Sommario 

Armonia e continuità: la musica unisce il nostro Istituto 

di Riccardo Valerio Cocco - III B, Tommaso De Angelis e Agnese Trincas - II B

Con il progetto Continuità accompagniamo gli alunni e le alunne nel delicato passaggio dalla Scuola dell'Infanzia alla Scuola Primaria e dalla Scuola Primaria alla Scuola Secondaria di primo grado. L'incontro con la Scuola Secondaria “G. B. Tuveri” è stata un inno all’armonia e alla socializzazione: in linea con il Piano dell’Offerta Formativa, si è creato un ambiente sereno per gli studenti e le studentesse, proteggendo la loro identità personale e supportandoli nel momento di transizione.


La prima fase del progetto è stata dedicata ai "Concerti esterni in Continuità". Gli alunni e le alunne del corso B ad indirizzo musicale hanno creato dei gruppi che si sono esibiti nei vari plessi dell’Istituto, presentando non solo la loro musica ma anche l’offerta formativa della Scuola Secondaria di primo grado. Quest’anno i concerti hanno coinvolto pianisti/e, clarinettisti/e e chitarristi/e delle classi II B e III B, creando un legame unico e coinvolgendo i vari ordini scolastici.


Tra i momenti più belli, Tommaso De Angelis della II B ricorda il concerto nella scuola dell’infanzia di Monte Mixi: l’accoglienza calorosa e gentile delle maestre e dei bambini e la magistrale presentazione dei brani del compagno Francesco Mameli. 

Inoltre Sarah Agus, pianista della II B, dice: «È stato molto bello scoprire la curiosità dei ragazzi e delle ragazze degli ordini inferiori, le loro domande sugli strumenti e sul repertorio presentato».


Un altro aspetto importante del progetto è stato l’ampliamento dei concerti rivolto ai bimbi dell'infanzia via Corsica, P. Freire e via Fermi. Per le esibizioni, Leonardo Cauli, sempre della classe II B, dice: «Ci siamo preparati/e con dedizione, trasmettendo la nostra passione ai più piccoli e cercando di creare un’atmosfera di festa e coinvolgimento».


Le reazioni entusiaste dei ragazzi e delle ragazze delle classi quinte della Randaccio, Is Guadazzonis e Nanny Loi e dei bambini/e dell'Infanzia hanno evidenziato il successo dell'iniziativa: applausi, abbracci, incursioni di bambini durante le esibizioni e inoltre l’attenzione ai dettagli, come l’allestimento degli spazi. Gradita da tutti i/le musicisti/e la generosità di maestra Alessandra Zanata, la quale ha accolto i ragazzi e le ragazze con un cioccolatino o un dolcetto.


La novità di quest’anno è stata un concerto preparato per le classi prime della Randaccio e di Is Guadazzonis, tenuto dai pianisti della III B. Particolarmente emozionante è stata l’esecuzione delle sorelle Eleonora e Beatrice Mura, rispettivamente delle classi III B e I B, le quali hanno presentato un brano per voce e pianoforte intitolato "Dentro una cosa piccola c'è una cosa grande".


Con l'avvicinarsi delle festività, tutti gli studenti e le studentesse si sono preparati per l’Open Day e tutto il corso B per il concerto di Natale. L'entusiasmo è cresciuto, soprattutto con l’esordio della I B e le orchestre delle classi II B e III B che hanno eseguito i brani "Interstellar" di Hans Zimmer e "Everybody Hurts" dei REM.


Il calendario degli eventi ha compreso anche il concerto degli alunni e delle alunne della prof.ssa Cassinelli e il concerto di Natale in continuità alla Nanni Loy. Gli organizzatori, le maestre Alessandra Zanata ed Elisabetta Loi e il professor Simone Floris, sono soddisfatti del lavoro svolto dagli alunni e dalle alunne e dell’attenzione e cura che i/le più grandi hanno tenuto nei confronti dei bimbi dell’Infanzia e della Primaria.


In conclusione, il progetto "Continuità" non solo ha unito le diverse fasi della formazione scolastica, ma ha creato un legame indelebile tra studenti/esse, docenti e comunità, dimostrando che la musica è un linguaggio universale che connette e lega tutti e tutte senza limiti di età.

 Progetto continuità "Indovina chi?", a cura dell'indirizzo linguistico

di Sara Pirinu - II D

Per il progetto Continuità, ogni anno la Scuola Secondaria di I grado “G.B. Tuveri” offre dei laboratori didattici agli alunni e alle alunne delle classi quinte dei plessi “Randaccio”, “Is Guadazzonis”, “Nanni Loy”, “Via Garavetti” e “Via Caboni”.

Quest’anno la nostra classe, la 2D a indirizzo linguistico sperimentale, ha accolto il 15 dicembre 2023 la classe quinta A della scuola primaria di via Is Guadazzonis, composta da venti alunni/e e accompagnata dalle maestre Manuela Marrone e Giordana Rinaldi. Il nostro incontro, che si è svolto nella palestra del primo piano, spazio polifunzionale della scuola, è iniziato con una breve presentazione delle diverse opzioni presenti nella Secondaria, e cioè il tempo ordinario, la settimana corta e gli indirizzi musicale, sportivo e linguistico. 

Subito dopo abbiamo fatto partecipare i bambini della primaria al gioco “Indovina Chi” in una versione in inglese creata dalla nostra classe. Gli alunni e le alunne della quinta A dovevano individuare una persona tra noi con particolari caratteristiche fisiche che venivano elencate in lingua inglese da uno di noi mentre alcuni degli altri compagni facilitavano la comprensione dei termini utilizzando dei piccoli cartelloni dove erano presenti dei disegni accompagnati dal termine in inglese. Ad esempio, se veniva detto “she has blonde hair” la persona con in mano il cartello riguardante i capelli (lunghezza e colore) indicava il disegno del colore corrispondente a quello appena letto.

Abbiamo fatto diversi turni di gioco ed è stata una bella esperienza perché ci siamo divertiti e abbiamo intrattenuto dei bambini e delle bambine con un gioco simpatico e istruttivo in lingua inglese e anche loro si sono mostrati interessati e contenti.

