Sommario 

Disegna  il logo grafico per il giornalino della Tuveri!

Rendi la nostra scuola visibile con la tua proposta innovativa e creativa.

Il logo dovrà essere:

·  Facilmente comprensibile.

·  Deve comprendere la parola “Tuveri”

·  Deve essere originale (non copiato da altri loghi)

Le proposte dovranno pervenire entro il 7 aprile 2024 e il logo sarà poi valutato da una giuria, costituita dalla redazione del giornalino stesso.


Scuola Futura: creare storie con l'Intelligenza artificiale 

di Matilde Floris - III C, Marica Uccheddu - III F e Elisa Zanardi - III D

Quest'anno, con la scuola Tuveri di Cagliari, sono stata selezionata per partecipare ad un progetto sull’Intelligenza artificiale: eravamo 6 alunne e alunni della Scuola Tuveri, uno per ogni terza. Questo progetto è stato ideato da Scuola futura e si svolge sempre in posti diversi in Italia: questa volta hanno scelto Cagliari, anche se hanno partecipato circa in 1300 alunni/e. Oltre a quelli relativi all’intelligenza artificiale c'erano vari altri temi. 

Il progetto durava in tutto 4 giorni, dal venerdì, con la cerimonia di apertura, al lunedì, con la cerimonia di chiusura. Venerdì non sono riuscita a partecipare, ma so che è stata molto bella: sono stati introdotti i vari progetti e c’erano tanti ragazzi e ragazze. Sabato abbiamo iniziato alle 9.00 e terminato alle 18.00, come tutti gli altri giorni; ci hanno divisi in gruppi da 6 e ci hanno fatto fare dei giochi divertenti, poi ci hanno spiegato il lavoro che avremmo dovuto fare con l’aiuto dell’intelligenza artificiale nei giorni seguenti, e con il tempo restante l’abbiamo iniziato.

Domenica abbiamo proseguito il lavoro e lunedì l’abbiamo esposto al Teatro lirico assieme anche agli altri ragazzi e alle altre ragazze degli altri progetti; al Teatro hanno fatto inoltre anche uno spettacolo fantastico: è stato emozionante.

Durante questi giorni erano compresi anche il pranzo e due merende; in realtà il pranzo non era dei migliori, ma le merende erano mangiabili. 

È stata un’esperienza stupenda, che mi ha permesso di fare anche nuove amicizie, e che sicuramente rifarei.

Marica Uccheddu


Questo corso è stato molto bello e formativo; mi sono divertita molto. Credo di aver imparato che nulla è infallibile, compresa l’intelligenza artificiale, e che tutto può sempre migliorare.

Durante il corso ho conosciuto tantissime persone fantastiche che mi hanno fatto conoscere il loro punto di vista. Mentre imparavamo ci divertivamo e viceversa.

È stato bello conoscere persone che venivano dallo Stivale e non solo dalla Sardegna. Questa esperienza non la dimenticherò mai, perché ho imparato che con l’aiuto dell’AI si possono fare grandi cose.

Secondo me per  fare in modo che i ragazzi e le ragazze capiscano tutto sempre bisognerebbe fare meno ore ma per più giorni, in modo che durante le ultime ore non si sia troppo stanchi e affaticati. 

Per il resto tutto era fantastico e organizzato bene. Rifarei questa esperienza altre mille volte.

Matilde Floris

1) Ho trovato questa esperienza molto interessante e stimolante. Era gestita molto bene e i tutor erano simpatici e disponibili. Mi sono piaciute le attività proposte, che mi hanno consentito di scoprire moltissimi programmi di IA che sicuramente mi saranno utili in futuro. È stata una bellissima esperienza che mi ha permesso di conoscere persone interessanti con cui ho lavorato molto bene e mi sono divertita. 

La realizzazione di una fiaba è stata una buonissima proposta per insegnarci a lavorare in gruppo utilizzando l'IA.

2) Ho imparato a lavorare in gruppo utilizzando l'IA e ho scoperto moltissimi programmi che non conoscevo. È stato bello anche discutere con dei miei coetanei di problematiche di attualità e riguardanti il futuro, così ho imparato molto anche dagli altri ragazzi e ragazze che ho conosciuto.

3) Secondo me sarebbe stato meglio svolgere il corso in più giornate e con meno ore al giorno, ma è comunque stata una bellissima esperienza.

Elisa Zanardi

 A teatro con..."Pierino e il lupo" di Sergej Sergeevic Prokof'ev

di Davide Nonnis - I E

Il primo marzo, alcune classi prime della nostra scuola, si sono recate al Teatro del Conservatorio per assistere allo spettacolo “Pierino e il lupo”. Si tratta di una favola che racconta di un bambino che, insieme a un uccellino, un’anatra e un gatto vanno a caccia di un lupo. Appena trovato il lupo, il bambino gli spara, ma non gli fa nulla perché era un fucile giocattolo, per cui il lupo comincia a inseguirli. Quando li raggiunge mangia l’anatra, ma, prima che inghiottisse in un boccone l’uccellino, il bambino e il gatto gli tendono una trappola e lo legano al ramo di un albero. Mentre stavano lottando per tenere fermo il lupo, arrivano i cacciatori che lo catturano. Il bambino, però, li prega di non sparargli, così lo portano in città. Infine, recuperano l’anatra dalla pancia del lupo e in città vivono tutti felici e contenti.

Su questa favola è stato creato lo spettacolo musicale al quale abbiamo assistito. Tra gli strumenti coinvolti spiccavano il corno, l’oboe, il fagotto, il flauto, le percussioni, il violino, la viola, il violoncello e il contrabbasso.

La fiaba era raccontata da una attrice che dava voce a tutti i personaggi, ciascuno dei quali era rappresentato da una musica frutto di strumenti diversi, ad esempio l’uccellino era rappresentato dal flauto, il lupo dal corno eccetera. Insomma, una bellissima orchestra!

