringere in nessun modo a cedere la sua Pietra — per proteggere l’immortalità dai bramosi, sostenne, come se fosse un servizio pubblico. Temevo che la Pietra fosse perduta per sempre, se Perenelle fosse morta senza dire dove fosse nascosta, e il suo Voto preveniva ogni tentativo di tortura. Inoltre, speravo di ottenere il sapere di Perenelle, se fossi riuscito a trovare la strategia giusta per estrarglielo. Sebbene Perenelle avesse iniziato con poche tradizioni sue proprie, aveva tenuto in ostaggio le vite di maghi ben più grandi di lei, offrendo guarigioni col contagocce in cambio di segreti, e piccole inversioni di invecchiamento in cambio di potere. Perenelle non si degnava di conferire alcuna vera giovinezza agli altri — ma se sentisse di un mago che è vissuto, con la barba grigia, fino all’età di duecentocinquanta anni, può essere sicuro che la sua mano era all’opera. Giunti alla mia generazione, i secoli avevano fornito a Perenelle un vantaggio sufficiente da poter elevare Albus Silente a fare da contrappeso al Signore Oscuro Grindelwald. Quando apparii io come Lord Voldemort, Perenelle elevò Silente ancora un po’, distribuendo un’altra goccia delle sue tradizioni accumulate ogni qualvolta Lord Voldemort sembrava essersi guadagnato un vantaggio. Sentivo come se dovessi essere in grado di trovare qualcosa di intelligente da fare con tale situazione, ma non lo feci mai. Non l’attaccai direttamente, poiché non ero certo della mia grande creazione; non era impossibile che un giorno sarei dovuto andare da lei a implorare un grumo di inversione di invecchiamento.» Il professor Quirrell lasciò cadere insieme due campanule nella pozione, ed esse sembrarono fondersi quando toccarono il liquido gorgogliante. «Ma ora sono certo della mia creazione, così ho deciso che è giunto il momento di prendere la Pietra con la forza.»

Harry esitò. «Vorrei sentire la sua risposta in Serpentese, tutto questo è vero?»

«Nulla di essso mi è noto come falsso», disse il professor Quirrell. «Raccontare una storia implica riempire certe lacune; non ero presente per testimoniare quando Perenelle sedusse Baba Yaga. Le bassi dovrebbero esssere per lo più corrette, pensso.»

Harry aveva notato una punta di confusione. «Allora non capisco perché la Pietra sia qui a Hogwarts. La migliore difesa non sarebbe nasconderla semplicemente sotto una roccia anonima in Groenlandia?»

«Forse ella rispettava le mie abilità di cercatore particolarmente dotato», disse il Professore di Difesa. Sembrò concentrato sul calderone quando immerse una campanula nel vaso di un liquido etichettato col simbolo di Pozioni per l’acqua piovana.

Siamo molto simili, il Professore di Difesa e io, almeno in un certo senso. Se provassi a immaginare cosa avrei fatto io, dato tale problema…

«Ha spinto tutti con l’inganno a credere che avesse qualche modo di trovare la Pietra?» disse Harry ad alta voce. «In modo che Perenelle la mettesse dentro Hogwarts, dove Silente poteva farle la guardia?»

Il Professore di Difesa sospirò, senza alzare lo sguardo dal calderone. «Suppongo che sarebbe inutile celarle quello stratagemma. Sì, dopo aver posseduto Quirrell ed essere tornato, misi in atto una strategia che avevo concepito mentre osservavo le stelle. Prima mi assicurai di essere accettato come Professore di Difesa a Hogwarts, poiché non sarebbe stato utile far sorgere dei sospetti mentre stavo ancora cercando un impiego. Quando ciò fu compiuto, concertai in modo che una delle spedizioni di Perenelle volte a spezzare delle maledizioni scoprisse un’iscrizione falsa ma verosimile che descriveva il modo in cui la Corona del Serpente poteva essere usata per scovare la Pietra ovunque fosse nascosta. Immediatamente dopo, prima che Perenelle potesse acquistare la Corona, essa fu rubata; per di più lasciai chiari indizi che il ladro aveva posseduto il potere di parlare con i serpenti. Quindi Perenelle pensò che potessi infallibilmente scoprire la posizione della Pietra, che essa necessitava di un guardiano abbastanza potente da sconfiggermi. Fu così che la Pietra finì per essere custodita dentro Hogwarts, nel dominio di Silente. Proprio come intendevo che fosse, naturalmente, poiché mi ero già garantito l’accesso a Hogwarts per un anno. Penso che questo sia tutto ciò che la concerne, se non intendo parlare di piani futuri.»

Harry si accigliò. Il professor Quirrell non avrebbe dovuto raccontarglielo. A meno che quella strategia non fosse diventata in qualche modo irrilevante per qualsiasi futuro raggiro di Perenelle…? O a meno che, rispondendo così rapidamente, il Professore di Difesa aveva sperato che la gente concludesse che si trattava di un doppio inganno, e che la Corona del Serpente davvero potesse trovare la Pietra…

Decise di non mettere in dubbio quella risposta in Serpentese.

Un’altra ciocca di capelli chiari, apparentemente bianca ma non per l’età, stava gentilmente scivolando dentro il calderone, ricordando nuovamente a Harry che avevano un tempo limitato. Harry rifletté, ma non poté vedere alcuna altra via per seguire quella linea di investigazione; non c’era alcun modo noto per produrre altre Pietre filosofali e nessun modo scontato per inventarlo, il che probabilmente era la notizia obiettivamente peggiore che Harry avesse udito in tutta quella giornata.

Harry fece un respiro profondo. «Pongo la mia terza domanda», disse. «Qual è la verità dietro tutto quest’anno scolastico? Tutti i piani che lei ha diretto, tutti i piani di cui è a conoscenza.»

«Uhm», fece il professor Quirrell, lasciando cadere nella pozione un’altra campanula, accompagnata da una pianta di forma simile a una minuscola croce. «Mi faccia pensare… il colpo di scena più scioccante è che si scopre che il Professore di Difesa segretamente è Voldemort.»

«Beh, ovviamente», disse Harry, con un bel po’ di amarezza nei propri confronti.

«Allora da dove desidera che inizi?»

«Perché ha ucciso Hermione?» La domanda gli era semplicemente sfuggita.

Gli occhi chiari del professor Quirrell si alzarono dalla pozione, e lo osservavano con attenzione. «Sarebbe lecito pensare che sia evidente — ma suppongo di non poterla biasimare perché diffida di ciò che sembra evidente. Per comprendere il fine di un piano oscuro, osservi le sue conseguenze e si chieda chi possa averle volute. Ho ucciso la signorina Granger per migliorare la sua posizione relativamente a quella di Lucius Malfoy, poiché i miei piani non richiedevano che egli avesse tanta influenza su di lei. Ammetto di essere impressionato di quanto sia riuscito a far fruttare quell’opportunità.»

Harry rilassò la mascella, cosa che richiese un certo sforzo. «Questo dopo che lei ha tentato di incastrare Hermione per il tentato omicidio di Draco e di mandarla ad Azkaban per quale motivo? Perché non le piaceva l’influenza che aveva su di me?»

«Non sia ridicolo», disse il professor Quirrell. «Se avessi semplicemente desiderato rimuovere la signorina Granger, non avrei coinvolto i Malfoy. Ho osservato la sua partita con Draco Malfoy e l’ho trovata divertente, ma sapevo che non sarebbe continuata molto a lungo prima che Lucius la scoprisse e intervenisse; e poi la sua follia le avrebbe causato grandi problemi, poiché Lucius non l’avrebbe presa alla leggera. Se solo fosse stato in grado di perdere durante il processo del Wizengamot, perdere come le avevo insegnato, allora entro solo due settimane, prove incontrovertibili avrebbero dimostrato che Lucius Malfoy, dopo aver scoperto l’apparente perfidia di suo figlio, aveva sottoposto a Imperius la professoressa Sprout per farle lanciare l’Incantesimo di Raffreddamento del Sangue sul signor Malfoy e un Incantesimo del Falso Ricordo sulla signorina Grange. Lucius sarebbe stato spazzato via dallo scacchiere politico, mandato in esilio se non ad Azkaban; Draco Malfoy avrebbe ereditato le ricchezze di Casa Malfoy, e la sua influenza su di lui sarebbe stata indiscussa. Invece ho dovuto abortire quel piano a metà percorso. Lei è riuscito a scombussolare completamente il vero piano mentre era impegnato a sacrificare il doppio della sua intera fortuna, fornendo a Lucius Malfoy l’opportunità perfetta per dimostrare la sua autentica preoccupazione per il proprio figlio. Lei ha un autentico anti-talento per l’intromissione, devo dire.»

