Periodico scolastico prodotto dal Laboratorio "Editori in Erba" - PON "Apprendimento e Socialità 2021 -2022"
Periodico scolastico prodotto dal Laboratorio "Editori in Erba" - PON "Apprendimento e Socialità 2021 -2022"
La nostra redazione
Alessandro Cecchetto 1^ A
Edoardo Sorio 1^ A
Lisa Pereyra 1^ A
Elena Crestani 1^ B
Margherita Mocellin 1^ D
Melissa Bizzotto 1^ G
Giulia Dalla Rizza 1^ G
Alice Grossele 1^ G
Roberta Bandello 2^ B
Elena Cera 2^ B
Gloria Poggiana 2^ B
Linda Vallotto 2^ B
Ginevra Beghetto 2^ C
Gioia Bernardi 2^ C
Sophia Stragliotto 2^ C
Giulia Beltramello 2^ G
Riccardo Bizzotto 2^ G
Paolo Favaretti Camposanpiero 2^ G
Chiara Matteazzi 2^G
Bizzotto Greta 3^ E
Tommaso Alessi 3^ G
Lisa Bernardi 3^ G
COORDINATORI DI PROGETTO
Prof. Luca Battistello
Prof.ssa Anita Guadagnin
Chi siamo, cosa facciamo, dove ci piacerebbe arrivare
Eccoci qui! Siamo i professori e i ragazzi del laboratorio pomeridiano "Editori in Erba", realizzato grazie al progetto PON "Apprendimento e Socialità", che il Ministero dell'Istruzione ha promosso per far "ripartire la scuola" con nuovo slancio e proposte innovative per i ragazzi dopo il lockdown per Covid del 2020 e il difficile riavvio dell'attività didattica dello scorso anno scolastico 2020-2021.
In realtà la nostra scuola, in passato, aveva già avuto il suo giornale scolastico, prima in formato cartaceo e poi con una soluzione digitale, in particolare grazie alla disponibilità e all'entusiasmo di alcuni docenti, fra tutti la vulcanica prof.ssa Chiara Tani, ora Dirigente Scolastica dell'IC "Rodari" di Rossano Veneto. Quindi, per offrire ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado un'ulteriore occasione di incontro, confronto ma soprattutto di crescita personale e civica, abbiamo pensato di cogliere la sfida del progetto PON e di avviare questo laboratorio, a cui hanno, con nostra grande soddisfazione, aderito molti ragazzi e ragazze, che si sono così resi disponibili a dare vita a questo magazine on line. Quest'ultimo vuole essere uno spazio dove poter raccontare la vita della nostra scuola, ma anche del contesto che ci circonda, sempre dal punto di vista dei ragazzi: sarà l'occasione per proporre anche spunti di riflessione su alcune tematiche di attualità o che abbiamo particolarmente a cuore, con un focus speciale sulle attività e sui progetti che coinvolgono i nostri studenti in prima persona nella comunità, scolastica e non, in cui vivono. E poi ci sarà spazio per le nostre passioni, le attività del tempo libero e, ovviamente, il gossip scolastico, se no, perché mai, a furor di popolo, la redazione avrebbe chiamato questo giornale "The Big Spetteguless"??
La redazione, per ora, si ritrova in aula di informatica a mercoledì alterni (Covid premettendo...), ma l'obiettivo ultimo è quello di creare un giornale "permanente", che viaggi con la sua redazione oltre i confini del progetto PON per diventare un punto di riferimento fisso nella vita della nostra scuola... e chissà che questa avventura non ci porti anche a partecipare a qualche iniziativa di respiro nazionale? Staremo a vedere: intanto auguriamo ai nostri lettori buona lettura e soprattutto buon divertimento!
Un momento di lavoro per la nostra relazione ...
E adesso arriva Omicron! Di cosa si tratta?
di Greta Bizzotto e Lisa Bernardi
Il 26 novembre 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito una nuova variante preoccupante del virus SARS Covid 2, chiamata Omicron. La mutazione di un virus è un fenomeno naturale e previsto, tuttavia le mutazioni vanno studiate e monitorate perché non solo possono influire sulle caratteristiche del virus stesso, ma anche sull'utilità del vaccino. La variante Omicron è stata individuata per la prima volta l’11 novembre 2021 in Botswana e il 14 novembre 2021 in Sud Africa. A partire dal 26 novembre, la variante è stata individuata anche in altri paesi, compresa l’Italia (dove è comparso per la prima volta il 28 novembre 2021). La variante Omicron presenta una trentina di mutazioni della proteina spike, la cosiddetta “chiave” che permette al virus SARS-CoV-2 di entrare nelle cellule, rilasciare il proprio codice genetico virale (RNA) e costringere le cellule a produrre proteine virali che creano nuovi corona virus: questi a loro volta si legano ad altre cellule portando avanti l’infezione. Rispetto alle varianti precedenti dà vita ad un'infezione meno aggressiva ma molto più contagiosa.
PIU' POTENTE IL COVID 19 O LA PESTE?