La storia ha riscosso molto successo tra noi studenti e abbiamo trovato molto interessante anche lo spettacolo musicale.

 A teatro con..."Piacere Beethoven

di Domenico Sanna - II D

Mercoledì 24 Gennaio tutti noi della 2D, accompagnati dalle profsse Pilia e Zonza, siamo usciti da scuola alle 9:30 per andare a piedi a vedere e ascoltare parti delle nove sinfonie di Beethoven al Teatro lirico di Cagliari.

Quasi raggiunta la meta, ci siamo fermati al parco della Musica per riposarci e fare merenda. 

È stata una magnifica esperienza e anche molto istruttiva; infatti, alla fine di ogni sinfonia, il presentatore ci ha raccontato come si è svolta la vita di Beethoven e come pian piano sia diventato sordo. Abbiamo avuto modo di imparare anche cosa simboleggia ogni sinfonia, ovvero il destino che bussa alla tua porta o un temporale. 

Da un punto di vista musicale, era tutto davvero molto orecchiabile, e poi bisogna fare dei vivissimi complimenti all'orchestra perché è stata superlativa! Da un punto di vista didattico, è stato un bellissimo approfondimento, molto interessante e utile, di ciò che avevamo fatto a lezione. 

Il presentatore Massimiliano Medda, dei Lapola, è stato molto bravo e simpatico: ci ha illustrato la vita di una persona in modo divertente e giocoso per far sì che noi imparassimo senza annoiarci. Ovviamente non eravamo i soli in sala: c'era almeno una decina di classi di altre scuole primarie e secondarie ad ascoltare insieme a noi. Non eravamo nella sala principale ma in un'altra stanzetta a fianco e, secondo me, questa cosa ha anche migliorato l'esperienza, perché in una sala enorme sarebbe stato molto più difficile ascoltare così bene per via dell'effetto eco.

Ogni uscita da scuola è anche un'occasione per stare tutti insieme in modo diverso.

 A teatro con..."Odissea

di Viola Cicalò e Vittoria Maria Nastasi - I C e Rebecca Chessa - I E

L’11 marzo alcune delle classi prime del nostro Istituto hanno assistito allo spettacolo “Odissea” all’ auditorium del Conservatorio di Cagliari, che raccontava la storia di Odisseo (Ulisse) e del suo viaggio per tornare nella sua patria, Itaca.

Il sipario si è aperto con la prima parte del poema, ossia la Telemachia, per poi continuare con i ricordi di Ulisse e delle sue tante avventure, fino ad arrivare finalmente nella sua isola.

Questo spettacolo ci ha emozionato tanto e ci siamo sentite ispirate, anche se ci sarebbe piaciuto una maggiore aderenza al testo originale. Per esempio, dovendo sintetizzare il contenuto del poema, molti personaggi e molte avventure non sono state riprese dagli autori dello spettacolo. Tra le divinità principali abbiamo gradito molto la presenza di Zeus, Poseidone, Atena, Eolo: Tra i personaggi mortali, a parte Ulisse, ci hanno coinvolto molto Penelope e Telemaco. Infine, tra le creature mitologiche, abbiamo gradito molto gli episodi incentrati su Polifemo, Circe, Nausicaa e Calipso.

Nonostante potesse essere più coinvolgente, è stato comunque bello, interessante e intrigante.

 "Memorie", 27 gennaio 1945

di Sofia Caput e Aurora Viviani - III A


Giovedì 29 febbraio abbiamo assistito nella nostra aula magna allo spettacolo dal titolo “Memorie”, che aveva come argomento la Shoah e quello che subivano gli Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Abbiamo potuto rivivere le stesse sensazioni di preoccupazione e dolore grazie agli attori, Marta e Francesco, che sono stati molti bravi a interpretare i diversi personaggi.

La loro è stata un’interpretazione interattiva grazie alla quale noi abbiamo potuto capire molto di più riguardo alle sofferenze e ai disagi che i prigionieri dei lager hanno subito. Tali prigionieri non erano solo ebrei, per quanto questi costituissero la maggioranza; inizialmente nei lager venivano reclusi anche i dissidenti politici, gli oppositori, e poi gli apolidi, i disabili, gli omosessuali, ognuno aveva una stella di colore diverso e in base a quella venivano distribuivano all'interno del campo. Sul palcoscenico erano presenti delle stelle di David con scritte al centro le lettere dell’alfabeto e ciascuna lettera corrispondeva ad una parola collegata allo sterminio e gli attori ci hanno invitato a trovare le parole a cui quelle lettere rimandavano. Insieme a tutto questo, le luci, i rumori di sottofondo, i suoni e le canzoni che hanno scelto per interpretare al meglio quello che accade in quel tristissimo momento storico, ci hanno fatto entrare veramente a far parte dello spettacolo e ci ha no fatto tornare indietro nel tempo come se fossimo stati presenti nel 1941, anno dell’inizio dell’olocausto. 

Questo spettacolo ha fatto riflettere molto tutti noi, per non dimenticare ciò che è successo, e per fare in modo che non si ripeta mai più.

 Incontro con gli esperti: le dipendenze viste da vicino

di Cecilia Isabella Cordella - III D

Cosa si intende con il termine dipendenza?

Un’alterazione del comportamento che si caratterizza per la ricerca eccessiva e malata di sostanze o di attività di cui si continua ad abusare nonostante si sappia che sono dannose.

Proprio per indagare questi aspetti, le docenti di scienze e di altre materie hanno pensato di farci partecipare ad una serie di conferenze destinate a tutte le classi terze della Tuveri, nelle quali abbiamo potuto imparare e approfondire questo delicato argomento.