«E ha anche pensato», disse Harry, persino con gli schemi del suo lato oscuro doveva impegnarsi per mantenere bassa e calma la propria voce, «che due settimane ad Azkaban avrebbero migliorato la propensione della signorina Granger, e l’avrebbero convinta a smettere di essere una cattiva influenza su di me. Quindi in qualche modo ha fatto sì che vi fossero articoli sui quotidiani che chiedevano che fosse mandata ad Azkaban, piuttosto che condannata a qualche altra pena.»

Le labbra del professor Quirrell si sollevarono in un accenno di sorriso. «Ottima intuizione, ragazzo. Sì, ho pensato che ella potesse fungere da sua Bellatrix personale. Quel particolare risultato le avrebbe anche fornito un promemoria costante di quanto rispetto fosse dovuto alla legge, e l’avrebbe aiutata a sviluppare le attitudini appropriate nei confronti del Ministero.»

«Il suo piano era stupidamente complicato e non aveva alcuna possibilità di funzionare.» Harry sapeva di dover essere più diplomatico, che stava praticando ancora una volta quella che il professor Quirrell chiamava follia, ma in quell’istante non riuscì a convincere sé stesso a ritenerlo importante.

«Era meno complicato del piano di Silente per avere un pareggio tra i tre eserciti nella Battaglia di Natale, e non molto più complicato del mio piano per farle pensare che Silente avesse ricattato il signor Zabini. L’intuizione che le manca, signor Potter, è che questi non erano piani che dovevano avere necessariamente successo.» Il professor Quirrell continuò a mescolare la pozione con noncuranza, sorridendo. «Ci sono piani che devono aver successo, in cui mantiene l’idea centrale il più semplice possibile e prende ogni possibile precauzione. Ci sono anche piani per cui è accettabile fallire, e in quelli può assecondare i suoi desideri, o mettere alla prova i limiti della sua capacità di gestire le complicazioni. Non è che sarei morto se qualcosa fosse andato storto in uno qualunque di quei piani.» Il professor Quirrell non stava più sorridendo. «Il nostro viaggio ad Azkaban era del primo tipo, e fui meno divertito dalle sue buffonate là.»

«Cosa fece a Hermione, esattamente?» Una qualche parte di Harry si meravigliò della nitidezza della propria voce.

«Obliazioni e Incantesimi del Falso Ricordo. Non potevo fidarmi del fatto che qualcos’altro sfuggisse alle protezioni di Hogwarts e all’esame minuzioso a cui sapevo la sua mente sarebbe stata sottoposta.» Un barlume di frustrazione attraversò il volto del professor Quirrell. «Parte di ciò che lei chiama giustamente complicazione è dovuta al fatto che la prima versione del mio piano non andò come avevo previsto, e dovetti modificarla. Andai dalla signorina Granger nei corridoi sotto le sembianze della professoressa Sprout, per offrirle di entrare a far parte di una cospirazione. Il mio primo tentativo di persuasione fallì. La Obliai e provai ancora con una nuova apparenza. La seconda esca fallì. La terza esca fallì. La decima esca fallì. Ero così frustrato che iniziai a ripassare la mia intera collezione di maschere, incluse quelle più appropriate per il signor Zabini. E non funzionò comunque. La bambina non intendeva violare il suo codice infantile.»

«Lei non ha il diritto di chiamarla infantile, Professore.» La voce di Harry suonò strana alle sue stesse orecchie. «Il suo codice ha funzionato. Le impedì di ingannarla. Lo scopo di avere delle ingiunzioni etiche deontologiche è proprio quello che le ragioni per violarle sono spesso molto meno degne di fiducia di quanto sembrano. Non ha il diritto di criticare le sue regole quando hanno funzionato esattamente come dovevano.» Dopo che avessero fatto risorgere Hermione, Harry le avrebbe detto che Lord Voldemort in persona non era stato in grado di tentarla a compiere qualcosa di sbagliato, e che per quello egli l’aveva uccisa.

«Sembra giusto, credo», disse il professor Quirrell. «C’è un detto secondo cui anche un orologio rotto due volte al giorno indica l’ora esatta, e non credo che la signorina Granger fosse davvero ragionevole. Eppure, Regola Dieci: non bisogna strepitare contro l’indegnità degli avversari dopo che ti hanno mandato all’aria i piani. Ad ogni modo. Dopo due intere ore di tentativi falliti, compresi che ero eccessivamente testardo, e che non avevo bisogno che la signorina Granger interpretasse precisamente la parte che avevo progettato per lei. Ho abbandonato il mio intento originale, e invece ho permeato la signorina Granger di Falsi Ricordi in cui osservava il signor Malfoy che cospirava contro di lei in circostanze in cui ella non doveva raccontare nulla a lei o alle autorità. Alla fine fu il signor Malfoy che mi ha fornito la breccia di cui avevo bisogno, interamente per caso.» Il professor Quirrell lasciò cadere una campanula e un frammento di pergamena nel calderone.

«Perché le protezioni hanno indicato che il Professore di Difesa aveva ucciso Hermione?»

«Portavo il troll di montagna sotto forma di falso dente mentre Silente mi stava identificando alle protezioni di Hogwarts in qualità di Professore di Difesa.» Un accenno di sorriso. «Altre armi viventi non possono essere Trasfigurate; non sopravviverebbero al contro-incantamento per le sei ore necessarie a evitare di essere tracciate dal Giratempo. Il fatto che un troll di montagna fosse usato come l’arma di assassinio era un segno lampante che l’assassino aveva bisogno di un’arma intermediaria che potesse essere Trasfigurata in sicurezza. Combinata con la testimonianza delle protezioni, e la conoscenza di Silente della modalità con cui mi aveva identificato a Hogwarts, lei avrebbe potuto dedurre chi era responsabile — in teoria. Comunque, l’esperienza mi ha insegnato che tali rompicapo sono molto più difficili da risolvere quando non conosci già la soluzione, e l’ho considerato un rischio piccolo. Ah, a proposito di questo, ho una domanda a mia volta.» Il Professore di Difesa stava ora rivolgendo a Harry uno sguardo intento. «Cos’è che mi ha fatto infine scoprire, nel corridoio fuori da queste stanze?»

Harry mise da parte le altre emozioni per soppesare i costi e i benefici del rispondere onestamente, e giunse alla conclusione che il Professore di Difesa stava rivelando molta più informazione di quanta stava ottenendo (perché?) e che era meglio non dare l’impressione di essere reticente. «La cosa principale», disse Harry, «è stata che era troppo improbabile che tutti fossero arrivati nel corridoio allo stesso momento. Ho cercato di lavorare sull’ipotesi che tutti quelli che erano arrivati fossero stati coordinati, incluso lei.»

«Ma avevo detto che stavo seguendo Snape», disse il Professore di Difesa. «Non era plausibile?»

«Sì, ma…» disse Harry. «Uhm. Le leggi che governano ciò che costituisce una buona spiegazione non parlano di scuse plausibili di cui veniamo a sapere a posteriori. Parlano delle probabilità che assegniamo in anticipo. È per questo che la scienza fa formulare delle previsioni anticipate, invece di fidarsi delle spiegazioni che le persone si fanno venire in mente a posteriori. E non avrei previsto in anticipo che lei seguisse Snape e si presentasse in quel modo. Anche se avessi saputo in anticipo che lei era in grado di mettere un localizzatore sulla bacchetta di Snape, non mi sarei aspettato che lei lo facesse e poi lo seguisse proprio in quel momento. Poiché la sua spiegazione non mi faceva sentire come se avessi potuto predire il risultato in anticipo, restava un’improbabilità. Ho iniziato a chiedermi se colui che controllava Sprout potesse aver fatto in modo che anche lei si presentasse. E poi mi sono accorto che la nota per me stesso non era davvero arrivata dal futuro-me, e questo ha smascherato tutto.»

«Ah», fece il Professore di Difesa, e sospirò. «Bene, penso che tutto stia andando per il meglio. L’ha capito solo troppo tardi; e vi sarebbero stati degli inconvenienti oltre a dei vantaggi se lei ne fosse rimasto all’oscuro.»