 L'Open Day alla Tuveri

di Valentina Cannas - II F, Rebecca Chessa - I E, Federico Elia - I F, 

Sara Pusceddu - I A, Elisabetta Rana - I A e Matilde Frau - I D

L’undici dicembre, dopo il discorso della Dirigente, noi alunni ed alunne siamo andati nelle aule da presentare per l’open day, in questo caso l’aula di scienze, e abbiamo aspettato i genitori interessati ad ascoltare la descrizione dell’aula. Nonostante la maggior parte dei bambini e delle bambine andasse a provare i microscopi, in cui erano stati inseriti vari campioni da osservare, o a rimontare modelli anatomici, come cervelli e occhi finti, i genitori erano disposti ad ascoltare informazioni sull’area della microscopia, sulla vetrina di mineralogia, sui modelli anatomici e sulla Lim. Nell’aula eravamo cinque: noi quattro della prima F per illustrare l’aula di scienze e un’altra alunna, Valentina, della seconda F, impegnata ad illustrare l’orto attraverso un modulo proiettato alla Lim. Noi quattro ci alternavamo per presentare, anche se è capitato di dover parlare in più alla volta quando arrivava troppa gente insieme. Molte madri hanno anche chiesto ulteriori informazioni sulle sezioni, sui e sulle docenti e sulla scuola in generale.

 

Dopo aver parlato dell’ indirizzo sportivo e di quello linguistico, nella palestra  si sono svolte varie attività, come il tennis tavolo e  varie  coreografie.

I bambini e le bambine hanno ascoltato i/le musicisti/e dell'indirizzo musicale che suonavano i vari strumenti, come il clarinetto, la chitarra e le percussioni nelle loro varie aule, mentre noi alunni/e abbiamo mostrato loro la nostra scuola e i lavori che svolgiamo con l’utilizzo della biblioteca e infine nell'aula multimediale si è parlato delle 24 postazioni e di come funzionano i  vari computer. 


Il nostro orto è situato nel giardino della scuola e vi si trova un piccolo frutteto che circonda i nostri box pieni di verdure; per esempio, ci sono i pomodori, le melanzane e le fragole con il nostro spaventacornacchie Pino. Per preparare il nostro orto d’inverno abbiamo piantato i cavolfiori e la cicoria e abbiamo tolto le piante che non avrebbero potuto resistere al freddo. Abbiamo piantato anche il prezzemolo, la rucola, il basilico e gli asparagi. Con gli scarti delle potature creiamo dei mazzettini da regalare alle nostre famiglie. Per rinvigorire il terreno usiamo delle terre consigliate da un esperto, per esempio la terra universale e la torba. Per combattere gli afidi, dei minuscoli animali che possono far ammalare le piante e farle morire, spruzziamo un trattamento biologico, il sapone di Marsiglia diluito con un po’ di acqua. Un altro metodo naturale per salvare le nostre piantine dalle lumache sono i fondi del caffè, che le allontanano. Per prenderci cura dell’orto spazziamo le foglie cadute nelle giornate ventose, annaffiamo, potiamo, rinvigoriamo la terra, la smuoviamo per ossigenarla e creiamo il compost con le foglie cadute: le mettiamo tutte in un angolo e ci spruzziamo sopra un po’ di acqua per farle decomporre.

 Il concerto di Natale

di Fabrizio Cherchi Farci - III E e Davide Nonnis - I E

Il giorno 9 novembre 2023 si è svolto un concerto con tutte le prime, le seconde e le terze dei corsi A, E, F in cui insegna la professoressa Roberta Cassinelli, che ha anche cantato il brano “Imagine”. 

Le prime hanno cantato la “Leggenda del Piave” e “Demonios”.

Le seconde hanno cantato “Cunservet Deus su Re” e “Procurade e moderare”.

Le terze hanno cantato "Nanneddu meu” e “No potho reposare”.

Sono state eseguite canzoni tipiche italiane e sarde ed è stata una bella esperienza cantare tutti insieme.

Siamo stati protagonisti anche di un altro concerto, nel quale abbiamo cantato delle canzoni natalizie, dalle più classiche e conosciute come "A Natale puoi" e "Jingle bell rock" ad altre più ironiche, come "Natale allo zenzero" di Elio e le storie tese.

Al concerto di Natale hanno assistito anche i genitori.


 La giornata "No Dipendenze"

di Irene Carrus e Stella Scotto - II C

Il giorno 27 novembre 2023 abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un evento chiamato “Giornata NO Dipendenze”.

Verso le 9 e mezza ci siamo diretti verso il campi coni A e prima che iniziasse l’evento ci hanno fatto provare dei giochi di forza e di logica.

Inizialmente ci hanno fatto accomodare negli spalti dello stadio di atletica e ci hanno subito deliziato con una canzone e due esibizioni molto belle e impressionanti: erano una di parkour, in cui dei ragazzi hanno fatto molte evoluzioni pericolose e salti mortali e l’altra erano evoluzioni in bicicletta in cui un ragazzo ha addirittura saltato una corda di fuoco appunto con il mezzo.

Dopo questa prima fase l'evento ha avuto inizio: ci hanno spiegato cosa sono le dipendenze (come fumo, alcool, droga, ecc..) e come evitarle.

Abbiamo visto diversi filmati e abbiamo appreso il loro messaggio.

È stata un'esperienza molto istruttiva.

Questo evento si è ripetuto anche in altre parti della Sardegna in altre date prestabilite; erano presenti anche degli sponsor come Coldiretti, la Guardia di Finanza, la Polizia e i Vigili del Fuoco. La Coldiretti ci ha offerto frutta fresca per merenda, la Polizia ci ha spiegato come si utilizzano l’auto e la moto per arrestare i malviventi. Ci hanno fatto vedere come funzionano le sirene (che abbiamo anche provato) e ci hanno fatto provare l’alcool test e spiegato come funziona il meccanismo.

La Guardia di Finanza e i Carabinieri ci hanno spiegato il loro lavoro e come sequestrano le sostanze vietate. I Vigili del Fuoco hanno fatto fare un'esibizione al loro cane addestrato per salvare le persone. Tutti ci hanno regalato delle matite, penne e un diario come ricordo.

Per proseguire con la giornata, oltre a continuare a provare i giochi, abbiamo fatto un test di guida con delle automobili per bambini per imparare e capire le regole stradali.

Verso le 13 ci siamo avviati verso la scuola.

È stata un'esperienza molto bella e istruttiva, per niente noiosa e che secondo noi si dovrebbe ripetere più volte nelle scuole.

Non Una Di Meno

25 novembre 2023: la manifestazione contro la violenza sulle donne a Cagliari


di Marta Nardi - III B

Il 25 novembre 2023 si sono svolte in tutta Italia manifestazioni contro la violenza sulle donne. A Cagliari la manifestazione, organizzata dal movimento femminista “NON UNA DI MENO” ed estremamente partecipata, si è svolta dalle 16:00 alle 19:00 circa, sulle scalinate del Bastione St. Remy. 