Le dipendenze sono varie, ma ci siamo soffermati sulle droghe e sui dispositivi elettronici.

Come potremmo definire una droga?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci dice che si possono definire droghe o sostanze stupefacenti tutte le sostanze che alterano il comportamento o la percezione della realtà. Infatti, le droghe sono capaci di alterare la fisiologia, la morfologia cerebrale e le facoltà cognitive. Tutte le droghe agiscono sul cervello e procurano un intenso piacere in chi le assume. L’uso ripetuto di droghe porta sempre a due tipi di effetti: la dipendenza e la tolleranza. La dipendenza (o tossicodipendenza) si sviluppa quando i neuroni del cervello si “abituano” alla presenza della droga e riescono a funzionare normalmente solo in presenza di essa; se si smette di prenderla si verificano sindromi di astinenza che possono essere lievi o gravi o addirittura mettere in pericolo la vita dell’individuo. La tolleranza (o assuefazione) è invece il fenomeno per cui, per ottenere gli stessi effetti, si deve progressivamente aumentare la dose di sostanza assunta. Ciò comporta il rischio di superare la dose limite che l’organismo può sopportare e arrivare all’overdose.

Le droghe si sostituiscono agli stimoli naturali ed attivano il sistema cerebrale del piacere, ma più intensamente degli stimoli naturali.

L’alcol è di fatto una droga perché ha effetti psicoattivi e induce tolleranza e dipendenza fisica e psichica. Il consumo di alcol è una delle più gravi cause di incidenti stradali, per questo il codice della strada prevede sanzioni sempre più pesanti, dal ritiro della patente fino al sequestro del mezzo di trasporto e all’arresto.

La sostanza più usata tra i ragazzi di 15-19 anni è l’alcol, che raggiunge una percentuale del 65%; la seconda sostanza più usata è il tabacco, con il 35%.

Al consumo si è esposti un po’ tutti, ma alla fine la dipendenza cerca, e purtroppo trova, le persone più fragili.

Si può uscire da una dipendenza? Ascoltando il 19 gennaio diverse testimonianze durante un incontro online organizzato dall’Università della Strada Gruppo Abele, abbiamo capito che è un processo difficile e lungo, ma possibile, anche grazie a delle associazioni che si occupano proprio di questo.

Ad esempio, don Luigi Ciotti ha fondato nel 1965 il Gruppo Abele che negli anni si è occupato delle persone in difficoltà e di combattere dipendenze di ogni tipo. Hanno combattuto per dimostrare alla società di quegli anni che bisognava aiutare le persone tossicodipendenti e non abbandonarle. Insieme a Leopoldo Grosso, psicologo e psicoterapeuta all’Unisona live, don Ciotti ha spiegato quanto sia importante aiutare queste persone.

Alcuni iniziano per divertimento o come atto di ribellione” ci ha detto Daniele Mencarelli, poeta e scrittore italiano che ha vissuto cinque dipendenze di cui la peggiore è stata per lui quella dell’alcol.

Ognuno prova cose diverse quando assume sostanze, ma una delle conseguenze in comune è la morte mentale.

La droga offre anche liquidità alla criminalità e per questo la legalizzazione della cannabis ha dato un grande colpo agli spacciatori. La legalità però deve essere vissuta raggiungendo l’obbiettivo che è la giustizia.

Abbiamo affrontato anche un tema che alla nostra età è ancora più sentito e cioè la dipendenza da dispositivi elettronici, soprattutto dal cellulare.

Questa dipendenza colpisce maggiormente i ragazzi della nostra età dato anche dal fatto che noi siamo nati in un mondo molto più tecnologico rispetto ai nostri genitori.

In questo momento mi viene spontanea una domanda: “Quante ore usi il tuo telefono al giorno?” Molti risponderanno che durante la settimana, visto che c’è scuola, lo usano di meno e lo usano nel tempo libero, mentre altri usano il loro tempo libero facendo qualcos’altro.

Per molti ragazzi, invece, il telefono diventa qualcosa che fa compagnia, un modo per socializzare e trascorrere il tempo. Un conto però è stare al telefono un po’ dopo aver fatto i compiti, un altro conto invece se diventa un’ossessione e non riesci più a vivere senza.

La scuola è molto importante perché informa i ragazzi e le ragazze come noi su argomenti come le dipendenze e ci aiuta a capire le conseguenze di tutto questo, ma soprattutto questa esperienza deve insegnarci che non dobbiamo dipendere da qualcosa per vivere la nostra vita, qualunque cosa sia.

La festa della marteniza

di Irene De Angelis e Lorenzo Martinelli - II A

Quest’anno le professoresse hanno deciso di far fare a tutte le classi, alcuni  braccialetti di fili di lana rossa e bianca chiamati “martenize” che si scambiano nel periodo di primavera per fare un dono a baba Marta (la dea che porta via con sé l’inverno e che dà il benvenuto alla primavera) e esprimere un proprio desiderio appendendo la marteniza ad un albero gli ultimi giorni di marzo.

Alla metà di Gennaio le seconde hanno realizzato questi bracciali con le professoresse di scienze per tutte le altre classi, e il 6 Marzo siamo andati alla biblioteca per fare una cerimonia per questa tradizione bulgara, a cui hanno preso parte le classi di tutte le sezioni dell’istituto. In questo progetto le terze, le prime e le seconde si sono avvicendate, scambiandosi i braccialetti.