«Cosa diavolo sta cercando di fare? La ragione per cui cercavo di ragionare così intensamente era che il tutto era proprio così strano.»

«Il tutto avrebbe dovuto condurre a Silente, non a me», disse il professor Quirrell, e si accigliò. «Il fatto è che la signorina Greengrass non sarebbe dovuta arrivare in quel corridoio prima di diverse ore… sebbene supponga, poiché in effetti avevo fatto in modo che Malfoy le desse l’indizio che le avevo assegnato, che non sia troppo sorprende che si siano riuniti in gruppo. Se il signor Nott fosse arrivato apparentemente da solo, gli eventi si sarebbero dipanati meno farsescamente. Ma mi considero uno specialista nelle magie per il controllo del campo di battaglia, e sono stato in grado di assicurarmi che lo scontro andasse come desideravo. Suppongo che sia finito per sembrare un po’ ridicolo.» Il Professore di Difesa lasciò cadere una fetta di pesca e una campanula nel calderone. «Ma posponiamo la nostra discussione sullo Specchio a quando ci saremo arrivati. Aveva altre domande riguardo l’increscioso e sperabilmente temporaneo decesso della signorina Granger?»

«Sì», disse Harry con voce normale. «Cos’ha fatto ai gemelli Weasley? Silente pensava — voglio dire, tutta la scuola ha visto il Preside andare dai gemelli Weasley dopo che Hermione era stata arrestata. Silente ha pensato che lei, in quanto Voldemort, si fosse chiesto perché Silente l’avesse fatto, e che abbia tenuto d’occhio i gemelli Weasley, che abbia scoperto e preso la loro mappa, e dopo li abbia Obliati, è giusto?»

«Silente aveva quasi ragione», disse il professor Quirrell, scuotendo la testa come per lo stupore. «È stato anche un completo idiota a lasciare la Mappa di Hogwarts in possesso di quei due idioti. Ho avuto uno spiacevole colpo dopo aver recuperato la Mappa; mostrava il mio nome e il suo correttamente! Gli idioti Weasley avevano pensato che fosse un mero malfunzionamento, in particolare dopo che lei ha ricevuto il suo Mantello e il suo Giratempo. Se Silente avesse tenuto la Mappa per sé — se i Weasley ne avessero parlato con Silente — ma non l’hanno fatto, per fortuna.»

Mostrava il mio nome e il suo correttamente —

«Mi piacerebbe vederlo», disse Harry.

Senza distogliere gli occhi dal calderone, il professor Quirrell estrasse una pergamena ripiegata dall’interno delle sue vesti, le sibilò «Mosstra ciò che è intorno a noi», e la lanciò verso Harry. Tagliò l’aria dritta, un’intensificazione della sventura che soffiava sui sensi di Harry mentre si muoveva verso di lui, e poi svolazzò gentilmente ai piedi di Harry.

Harry raccolse la pergamena e la aprì.

All’inizio la pergamena sembrò vuota. Poi, come se vi muovesse sopra una penna invisibile, apparve il contorno di muri e porte, il tutto raffigurato con linee tracciate a mano. La scrittura scontornò una serie di camere, la maggior parte raffigurate vuote; l’ultima camera della serie aveva uno scarabocchio confuso al centro, come se la Mappa stesse cercando di manifestare la propria perplessità; e la penultima camera mostrava al suo interno due nomi, scritti in posizioni corrispondenti a dove Harry era seduto e il professor Quirrell era in piedi.

Tom M. Riddle.

Tom M. Riddle.

Harry osservò attentamente la pergamena, e lo colse uno spiacevole freddo. Una cosa era sentir dire a Lord Voldemort che il tuo nome era Tom Riddle; un’altra era scoprire che la magia di Hogwarts concordava. «Hai dovuto manomettere quessta mappa per ottenere quessto rissultato, o ssua comparssa ti ha ssorpresso?»

«Ssono sstato ssorpresso», rispose il professor Quirrell, con una sfumatura di risata sibilante. «Nesssun trucco.»

Harry ripiegò la Mappa e la rilanciò nella direzione del professor Quirrell; qualche forza la catturò al volo prima che toccasse terra, e la trasportò di nuovo nelle vesti del professor Quirrell.

Il Professore di Difesa parlò. «Mi piacerebbe offrire spontaneamente l’informazione che Snape stava dirigendo la signorina Granger e le sue sottoposte contro i bulli, e talvolta interveniva per proteggerle.»

«Lo sapevo.»

«Interessante», disse il professor Quirrell. «Anche Silente ne è venuto a conoscenza? Risponda in Serpentese.»

«Non per quanto ne sso», sibilò Harry.

«Affascinante», disse il professor Quirrell. «Potrebbe essere interessato a sapere anche questo: creatore di Pozioni doveva lavorare in ssegreto perché ssuo piano ssi opponeva a piano di presside.»

Harry ci rifletté su, mentre il professor Quirrell soffiava sulla pozione come per raffreddarla, sebbene il fuoco ardesse ancora sotto il calderone; poi aggiunse un pizzico di terra e una goccia d’acqua e una campanula. «La prego di spiegarsi», disse Harry.

«Le è mai venuto da chiedersi perché Silente scelse Severus Snape come Preside di Casa Serpeverde? Dire che era una copertura per il suo lavoro di spia per Silente non spiega nulla. Snape sarebbe potuto essere soltanto il Maestro di Pozioni, e non anche il Preside di Serpeverde. Sarebbe potuto essere nominato Custode delle Chiavi e dei Terreni, se fosse stato necessario che rimanesse all’interno di Hogwarts! Perché Preside di Casa Serpeverde? Certamente le sarà venuto in mente che questo poteva non avere effetti positivi sui Serpeverde, secondo le pretese morali di Silente, giusto?»

Il pensiero non era venuto in mente ad Harry esattamente in quei termini, no… «Mi sono domandato qualcosa di simile. Non ho formulato il dilemma in quella forma precisa.»

«E ora che l’ha fatto, la soluzione è palese?»

«No», disse Harry.

«Deludente. Lei non ha assimilato sufficiente cinismo, non ha afferrato la flessibilità di ciò che i moralisti chiamano morale. Per sondare un piano, ne osservi le conseguenze e si chieda se possano essere volute. Silente stava deliberatamente sabotando Casa Serpeverde — non mi guardi così, ragazzo, ssto essponendo verità. Durante l’ultima Guerra dei Maghi, i Serpeverde hanno irrobustito i ranghi dei miei subordinati, e altri Serpeverde nel Wizengamot mi hanno sostenuto. La guardi dal punto di vista di Silente, e ricordi che egli non ha alcuna comprensione innata del modo di essere dei Serpeverde. Pensi a Silente che diventa sempre più triste riguardo questa Casa di Hogwarts che sembra la fonte di tante malefatte. E poi ecco, Silente seleziona quale Preside di Serpeverde la persona di Snape. Snape! Severus Snape! Un uomo che non avrebbe insegnato alla propria Casa né scaltrezza né ambizione, un uomo che avrebbe imposto una disciplina permissiva e reso deboli i suoi bambini! Un uomo che avrebbe offeso gli studenti delle altre Case, rovinato tra loro il nome di Serpeverde! Un uomo il cui cognome era sconosciuto alla Gran Bretagna magica e certamente non nobile, che se ne va in giro mezzo coperto di stracci! Pensa che Silente sia ignorante delle relative conseguenze? Quando Silente fu colui che l’ha causate, e aveva motivo di causarle? Mi aspetto che Silente si sia detto che più vite sarebbero state salvate durante la prossima Guerra dei Magi se i futuri Mangia Morte di Voldemort fossero stati indeboliti.» Il professor Quirrell lasciò cadere nel calderone una scheggia di ghiaccio, che si squagliò lentamente mentre toccava la spuma superficiale. «Faccia proseguire il processo abbastanza a lungo, e nessun bambino vorrà andare a Serpeverde. La Casa sarebbe ritirata, e se il Cappello continuasse a farne il nome, diventerebbe un marchio di ignominia per bambini che sarebbero in seguito distribuiti nelle altre tre Case. Da quel giorno in poi, Hogwarts avrebbe tre virtuose Case del coraggio e dell’erudizione e dell’industriosità, senza alcuna Casa dei Bambini Cattivi aggiunta all’assortimento; proprio come se i tre Fondatori di Hogwarts fossero stati abbastanza saggi da rifiutare a Salazar Serpeverde la loro compagnia. Questo, credo, è il finale di gioco voluto da Silente; un sacrificio a breve termine per il bene più grande.» Il professor Quirrell sorrise sardonicamente. «E Lucius ha lasciato che tutto ciò accadesse senza protestare o persino, suppongo, notare che qualcosa andava storto. Temo che in mia assenza i miei ex servitori siano stati sopraffatti in questa battaglia di acume.»

