Sommario

Monumenti Aperti: una storia lunga più di 20 anni

di Samuele Nicodemo Macrì - III D 

Dal 1997, anno del suo esordio, Monumenti Aperti ha fatto passi da gigante: inizialmente era una realtà localizzata al solo capoluogo sardo, mentre ormai è diventato un marchio riconosciuto in tutta l’Isola, in quanto ad oggi sono più di 120 i Comuni sardi che sono entrati a far parte del circuito della manifestazione almeno una volta; da tre anni la manifestazione è sbarcata anche sulla terraferma in alcuni comuni piemontesi e quest’anno anche il Comune di Ferrara entra a far parte per la prima volta della rete della XXI edizione.

In questa edizione di Monumenti Aperti 2022/2023 noi studenti e studentesse della Tuveri abbiamo avuto il privilegio di illustrare uno dei gioielli architettonici più affascinanti della città: la Cattedrale di Cagliari. Questo imponente edificio religioso, simbolo della fede e dell'arte, è un punto di riferimento storico e culturale per la comunità locale e per i visitatori provenienti da tutto il mondo.

La Cattedrale di Cagliari, dedicata a Santa Maria Assunta, sorge maestosa nel cuore del centro storico della città. La sua storia affonda le radici nell'epoca medievale, quando venne fondata per volere del vescovo di Cagliari nel XIII secolo. Nel corso dei secoli, ha subito numerose trasformazioni e ampliamenti, che ne hanno reso un complesso architettonico eclettico e affascinante.

L'esterno della Cattedrale presenta un mix di stili architettonici, testimonianza dei vari periodi di costruzione. La facciata principale, in stile romanico-pisano, è caratterizzata da un portale scolpito con raffigurazioni di scene bibliche e motivi decorativi intricati. Al di sopra del portale, si erge una maestosa torre campanaria, che offre una vista panoramica mozzafiato sulla città e sul mare.

Entrando all'interno della Cattedrale, si viene accolti da un'atmosfera di grande solennità e spiritualità. Le navate, con i loro alti archi a sesto acuto e le colonne romaniche, conducono lo sguardo verso il magnifico presbiterio, dominato da un imponente altare maggiore in marmo. Numerose cappelle laterali, ricche di opere d'arte e reliquie, arricchiscono ulteriormente l'ambiente sacro.

Uno dei tesori più preziosi conservati all'interno della Cattedrale è la Cappella del Santissimo Sacramento, adornata con affreschi del XIV secolo e una sontuosa pala d'altare. Altri punti salienti includono la cappella di San Michele, con un ciclo di affreschi del XV secolo che raccontano la storia del santo, e la cappella del Sacramento, con splendidi mosaici bizantini.

La Cattedrale di Cagliari non è solo un luogo di culto, ma anche un autentico scrigno di storia e arte. Le sue pareti raccontano secoli di fede, devozione e cultura, incastonati in un contesto architettonico di straordinaria bellezza. La nostra scuola è fiera di aver potuto presentare questo luogo unico durante l'edizione 2022/2023, offrendo ai visitatori l'opportunità di immergersi nell'atmosfera mistica e ammirare da vicino il patrimonio culturale di Cagliari.

Rilievo della facciata della Cattedrale con scritte in Braille. Il lavoro è stato predisposto dalla classe II D con la supervisione della prof.ssa Contini e del prof.Tedeschi. 

Gli studenti e le studentesse impegnati nell'attività di Monumenti Aperti visitano la chiesa di S.Michele a Stampace.

A cura del dipartimento di Lettere, del prof. Federico Tedeschi, del prof. Simone Floris e della prof.ssa Marcella Farci.

Un viaggio virtuale all'interno della cattedrale di S.Maria Assunta e S.Cecilia.

Monumenti Aperti: musica ed emozioni alla Città del sale

di Sara Pacini- III B 

Intervista ad Arianna Pusceddu

Quali sono stati gli stimoli più grandi che vi hanno spinto ad accettare di cantare per/con la nostra Orchestra?

Lo stimolo più grande siete stati voi: i ragazzi e le ragazze della nostra scuola! Mi sono sentita onorata nell’aver camminato al vostro fianco anche se alla conclusione di questi tre anni. L’amore sconfinato per la musica ha fatto il resto.

Cosa avete percepito/provato durante le prove e i concerti?