Una delle cause scatenanti della protesta è stato il femminicidio di Giulia Cecchettin, l’ultimo di una lunga serie. La manifestazione ha avuto inizio alle ore 16:00 con un po’ di persone, che in poco tempo sono diventate una folla: le persone presenti erano così tante che le scalinate non riuscivano a contenerle, ed è stato bloccato anche il traffico. Ai piedi delle scalinate vendevano delle bandane fucsia con la scritta nera “NON UNA DI MENO”, e venivano distribuiti dei fogli con gli slogan e le canzoni che sarebbero state cantate in seguito. 

Quando ormai la piazza traboccava di persone, sono iniziati gli interventi da parte delle organizzatrici della manifestazione, tra cui Benedetta Ziliani, un’educatrice della nostra scuola nonché parte del movimento femminista “NON UNA DI MENO”. È stata recitata la poesia dell’attivista peruviana Cristina Torres Caceres, “Se domani non torno, distruggi tutto” che è diventato il manifesto contro il femminicidio. Inoltre hanno preso la parola anche il portavoce in Sardegna di “Amnesty International" e una ragazza Italo-Palestinese, e entrambi hanno parlato della situazione delle donne nel resto del mondo. Tra i vari interventi si sono susseguiti slogan e minuti di grande chiasso che tutti i e le partecipanti mettevano in atto con ogni tipo di oggetto: chiavi, pentole etc., a simboleggiare che le donne non vogliono più stare in silenzio e subire, ma far sentire la propria voce anche a nome di tutte quelle che una voce non ce l’hanno più perché è stata tolta loro con la violenza. Quando mi è stato proposto di partecipare alla manifestazione, inizialmente non avevo aspettative troppo alte: sono andata perché comunque era per una causa importante e io, in quanto ragazza, ritenevo giusto e importante assistere. Quando però ho visto così tanta gente, sia donne che uomini, e quando è stata recitata la poesia e ho visto le prime persone piangere, ho capito che nel suo piccolo ognuna di quelle persone stava contribuendo a cambiare questo mondo così maschilista e con così grandi disparità di genere, dove molti uomini pensano che una donna sia di proprietà di qualcuno, dove il corpo di una donna viene trattato come un oggetto, senza avere assoluto rispetto, in un mondo in cui in alcuni Stati vengono ancora promesse in sposa delle ragazzine di dodici anni a degli uomini che magari ne hanno settanta, senza aver possibilità di scegliere e venendo costrette ad una vita infelice, in un mondo dove ci sono donne, e ragazze anche molto giovani, alle quali è negato il diritto di abortire anche quando hanno subito violenza e sono state stuprate.

Dopo tutto questo, posso dire che è davvero valsa la pena di partecipare alla manifestazione.

Non Una Di Meno

Intervista a Benedetta Ziliani, attivista di Non Una Di Meno


di Marta Nardi - III B

Marta: Fa parte di un movimento femminista? Se sì quale e da quanto tempo?

Benedetta: Faccio parte di Non una di meno dal 2016/2017.

Marta: Si aspettava che così tanta gente avrebbe partecipato alla manifestazione?

Benedetta: Mi aspettavo che partecipasse più gente del solito, ma non così tanta: è stata una bella sorpresa.

Marta: È la prima volta che partecipa così attivamente a questo genere di manifestazioni?

Benedetta: No, sono tanti anni che sono impegnata e essere attiva nell’organizzazione è una parte che mi piace molto.

Marta: Come ci si sente?

Benedetta: Ci si sente parte di qualcosa di più grande.

Marta: Quali sono gli argomenti femministi che le sono più vicini, o per i quali si batte di più?

Benedetta: È molto difficile rispondere; sicuramente la violenza di genere, l’educazione all’affettività e alla sensibilità, la cura di sé e delle altre persone. 

Marta: È da un po’ che non si facevano questo tipo di manifestazioni: avete sentito il bisogno, a seguito degli ultimi femminicidi, di rappresentare la voce delle donne?

Benedetta: In realtà Non una di meno, sia a livello nazionale sia a livello locale, è dal 2016 che fa questo tipo di manifestazioni; è la risposta delle persone e dei media che è stata diversa in questo caso.

Marta: A seguito di questa manifestazione, si aspetta che cambi qualcosa?

Benedetta: Diciamo che forse quest’ultimo periodo può aver portato più persone a riflettere e a interrogarsi su alcuni fenomeni . La speranza del cambiamento c’è sempre, ed è il motivo per cui si sta in un movimento e si manifesta.

Marta: Negli ultimi anni ci sono stati molti femminicidi: perché solo ora si è sentita la necessità di manifestare?

Benedetta: Come detto, Non una di meno manifesta dal 2016. Il numero di femminicidi  purtroppo non si è abbassato negli anni. In media ogni tre giorni una donna viene uccisa da un compagno, da un ex, da un familiare o conoscente. Per questo 25 novembre la differenza credo l’abbiano fatta le parole di Elena, sorella di Giulia Cecchettin: ha chiamato le cose con il loro nome, facendo arrivare il messaggio in tutte le case.

Marta: Perché è stato deciso come luogo proprio il Bastione, e non uno spazio più grande? È stato deciso da voi o dal Comune?

Benedetta: Anche l’8 settembre abbiamo dato appuntamento al Bastione, così come l’8 di ogni mese diamo appuntamento in piazzetta Maria Lai per nominare tutte le donne uccise, ma non c’è mai stata tutta la gente che si è presentata il 25 novembre di quest’anno. Lo spazio non è riuscito a contenere 1.500 persone circa e così hanno deviato il traffico. Anche l’idea di una piazza traboccante è bella, però il problema è che poi abbiamo fatto una chiamata per l’8 dicembre in piazzetta Maria Lai, appunto, e i numeri erano decisamente altri.

Marta: Come è stata organizzata la manifestazione?

Benedetta: Il 25 novembre è un appuntamento fisso per “Non una di meno”. Quest’anno, rispetto agli altri anni, tutte le componenti del nodo di Cagliari sono rimaste qua e non hanno partecipato alla manifestazione di Roma. Si è sentita la necessità di parlare al territorio e di ascoltare il territorio. Abbiamo quindi deciso per una manifestazione statica dove poter ascoltare e ascoltarci. Alcuni interventi erano programmati e fatti da collettivi o associazioni che hanno aderito alla manifestazione, poi avevamo deciso per il microfono aperto e tante persone direttamente dalla piazza hanno deciso di prendere parola e di raccontare anche esperienze e vissuti molto personali e la piazza è stata ad ascoltare con attenzione ogni parola.