Harry stava avendo qualche piccolo problema a capire tutto quello fino in fondo, ma decise, dopo averci riflettuto un po’, che quello non era il momento di cercare di arrivare a una soluzione. Che Lord Voldemort ci credesse non era determinante; Harry avrebbe dovuto valutare quell’accusa personalmente.

Il riferimento del professor Quirrell ai suoi servitori aveva ricordato a Harry qualcos’altro che era… obbligato, Harry credeva, a chiedere. La cattiva notizia era prevedibile. Qualunque altro giorno sarebbe stata orribile. Quel giorno sarebbe stata trascinata via dall’alluvione. «Bellatrix Black», disse Harry. «Qual è la verità su di lei?»

«Era intimamente a pezzi prima che la incontrassi», disse il professor Quirrell. Raccolse quella che sembrava una fascia di gomma grigio-bianca e la tenne sopra il calderone; mentre rimaneva dentro il vapore, divenne nera. «Usare la Legilimanzia su di lei fu un errore. Ma quell’occhiata di sfuggita mi mostrò quanto sarebbe stato facile farla innamorare di me, e così feci. Anche in seguito fu la più fedele dei miei servitori, l’unico di cui potessi quasi fidarmi. Non avevo intenzione di darle ciò che ella voleva da me; così la raccomandai ai fratelli Lestrange per il loro uso, e loro tre furono felici nel loro modo speciale.»

«Ne dubito», disse la bocca di Harry, quasi fosse impostata sul pilota automatico. «Se fosse vero, Bellatrix non avrebbe ricordato chi erano i fratelli Lestrange, quando la trovammo ad Azkaban.»

Il professor Quirrell scrollò le spalle. «Potrebbe aver ragione.»

«Cosa diavolo stavamo facendo là, realmente?»

«Stavamo scoprendo dove Bellatrix avesse messo la mia bacchetta. Avevo parlato ai Mangia Morte della mia immortalità, nella speranza — ora dimostratasi infruttuosa — che rimanessero uniti per almeno qualche giorno se fossi sembrato morire. Le istruzioni di Bellatrix erano di recuperare la mia bacchetta da qualunque luogo il mio corpo fosse stato ucciso; e portare quella bacchetta a un certo cimitero dove il mio spirito le sarebbe apparso.»

Harry deglutì. Gli venne in mente l’immagine di Bellatrix Black che aspettava, aspettava, aspettava nel cimitero, con disperazione crescente… non c’era da meravigliarsi se non avesse pensato strategicamente quando aveva attaccato la famiglia Longbottom. «Cos’ha fatto a Bellatrix una volta che è evasa?»

«Mandata in possto tranquillo a recuperare ssue forze», disse il professor Quirrell. Un sorriso freddo. «Avevo ancora un uso per lei, o meglio per una certa parte di lei, e sui miei futuri piani non risponderò a domande.»

Harry respirò profondamente, cercando di mantenere il controllo. «C’erano altri piani segreti in atto durante quest’anno?»

«Oh, un numero discreto, ma non molti altri che la riguardino, non che me ne ricordi su due piedi. La vera ragione per cui ho preteso di insegnare l’Incantesimo Patronus agli studenti del primo anno era quella di portare un Dissennatore davanti alla sua persona, e poi ho fatto in modo che la sua bacchetta cadesse in un luogo tale che il Dissennatore potesse continuare a prosciugarla attraverso di essa. Non ci fu nesssuna cattiveria in quessto, ssolo ssperanza che tu recuperasssi alcuni tuoi veri ricordi. Fu anche per questo motivo che feci in modo che alcune streghe la attirassero giù dall’aria durante la sua avventura sui tetti, in modo che sembrasse che le avessi salvato la vita; giusto nel caso in cui qualche sospetto cadesse su di me durante l’incidente col Dissennatore che avevo programmato per qualche tempo dopo. Anche qui nesssuna cattiveria. Ho organizzato alcuni degli attacchi contro il gruppo della signorina Granger, così che gli attacchi potessero essere sconfitti; in effetti i bulli non mi piacciono. Pensso che ssiano tutti piani ssegreti di quessto anno che ti riguardano, a meno che abbia dimenticato qualcossa.»

Lezione di vita imparata, disse la sua parte Tassofrasso. Cerca di resistere alla tentazione di immischiarti a casaccio nella vita delle altre persone. Come, sai, la vita di Padma Patil. Se non vuoi finire in questo modo, cioè.

Un pizzico di povere rosso-marrone fu gentilmente dispersa nel calderone delle pozioni, e Harry pose la sua quarta e ultima domanda, quella che era sembrata avere la priorità più bassa, ma che importava comunque.

«Qual era il suo obiettivo durante la Guerra dei Maghi?» disse Harry. «Cioè, cosa —» La sua voce tremò. «Qual era lo scopo di tutto quello?» Il suo cervello ripeteva di continuo, Perché, perché, perché Lord Voldemort…

Il professor Quirrell sollevò un sopracciglio. «Le hanno parlato di David Monroe, giusto?»

«Sì, durante la Guerra dei Maghi lei era sia David Monroe sia Lord Voldemort, quella parte l’ho capita. Ha ucciso David Monroe, si è travestito da lui, e ha spazzato via la famiglia di David Monroe in modo che non notassero alcuna differenza —»

«Infatti.»

«Progettava di controllare qualunque fazione avesse vinto la Guerra dei Maghi, a prescindere da quale fosse. Ma perché una delle due parti doveva essere Voldemort? Io, cioè, non sarebbe stato più semplice ottenere il sostegno pubblico con qualcuno meno… con qualcuno meno Voldemort?»

La mazzuola del professor Quirrell produsse un tud insolitamente forte quando schiacciò delle ali di farfalla bianche, mescolandole con un’altra campanula. «Avevo progettato», disse aspramente il professor Quirrell, «che Lord Voldemort perdesse contro David Monroe. Il difetto di quella strategia fu l’assoluta meschinità di —» Il professor Quirrell si fermò. «No, sto raccontando la storia nell’ordine sbagliato. Ascolti, ragazzo, quando ebbi concepito la mia grande creazione e fui entrato in possesso della pienezza della mia magia, pensai che fosse giunto il tempo di prendere il potere politico nelle mie mani. Sarebbe stato disagevole, certo, e avrebbe occupato il mio tempo in modi poco piacevoli. Ma sapevo che prima o poi i Babbani avrebbero distrutto il mondo o fatto guerra alla stirpe dei maghi o entrambe le cose, e qualcosa doveva essere fatta se non volevo vagare per un mondo morto o scialbo per tutta la mia eternità. Avendo ottenuto l’immortalità avevo bisogno di un’altra ambizione per tenere occupati i miei decenni, e impedire ai Babbani di rovinare tutto sembrava uno scopo di portata e difficoltà accettabili. È una fonte di continuo divertimento per me che io, fra tutti, sia l’unico ad agire realmente in direzione di quello scopo. Sebbene suppongo che abbia senso che gli insetti mortali non abbiano a cuore la fine del loro mondo; perché dovrebbero, quando essi moriranno in ogni caso, e possono risparmiarsi il fastidio di cercare di fare qualcosa di arduo nel frattempo? Ma sto divagando. Vidi come Silente era salito al potere grazie alla sua sconfitta di Grindelwald, così pensai di fare lo stesso. Molto tempo prima avevo avuto la mia vendetta su David Monroe — era stato una seccatura del mio anno a Serpeverde — così considerai di rubare anche la sua identità, e di spazzar via la sua famiglia per fare di me l’erede della sua Casa. E per David Monroe concepii anche un grande antagonista da combattere, il più terrificante Signore Oscuro immaginabile, intelligente oltre ogni concezione; di gran lunga più pericoloso di Grindelwald, poiché la sua intelligenza sarebbe stata perfezionata in tutti i modi in cui Grindelwald era stato imperfetto e auto-distruttivo. Un Signore Oscuro che avrebbe fatto del proprio scaltro meglio per disturbare le alleanze che l’avrebbero combattuto, un Signore Oscuro che avrebbe suscitato la più profonda fedeltà nei suoi seguaci attraverso le sue doti oratorie. Il più spaventoso Signore Oscuro che avesse mai minacciato la Gran Bretagna o il mondo, egli era colui che David Monroe avrebbe sconfitto.»