Ho provato un insieme di emozioni che si sono susseguite, e talvolta mescolate, le une alle altre: dalla tensione che precede l’esecuzione alla sensazione di benessere che provo quando canto e sento la musica sulla mia pelle insieme a persone mosse dalla stessa passione. Ho percepito appartenenza e, non ultimo, la voglia di divertirci insieme.

Com’è stato lavorare in casa e in autonomia?

Nello studio a casa ho cercato di seguire i preziosi consigli suggeriti dall’insegnante con la quale studio canto e dal collega Valerio Cugia che è diventato anche il mio prof. per l’occasione! 

Come avete lavorato per studiare i brani?

Abbiamo iniziato dall’ascolto dei brani, un ascolto sempre più attento, per comprenderne la struttura. In questo siamo state guidate e supportate con tanta pazienza dal professor Cugia, che ha messo a disposizione le sue competenze, spiegandoci i brani in ogni loro parte, facendoci “entrare” nei brani per poterli cantare con la giusta intenzione e poterci poi unire all’orchestra. 

Volete condividere qualche opinione sull’esperienza che avete fatto?

È stata un’esperienza importante che mi ha coinvolta a più livelli ed è stata bellissima! Non la dimenticherò, non vi dimenticherò!

Il tema di Monumenti aperti era “Pratiche di Meraviglia”, avete trovato meraviglia, stupore, gioia ed emozioni durante questo evento?

La meraviglia siete stati tutti voi ragazzi e ragazze delle tre classi e i vostri docenti; avete creato quella magia che solo il piacere di fare musica insieme può creare.

Non vi neghiamo che far parte, nel nostro piccolo, di questa magia, ci ha emozionate parecchio.

Abbiamo visto e percepito la gioia e l’emozione in chi vi ascoltava, i sorrisi e qualche lacrima di commozione. Pensiamo che il tema sia stato centrato e che tutti siamo tornati a casa arricchiti da tanta bellezza. 

Quando, come e perché avete iniziato a cantare?

Ho iniziato a cantare da adulta, pochi anni fa, quando ho trovato il coraggio di cominciare a vivere in prima persona l’amore per la musica, un amore incondizionato e senza fine. Oggi faccio parte del collettivo artistico Fool of Sound, sotto la guida artistica dei Maestri Manuel Cossu e Alice Madeddu.

Intervista a Rossella Angius

Quali sono stati gli stimoli più grandi che vi hanno spinto ad accettare di cantare per/con la nostra Orchestra?

Lo stimolo più grande è sicuramente il piacere di cantare, la gioia che provo quando canto. L’idea di farlo con voi poi mi ha entusiasmato, nonché lusingato; siete bravissimi, non potevo perdere l’occasione di condividere questa bellissima esperienza con voi.

Cosa avete percepito/provato durante le prove e i concerti?

La cosa che più mi ha colpito e che ho apprezzato è il senso di unità, di gruppo, il piacere di lavorare insieme per costruire qualcosa di bello.

Com’è stato lavorare in casa e in autonomia?

Ho un buon metodo di studio, appreso proprio negli anni della scuola media e consolidato negli anni successivi; questo mi ha consentito di organizzare lo studio e di ottimizzarlo, visto il poco tempo a disposizione.

Come avete lavorato per studiare i brani?

Abbiamo iniziato dall’ascolto dei brani, un ascolto sempre più attento, per comprenderne la struttura. In questo siamo state guidate e supportate con tanta pazienza dal Professor Cugia, che ha messo a nostra disposizione le sue competenze, spiegandoci i brani in ogni loro parte, facendoci “entrare” nei brani per poterli cantare con la giusta intenzione e poterci poi unire all’orchestra.

Volete condividere qualche opinione sull’esperienza che avete fatto?

Molto volentieri!

Prima di tutto voglio ringraziare tutti voi, studenti e docenti, per avermi accolta e fatta sentire subito parte del gruppo.

È stata un’esperienza molto intensa e di certo ne porterò con me il bel ricordo per sempre.

Il tema di Monumenti aperti era “Pratiche di Meraviglia”, avete trovato meraviglia, stupore, gioia ed emozioni durante questo evento?

La meraviglia siete stati tutti voi ragazzi delle tre classi e i vostri docenti; avete creato quella magia che solo il piacere di fare musica insieme può creare.

Non vi nego che far parte, nel mio piccolo, di questa magia, mi ha emozionata parecchio.