Questo era il nostro scopo, creare in una piazza uno spazio sicuro, dove poter parlare di temi importanti, dove incontrarsi e confrontarsi, e credo che l'obiettivo sia stato raggiunto.

La violenza contro le donne

di Giulia Campagna, Matilde Floris, Lorenzo Perseu e Giulia Tronci - III C

Sempre più spesso ci arrivano notizie su violenze perpetrate nei confronti delle donne; in Italia colpiscono una donna su tre.

Non è facile riconoscere la violenza perché può assumere diverse forme.  La più “facile” da riconoscere è probabilmente quella fisica, che comprende qualsiasi fatto compiuto con l’intenzione di fare del male o terrorizzare la vittima. Oltre alla violenza fisica possiamo trovare la violenza sessuale (che è un atto di umiliazione, sopraffazione e soggiogazione che il maschio compie nei confronti della donna), la violenza psicologica, la violenza economica e lo stalking.

In Italia i dati dell’ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne ha subito una qualche forma di violenza, spesso da parte del partner, o ex-partner, parenti o amici.

Da molto tempo le donne hanno un ruolo maggiormente riconosciuto che in passato e, per fortuna, in molti casi si è raggiunto un certo livello di parità di genere, che però non è ancora totale.

Il 25 novembre viene celebrata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Personalmente trovo che queste giornate siano inutili: tutti/e noi intorno a quella data manifestiamo il nostro pensiero scendendo in piazza, scioperiamo e poi torniamo alle nostre vite normali come se non fosse successo niente. Bisognerebbe “prevenire”, non curare.

In generale parliamo di violenza di genere, ma poiché la maggioranza delle vittime sono donne possiamo parlare di violenza sulle donne, o meglio, contro le donne. Pensiamo a tutte le violenze che solo le donne o le bambine subiscono nel mondo, come l’aborto forzato, la mutilazione genitale o il fenomeno delle spose bambine.

La mia scuola, per il mese dedicato alla violenza contro le donne, si è mobilitata molto: abbiamo fatto tante discussioni, è venuto uno specialista che ci ha sensibilizzato e siamo andati al cinema a vedere un film fantastico, dal titolo “C’è ancora domani”.

Questo film mi ha commosso e mi ha fatto riflettere molto su quanto le donne abbiano dovuto lottare per ottenere dei diritti che oggi sottovalutiamo parecchio, ma che allora erano un lusso maschile.

La nostra scuola ha ospitato un’associazione chiamata Donna Ceteris, un centro antiviolenza che opera contro la violenza sulle donne, lo stalking e i maltrattamenti in famiglia e nel sociale. L’incontro ci è piaciuto tanto perché il messaggio che ci è arrivato subito è quello di raccontare sempre ai nostri genitori, alle e agli insegnanti oppure ai nostri amici e amiche tutto ciò che per ci sembra strano nelle nostre amicizie o nelle relazioni amorose.

Nonostante ci siano state tante manifestazioni pubbliche e televisive, il 18 novembre abbiamo sentito una notizia gravissima: è stata uccisa una giovanissima ragazza, Giulia Cecchettin, che si sarebbe dovuta laureare dopo pochi giorni: l'ha uccisa il suo ex fidanzato, che non sopportava di essere stato lasciato. Questa notizia mi ha reso profondamente triste. Secondo me la cosa che spinge molte persone ad uccidere è la voglia di possesso, il fatto che molti uomini non sappiano accettare un “NO” e molto probabilmente l’influenza dei social e della musica, che spesso diffondono messaggi negativi.

Matilde Floris 3C

 

“Nessuno dovrebbe avere paura di amare perché l’amore è magico.

La violenza e gli insulti non sono amore e nemmeno le rose per scusarsi di gesti violenti sono amore”.

Giulia Tronci 3C

 

“Bisogna essere libere di amare perché l’amore non ha limiti e nemmeno lividi. Ogni cicatrice apre ricordi che difficilmente si dimenticano.”

Giulia Campagna 3C

 

“Senza la donna non si può nascere, non si possono creare nuove generazioni, quindi l’unico modo di trattare una donna è venerandola. Sono sicuro che non mancherò mai di rispetto a una donna, le parlerò e la guarderò sempre pensando che abbia qualcosa in più di me e degli uomini in generale”.

Lorenzo Perseu 3C


Consigli di visione: C'è ancora domani


di Anna Perseo - III D

“C’è ancora domani” è il titolo del film italiano con più di 5.000.000 di biglietti venduti. Acclamato dalla critica italiana e estera, sta superando, nell’ultimo periodo, i celebri film "Oppenheimer" e “Barbie”. E' girato interamente in bianco e nero e, per i primi otto minuti, con l’ausilio di cineprese in rapporto 4:3. Paola Cortellesi ha dichiarato di aver effettuato queste scelte di stile sia per favorire una visione più immersiva, sia come tributo ai film italiani dell’epoca in cui è ambientata la pellicola. Ecco un estratto di una sua dichiarazione in cui spiega la scelta d’ambientazione: «È stato naturale. La storia del film è inventata, ma c’è moltissimo dei racconti della mia famiglia. Sono per metà romana e per metà abruzzese. Mia madre venne a Roma a sei anni e ha trascorso qui la sua primissima infanzia, ma molte delle storie da cui ho tratto ispirazione sono di mia nonna. È anche il motivo per cui ho immaginato l’opera in bianco e nero. Quando ti tornano in mente le immagini del passato a Roma non sono mai a colori. [...] La Roma di C’è ancora domani è molto lontana dalla Roma di oggi. [...] La vita sociale era diversa: forse le famiglie borghesi erano le uniche discrete. [...] Abbiamo messo in scena un’incomunicabilità totale, che rappresenta la differenza di ceto sociale a Roma, come nel resto di Italia. [...]»

Ambientato nel Maggio 1946 a Roma, la pellicola racconta la storia di Delia, una donna molto impegnata che passa le sue giornate a svolgere diversi lavori per mantenere la sua famiglia ma non ha mai un minuto di pace in quanto subisce giornalmente violenze dal marito Ivano, con cui ha tre figli. La più grande, Marcella, non sopporta che la madre soccomba ai soprusi di Ivano e la istiga a scappare da quella situazione. Una sera Delia, tornando dal lavoro, riceve una lettera particolare che sarà un dettaglio fondamentale della sua avventura, dove scoprirà un mondo nuovo e pieno di sorprese.