Corso A

Corso B

Corso C

Corso D

Corso E

Corso F

 Luna Rossa

di Patrik Diry, Diego Piludu e Sara Pusceddu - I A

La nostra classe (1A) è andata a visitare lo stabilimento segreto di Luna Rossa, al molo Ichnusa, con la professoressa De Giorgio, Salis e Urgu. Dopo essere arrivati con l’autobus, siamo entrati dentro lo stabilimento e ci hanno dato un portachiavi con appeso un pass. Alla fine della visita ce lo hanno regalato, e oggi molti lo usano per le chiavi dell’armadietto. Dopo aver depositato i nostri oggetti personali in una saletta ed esserci fatti un paio di foto di gruppo, la ragazza ci

ha detto delle informazioni generali, e poi siamo entrati nella palestra dove gli atleti del team si allenano, sottoposti a un programma durissimo che differenziava dai due gruppi di atleti. Il primo era composto da ciclisti che facevano andare la barca a pedali. Il modello che useranno per questa America's Cup andrà a pedali, spinta dagli atleti. Loro devono essere molto pesanti, mentre i velisti, dell’altro gruppo, devono essere più leggeri. Dopodichè siamo andati a guardare come mettevano una barca, dal vivo, in acqua! è stato molto bello ed emozionante. Poi siamo entrati in un capannone dove ci hanno mostrato il loro nuovo progetto: una barca molto grande fatta in carbonio. Ci hanno detto i loro pezzi se li facevano da soli utilizzando una gigantesca stampante 3D. Ci hanno fatto toccare un timone fatto di carbonio. Poi siamo entrati in un ulteriore capanno, questa volta un po 'più piccolo. Lì  abbiamo visto la loro "base 2" che usavano per parlare con il team quando era in mare. L’uscita ci è piaciuta moltissimo.

Prototipo di Luna Rossa 


Base di Luna Rossa a Cagliari

 Il CircleTime

di Fabrizio Cherchi Farci - III E

Nella nostra classe talvolta si avverte l’esigenza di chiarire alcuni aspetti del nostro stare insieme: fuori da scuola non possiamo incontrarci per via dei numerosi impegni di ciascuno. Quindi abbiamo chiesto alla nostra professoressa di italiano di darci la possibilità di un confronto e lei ci ha concesso di parlare tra noi durante un tempo dedicato, che si chiama “circle time”. Il momento di dialogo è organizzato in questo modo: spostiamo i banchi, ci mettiamo in cerchio in fondo all’aula, in modo da sentirci relativamente liberi di parlare e per guardarci negli occhi, mentre chiariamo vari aspetti relativi alle nostre giornate scolastiche. Il moderatore è una figura fondamentale del confronto: un compagno ci invita a mantenere il tono giusto nella conversazione (se facciamo chiasso e confusione il circle time viene annullato), dà la parola, stando attento ai turni (ci si prenota con la mano alzata), ci riporta su argomenti relativi al contesto scolastico (le altre questioni non si discutono in classe). Tale confronto favorisce la conoscenza reciproca, ci aiuta a creare un clima sereno in classe, perché impariamo ad ascoltare gli altri e ad esprimere noi stessi; inoltre serve per risolvere piccoli conflitti che ogni tanto si creano, magari per equivoco. A me alcune volte è servito, altre volte no; purtroppo capita di fare promesse che non manteniamo, ma sapere che una volta al mese, se serve, abbiamo questa opportunità, ci rende più tranquilli e partecipiamo quasi tutti con grande entusiasmo.

Bullismo e Cyberbullismo


di Angelica Piras - II F e Rebecca Chessa - I E

Mercoledì 7 febbraio le classi seconde hanno incontrato lo psicologo Luca Pisano e il suo team dell’Osservatorio Cybercrime, che ci hanno parlato di bullismo e cyberbullismo, anche mostrandoci dei video con le testimonianze concrete di due ragazze che purtroppo ne sono state vittima per via delle loro caratteristiche fisiche e di altri motivi non condivisibili.

Le vittime di bullismo hanno parlato interagendo con noi alunni e alunne e ci hanno detto che chi attacca ha spesso bisogno di attenzioni; per questo abbiamo riflettuto su chi è vittima di bullismo e alcuni di noi hanno contribuito alla spiegazione raccontandoci la loro storia e condividendo le proprie esperienze.

Ecco alcuni nostri pensieri:

-   chi “denuncia” questi atti di bullismo ha un grande coraggio;

-   chi compie questi atti di bullismo ha spesso poca fiducia in sè stesso;

-   in questo momento ci sono decine di persone che vengono bullizzate.

Per questo abbiamo scelto alcune immagini contro il bullismo.


 Sanremo, il Festival della canzone italiana

di Giulia Ferrero, Emma Marghinotti e Riccardo Orrù - II E e Anna Ferrero II D

Quest’anno dal 6 al 10 febbraio si è svolta la 74a edizione di Sanremo, un festival che tutti conosciamo (non negatelo: lo avete visto anche voi!) e come tutti gli anni si tiene nel teatro Ariston di Sanremo, famoso non solo per il festival che ospita  ma anche per i meravigliosi fiori.

Oltre ai 30 cantanti in gara questo festival ha ospitato anche celebrità famose in tutto il mondo: abbiamo infatti potuto ammirare artisti come Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Giovanni Allevi, John Travolta e, nella puntata del 7 febbraio, abbiamo potuto osservare sul palco il cast di Mare fuori, che ha parlato della violenza contro le donne e dei femminicidi.

Quest’anno i 5 finalisti sono stati Angelina Mango (figlia del celebre cantante Pino Mango), che ha partecipato ad Amici di Maria De Filippi l’anno scorso; Geolier un rapper napoletano acclamato dei giovani; Annalisa, una ragazza che ha partecipato già più volte a Sanremo e le cui canzoni, anche non se ha mai vinto, sono sempre diventate tormentoni; Ghali, un giovane che purtroppo è cresciuto nella povertà e solo con sua madre, non solo ci fatto emozionare con il significato della sua canzone, ma ci ha sorpresi tutti e tutte anche nella serata cover in cui ha cantato  delle canzoni che rappresentavano la sua storia terminando con “l’italiano”, e Irama, che ha già partecipato 5 volte senza  mai vincere.