Ho visto e percepito la gioia e l’emozione in chi vi ascoltava, i sorrisi e qualche lacrima di commozione.

Penso che il tema sia stato centrato e che tutti siamo tornati a casa arricchiti da tanta bellezza.

Quando, come e perché avete iniziato a cantare?

Mia madre mi racconta che non ho iniziato a parlare ma a cantare, era una sola parola “acchipicca” (accipicchia)… guardavo Heidi tutti i giorni 😊

Da allora non ho più smesso…più o meno, e a 17 anni ho iniziato a cantare nei locali e poi nelle piazze.

Gli studenti e le studentesse dell'indirizzo musicale si esibiscono alla Città del Sale

Gli studenti e le studentesse della I B accompagnati dalla prof.ssa Stara si esibiscono durante la manifestazione di Monumenti Aperti a Monserrato.

Monumenti Aperti: i ragazzi e le ragazze dell'indirizzo linguistico si raccontano

di Sara Pirinu - I D 

Una delle novità di quest'anno per Monumenti aperti è stata sicuramente la partecipazione di noi alunni della 1D a indirizzo sperimentale linguistico. Quando la professoressa Pilia ci ha proposto di fare da volontari presentando la Cattedrale in inglese, francese e spagnolo in modo che anche gli stranieri possano capire quello che spieghiamo tutti abbiamo aderito con interesse ed entusiasmo. Grazie all'aiuto delle madrelingua Gemma Biagini, Andrea Lizurek e Stéphanie Thévenot con le tutor di lingue - le professoresse Spiga, Mocci, Cannas e Bocco - abbiamo suddiviso le parti e studiato ciò che avremmo presentato all'evento. Qualche giorno prima della manifestazione, guidati dalla professoressa Puliatti, abbiamo fatto un sopralluogo in Cattedrale, in modo di familiarizzare con la struttura prima dell’evento. All’inizio eravamo tutti molto agitati, ma poi ci siamo sciolti un po’. Sabato 27 e domenica 28, indossando la nostra maglietta gialla, ci siamo posizionati ed è iniziata la nostra avventura. Abbiamo avuto modo di parlare con italiani, ma anche con tanti stranieri che erano molto interessati e affascinati dalla cattedrale. Abbiamo perfino ricevuto tanti complimenti per la pronuncia e la gestualità ed è stato per tutti noi davvero incoraggiante a proseguire con lo studio approfondito delle lingue. È stata davvero una bellissima esperienza, dove tutti ci siamo divertiti e siamo stati molto bene. Speriamo di poter fare questa fantastica attività anche l’anno prossimo quando la nostra conoscenza delle lingue sarà ancora più profonda!

 La Festa dell'Europa

di Greta Zedda - I A

Quest’anno il nostro Istituto ha festeggiato l’Europa nell’aula Magna della scuola media insieme ai bambini della Scuola dell'Infanzia e della Scuola Primaria. Hanno "aperto le danze” i più piccoli: infatti, i bambini della materna, con le loro bandiere, hanno recitato una poesia sulla pace. Poi è toccato ai bimbi più grandi del plesso di via Is Guadazzonis e, infine, ci siamo esibiti noi della classe 1A della Tuveri, che abbiamo recitato un dialogo tra quattro burattini che parlavano della “Corsa contro la fame” e delle isole di plastica. Poi dei ragazzi della sezione musicale hanno suonato un brano sulla giornata dell'Europa e, per finire, i ragazzi di 1D hanno cantato una canzone rap accompagnati dal suono dei tamburi. Insomma, grazie alla Festa dell'Europa quasi tutte le classi hanno potuto organizzare un pensiero da dedicare al nostro fantastico continente.                  

L'inaugurazione del murale di Manu Invisible

di Anna Chessa - III F e Camilla Massoni - III E

Il 15 maggio tutte le classi terze della Scuola secondaria e le quinte della Primaria sono andate nel campetto da calcio della scuola Randaccio per l'inaugurazione dei murales di Manu Invisible, realizzati dall’artista nell’ambito di un progetto dell’Exmé - Fondazione Domus de luna.

La manifestazione è stata preceduta dalla finale del progetto Futsal: dei ragazzi e delle ragazze della nostra scuola e delle scuole di Pirri si sono sfidate in un torneo di calcio.