La mazzuola del professor Quirrell colpì una campanula e poi un differente fiore pallido con due altri tonfi. «Ma del resto, sebbene avevo talvolta interpretato la parte del Mago Oscuro durante le mie peregrinazioni, non avevo mai assunto l’identità di un Signore Oscuro completamente sviluppato con sottoposti e un programma politico. Non avevo alcuna esperienza in quell’incarico, ed ero consapevole della storia di Dark Evangel e della sua disastrosa prima apparizione pubblica. Secondo quanto ella raccontò in seguito, si era proposta di farsi chiamare la Catastrofe Ambulante e l’Apostola dell’Oscurità, ma a causa dell’eccitazione dovuta al momento, si presentò invece come l’Apostrofe dell’Oscurità. Dopo di quello, dovette mandare in rovina due interi villaggi prima che qualcuno la prendesse sul serio.»

«Così ha deciso di tentare un esperimento su scala ridotta, prima», disse Harry. Dentro di lui sorse una certa nausea, perché in quel momento egli comprese, vide sé stesso riflesso; il passo successivo era proprio quello che Harry stesso avrebbe fatto, se non avesse avuto traccia di qualunque etica, se fosse stato così vuoto dentro. «Ha creato un’identità usa e getta, per imparare come funzionavano le cose, e eliminare nel frattempo i suoi errori.»

«Infatti. Prima di divenire un Signore Oscuro veramente terribile che David Monroe potesse combattere, creai per far pratica il personaggio di un Signore Oscuro con occhi rossi brillanti, inutilmente crudele con i suoi sottoposti, che portava avanti un programma politico di nuda ambizione personale combinata con purismo del sangue argomentato alla maniera degli ubriachi di Knockturn Alley. I miei primi tirapiedi furono ingaggiati in una taverna, ricevettero mantelli e maschere di teschi, e comandati di presentarsi come Mangia Morte.»

La nauseante sensazione di comprensione s’intensificò, alla bocca dello stomaco di Harry. «E lei si fece chiamare Voldemort.»

«Proprio così, Generale Chaos.» Il professor Quirrell stava sogghignando, in piedi vicino al calderone. «Volevo che fosse un anagramma del mio nome, ma questo avrebbe funzionato solo se avessi opportunamente ricevuto il secondo nome di ‘Marvolo’, e comunque sarebbe stato stiracchiato. Il nostro vero secondo nome è Morfin, nel caso fosse curioso. Ma sto divagando. Pensavo che la carriera di Voldemort sarebbe durata solo pochi mesi, un anno al più, prima che gli Auror fermassero i suoi scagnozzi e il Signore Oscuro usa e getta sparisse. Come si rende conto, avevo ampiamente sopravvalutato la mia concorrenza. E non riuscivo del tutto a spingermi a torturare i miei sottoposti quando mi portavano cattive notizie, indipendentemente da quello che fanno i Signori Oscuri nelle opere. Non riuscivo del tutto a sostenere i principi del purismo del sangue tanto incoerentemente come se fossi un ubriaco in Knockturn Alley. Non stavo cercando di essere intelligente quando mandavo i miei tirapiedi nelle loro missioni, ma neppure davo loro ordini completamente inutili —» Il professor Quirrell fece un sorriso mesto che, in un altro contesto, sarebbe potuto essere definito affascinante. «Un mese dopo, Bellatrix Black si prostrò davanti a me, e dopo tre mesi Lucius Malfoy stava negoziando con me davanti a calici di costoso Whisky Incendiario. Sospirai, rinunciai a ogni speranza per la razza dei maghi, e quale David Monroe iniziai a oppormi a questo spaventoso Lord Voldemort.»

«E poi ciò che è accaduto —»

Un ringhio contorse il volto del professor Quirrell. «L’assoluta inadeguatezza di ogni singola istituzione nella civiltà della Gran Bretagna magica è ciò che è accaduto! Lei non può comprenderlo, ragazzo! Io non posso comprenderlo! Deve essere visto e persino allora non può essere creduto! Avrà osservato, forse, che dei suoi compagni studenti che parlano delle occupazioni della propria famiglia, tre su quattro sembrano menzionare lavori in una parte o un’altra del Ministero. Si chiederà come possa un paese riuscire a impiegare tre cittadini su quattro nella burocrazia. La risposta è che se tutti loro non si impedissero a vicenda di svolgere il proprio lavoro, nessuno di loro avrebbe alcun lavoro ancora da fare! Individualmente gli Auror erano combattenti competenti, avevano davvero combattuto dei Maghi Oscuri e solo i migliori erano sopravvissuti per addestrare nuove reclute, ma la loro catena di comando era in completo disordine. Il Ministero era talmente occupato a far circolare documenti che il paese non aveva nessuna opposizione efficace agli attacchi di Voldemort ad eccezione di me stesso, di Silente e di una manciata di irregolari senza addestramento. Uno sfaccendato incapace, incompetente e codardo, Mundungus Fletcher, era considerato una risorsa chiave dell’Ordine della Fenice — perché essendo altrimenti disoccupato, non aveva bisogno di destreggiarsi da un altro lavoro! Provai a indebolire gli attacchi di Voldemort, per vedere se per lui fosse possibile perdere; subito il Ministero impegnò meno Auror per opporsi a me! Avevo letto il Libretto Rosso di Mao, avevo addestrato i miei Mangia Morte in tattiche di guerriglia — inutilmente! Inutilmente! Stavo attaccando l’intera Gran Bretagna magica e in ogni scontro le mie forze erano più numerose dei loro avversari! Per la disperazione, ordinai ai miei Mangia Morte di assassinare sistematicamente ogni singolo incompetente che dirigesse il Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica. Un passacarte dopo l’altro si offrirono volontariamente di ricoprire posizioni più alte malgrado il fato dei loro predecessori, fregandosi allegramente le mani davanti alla prospettiva di una promozione. Ognuno di loro pensò di raggiungere un accordo riservato con Lord Voldemort. Ci vollero sette mesi per farci strada tra di loro a forza di assassinii, e non un singolo Mangia Morte chiese perché ci prendevamo quel fastidio. E poi, anche con Bartemius Crouch asceso al ruolo di Direttore e con Amelia Bones come Auror Capo, era ancora troppo poco. Avrei potuto combattere meglio da solo. L’aiuto di Silente non valeva i suoi vincoli morali, e l’aiuto di Crouch non valeva il suo rispetto per la legge.» Il professor Quirrell alzò il fuoco sotto la pozione.

«E infine», disse Harry provando un dolore al cuore, «lei ha compreso che si stava divertendo molto di più in quanto Voldemort.»

«È il ruolo meno noioso che abbia mai interpretato. Se Lord Voldemort dice che qualcosa va fatto, la gente gli obbedisce e non discute. Non dovevo sopprimere il mio impulso di infliggere un Cruciatus a coloro che si comportavano da idioti; per una volta faceva tutto parte del personaggio. Se qualcuno mi stava rendendo il gioco meno divertente, dovevo solo dire Avadakedavra a prescindere dal fatto che fosse strategicamente saggio, e non mi avrebbe più dato fastidio.» Con noncuranza, il professor Quirrell tagliò a pezzi un piccolo verme. «Ma la mia vera illuminazione giunse in un certo giorno in cui David Monroe stava cercando di ottenere un visto di ingresso per un istruttore asiatico di tattiche di combattimento, e un impiegato del Ministero oppose un rifiuto, sorridendo con compiacimento. Chiesi all’impiegato del Ministero se comprendeva che quel provvedimento era teso a salvare la sua vita e l’impiegato del Ministero si limitò a sorridere di più. Allora preso dalla furia gettai da parte maschere e cautela, usai la mia Legilimanzia, affondai le dita nella cloaca della sua stupidità e strappai via la verità dalla sua mente. Non capivo e volevo capire. Con la mia padronanza della Legilimanzia forzai il suo minuscolo cervello da impiegato a vivere le alternative, osservando cosa il suo cervello da impiegato avrebbe pensato di Lucius Malfoy, o Lord Voldemort, o Silente se fossero stati al mio posto.» Le mani del professor Quirrell avevano rallentato, mentre delicatamente staccava pezzetti e piccole strisce da un tocco di cera di candela. «Ciò che infine compresi quel giorno è complicato, ragazzo, ragion per cui non l’avevo compreso prima durante la mia vita. A lei cercherò di descriverlo comunque. Oggi so che Silente non si erge sopra tutto il mondo, sebbene egli sia il Supremo Pezzogrosso della Confederazione Internazionale. La gente parla male apertamente di Silente, lo criticano orgogliosamente e di persona, in un modo in cui non si schiererebbero contro Lucius Malfoy. Lei ha agito in maniera irrispettosa verso Silente, ragazzo, sa perché l’ha fatto?»