LE CANZONI DELLA TOP FIVE

 in prima posizione LA NOIA (Angelina Mango)

 in seconda posizione I P’ ME, TU P’ TE (Geolier)

 in terza posizione SINCERAMENTE (Annalisa)

 in quarta posizione CASA MIA (Ghali)

 in quinta posizione TU NO (Irama)

SERATA COVER

    Angelina Mango  ha cantato La rondine di Mango

Geolier ha cantato con i celebri cantanti napoletani Luchè, Guè e Gigi D’Alessio Brivido, O’primmo ammore e Chiagne

Annalisa ha  cantato con la rappresentante di lista Sweet dreams

Ghali ha cantato prima una canzone in  arabo, poi Cara Italia e L’italiano

Irama ha cantato con Riccardo Cocciante Quando finisce un amore


Il Progetto Xanadù

di Irene De Angelis e Lorenzo Martinelli - II A e Angelica Piras - II F

Quest’anno, visto l’interesse di molti di noi ragazze e ragazzi per la lettura, le prof.sse Muroni, Origa, Rocchi e Zini hanno iscritto le nostre classi ad un progetto di animazione alla lettura in cui si consigliano, si leggono e si votano sul sito dell’associazione dei libri adatti alla nostra fascia d’età:  “Xanadù, comunità di lettori ostinati”.

Il primo febbraio le classi 2 A e 2F hanno partecipato ad una uscita didattica per incontrare Simone Piccinini, uno degli ideatori e formatori del progetto, presso il Centro Regionale Libri per Ragazzi, presso la Biblioteca di Monte Claro. Simone ci ha dato la sua opinione riguardo alla lettura e ha diviso i lettori in tre categorie:


Poi ci ha presentato alcuni libri della selezione di quest’anno, leggendoci alcune pagine e chiedendoci di riassumere quanto ascoltato e di fare ipotesi su come sarebbe proseguita la storia. Dopo, ci ha fatto alzare e ci ha dato il permesso di prendere in prestito un libro da leggere a nostra scelta, dandoci dei consigli sulla base delle nostre preferenze e interessi. 

La classe II F ha partecipato all’incontro dalle 9.00 alle 11.00, la II A a quello dalle 11.00 alle 13.00.

Alcuni dei libri che ci sono stati consigliati sono:


La casa di Pine Island, di Polly Horvath

- L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise, di Dan Gemeinhart

La casa dei cani fantasma, di Allan Stratton

- Teddy, di Jason Rekulak

- Hotel Grande A, di di Sjoerd Kuyper

- Al di là del mare, di Lauren Wolk

- La bambina che amava Tom Gordon, di Stephen King


A noi è piaciuto molto questo progetto: speriamo che ce ne siano altri simili. 

One Pager-Tutto in una pagina

La bambina che amava Tom Gordon


di Daniele Farci - II F

di Daniele Farci

Lo One Pager consiste nel disegnare e scrivere in una sola pagina, preferibilmente un foglio da disegno, gli aspetti più salienti di un libro o un film: serve a sintetizzare i temi principali di un testo, a presentare i personaggi, a riportare citazioni che riteniamo particolarmente importanti, curando con passione anche la parte grafica.

Il libro è ambientato nel giugno del 1998 in un bosco e la protagonista è Trisha McFarland, una bambina di 9 anni che ama la squadra dei Red Sox (una squadra di baseball) ma soprattutto Tom Gordon, il mitico 36. Trisha vive in una famiglia difficile perché il padre e la madre hanno divorziato e il fratello, per questo motivo, è sempre arrabbiato con la madre.

La famiglia McFarland va a fare una gita in un bosco e, tra una risposta scorretta e l'altra, inizia (come al solito) un litigio. Dopo un po' la nostra protagonista, Trisha, deve fare pipi e così, ignorata dalla madre e dal fratello, va da sola. Inizia però ad allontanarsi un po’ troppo dal sentiero e così, dopo non molto, si rende conto di non sapere più come tornare indietro...

Mi aspettavo che il libro fosse più bello per il fatto che è stato scritto da un grande autore, ma comunque mi è piaciuto. Talvolta è un po' ripetitivo, ma se cercate un libro da leggere e non sapete cosa scegliere ve lo consiglio.

di Teresa Polese

di Angelica Piras

La Busta-Libro

di Federico Elia - I F

Le buste-libro sono delle buste che servono per descrivere un libro.

In esse si trovano dei bigliettini con le informazioni principali e alcune informazioni, come: il titolo, l’autore/autrice, la casa editrice, i personaggi principali, i luoghi principali, la trama, il personaggio preferito, parole che hai scoperto o che ti hanno colpito, un oggetto rappresentativo, reale o disegnato…

La professoressa Origa ha dato questo compito alla nostra classe per le vacanze di Natale, insieme ad un libro da leggere che potevamo scegliere liberamente, su cui fare la busta, diverso per ogni alunno e alunna. 


Per costruirne una bisogna:

procurarsi una piccola busta di carta con i manici, disegnarci sopra una copertina diversa dall’originale ma ispirata al contenuto del libro, inserire all'interno della busta i bigliettini e inserirci dentro un oggetto che possa rappresentare il libro letto. Le buste libro vanno poi presentate alla classe, in modo che qualcuno possa interessarsi al libro, dato che è anche un modo alternativo per presentarne uno.

Anche il momento dell’ascolto è bello, rilassante e interessante, perchè si ha la possibilità di scoprire nuovi libri. Oltretutto è  anche divertente, dato che come oggetto alcuni hanno portato un carciofo,una conchiglia, una tesina, una katana giocattolo,una coppa e altro.