Riuniti nella scalinata di fronte al cancello, abbiamo assistito all’inaugurazione delle opere con il taglio del nastro da parte di Manu invisible, della DS e di Ugo Bressanello, presidente della Fondazione Domus de Luna.

Abbiamo poi fatto delle foto ricordo tutti insieme e ci è stato offerto del cibo per festeggiare l’avvenimento.                                       

Incontrarsi intorno alle storie

di Valentina Cannas, Carola Dessy e Sofia Masala - I F

Il 21 aprile noi delle classi I B e I F abbiamo partecipato all'incontro di animazione alla lettura "Incontrarsi intorno alle storie", che si è tenuto presso il Centro di documentazione biblioteche per ragazzi di Monte Claro.

Siamo stati accolti innanzitutto alla Biblioteca ragazzi da due gentilissime bibliotecarie, Vanna Locci e Barbara Dettori, che ci hanno dato la possibilità di sfogliare, leggere e prendere in prestito dei libri, ci hanno mostrato l’organizzazione della biblioteca e come era suddivisa. Dopo un po', mentre facevamo merenda, dei ragazzi e delle ragazze di Unica Radio ci hanno intervistato sulle nostre abitudini di lettura e di visione. Dopo aver risposto alle domande siamo andati a parlare con Evelise Obinu dei libri che amiamo e dei generi che preferiamo, tra cui spicca sicuramente l’horror, soprattutto nella visione delle serie tv.

Nella seconda parte della mattinata abbiamo assistito al reading, da parte di Emanuele Ortu, accompagnato da Massimiliano Viani al violino, del libro di Ray Bradbury Il popolo dell’autunno. La storia era molto intrigante e un po’ horror: i protagonisti erano due ragazzi, che si trovano ad essere tra i pochi a resistere ad uno strano circo arrivato in città e ad un lugubre personaggio che prometteva l’esaudimento dei desideri più reconditi.

Con i libri presi in prestito in biblioteca e dopo essere stati rapiti dalla bellezza di questa narrazione, abbiamo quindi concluso la mattinata.

Il Lazzaretto e la mostra sui bombardamenti a Cagliari del 1943

di Chiara Corda, Aurora Garau, Federico Ghirra e Alessandra Soru - III E


Il 25 Maggio la nostra classe ha partecipato ad una visita guidata al Lazzaretto di Cagliari per assistere alla a mostra "1943 VR. I BOMBARDAMENTI DI CAGLIARI” e alla mostra permanente del Lazzaretto che racconta la sua storia e quella del territorio circostante. 

Le professoresse Artizzu e Rocchi ci hanno accompagnato utilizzando l’autobus come mezzo di trasporto. Il viaggio è durato pochissimo, visto che il sito da visitare si trova a poche fermate dalla nostra scuola. Abbiamo trovato ad accoglierci una ragazza molto preparata e comunicativa che ci ha spiegato come è stato usato il Lazzaretto durante le varie epidemie che si sono succedute nel corso della storia della nostra città. Abbiamo scoperto, così, che inizialmente venivano ricoverati i malati che dovevano essere isolati dal resto della popolazione, che venivano curati con erbe dalle proprietà curative specifiche per ogni tipo di sintomo. Abbiamo continuato la visita facendo un gioco interattivo in cui abbiamo aiutato virtualmente il medico della peste, Bartolomeo Salazar, a visitare i malati e a preparare le necessarie cure a base di erbe (grazie alla presenza di un videogioco). La guida ci ha mostrato, poi, un plastico dell’antico lazzaretto mostrandoci le differenze rispetto a quello attuale, che è stato ristrutturato circa vent’anni fa. 

Poi ci siamo dedicati alla visita della seconda parte della mostra che riguardava i bombardamenti a Cagliari durante la Seconda Guerra Mondiale. Siamo stati affidati ad un’altra guida che ci ha parlato del ruolo della Sardegna durante la guerra e di come è stata ricostruita Cagliari dopo i bombardamenti. Abbiamo poi ascoltato delle testimonianze e visto delle immagini dei vari monumenti di Cagliari prima e dopo essere stati distrutti. L’attività più coinvolgente è stata l’esperienza virtuale nella quale tramite dei visori abbiamo osservato Piazza Matteotti durante il più devastante bombardamento di cui è stata vittima la nostra città (quello del 13 maggio del 1943) proprio come se fossimo stati lì in quel preciso momento. Oggi al Lazzaretto si tengono corsi di pittura, di cucina e si tengono diverse mostre tra cui quella alla quale abbiamo assistito noi, che serve a non dimenticare tutti quelli che sono stati privati della vita a causa della guerra e delle epidemie.

