Identità Digitale

Introduzione

L’identità digitale è l’insieme dei dati e delle informazioni che, all’interno di un determinato sistema informatico, definiscono una persona fisica.

Approfondimento

Si tratta quindi della rappresentazione virtuale dell’identità reale che consente l’interazione elettronica con altri individui o sistemi informatici. Inoltre, l’identità digitale permette di accedere anche ai sistemi informativi e può essere utilizzata per la sottoscrizione di documenti digitali.


Con l’identità digitale la persona diventa, secondo il linguaggio informatico, un utente e può accedere al sistema attraverso delle credenziali univoche, ovvero un ID utente (o username) e una password (credenziale di autenticazione). Le credenziali possono essere numericamente e qualitativamente molto diverse tra loro. 

In Italia l’età minima per iscriversi a un social network è stata fissata a 14 anni. Lo prevede l’articolo 2-quinquies del decreto legislativo 101 del 2018, che ha recepito nel nostro Paese il regolamento Ue sulla tutela dei dati personali, il cosiddetto GDPR, al quale fanno riferimento le condizioni di utilizzo dei principali social network.

Per chi ha meno di 14 anni è consentita comunque l’iscrizione, ma a condizione che ci sia il consenso dei genitori. Il regolamento europeo prevedeva che la soglia minima fosse di 16 anni, con la possibilità per gli Stati membri di stabilire per legge un’età diversa, purché non inferiore ai 13 anni. Per questo motivo l’età minima può variare, ma non deve scendere mai sotto ai 13 anni.


Senza controllo

L’articolo 8 del Gdpr ha previsto anche che le piattaforme debbano adoperarsi «in ogni modo ragionevole» per verificare che i genitori abbiano prestato il proprio consenso nei casi di iscrizione di bambini di età inferiore ai 13 anni, utilizzando tutte le «tecnologie disponibili», ad esempio gli algoritmi. Il vero problema è che non ci sono controlli e che negli anni la disposizione è rimasta sostanzialmente inapplicata. I minorenni possono mentire sull’età, semplicemente indicando all’atto di iscrizione al social una data di nascita diversa. 

Nessuna legge impone sanzioni in caso di menzogna. Se vengono commessi degli illeciti, le conseguenze possono essere di tipo civilistico e ricadono sui genitori per culpa in educando, ex articolo 2048 del Codice civile, per non aver controllato sull’uso dei social network da parte dei figli di età inferiore ai 14 anni. Da questa età in su i minorenni possono essere imputabili e rispondono in proprio dei reati commessi, mentre i genitori continuano a risponderne in sede civile.


Porte aperte a tutti

Senza controlli l’equazione è semplice e addirittura scontata: l’età media di chi si iscrive ai social network, anche all’insaputa dei propri genitori, è sempre più bassa, con conseguenze evidenti. 

Così le challenge online in tutto il mondo coinvolgono sempre più spesso bambini, come è successo nel caso di Palermo, dove la vittima aveva appena 10 anni. Per questo si era pensato di rafforzare le barriere di protezione introducendo Spid come chiave di accesso ai social da parte dei minori .


In italia è nato lo SPID il sistema pubblico di Identità Digitale, per dare un'unica identità digitale ai cittadini italiani.