Costruirla, per me, è stato utile e divertente, perchè:

Consigli di lettura: "Ascolta il mio cuore" di Bianca Pitzorno

di Matilde Frau - I D 

“Ascolta il mio cuore” è un romanzo scritto dalla scrittrice sassarese Bianca Pitzorno per la casa editrice Salani. Il libro è ambientato in una piccola città della Sardegna tra il 1949 ed il 1950 e narra le avventure di Prisca, Elisa e Rosalba, tre scolare di quarta elementare in lotta contro la loro nuova insegnante, una donna estremamente severa, bugiarda ed ingiusta. I capitoli del libro raccontano ognuno le vicende delle protagoniste in ogni mese di scuola, da settembre a giugno. La storia finisce con un accenno alle vacanze estive di Prisca ed al matrimonio di Leopoldo e Ondina.

Vi consigliamo vivamente di leggere “Ascolta il mio cuore” perché narra le vicende di ragazzine ancora piccole che capiscono un messaggio molto importante che tutti noi dovremmo comprendere: per crescere bisogna imparare ad ascoltare il proprio cuore per leggerne le emozioni.


Consigli di lettura: "L'ultimo bisonte" di Annalisa Camilli

di Sara Pusceddu e Elisabetta Rana - I A e Matilde Frau - I D 

L' ultimo bisonte è un recente e affascinante romanzo per ragazzi scritto da una giovane giornalista romana, Annalisa Camilli.

Prendendo spunto dalla storia vera dei profughi Ismail e Anin, incontrati a Bialystok, in Polonia, il libro racconta il viaggio di una famiglia irachena composta da madre, padre e tre figli (più uno in arrivo) in fuga dal proprio paese. Insieme a tante altre famiglie, i protagonisti arriveranno in aereo in Polonia e poi in Bielorussia. Qui, un altoparlante li avviserà che non potranno attraversare il confine. I bambini, insieme ai genitori vagheranno per la foresta insieme alla famiglia di Mohamed, conosciuto in viaggio. Alcuni giovani volontari cercheranno di aiutarli, portandoli in un rifugio per farli mangiare e riposare. Dopodiché potranno continuare il loro viaggio che proseguirà in treno fino in Germania. Quando si preparano all’arrivo, la mamma sta per partorire, ma se avessero chiamato l’ambulanza sarebbe arrivata la polizia. Alla fine, la chiamano lo stesso e, per fortuna, la polizia concede alla famiglia di restare; invece, la famiglia di Mohamed viene riportata indietro. La mamma partorisce una bambina che chiamano Nur.

L'album di TutteStorie


Consigli di visione: Il club delle baby sitter


di Sara Pusceddu e Elisabetta Rana - I A

L’inizio della serie

 

Tutto ha inizio da un'idea di Kristy: un club di baby sitter pronte per ogni evenienza. E a chi chiedere per realizzare il progetto, se non alle sue migliori amiche Claudia, Mary Anne e Stacey? Tra bambini pestiferi, animali ingovernabili e altre innumerevoli avventure, queste amiche impareranno ad assumersi piccole e grandi responsabilità, affrontando famiglie bizzarre e segreti misteriosi.

 


Il club delle Babysitter è una serie statunitense ambientata in una cittadina del Connecticut, nella quale 5 ragazzine della scuola media creano una società di babysitter, alla quale poi si aggiungono altre due.

Le protagoniste sono:

  Kristy Thomas, l’ideatrice e presidentessa del club. Ama gli sport e i vestiti casual, e non le interessa la moda.

Mary Anne Spier, la segretaria.  Ha un atteggiamento infantile, adora le grandi città (in particolare New York) e vorrebbe andare a vedere uno spettacolo a Broadway. Ha una cotta per un ragazzo della sua scuola.

    Claudia Kishi, la vicepresidente. È la più stilosa, ama l’arte e detesta la matematica. La sorella maggiore, Janin, la critica in tutto ed è una secchiona. È la migliore amica di Stacey.

    Stacey McGill, è la tesoriera del club. Stilosa e intelligente, ha un diabete di tipo 1, per cui non c’è cura. Le piacciono i ragazzi, e viene da New York. 

    Dawn Shafer, è molto legata alle ingiustizie, come il cambiamento climatico e i diritti. Vuole cambiare il mondo. Sua zia è una strega, e lei e sua madre la seguono nelle sedute spiritiche femminili.

    Mallory ha undici anni, è entrata da poco a far parte del club e vuole diventare una scrittrice, tanto che vuole terminare il suo libro a undici anni e mezzo.

    Anche Jessi è nuova al club, ed è la più stralunata di tutte, molto vivace e allegra.


Collage delle illustrazioni dei libri della serie, scritti da Ann M. Martin e pubblicati nel 1986 in America e nel 1999 in Italia. In tutto il mondo vendettero tra i 170 e 180 milioni di copie.


Consigli di visione: Nuova scena


di Cecilia Aresu e Anna Porcu - I F e Valentina Cannas - II F

Lunedì 19 febbraio 2024 è uscita sulla piattaforma Netflix una nuova serie tv intitolata “Nuova scena”.

La serie parla di tre cantanti, Rose Villan, Geolier e Fabri Fibra, che ritornano nella loro città d’origine (Milano, Napoli e Roma) alla ricerca di nuove star del rap. Per trovarle chiamano in aiuto rapper famosi come Ernia, Guè, Marracash e Lazza. Il premio in palio è di 100 mila euro ma per aggiudicarselo i nuovi talenti devono essere in grado di mostrare unicità, carattere, di sapersi muovere mentre cantano, Rose sostiene che il rap sa essere donna ma, nonostante questo, ritiene che le donne che si cimentano in questo genere debbano avere atteggiamenti maschili.