Ecco un elenco di alcuni video e interviste ufficiali per approfondire:

C'è ancora domani - Backstage ufficiale

C'è ancora domani - Trailer ufficiale

C'è ancora domani - intervista a Paola Cortellesi: "Sta' zitta a chi?!"


Incontro con Christian Rossi: il conflitto israelo-palestinese


di Paolo Garau, Giovanni Spano e Aurora Viviani - III A

Lo scorso 17 novembre 2023 le classi terze del nostro Istituto hanno avuto la possibilità di incontrare il professor Christian Rossi che si occupa di Storia delle Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari. Il professore non è nuovo a esperienze di questo tipo: nonostante lui lavori infatti con ragazzi molto più grandi di noi, nutre sempre un grande piacere a incontrare un pubblico di giovanissimi ed è stato ospite della nostra scuola anche in altre occasioni, aiutandoci a comprendere le dinamiche che hanno portato alla guerra fra Russia e Ucraina. Il tema di quest’anno invece ha riguardato un conflitto più recente ma che ha radici antiche: quello Israelo-Palestinese.

Il professore ci ha spiegato che la disarmonia fra i due popoli ha avuto inizio molti anni fa e ha visto coinvolte, in un complicato tentativo di gestire gli equilibri internazionali, anche tante nazioni europee già nel primo ‘900. Per questa ragione non è del tutto corretto ritenere che questo conflitto sia successivo alla Seconda Guerra Mondiale come comunemente si crede, rimandando esclusivamente ai fatti che videro costituirsi, nei territori attualmente contesi, la nascita del nuovo Stato di Israele.

La cosa importante è che da questo intervento, a tratti complesso per la ricchezza delle informazioni e la difficoltà di ricollegare tutti gli eventi, abbiamo colto che non ha grande importanza comprendere come sia iniziata la guerra o assumere atteggiamenti di parte schierandosi da una parte o dall’altra (il professore ha spiegato che entrambi i popoli avanzano ragioni valide a sostegno della propria posizione). Ciò che è importante comprendere è che attualmente TUTTI, soldati e civili pagano a caro prezzo il costo di un conflitto che non ha mai avuto e non avrà mai una giustificazione valida per continuare.

La PACE è un diritto di tutti i popoli.

Incontro con l'autore: Beniamino Sidoti al Festival Tuttestorie 

con "Ti aspetto a San Qualcosa"

di Giovanni Ambrosini, Michele Figus e Michele Scrugli, III A

Tuttestorie è un evento straordinario: un meraviglioso festival di letteratura per ragazzi dove si possono incontrare autori che hanno aderito alla manifestazione e presentano i loro libri condividendo con noi ragazzi il loro punto di vista. La nostra scuola partecipa tutti gli anni e noi ci prepariamo durante le vacanze estive con la lettura del libro e poi ci confrontiamo con l'autore.

Le classi 2A e 2E lo scorso 5 ottobre hanno incontrato Beniamino Sidoti, l’autore del libro “Ti aspetto a San Qualcosa”. Lo abbiamo incontrato nel primo pomeriggio, dopo aver pranzato tutti insieme nella piazza vicina all’ExMa, il luogo magico in cui si tiene il festival, animato da torri, tende e un via vai di ragazzi e adulti felici. Il libro non ci ha appassionati tutti allo stesso modo: raccontava la storia di Simone che si trasferisce col padre in un posto che non conosce ma che pian piano scoprirà grazie a Sara…ma sulla trama non vogliamo sbilanciarci: leggetelo e fatevi una vostra opinione. Ciò che però ci piace dire è che lo scrittore è stato coinvolgente e ha tenuto testa a tutte le domande di un nostro compagno, Fabrizio, che ha dialogato con lui mostrando di avere una grande curiosità.

 Il resto del pomeriggio lo abbiamo trascorso a curiosare nello spazio dedicato a Daniela Zedda, una fotografa che ora non c’è più ma che per tanti anni è stata la fotografa ufficiale del festival. È stato un momento molto bello perché erano esposte tante foto scattate ad autori in pose divertenti e noi potevamo modificarle aggiungendo curiose calamite a forma di barbe, chiome, cappelli e parrucche. È stata una bella esperienza che ci ha permesso di conoscere gli autori e acquistare i loro libri. Inoltre ci piace fare scuola fuori dai locali scolastici, anche a costo di fare lunghe camminate, proprio come in questa occasione.

Consigli di lettura: "Bambini di cristallo" di Kristina Ohlsson

di Sophia Giovanna Kiener e Angelica Piras - II F 

Bambini di cristallo è stato scritto dall’autrice svedese Kristina Ohlsson nel 2013. È lungo circa 160 pagine e consigliamo la lettura del libro a bambini e bambine dagli undici anni in su.  Da questo libro è stato preso spunto per il film horror The Others.

Il libro parla di Billie, una ragazza svedese che dopo la morte di suo padre si trasferì con la mamma in una vecchia casa ad Åhus, cosa a cui lei era contraria fin dal primo momento. 

Questa casa secondo Billie aveva qualcosa di sospetto, sia per via di numerosi incidenti che capitavano, sia per le contraddizioni in cui era caduto Martin, l’agente immobiliare che aveva venduto la casa alla madre di Billie, uno strano e goffo personaggio.

Tutti questi sospetti, però, finirono per diventare vere e proprie paure, tra muri che scricchiolavano, scritte inquietanti su giornali rimasti abbandonati, porte che si aprivano durante la notte, minuscole impronte e oggetti spostati.

Billie scoprirà presto che questa casa era temuta da tutti gli abitanti di Åhus e che qualcuno, in particolare una vecchia signora, sosteneva che chi vi abitava fosse destinato a terribili sciagure…

Questa lettura è stata particolarmente scorrevole: il libro è riuscito a suscitare in noi una particolare suspence e infatti era difficile smettere di leggere perché ogni capitolo si conclude con un colpo di scena che suscita la curiosità di scoprire ciò che accadrà in seguito.

Vi consigliamo senz’altro la lettura di questo libro: vi appassionerà.

One Pager-Tutto in una pagina

Look Back


di Sophia Giovanna Kiener - II F

di Sophia Giovanna Kiener

di Daniel Frau

Lo One Pager consiste nel disegnare e scrivere in una sola pagina, preferibilmente un foglio da disegno, gli aspetti più salienti di un libro o un film: serve a sintetizzare i temi principali di un testo, a presentare i personaggi, a riportare citazioni che riteniamo particolarmente importanti, curando con passione anche la parte grafica.