«Non… ne sono sicuro», disse Harry. Possedere i resti degli schemi neurali di Tom Riddle era certamente un’ipotesi palese.

«I lupi, i cani, anche i polli, combattono tra di loro per il predominio. Ciò che infine compresi, dalla mente di quell’impiegato, era che per lui Lucius Malfoy aveva il predominio, Lord Voldemort aveva il predominio, e David Monroe e Albus Silente non ce l’avevano. Schierandosi dalla parte del bene, impegnandosi a restare nella luce, ci eravamo resi non minacciosi. In Gran Bretagna, Lucius Malfoy ha il predominio, poiché egli può esigere i tuoi debiti, o mandare dei burocrati del Ministero contro il tuo negozio, o crocifiggerti nella Gazzetta del Profeta, se agisci apertamente contro la sua volontà. E il mago più potente del mondo non ha alcun predominio, perché tutti sanno che egli è», le labbra del professor Quirrell si arricciarono, «un eroe delle leggende, inesorabilmente modesto e troppo umile per la vendetta. Mi dica, ragazzo, ha mai visto un dramma in cui l’eroe, prima di acconsentire a salvare il proprio paese, chiede tanto oro quanto un avvocato può ricevere per un caso in tribunale?»

«In effetti ci sono stati molti eroi simili nella narrativa babbana, citerò Han Solo giusto per cominciare —»

«Bene, nei drammi dei maghi non è così. Sono tutti eroi umili come Silente. È la fantasia dello schiavo potente che non si ergerà mai davvero contro di te, non pretenderà mai il tuo rispetto, non ti chiederà neppure mai di essere pagato. Comprende ora?»

«Credo… di sì», disse Harry. Frodo e Samwise da Il Signore degli Anelli sembravano realmente corrispondere all’archetipo di un eroe completamente non minaccioso. «Sta affermando che quello è il modo in cui la gente pensa a Silente? Non credo che gli studenti di Hogwarts lo vedano come uno hobbit.»

«Dentro Hogwarts, Silente punisce realmente alcune trasgressioni alla sua volontà, così fino a un certo punto egli è temuto — sebbene gli studenti continuino a sentirsi liberi di prenderlo in giro con qualcosa di più di un sussurro. Fuori da questo castello, Silente è oggetto di sarcasmo; iniziano a definirlo matto, ed egli ha scimmiottato quella parte come un buffone. Entri nel ruolo del salvatore in un’opera teatrale, e la gente la vedrà come un servo ai cui servigi ha diritto e che è suo godimento criticare; poiché è il privilegio dei padroni quello di restarsene seduti e ordinare correzioni mentre i servi faticano. Solo nelle storie degli antichi Greci, quando gli uomini erano meno sofisticati nelle loro illusioni, può vedere l’eroe che è anche elevato. Ettore, Enea, quelli erano gli eroi che conservavano il loro diritto di vendetta su coloro che li insultavano, che potevano pretendere oro e gioielli a pagamento dei loro servigi senza innescare alcuna indignazione. E se Lord Voldemort avesse conquistato la Gran Bretagna, si sarebbe potuto allora degnare di mostrarsi nobile nella vittoria; e nessuno avrebbe dato per scontata la sua bontà, né gli avrebbe cinguettato delle correzioni se la sua opera non fosse stata di loro gradimento. Quando avesse vinto, avrebbe avuto rispetto autentico. Quel giorno al Ministero compresi che invidiando Silente, mi ero dimostrato tanto illuso quanto Silente stesso. Compresi che per tutto quel tempo avevo cercato di raggiungere la destinazione sbagliata. Lei dovrebbe sapere che questo è vero, ragazzo, perché si è preso più libertà di parlar male di Silente di quanto abbia mai osato di parlar male di me. Persino nei suoi pensieri, scommetto, poiché gli istinti agiscono in profondità. Sapeva che sarebbe stato a suo pericolo prendere in giro il forte e vendicativo professor Quirrell, ma che non c’era alcun pericolo a essere irrispettoso verso il debole e inoffensivo Silente.»

«Grazie», disse Harry malgrado il dolore, «per questa preziosa lezione, professor Quirrell, capisco come lei abbia ragione a proposito di ciò che la mia mente stava facendo.» Sebbene probabilmente anche i ricordi di Tom Riddle avessero avuto qualcosa a che fare col modo in cui egli aveva talvolta attaccato verbalmente Silente senza una buona ragione, Harry non si era comportato in quel modo con la professoressa McGonagall… la quale, a dire il vero, aveva il potere di dedurre punti-Casa e non aveva l’aria di tolleranza di Silente… no, era comunque vero, Harry sarebbe stato molto più rispettoso persino nei propri pensieri se non fosse sembrato sicuro essere irrispettoso di Silente.

Così era stato David Monroe, e così era stato Lord Voldemort…

Non era stata data ancora risposta alla domanda più sconcertante, e Harry non era sicuro che farla sarebbe stato saggio. Se, in qualche modo, Lord Voldemort era riuscito a non pensarci, e poi il professor Quirrell era ancora riuscito a non pensarci durante i nove anni di contemplazione, allora non era saggio dirlo... o forse lo era; le sofferenze della Guerra dei Maghi non erano state positive per la Gran Bretagna.

Harry decise e parlò. «Una cosa che mi aveva confuso era perché la Guerra dei Maghi fosse durata così a lungo», si azzardò a dire Harry. «Cioè, forse sto sottovalutando le difficoltà che si paravano davanti a Lord Voldemort —»

«Vuole sapere perché non ho sottoposto a Imperius alcuni dei maghi più forti che potevano sottoporre a Imperius gli altri, ucciso i maghi più forti che potevano resistere al mio Imperius, e preso il controllo del Ministero in, oh, diciamo tre giorni.»

Harry annuì silenziosamente.

Il professor Quirrell sembrò pensieroso; le sue mani stavano facendo cadere ritagli d’erba nel calderone, pezzo dopo pezzo. Quell’ingrediente, se Harry ricordava correttamente, era all’incirca verso i quattro quinti dalla fine della ricetta.

«Me lo sono chiesto io stesso», disse infine il Professore di Difesa, «quando udii da Snape la profezia di Trelawney, e contemplai il passato così come il futuro. Se avesse chiesto al mio sé del passato perché non avesse usato l’Imperius, avrebbe parlato della necessità di essere visto governare, di comandare apertamente la burocrazia del Ministero, prima che venisse il tempo di rivolgere il suo sguardo all’esterno verso altri paesi. Avrebbe osservato come una vittoria rapida e silenziosa avrebbe potuto portare in seguito delle problematiche. Avrebbe fatto delle osservazioni sull’ostacolo rappresentato da Silente e dalla sua incredibile abilità difensiva. E avrebbe avuto scuse simili per ogni altra scorciatoia che avesse considerato. In qualche modo non era mai il momento giusto per portare i miei piani alla loro fase finale, c’era sempre un’altra cosa ancora da fare, prima. Poi udii la profezia e seppi che era tempo, perché il Tempo stesso mi stava prestando attenzione. Che il tempo per l’esitazione era terminato. E mi guardai indietro, e compresi in qualche modo che tutto ciò si era trascinato avanti per anni. Credo…» Lo sporadico frammento d’erba stava ancora cadendo dalla sua mano, ma il professor Quirrell non sembrava prestarvi attenzione. «Pensai, quando stavo contemplando il mio passato alla luce delle stelle, di essermi abituato troppo a combattere contro Silente. Silente era intelligente, cercò diligentemente di essere astuto, non aspettava che io colpissi ma mi poneva di fronte a delle sorprese. Fece delle mosse bizzarre che si dipanarono secondo modalità affascinanti e impredicibili. A posteriori, c’erano molti piani scontati per distruggere Silente; ma penso che qualche parte di me non volle ritornare a giocare un solitario invece che una partita a scacchi. Fu quando ebbi la prospettiva di creare un altro Tom Riddle contro cui cospirare, qualcuno persino più degno di Silente, che fui disposto per la prima volta a prendere in considerazione la fine della mia guerra. Sì, col senno di poi questo sembra stupido, ma talvolta le nostre emozioni sono più folli di quanto siamo in grado di spingere la nostra ragione ad ammettere. Non avrei mai abbracciato tale prassi deliberatamente. Avrebbe violato le Regole Nove, Sedici, Venti e Ventidue e questo è troppo anche se ti stai divertendo. Ma decidere ripetutamente che c’era ancora un’altra cosa da fare, ancora un altro vantaggio da ottenere, un pezzo in più che dovevo muovere al suo posto, prima di abbandonare un periodo piacevole della mia vita e passare al più tedioso dominio della Gran Bretagna… ebbene, persino io non sono immune da un errore come questo, se non comprendo che lo sto compiendo.»