I migliori cantanti (di strada) hanno avuto quasi tutti un'infanzia difficile e hanno scelto di esprimerla attraverso canzoni di genere simile come il trap, il rap e l’hip hop. La finale di “Nuova Scena“ vedrà ELMATADORMC7, JELECROIS e KID LOST sfidarsi presentando il proprio brano originale, disponibile su Spotify da martedì 5 marzo; le canzoni sono state realizzate in collaborazione con i più importanti producer della scena italiana, come Dat Boi Dee & Poison, Sixpm, Marz & Zef.

Consigli di visione: Surviving summer


di Viola Cicalo e Vittoria Maria Nastasi - I C

Surviving summer è una serie tv attualmente in corso, composta da 2 stagioni per un totale di 20 episodi. La serie è uscita per la prima volta in Italia il 3 giugno 2022, distribuita dalla piattaforma streaming Netflix.


Parla di un'adolescente ribelle di Brooklyn, interpretata da Summer Torres, che, espulsa più volte dalla scuola, viene mandata a vivere con degli amici di famiglia in Australia, nella piccola città di Shorehaven, vicino a Victoria (in una località che in realtà non esiste, ma è idealmente posizionata sulla Great Ocean Road, nel sud-est australiano, nei dintorni di Melbourne).

Summer inizialmente  è assolutamente contraria all’idea di passare l’estate in mezzo alla natura, lontano dalla città e da tutto ciò che le piace e che la porta a mettersi nei guai. A Shorehaven, infatti, i giovani non hanno troppe distrazioni e si dedicano al surf. 

Ma naturalmente, nel corso dell’estate, cambierà decisamente idea rispetto all’Australia e a tutto quello che è correlato al viaggio che inizialmente viveva come una punizione: si innamorerà della cittadina, delle persone, ma soprattutto del surf.

Black Out Poetry: la poesia nascosta tra le righe

a cura della classe ID - introduzione della prof.ssa Rita Murgia

Durante le ore di Educazione Civica, nell’ottica di un lavoro sull’educazione sentimentale che parte dalla parola poetica, ai ragazzi e alle ragazze di ID è stata proposta un’attività di Black Out Poetry, o Found Poetry,  ovvero una forma di scrittura artistica che crea nuovi significati a partire da un testo pre-esistente, cancellando le parole in eccesso. 

Presa una pagina qualsiasi di prosa (nel nostro caso Gulliver’s Travels e Alice in Wonderland), i ragazzi si sono lasciati richiamare dalle parole presenti sulla pagina scritta e, individuate quelle che maggiormente li hanno colpiti, sono arrivati a produrre testi poetici corredati da immagini. Le parole che hanno composto il pensiero o la poesia sono evidenziate e il resto della pagina è stato utilizzato come fosse un foglio da disegno, per dare ancora più forza al testo.

I ragazzi, inizialmente titubanti, si sono misurati con nuove forme di espressione, nuove prospettive su loro stessi e sul mondo che li circonda. Sono andati oltre la superficie e, nella libertà creativa, hanno prodotto dei lavori davvero meritevoli di apprezzamento ancor più perché partiti da un testo originale in lingua inglese.

A seguire una selezione di lavori.

di Giulio Pavone

di Carla Spada

di Martina Fiumene

Driving Miss Daisy

di Anna Perseo - III D

Driving Miss Daisy is an American comedy-drama 1989 film directed by Bruce Beresford and written by Alfred Uhry; this movie won three Golden Globe and four Oscars for Best Picture, Best Actress for Tandy, Best Adapted Screenplay for Uhry, and Best Makeup. This film is in fact considered to be one of the best films of the 1980s. The profits, on a budget of $7.5 million, are over $145 million. The main roles are performed by: Jessica Tandy (Daisy Werthan), Morgan Freeman (Hoke Colburn), Dan Aykroyd (Boolie Werthan) and Esther Rolle (Idella).

The story starts in 1948 when Miss Daisy’s son Boolie chooses to hire a chauffeur for his mom, a 72 years old Jewish woman. At first Miss Daisy doesn't like her new driver Hoke and decides to ignore him, because she wants to prove her son wrong and continue to be independent. She feels uncomfortable because she is afraid to be misjudged. After some attempts by Hoke, she accepts a ride to the grocery store. From that moment on, a caring and fun friendship will continue to grow for the next 25 years. But this film is not only about that; racism and hate are two of the hidden topics along with trust and prejudice. This movie can arouse a huge amount of emotions, from anger to a big laugh. This is a vision for all ages, and it must be seen at least once in life thanks to its still current themes.

Crossword: cities and countries

by I D

ACROSS

1 It is the city of Big Ben

4 It is the country of Neymar jr.

6 It is the city of Gigi Riva

8 It is the city of Vesuvius

9 It is the country of pasta and pizza

10 It is the country of Napoleon and of the baguette

11 It is the country of beer and würstel

12 It is the country of King Charles III

14 It is the place where myths were born



DOWN

2 It is also called “The Big Apple”

3 Its horoscope has animals names

4 It is the city of Pope Francis

5 It was the city of the tsar Nicholas II

7 It is the country of chocolate

13 It was the capital of the world

Last month's crossword

OUR SCHOOL - Answers


Debate: il problema del fumo in età adolescenziale 

di Elisa Zanardi - III D

Il debate è una sfida tra due squadre: i PRO e i CONTRO. I pro hanno il compito di difendere un'affermazione costituita dal topic, il titolo del debate, mentre i contro devono cercare di controbattere con essa.
Ogni squadra deve scegliere tre debater e un arringatore, che parleranno per il team e hanno un po' di tempo per preparare i discorsi di tutti gli oratori e cercare fonti per difendere le proprie argomentazioni. Successivamente i debater e l'arringatore parleranno alternandosi tra pro e contro e una giuria assegnerà dei punti in base ai quali si decreterà la squadra vincitrice.
Il topic di questo mese è "Fumare è sbagliato, ma lo è ancora di più durante l'adolescenza".