Abbiamo letto il manga per il Progetto di animazione alla lettura Xanadù, che prevede che gli alunni e le alunne delle classi partecipanti votino i libri letti sul sito www.progettoxanadu.it

La mia recensione è stata questa:

La storia è molto bella e mi è piaciuta molto perché è un po' confusa e non immediatamente intellegibile perché cambia dal passato al presente e così via: ancora adesso non so se la storia parli del presente o del passato. Anche il finale è molto confuso, non si capisce bene come vada a finire la storia, ma proprio questa è una cosa bella perché tutti possono immaginarlo come preferiscono. 

Il manga parla dell'amicizia tra due ragazze che sono completamente diverse, ma accomunate dalla stessa passione di disegnare diventano amiche e anche con le litigate vanno insieme fino alla fine. Questa diversità tra amiche o amici mi ha ricordato molto la mia migliore amica e mi ha fatto anche capire meglio che cosa voglia dire avere una amica/o. Il libro si legge molto velocemente e lo consiglio a tutti, sia a quelli che leggono spesso manga come me, sia a quelli per cui sarebbe la prima volta.

Consigli di visione: Togo


di Cecilia Aresu e Anna Porcu - I F

La I F, con la professoressa Benedetta Scanu e il professore Simone Floris, ha dedicato tre ore di religione e di materia alternativa per guardare un film sul coraggio, sulla sopravvivenza e su una grande amicizia tra cane e uomo: Togo.

Nel 1925 in Alaska scoppiò una grave epidemia che colpì soprattutto i bambini. Un esperto di viaggi in slitta decise di andare a prendere le medicine che erano in un'altra città molto lontana, ma per farlo doveva attraversare diversi pericoli. I suoi cani da slitta erano i più forti della città; il cane che guidava la slitta era veloce ma vecchio e si chiamava Togo. Durante il percorso Togo si infortunò ma riuscì comunque a riportare il padrone a casa. Il siero lo portarono in città altri Marshall professionisti. Riuscirono a sconfiggere la malattia ma purtroppo il cane non si riprese del tutto dall’infortunio e, anziché correre, da allora tutte le mattine fa una lunga passeggiata insieme ai suoi padroni. Il film ci insegna che con la forza, il coraggio e l’amicizia si può superare ogni ostacolo.


Consigli di visione: Interstellar


di Francesco Masala e Gabriele Bocchia - III C

Ambientato nel 41° secolo, il setting di Interstellar è un futuro distopico nel quale la Terra è ormai diventata un pianeta povero di risorse, inabitabile e colpito da continue tempeste di sabbia che rendono la vita impossibile. Nell’ottica di trovare vie alternative per garantire la sopravvivenza, l’ingegnere della NASA Joseph Cooper e sua figlia Murph scoprono un fenomeno fisico mai osservato prima: sul pavimento si dispongono delle strisce di sabbia che, secondo lo scienziato, rappresentano delle coordinate codificate in base a un sistema binario. 

Decidendo di seguirle, i due si ritrovano in un centro segreto della NASA dove Tom e Amelia Brand sono impegnati a studiare un cunicolo spazio-temporale nei pressi di Saturno e vicino al buco nero Gargantua. La precedente spedizione alla scoperta di questa porzione di universo, tuttavia, si era rivelata un fallimento e l’unico superstite (Mann) continuava a comunicare da anni dati apparentemente inutili. Joseph decide comunque di intraprendere il viaggio spaziale insieme ad Amelia con la convinzione di poter salvare l’umanità; raggiunto l’esatto punto in cui l’astronauta Mann si trova, però, l’equipaggio è costretto a superare una serie di sfide che renderanno difficile il rientro a casa. 

A teatro con "Mio Capitano"

di Chiara Cossu e Carola Letizia Ledda - III A

Il 12 dicembre le classi III A e III B hanno assistito, presso il Teatro Massimo di Cagliari, alla rappresentazione teatrale "Mio Capitano", rivisitazione del film "L'attimo fuggente" del 1989. Il personaggio più coinvolgente era il professor Keating che, con la sua passione per la vita e la letteratura, ha sensibilizzato e infiammato gli animi sia degli attori in scena che degli spettatori. Il professor Keating è andato oltre il palco interagendo e coinvolgendo il pubblico che ha partecipato all'"ingiustizia" da lui subita alzandosi in piedi accompagnato dagli applausi. Per gli studenti e le studentesse della Scuola Secondaria Tuveri è stata un'esperienza entusiasmante e coinvolgente, assolutamente da consigliare. 

Non è cosa: racconti di oggetti fatti per durare

di Giovanni Efisio Batetta, Rosanna Batetta e Sofia Carboni - I F

Venerdì 24 Novembre, la classe 1F ha partecipato al progetto “Non è cosa”, che si è svolto negli spazi della Manifattura di Cagliari.

Dopo aver sperimentato diverse attività su tavoli appositamente allestiti e aver partecipato al laboratorio di intreccio con Rosalba Piras, siamo stati coinvolti in un laboratorio interattivo con la compagnia Is Mascareddas di Donatella Pau, che ci ha fatto creare uno scenario con le ombre con oggetti "a caso"!!!

Le ombre possono essere tutto, se usate bene. Ci siamo divisi in gruppi e abbiamo cominciato creando una chiesa, poi una città e per finire una prigione. 

Ovviamente abbiamo usato molti oggetti per creare queste ombre: una papera, una sedia, una scatola e altri oggetti. Abbiamo proiettato una luce e le immagini si sono formate attraverso le ombre creando un effetto ottico pazzesco. È stato bello capire che da oggetti si può fare tanto.

Noi personalmente ci siamo divertiti un sacco e spero che anche voi che ci siete andati vi siate divertiti. Se non ci siete andati ci dispiace molto: magari ci andrete un’altra volta.  

Laboratorio d'ombre

La mostra "Nuragica" 

di Giovanni Cucca e Diego Piludu - I A

Il 29 novembre la classe I A, accompagnata dalle professoresse De Giorgio e Salis, è andata a visitare la mostra “Nuragica”.

La mostra era molto interessante, i reperti - nonostante fossero riproduzioni - sembravano veri, e la guida era molto brava a spiegare e anche molto simpatica.

All’inizio della mostra la guida ci ha mostrato una tomba dei giganti, una delle classiche capanne in cui vivevano i nuragici e delle immagini dei più grandi nuragici.