Il camposcuola in Ogliastra

di Greta Zedda - I A

Durante l’anno scolastico, uno dei momenti indelebili nella memoria di noi studenti è il viaggio d’istruzione. Quasi tutte i ragazzi della nostra scuola hanno atteso questo evento con trepidazione per molti mesi. Poi, finalmente, a gruppi di due classi per volta, siamo partiti per l’Ogliastra. L’albergo che ci ha accolto, volta per volta, con grande professionalità e cortesia è stato il Perdepera Resort di Cardedu.  Si tratta di un hotel davvero fantastico, molto grande e ben organizzato: si affaccia direttamente sulla spiaggia e ha varie piscine; le stanze sono molto comode, accoglienti e dotate di tutti i comfort; c’è un grande ristorante, un bar, un anfiteatro, in cui l’animazione organizza le attività serali, e tanti spazi in cui rilassarsi e divertirsi. Le nostre giornate erano scandite da orari abbastanza rigidi: sveglia presto, colazione, escursioni, pranzo (in hotel o al sacco), altre escursioni, cena e divertimento per tutti! Insomma… prima si andava a fare le escursioni e poi ci si abbuffava  dei cibi dell'hotel; la sera ci siamo divertiti tantissimo con la baby dance e con i balli di gruppo, con il karaoke, il ping pong e il biliardino .Il cibo era buonissimo e il buffet molto ricco e abbondante. La prima escursione è stata molto faticosa, ma interessante; ci siamo arrampicati sul Monte Arista per visitare le Domus de Janas, le vecchie e piccole case delle fate. Il secondo giorno ci siamo spostati ad Ulassai per osservare il Museo a Cielo Aperto di Maria Lai, famosa artista sarda conosciuta soprattutto per le sue opere tessili; poi abbiamo fatto una lunghissima camminata sui Tacchi di Ulassai, monti calcarei-dolomitici, il cui nome deriva dalla tipica forma simile ad un tacco di scarpa. Abbiamo pranzato al sacco davanti alla grotta Su Marmuri, che abbiamo poi visitato con la pancia piena! Dato che fuori faceva già molto caldo la temperatura costante di 10 gradi ci ha fatto molto piacere! L'ultimo giorno per rilassarci siamo andati al mare nella spiaggia del Lido di Orrì dove abbiamo giocato a calcio e a pallavolo.

Il viaggio è stato molto divertente ed è stato anche un modo per conoscere meglio persone di altre classi e aprirsi di più con gli altri.

Tre fantastici giorni da non perdere!!!

1B e 1C

I B e I C

I D e I F

I A e I E


II D e II C


II A, II B e II E

III A e III B 

III D e III F

Incontro con gli esperti: il mestiere del giornalista

di Greta Zedda - I A

L’11 maggio la redazione del nostro giornale ha avuto il piacere e il privilegio di ospitare, proprio nell’aula di informatica in cui si riunisce normalmente, il giornalista Fabio Marcello. L'incontro non è stato affatto noioso, anzi, Fabio ci ha teletrasportati nella vita di un giornalista così bene, che mi sono magicamente dimenticata di essere a scuola. Ho capito che l’idea che avevo dei giornalisti come persone che se ne stanno tutto il giorno in un ufficio a scrivere al computer, è profondamente sbagliata, dato che ci vogliono velocità ed astuzia prima che le notizie siano pronte per essere trasmesse in TV o pubblicate nei quotidiani. Un buon giornalista deve procurarsi tutte le risorse necessarie a trattare l'argomento che gli è stato assegnato dal caporedattore in modo da attenersi ai fatti e non essere smentito. Inoltre, deve essere veloce perché deve anticipare i colleghi delle altre testate giornalistiche. Il nostro ospite è stato interessante e divertente perché non ci ha raccontato solo le cose importanti che ha fatto, ma anche alcuni dei suoi errori più grandi, come quella volta in cui aveva dato per morto il re dell’Egitto, quando ancora non lo era! Insomma Fabio Marcello non si è fatto conoscere solo per i suoi pregi, ma anche per i suoi difetti, ridendoci anche sopra. Infine, ci ha insegnato che non è mai troppo tardi per realizzare i nostri sogni e fare ciò che amiamo.