SQUADRA PRO
Secondo degli studi del Ministero della salute, fumare fa male soprattutto ai giovani. Infatti può bloccare o rallentare la crescita, aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie e causare occhiaie o malattie agli occhi. In Italia i dati riguardo al fumo in età adolescenziale sono molto preoccupanti: circa il 25% dei ragazzi e il 31% delle ragazze intervistate da un sondaggio che è stato fatto in tutte le regioni italiane dichiara di aver fumato almeno una volta nell'ultimo mese e circa il 50% dei ragazzi di 13 hanno provato almeno una volta a fumare.  Possibili cause di questi fenomeni sono: i prezzi accessibili a tutti delle sigarette, i tabaccai che vendono sigarette ai minorenni andando contro la legge, avere amici che ti spingono a fumare, le pubblicità allettanti e la disinformazione. Molti infatti pensano che le sigarette elettroniche non siano dannose perché non contengono nicotina, e magari iniziano a fumare proprio con quelle. Ma anche le sigarette elettroniche possono far male: contengono infatti sostanze che fanno male ai polmoni e ci rendono più esposti a patologie dell'apparato respiratorio. Infine, un altro motivo per non fumare, ma non meno grave, è la possibilità di sviluppare una dipendenza. È proprio così, infatti che si aumentano ancora di più i rischi di malattia.

SQUADRA CONTRO
Il fumo, soprattutto quando si è adolescenti, non è per niente sbagliato. Infatti, secondo numerosi studi, le sigarette contenenti nicotina aiutano il metabolismo, diminuiscono la fame e possono aiutare a ridurre lo stress e a concentrarsi di più in qualunque attività perché stimolano il cervello. 

Sono dunque un buonissimo modo per sfogarsi quando ci si sente stressati e possono aiutarci anche nello studio quando non riusciamo a concentrarci. Quindi fare uso di sigarette, se non si eccede, può portare dei benefici alla nostra psiche. 

La Fondazione AIRC e l'attività di beneficenza con la CRI

di Luca Pacini e Enrico Tocco - I B

La Fondazione AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, è un ente privato senza fini di lucro nato nel 1965 grazie all'iniziativa di alcuni ricercatori dell'Istituto dei tumori di Milano, fra cui il prof. Umberto Veronesi.

Nel 1966 vi entrarono i rappresentanti di importanti aziende italiane, come Silvio Tronchetti Provera (Pirelli), Laura Camerana Nasi (FIAT), Anna Bonomi Bolchini (Gruppo Bonomi) e Italo Monzino (Standa).

La  Fondazione lavora anche con le scuole per sensibilizzare gli studenti sin da piccoli, oltre che gli insegnanti, sul tema della ricerca contro il cancro.

Sempre in tema di solidarietà la nostra scuola si occupa da anni di raccogliere cibi e alimenti da donare in beneficenza alle famiglie bisognose con l’aiuto della Croce rossa.

Per noi ragazzi e ragazze è un’ occasione per capire l’importanza di aiutare chi ha bisogno e nello stesso tempo evitare sprechi inutili e apprezzare quello che abbiamo.

Indirizzo sportivo: le selezioni

di Viola Cicalò e Vittoria Maria Nastasi - I C

Nel nostro Istituto Comprensivo per entrare all'indirizzo sportivo bisognava sostenere due prove: una pratica e una  scritta.

Due settimane prima del test ci avevano detto che cosa avremmo dovuto fare e noi per entrare ci siamo esercitati su quei determinati esercizi. La prova scritta, secondo noi, era quella più difficile e che trasmetteva più ansia, invece per quella pratica eravamo e ci sentivamo  più tranquille, perché eravamo già entrate in contatto con lo sport. 

La prova era un circuito di 8 esercizi: il primo era il salto con la corda, che secondo noi era il più semplice; per secondo abbiamo fatto gli addominali, che sono stati per alcuni semplici e per altri meno; dopo abbiamo fatto i dorsali, che secondo noi sono stati i più difficili perché sono anche più impegnativi fisicamente; per quarto abbiamo fatto il test di flessibilità articolare solo nella parte inferiore del corpo; per quinto il salto in lungo, che sinceramente non era né difficile né facile ma intermedio; per sesto invece c'era il salto  in alto che per noi è stato il più divertente perché le misure di altezza erano segnate nel muro; per settimo abbiamo sostenuto il test navetta: c'erano due coni un po' distanti e si doveva correre avanti e indietro toccandoli o girandoci attorno per 4 volte; per ottavo e ultimo abbiamo dovuto fare un percorso che aveva un po' di tutto: all'inizio si dovevano saltare degli ostacoli, poi correre sino ad un materasso e fare una capovolta in avanti oppure, se non la si sapeva fare, un ‘’rotolino’’, poi passare sotto a una sbarra e infine concludere con una corsa fino alla fine, che era segnalata da un cono arancione fluo. 

La prova scritta invece l’abbiamo sostenuta nella stanza che ora sarebbero gli spogliatoi femminili: la commissione forniva un foglio di carta su cui c'erano delle domande a cui rispondere: una parte era dedicata alle conoscenze generali e un'altra solamente a uno sport preciso, nel nostro caso la ginnastica artistica e i vari elementi che vi si utilizzano. 

Indirizzo sportivo: attività di skateboard, 

ginnastica artistica, atletica e calcio a 5

Attività di indirizzo sportivo: skateboard, campo di via Rockefeller

Attività di indirizzo sportivo: ginnastica artistica, palestra società Amsicora

Attività di indirizzo sportivo: calcio a 5, campo scuola primaria Randaccio

Le nostre attività sportive d'Istituto - Hockey