Poi ci ha mostrato una classica bottega di un fabbro nuragico e delle riproduzioni dei bronzetti e nel mentre ci ha spiegato  quali personaggi rappresentavano i bronzetti.

Ci ha poi portato in una struttura che rappresenta una “sala riunioni” dei nuragici, con dentro il modellino di un nuraghe e successivamente in un luogo di culto (una specie di chiesa), spiegando che i pellegrini che arrivavano da lontano, per entrare dovevano dare un dono agli dei: di solito portavano un bronzetto che consegnavano ad una sciamana che faceva la guardia ai doni in modo tale che non potessero essere rubati.

Dopo siamo stati accompagnati in una stanza piena di manichini con le riproduzioni in cuoio dei vestiti che indossavano i nuragici e dove si poteva vedere un filmato che mostrava fin dove gli oggetti di quella popolazione sono arrivati. 

Infine, grazie ad un visore, siamo stati portati indietro nel tempo all’epoca nuragica.

La marteniza

di Giulia Ferrero, Emma Marghinotti e Riccardo Orrù - II E e Anna Ferrero - II D

Questa tradizione bulgara, che si svolge ogni 1° marzo, prevede che tutti creino dei portafortuna, come bracciali o pupazzetti di colore rosso e bianco, per l’arrivo della stagione primaverile. I cittadini poi donano queste creazioni alla natura appendendole ai rami degli alberi oppure mettendole sotto a delle pietre. 

Questa usanza veniva usata dalle mogli dei soldati per portare loro fortuna in battaglia: il rosso rappresentava il sangue che non doveva essere versato dai soldati, e il bianco il volto delle mogli preoccupate. Questo portafortuna veniva dato anche in onore di Baba Marta.


Chi era Baba Marta? 

Baba Marta è rappresentata da una donna anziana un po’ lunatica come il mese di marzo. I portafortuna infatti servono anche ad augurare che il tempo in guerra non cambi e che rimanga sempre sereno.


Che significato ha oggi questa tradizione?

Oggi i colori hanno un altro significato: il colore rosso simboleggia le guance, il bianco rappresenta i capelli e la vecchiaia. La marteniza rappresenta però anche la natura: il bianco raffigura la neve mentre il rosso si riferisce al tramonto del sole.


Martenize patrimonio dell’UNESCO

Le martenize fanno parte della lista dei patrimoni orali e immateriali dell'umanità perché questa tradizione è trasmessa fin dall’antichità.


Quest’anno noi ragazzi e ragazze delle classi seconde creeremo le nostre martenize, che poi doneremo ai nostri amici per portare loro fortuna; quelle che riceveremo verranno appese ai rami degli alberi dell’orto della scuola per poi esprimere un desiderio.


Come crearle

Ci serviranno un filo di lana rosso e uno bianco, una pallina per chiudere il nostro bracciale, un filo in nylon e qualcuno che ci aiuti a crearla.

Prendete i due fili in lana, legate le due estremità l’una con l’altra e con l’aiuto di un’altra persona prendete un lembo a testa: uno dei due incominci a girare il filo per circa 40 volte, quando avete finito legate le altre due estremità. Poi con l’aiuto del filo in nylon fate entrare la pallina del bracciale: così anche voi potrete avere la vostra martiniza portafortuna. 

Il Rap

di Viola Cicalò e Vittoria Nastasi - I C e Lorenzo Martinelli e Irene De Angelis - II A

Il rap italiano è uno dei generi musicali più ascoltati da noi giovani.

Il celeberrimo genere musicale, nato negli Stati Uniti nel corso degli anni Sessanta, è oggi la tecnica di musica più popolare e distintiva al mondo. Fa parte di un movimento culturale chiamato hip-hop e consiste nel parlare seguendo un certo ritmo, ovvero in sequenze di versi molto ritmati che sono costruite con tecniche come rime baciate, assonanze o consonanze ed allitterazioni.

Questa tecnica vocale è eseguita da un mc, il rapper, che la realizza su una successione di note chiamate beat seguendo un certo ritmo che viene prodotto alla console dal dj.  Questo beat è spesso creato usando un campionamento di percussioni di un’altra canzone, la maggior parte delle volte funk o soul.


Tra i rapper più ascoltati in Italia, ma anche in altri paesi, c’è SFERA EBBASTA.

Il suo vero nome è Gionata Boschetti ed è nato il 7 dicembre 1992. Ha iniziato lavorando come elettricista e fattorino per la consegna delle pizze e ha iniziato a fare musica con un video su youtube, ma senza alcun successo, poi, impegnandosi, è riuscito ad arrivare al produttore Charlie Charles grazie a una festa hip hop tv.


Un altro importante rapper italiano è GUÈ, prima noto come Guè Pequeno. Il suo vero nome è Cosimo Fini ed è nato nel 1980. Nei primi anni Guè ha lavorato con i Club Dogo, che era un trio di hip hop composto da lui, Jake La Furia e dal dj producer Don Joe. 

Guè ha iniziato la sua carriera nel 1996 con il suo compagno di classe Dargen D’Amicomquando aveva circa 16 anni, poi ha iniziato la sua carriera da rapper solista. Guè ha anche una figlia di nome Celine, che oggi ha solo 2 anni. Guè ha origini spagnole; sua moglie si chiama Yusmari Ruano e ha origini cubane.

The rap was born at the end of the Sixties, but the definitive rap was born in 1979 in America, with the publication of the album Rapper’s delight by Sugarhill Gang. The majority of rappers are black men, but recently women are trying to do rap, too; for example, a women rapper is Nicki Minaj. 

At the beginning, white men were seen as bad rappers but then Eminem reversed the situation and became the best rapper in the world with his songs.

Eminem became famous in the Nineties because Drake (a famous rapper) found him and helped him to publish The Slim shady LP in 1999, a big success that gave him four platinum discs. In 2007 he became the king of rap. 

His songs are famous for the texts, for the rhythm and for the speed. Eminem has got the record for the fastest songs in the world, Rap god and Godzilla.

We really like some songs by Eminem: for example The Real Slim Shady, Without me, My name is and Venom.  

John Cena, the wrestler, also created a rap album to celebrate his victories, named You Can’t See Me

We also want to talk about the band Run Dmc, that collaborated with Aerosmith (a rock band) and were among the best rappers in the world.

The group was born in 1983 with the publication of the album It’s like that and became famous in 1985 thanks to the album King of Rock, that won the first platinum disc for this genre of music.

They did a collaboration with Adidas and created the Adidas Superstar.  They also collaborated with Aerosmith (a rock band) and were one of the best rappers in the world.