E fu allora che Harry seppe ciò che sarebbe accaduto alla fine di tutto quello, dopo che la Pietra filosofale fosse stata recuperata.

Alla fine di tutto quello, il professor Quirrell l’avrebbe ucciso.

Il professor Quirrell non voleva ucciderlo. Era possibile che Harry fosse l’unica persona al mondo contro cui il professor Quirrell non sarebbe stato in grado di usare una Maledizione Mortale. Ma il professor Quirrell pensava di doverlo fare, per qualche ragione.

Quello era il motivo per cui il professor Quirrell aveva deciso che era necessario preparare la pozione del fulgore nel modo più lungo. Quello era il motivo per cui il professor Quirrell aveva assecondato così facilmente la negoziazione che prevedeva di rispondere a tutte quelle domande, di parlare infine della sua vita con qualcuno che potesse comprendere. Proprio come Lord Voldemort aveva ritardato la fine della Guerra dei Maghi per giocare più a lungo con Silente.

Harry non riusciva a ricordare con esattezza ciò che il professor Quirrell avesse detto in precedenza a proposito del non uccidere Harry. Non era stato nulla di inequivocabile del tipo ‘Non sto assolutamente progettando di ucciderla in alcun modo, forma o sembianza a meno che lei non insista decisamente a fare qualcosa di stupido’. Harry stesso era stato riluttante a sollecitare una promessa maggiormente vincolante e a insistere su termini espliciti, perché Harry sapeva già che avrebbe avuto bisogno di neutralizzare Lord Voldemort e si era aspettato che un linguaggio più preciso avrebbe rivelato quel fatto, se avessero provato a scambiarsi delle promesse realmente vincolanti. Quindi dovevano certamente esserci state delle scappatoie, qualunque cosa fosse stata detta.

Non vi fu alcun trauma particolare a seguito di quella scoperta, solo una più forte sensazione di urgenza; qualche parte di Harry l’aveva già saputo, e aveva semplicemente aspettato una scusa per renderlo noto al processo decisionale. C’erano state troppe cose dette in quel luogo che il professor Quirrell non avrebbe rivelato a chiunque avesse avuto un’aspettativa di vita misurata in qualcosa di più delle ore. L’isolamento e la solitudine soverchianti della vita che il professor Quirrell aveva descritto potevano spiegare perché egli era disposto a violare le sue Regole e a parlare con Harry, considerato che Harry sarebbe morto presto e che il mondo non funzionava davvero come un’opera teatrale in cui il cattivo che rivela i propri piani non sarebbe mai riuscito a uccidere infine l’eroe. Ma la morte di Harry doveva essere certamente da qualche parte in quei futuri piani.

Harry deglutì, controllando il proprio respiro. Il professor Quirrell aveva appena aggiunto un ciuffo di crine alla pozione del fulgore, e quello avveniva molto tardi nella preparazione, se Harry ricordava correttamente. Non c’erano neppure molte altre campanule rimaste nel mucchio di quelle da aggiungere.

Era probabilmente il momento di smettere di preoccuparsi così tanto per il rischio e giocarsi quella conversazione in maniera meno moderata, tutto considerato.

«Se faccio notare uno degli errori di Lord Voldemort», disse Harry, «egli mi punisce per questo?»

Il professor Quirrell inarcò le sopracciglia. «Non se l’errore è reale. Non le suggerisco di farmi oggetto di moralismo. Ma non maledirei il latore di cattive notizie, né il subordinato che fa un tentativo onesto di evidenziare un problema. Anche come Lord Voldemort non sono mai riuscito a spingermi a tale stupidità. Naturalmente, ci sono stati alcuni folli che scambiarono la mia attitudine per debolezza, che tentarono di elevarsi a forza spingendomi giù coi loro consigli pubblici, ritenendomi obbligato a tollerare la cosa come una critica.» Il professor Quirrell sorrise rievocando il pensiero. «I Mangia Morte se la cavarono meglio senza di loro, e non le consiglio di compiere lo stesso errore.»

Harry annuì, un accenno di brivido gli scorse lungo la schiena. «Uhm, quando mi ha raccontato ciò che accadde a Godric’s Hollow, nella notte di Halloween, nel 1981 voglio dire, uhm… penso di aver notato un altro difetto nel suo ragionamento. Un modo in cui avrebbe potuto evitare il disastro. Ma, uhm, penso che lei abbia un punto cieco, una classe di strategie che lei non considera, e così non le vede neppure dopo gli eventi —»

«Mi auguro che non si appresti a dire qualcosa di insulso sulla falsariga di ‘non cerchi di uccidere la gente’», disse il professor Quirrell. «Sarò scontento se le cose stessero così.»

«Non differenze di valori. Veri ssbagli, dati tuoi sscopi. Mi farai male, sse interpreto parte di maesstro versso di te, e inssegno lezione? O sse ssbaglio è ssemplice e sscontato, e ti fa ssembrare sstupido?»

«No», sibilò il professor Quirrell. «Non sse lezione è vera.»

Harry deglutì. «Uhm. Perché non ha verificato il meccanismo degli horcrux prima di trovarsi effettivamente ad averne bisogno?»

«Verificarlo?» disse il professor Quirrell. Alzò lo sguardo dalla pozione in preparazione, e l’indignazione salì nella sua voce. «Cosa intende dire, verificarlo?»

«Perché non ha verificato che il meccanismo degli horcrux funzionasse correttamente, prima di averne bisogno quel giorno di Halloween?»

Il professor Quirrell sembrò disgustato. «Lei è ridicolo — non volevo morire, signor Potter, e quello era l’unico modo di verificare la mia creazione! Che vantaggio ci sarebbe stato a rischiare la mia vita prima invece che dopo? In che modo le cose sarebbero andate meglio?»

Harry deglutì un groppo in gola. «C’era modo di verificare tuo ssisstema horcrux ssenza morire. È la lezione più generale che è importante. La comprende, ora?»

«No», disse dopo un po’ il professor Quirrell. Il Professore di Difesa sbriciolò una delle ultime campanule insieme a una ciocca di lunghi capelli biondi e poi la lasciò cadere nella pozione, che stava gorgogliando più luminosa, in quel momento. Sul tavolo di Pozioni restavano solo altre due campanule. «E confido davvero che la sua lezione sia giudiziosa, per il suo stesso bene.»

«Supponga, Professore, che io abbia imparato come lanciare l’incantesimo migliorato dell’horcrux e che sia disposto a usarlo. Cosa ci dovrei fare?»

Il professor Quirrell rispose immediatamente. «Cerca qualche persona che trova moralmente abominevole e della cui morte si può convincere che salvi altre vite, e la uccide per creare un horcrux.»

«E poi cosa?»

«Crea altri horcrux», disse il Professore di Difesa. Raccolse un vasetto contenente quelle che sembravano squame di drago.

«Prima di quello», disse Harry.

Dopo un po’ di tempo il Professore di Difesa scrollò le spalle. «Continuo a non capirlo, e lei porrà fine a questo gioco e me lo dirà.»