La Peste Nera, che durò dal 1346 fino al 1353, si diffuse quasi in tutto il mondo tranne a Milano e nella zona centro nord della Polonia. La Peste si presentava con dei grandi bubboni che spuntavano per prima sotto le ascelle, poi nell’ inguine e infine su tutto il corpo. I sintomi erano: febbre alta, vomito, rigonfiamento dei linfonodi e difficoltà respiratorie. L’incubazione partiva dai uno ai sette giorni. La peste, se non curata in tempo, era letale, tanto che si moriva in modo atroce dopo due - tre giorni dai primi sintomi. I medici indossavano maschere a becco al cui interno veniva posto un fazzoletto impregnato di aceto e molte specie di erbe profumate, guanti in pelle e lunghi cappotti, nel tentativo di respingere la malattia. Si provarono varie cure alcune inutili, altre che aiutarono ad allontanare la malattia. In particolar modo quelle che ebbero successo furono:
Vietare agli abitanti di uscire dal paese e penalizzare con multe salare chi infrangeva la legge.
I morti dovevano essere portati fuori dalle mura della città in casse inchiodate.
Ai primi sintomi si doveva isolare il malato e allontanarsi da lui.
Vietare la vendita di indumenti delle persone morte come a Firenze dove alcuni ufficiali furono incaricati di sorvegliare i mercanti e i mercati, per impedire appunto la vendita di questi indumenti infetti.
Nelle città portuali si decretò che le navi provenienti da Genova e Venezia stessero in quarantena.
A Venezia si crearono i “lazzaretti” veri e proprie zone isolate con ospedali dedicati ai malati di peste.
Questi rimedi anche se utili non bastarono a contrastare la peste nera, che durò molti anni diminuendo quasi di un terzo la popolazione di alcune città tra cui Venezia.
l COVID-19, acronimo dell'inglese CoronaVIrus Disease 19, conosciuta anche come malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2 o malattia da coronavirus 2019, è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus.
I primi casi sono stati riscontrati in Cina. Il 30 gennaio l'OMS ha dichiarato l'epidemia di Coronavirus in Cina Emergenza internazionale di salute pubblica. L'OMS ha elevato la minaccia per l'epidemia di coronavirus al livello mondiale il 28 febbraio 2020.
Secondo molti studi, la maggior parte dei coronavirus che infettano l’uomo provengono dagli animali, incluso il virus che ha causato l’epidemia di SARS nel 2002. I "colpevoli" più probabili sono considerati i pipistrelli poiché ospitano un virus geneticamente correlato al SARS-CoV-2.
Fondamentale, tuttavia, l’ormai famoso “primo” caso, riconducibile all’origine Covid 19, un ragioniere di 41 anni, che viveva a 30 km a sud del mercato di Huanan e non aveva alcun collegamento con esso. Quando è stato intervistato, ha riferito che i suoi sintomi di COVID-19 sono iniziati con la febbre il 16 dicembre, ben dopo l’8 dicembre; la malattia dell’8 dicembre era infatti un problema dentale legato ai denti da latte conservati fino all’età adulta. Ciò è confermato dai registri ospedalieri e da un documento scientifico che riporta come data di insorgenza del Covid 19 il 16 dicembre e la data di ricovero il 22 dicembre. Ciò indica che è stato infettato dopo che il virus aveva iniziato a diffondersi dal mercato di Huanan. Credeva di essere stato infettato in ospedale o in metropolitana durante il suo tragitto giornaliero; aveva anche viaggiato a nord del mercato di Huanan poco prima che iniziassero i suoi sintomi. Il suo esordio dei sintomi è arrivato dopo più casi nei lavoratori del mercato di Huanan, rendendo una venditrice di frutti di mare il primo caso noto, con insorgenza della malattia l’11 dicembre.
Dopo un’ anno di pausa, svolgendo la didattica a distanza, è stato bello (penso per tutti) ritornare tra i banchi, sentire l’ odore di merendine diverse, ritrovare gli amici e prendere sonno durante le lezioni…….. (ah, ma questo non è mai accaduto!).
A livello organizzativo la scuola digitale è stata molto impegnativa, perché certe famiglie non avevano un computer in casa, a disposizione, e per questo motivo la scuola nel 2020 assieme ad un'associazione locale ha messo a disposizione tablet per chi ne aveva bisogno.
Devo dire che tutti gli insegnanti (compresa la Preside) hanno gestito il loro lavoro molto bene: il livello di apprendimento non era lo stesso di quello raggiunto in presenza, ma ci siamo dovuti adeguare alla situazione difficile per tutti. Le lezioni non erano belle come quelle in presenza, non si poteva fare la chiacchiera con il vicino di banco, oppure la piccola risata nel bel mezzo della lezione…
Qualcosa è cambiato dal "tragico" 2020,: oggi, nel 2022, si può andare a scuola, stare con i compagni e “divertirsi” o quasi……
Bisogna ancora tenere le mascherine, e se risultano cinque positivi in classe scatta la DAD, ma noi speriamo che tutto passi in fretta….
Alla fine siamo giunti alla conclusione, che è meglio la scuola in presenza: sì, in DAD si poteva scappare in cucina e mangiare qualcosa, stare con i pantaloni del pigiama, ma nulla può sostituire lo stare con gli amici.
Gioia e Sophia
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