The band did other famous songs like My Adidas, Peter Piper, It's tricky, and more…

Unfortunately the dj Jam Master Jay was killed on 30 October 2002 and the band left the world of rap.

Debate: l'importanza di avere tanti amici 

di Anna Ferrero e Sofia Nieddu - II D

In questi giorni a scuola ci siamo domandati: “è importante avere degli amici?” Ponendoci questa domanda abbiamo deciso di dividerci in due gruppi, i pro e i contro.

 

I pro hanno iniziato sostenendo che l'amicizia allunga la vita: infatti, secondo degli studi del 2017, avere una vasta cerchia di amicizie aiuta a vivere più a lungo e in salute, dal momento che il confronto con gli amici ci stimola a fare scelte più salutari. 

Hanno poi continuato dicendo che gli amici sono molto importanti perché senza amici molto spesso si rimane isolati e non ci si gode la vita.  Inoltre, secondo uno studio della  Brigham Young University eseguito nel 2010, viene dimostrato che il non avere amici provoca le stesse conseguenze del consumare alcol o tabacco. E' stato poi aggiunto che gli amici sono persone che ci saranno nel momento in cui si avrà bisogno di aiuto o di una persona con cui parlare dei propri problemi. Gli amici sono come una seconda famiglia!

Lo slogan: è importante avere degli amici perché così si è più felici.


 A questo punto i contro hanno ribattuto dicendo che molte persone non hanno amici perché magari sono state prese in giro o sono state ferite dai propri amici e non hanno avuto la forza di trovarne di nuovi, così hanno deciso di rinchiudersi in sé stessi per paura di rivivere la stessa esperienza.

Hanno poi continuato dicendo che stare da soli comporta benefici per la mente e il corpo e che le persone che stanno da sole conoscono molto meglio i propri limiti e le proprie potenzialità, riuscendo così a spingersi sempre al limite.

A volte si pensa che le persone senza amici siano tristi, ma in realtà molte persone stanno meglio da sole. In molti pensano che gli individui senza amici siano soli, ma semplicemente certe persone, prima di definire "amico" qualcuno, aspettano un po’. 

Il loro slogan era: gli amici fanno solo male: chi ne ha uno le spalle si deve guardare. 

Tutti insieme abbiamo capito che si può vivere una buona vita sia con gli amici sia senza, ma dipende tutto da noi. 

Crossword: our school

by Emma Galletti, Pietro Mattana and Karol Pinna - II D

ACROSS

3 We presented it to the tourists for "Monumenti Aperti"

7 The only French teacher of the school

8 The place where readers go

10 She has all the classes


DOWN

1 The specialization of the D section

2 A funny technology teacher

4 Our school magazine

5 One of the instruments of Music section

6 One of the sports of the Sport section

9 The favorite "subject" of the students



To solve it online:

https://puzzel.org/it/crossword/play?p=-NoMeFnQNh3CWvUkavMc 



Indirizzo sportivo: Inclusive Development Programme

di Irene Carrus, Federica Popolano e Stella Scotto - II C

La mattina del 7 novembre, dopo l'attività di atletica, la classe II C si è recata al porto per assistere all’iniziativa dell’Inclusive Development Programme, un nuovo e ambizioso progetto dedicato all'inclusività e alla vela Para Sailing promosso da World Sailing.

Il programma, sviluppato in stretta collaborazione tra World Sailing e la Federazione Italiana Vela, rappresenta un passo significativo nel percorso di crescita e sviluppo del Para Sailing. La Para Sailing Academy, istituita dalla Federazione Italiana Vela, ha già riscosso notevole successo nell'ultimo anno e mezzo, dimostrando l'impegno dell'Italia in questo campo.

Durante l’incontro ci hanno raccontato la storia della federazione e l’andamento della regata di Luna Rossa, che però quel giorno non era presente perché in viaggio per delle gare.


L'attività di vela è prevista anche nel modulo dell'indirizzo sportivo.

Le mattine del martedì del primo mese di scuola, insieme alla terza, sempre dell’indirizzo sportivo, siamo andati a Marina Piccola al Wind Surf Club per fare vela. Dalle 8.30 alle 10.20 abbiamo fatto teoria, alle 10.30 ci siamo fermati per una merenda e poi abbiamo preparato le barche per svolgere l’attività in mare.

Oltre alla vela, a novembre abbiamo praticato anche surf, sup e kitesurf.

Indirizzo sportivo: attività di vela al Poetto

Indirizzo sportivo: attività di atletica

Le nostre attività sportive d'Istituto

Il Torneo Sportivo d'Istituto

di Luca Pacini e Enrico Tocco - I B

Nei giorni 9, 10 e 12 gennaio si è tenuto il Torneo Sportivo d'Istituto di calcio a 5 e di pallavolo, a cui hanno partecipato tutte le prime, le seconde e le terze.

Tutti i ragazzi e le ragazze di ogni classe hanno deciso se fare calcio o pallavolo.

Ci hanno diviso in due gironi: le classi vincitrici di ogni girone si sarebbero sfidate nella finale, e le classi vincitrici della finale avrebbero partecipato a un campionato aggiuntivo. 

Tutto questo è stato organizzato dalle nostre insegnanti di educazione fisica Emanuela Comella e Giorgia Collu, che organizzano attività sportive diverse che ci permettono di provare nuovi sport.


Noi della I B ci siamo classificati secondi, ci siamo divertiti molto e non vediamo l’ora di fare altre esperienze come questa.

Coppa Quartieri

di Federica Popolano e Lorenzo Verza - II C

Il 27 novembre la nostra scuola ha preso parte alla Coppa Quartieri, un torneo al quale partecipano diverse scuole dei quartieri cagliaritani. Il torneo si è svolto alla Unipol Domus dove si erano riunite le squadre di Stampace, Villanova, Marina e Sant'Elia. Era presente anche Pulli, la mascotte del Cagliari.

La classe IC ha vinto la staffetta di atletica; inoltre la nostra scuola ha ricevuto il premio Fair Play.

Attività di parkour

di Federica Popolano e Lorenzo Verza - II C

Al termine dell'attività di riscaldamento fatta in palestra, ci siamo recati all'esterno e abbiamo iniziato a provare alcuni salti e atterraggi in un muretto del cortile. Inoltre abbiamo iniziato a fare dei salti più complessi, ad esempio come si salta un muro alto e come mettere le mani appena tocchiamo il muro, poi anche saltare da un muretto basso all’altro. 

Attività di scherma