«Avrei prodotto degli horcrux per i miei amici. Se le fosse mai importato davvero di solo un’altra persona nel mondo intero, se ci fosse stata anche solo una persona che desse un significato alla sua immortalità, qualcuno che lei desiderasse che vivesse per sempre con lei —» La gola di Harry si strozzò. «Allora, allora l’idea di produrre un horcrux per qualcun altro non sarebbe stato un pensiero così contro-intuitivo.» Harry stava sbattendo le palpebre. «Lei ha un punto cieco per le strategie che prevedono di fare cose carine per altre persone, fino al punto in cui le impedisce di attuare i suoi valori egoisti. Lei crede… che non sia il suo stile, suppongo. Quella… parte in particolare della sua immagine di sé… è ciò che le è costato quei nove anni.»

Il contagocce di olio di menta che il Professore di Difesa stava reggendo aggiungeva liquido al calderona, goccia dopo goccia.

«Capisco…» disse lentamente il Professore di Difesa. «Capisco. Avrei dovuto insegnare a Rabastan il rituale dell’horcrux avanzato, e obbligarlo a verificare l’invenzione. Sì, questo è massimamente evidente a posteriori. Anzi, avrei potuto ordinare a Rabastan di cercare si imprimersi su qualche neonato inutile, per vedere cosa sarebbe successo, prima di recarmi a Godric’s Hollow per creare lei.» Il professor Quirrell scosse la testa sconcertato. «Bene. Sono contento di capirlo ora e non dieci anni fa; avevo già abbastanza da rimproverarmi all’epoca.»

«Lei non vede modi gentili di fare le cose che vuole fare», disse Harry. Le sue orecchie udirono una nota di disperazione nella sua stessa voce. «Anche quando una strategia gentile sarebbe più efficace lei non la vede perché ha un’immagine di sé che è non gentile

«Questa è un’osservazione giusta», disse il professor Quirrell. «In effetti, ora che l’ha fatta notare, ho pensato proprio in questo momento ad alcune cose gentili che posso fare proprio oggi, per promuovere i miei fini.»

Harry si limitò a guardarlo.

Il professor Quirrell stava sorridendo. «La sua lezione è buona, signor Potter. Da ora in poi, finché non ne imparerò il trucco, terrò diligentemente d’occhio astute strategie che implichino fare delle gentilezze per le altre persone. Andare a compiere atti di buona volontà, forse, finché la mia mente non ci arriverà facilmente.»

Brividi freddi scorsero lungo la schiena di Harry.

Il professor Quirrell l’aveva detto senza la minima esitazione visibile.

Lord Voldemort era assolutamente certo di non poter essere redento. Non aveva la minima paura che ciò gli accadesse.

La penultima campanula fu lasciata cadere nella pozione, con gentilezza.

«C’è qualche altra preziosa lezione che vorrebbe impartire a Lord Voldemort, ragazzo?» disse il professor Quirrell. Aveva alzato lo sguardo dalla pozione, e stava facendo un gran sorriso come se sapesse esattamente cosa Harry stesse pensando.

«Sì», disse Harry, la sua voce sul punto di rompersi. «Se il suo scopo è ottenere la felicità, allora fare cose gentile per altre persone dà una sensazione migliore che farle per lei stesso —»

«Crede davvero che non ci abbia mai pensato, ragazzo?» Il sorriso era svanito. «Crede che sia stupido? Dopo essermi diplomato a Hogwarts ho vagato per il mondo per anni, prima di tornare in Gran Bretagna come Lord Voldemort. Ho indossato più volti di quanto mi sono disturbato a contare. Pensa che non abbia mai cercato di interpretare l’eroe, giusto per vedere cosa avrei provato a farlo? Si è mai imbattuto nel nome di Alexander Chernyshov? Sotto quelle vesti, cercai un misero buco governato da un Mago Oscuro, e ne liberai i miserabili abitanti dalle loro catene. Piansero lacrime di gratitudine per me. Non provai nulla di particolare. Rimasi a uccidere i successivi cinque Maghi Oscuri che cercarono di prendere il potere di quel luogo. Spesi i miei galeoni — insomma, non i miei galeoni, ma il principio è lo stesso — per abbellire il loro piccolo paese e introdurvi una parvenza d’ordine. Furono ancora più servili, e diedero il nome di Alexander a uno dei loro figli ogni tre. Continuai a non sentire nulla, così mi misi l’anima in pace, lo considerai come un tentativo equo, e me ne andai per la mia strada.»

«E fu felice come Lord Voldemort, allora?» La voce di Harry si era alzata, era divenuta feroce.

Il professor Quirrell esitò, poi scrollò le spalle. «Sembra che lei conosca già la risposta a questa domanda.»

«Allora perché? Perché essere Voldemort se non la rende neppure felice?» La voce di Harry si ruppe. «Io sono lei, sono basato su di lei, quindi so che il professor Quirrell non è solo una maschera! So che è qualcuno che lei sarebbe potuto essere davvero! Perché non restare semplicemente così? Tolga la maledizione dalla Posizione di Difesa e resti qui, usi la Pietra filosofale per assumere la forma di David Monroe e liberi il vero Quirinus Quirrell, se dirà che smetterà di uccidere la gente giurerò di non dire a nessuno chi lei sia realmente, sia il professor Quirrell e basta, per sempre! I suoi studenti l’apprezzeranno, gli studenti di mio padre lo apprezzano —»

Il professor Quirrell stava ridacchiando sul calderone mentre lo rimestava. «Ci sono forse quindicimila maghi che vivono nella Gran Bretagna magica, ragazzino. Ce n’erano molti di più. C’è una ragione per cui hanno paura di pronunciare il mio nome. Me lo perdonerebbe perché le piacciono le mie lezioni di Magia da Battaglia?»

Appoggio la mozione, disse il Tassofrasso interno di Harry. Seriamente, e che diavolo!

Harry tenne la testa alta, sebbene stesse tremando. «Non spetta a me perdonare ciò che ha fatto. Ma è meglio di un’altra guerra.»

«Ah», fece il Professore di Difesa. «Se mai trovasse un Giratempo che vada indietro nel tempo di quarant’anni e può alterare la storia, si assicuri di dirlo a Silente prima che rigetti la domanda di Tom Riddle per la posizione di Difesa. Ma, ahimè, temo che il professor Riddle non avrebbe trovato felicità durevole a Hogwarts.»

«Perché no?»

«Perché sarei stato comunque circondato da idioti, e non sarei stato in grado di ucciderli», disse pacatamente il professor Quirrell. «Uccidere idioti è la grande gioia della mia vita, e le sarei grato se non ne parlasse male prima di averla provata personalmente.»

«C’è qualcosa che la farebbe più felice di questo», disse Harry, la sua voce che si infranse nuovamente. «Deve esistere.»

«Perché?» disse il professor Quirrell. «È una qualche legge scientifica che non ho ancora incontrato? Me ne parli.»

Harry aprì la bocca, ma non riuscì a trovare alcuna parola, doveva esserci qualcosa doveva esserci qualcosa se solo fosse riuscito a trovare la cosa giusta da dire —

«E lei», disse il professor Quirrell, «non ha alcun diritto di parlare di felicità. La felicità non è la cosa a cui tiene più che a ogni altra. L’ha deciso all’inizio, proprio all’inizio di quest’anno, quando il Cappello Smistatore le ha offerto Tassofrasso. Cosa che so, perché ho ricevuto un’offerta e un avvertimento simili tanti anni fa, e li rifiutai proprio come ha fatto lei. Oltre a questo c’è poco altro da dire, tra due Tom Riddle.» Il Professore di Difesa si rigirò verso il calderone.

Prima che Harry potesse pensare al modo di rispondere, il professor Quirrell lasciò cadere l’ultima campanula, e un’esplosione di bolle brillanti eruppe dal calderone.

«Credo che qui abbiamo terminato», disse il professor Quirrell. «Se ha altre domande, dovranno attendere.»

Harry si alzò in piedi tremante; anche mentre il professor Quirrell sollevò il calderone e riversò un volume ridicolmente enorme di fulgido liquido, più di quanto sarebbe forse potuto essere contenuto in una dozzina di calderoni, sul fuoco purpureo che vegliava sulla porta.

Il fuoco purpureo si spense.

«Ora allo Specchio», disse il professor Quirrell, ed estrasse il Mantello dell’Invisibilità dalle proprie vesti, e lo fece fluttuare fino a farlo cadere davanti alle scarpe di Harry.