Incontro con gli esperti: Francesco Abate

di Marianna Elisa Scano - III A

Il 13 Maggio noi classi terze abbiamo avuto il piacere di poter incontrare lo scrittore Francesco Abate. È stato un piacevole incontro in cui abbiamo non solo parlato del libro che abbiamo letto, Il complotto dei Calafati, ma anche di eventi storici realmente accaduti, aneddoti riguardanti la città di Cagliari, ma abbiamo anche avuto la possibilità di porre delle domande. 

Il libro Il complotto dei Calafati, ambientato nella Cagliari del 1905, è il secondo libro scritto da Abate ad avere come protagonista Clara Simon, una italo-cinese orfana di madre e che vive col nonno, potente commerciante: il padre è infatti scomparso da anni dopo aver combattutto nella rivolta dei Boxer.

Clara è una giornalista dell'Unione Sarda e si interessa alla risoluzione del caso dei Conti Cabras, avvenuto durante un galà di beneficienza organizzato allo scopo di raccogliere fondi per i terremotati della Calabria. La coppia di conti e il loro autista sono stati assassinati in un agguato: si pensa sia una rapina finita male o ad un omicidio politico, ma Clara non ne è del tutto convinta, proprio perché tra le vittime si trovava anche l'autista.

Riuscirà Clara a scoprire il colpevole? Nella Cagliari di quel periodo, che si stava trasformando grazie al sindaco Ottone Bacaredda per diventare com’è oggi, tra la necropoli punica e il porto, tra la comunità cinese della Marina e la malavita locale, Clara scoprirà una verità sconcertante.

Consigli di lettura: "Contromano", di Coline Pierré

di Riccardo Valerio Cocco - II B 

Il nuovo libro di Coline Pierré “Contromano” è uscito in Francia nel 2019, e in Italia nel 2021. Si tratta di un romanzo per ragazzi di circa 13-14 anni. Il libro è stato capace di suscitare emozioni forti, almeno su di me, principalmente perché il libro non risulta macchinoso durante la lettura, soprattutto per la capacità dell’autrice di inserire all’interno delle conversazioni le reazioni dei personaggi, o alcune parti dove si esprimono le sensazioni dei due protagonisti, come per esempio, il modo in cui viene descritto il silenzio che sente Yazel durante alcuni frammenti del racconto.

Pierré è nata in Alsazia nel 1987, e ha pubblicato principalmente libri per ragazzi. Oltre a essere scrittrice, nutre un importante passione per la musica, e soprattutto tiene corsi di scrittura e, insieme ad altri artisti, organizza letture accompagnate dalla musica e disegno dal vivo. Il suo primo libro fu “Apprendre à purronner”, nel 2013.


La caratteristica che si nota più facilmente è come l’autrice riesca ad alternare momenti dove il linguaggio è particolarmente articolato a momenti dove invece è molto semplice. La trama può essere riassunta facilmente:

Victor Kouzo proviene da una famiglia di delinquenti. Nonostante il vizio di famiglia, Victor odia effettuare rapine o aggressioni. Si sente così in colpa che nel tempo libero fa il volontario in un centro per persone che hanno subito traumi emotivi. Il padre, dopo l’ennesima rapina mandata a monte, lo caccia di casa, ma decide di riaccoglierlo alla condizione che riesca a svaligiare una villa lussuosa. Nella villa, Victor si imbatte in Yazel, una ragazzina non-udente molto intelligente, che vive in quella villa con gli zii da quando i suoi genitori morirono in un incidente stradale. Yazel decise di aiutare Victor con il furto a una condizione: avrebbe dovuto portarla in Bulgaria, nel lago dove i suoi genitori si erano innamorati. Victor, titubante, accetta. Da qui inizia un viaggio in stile on-the-road per tutta l’Europa.


 LE MIE CONSIDERAZIONI


Trovo questo libro molto interessante perchè riesce a spiegare come le persone non-udenti percepiscano il mondo, e quando e come si sentano in qualche modo escluse.

Consigli di lettura e di visione: 

"The body", di Stephen King, e "Stand by me", di Bob Reiner

di Francesca Vittoria Satta - III D 

Il racconto The body è contenuto nella raccolta Stagioni diverse, la seconda antologia di racconti scritta da Stephen King, pubblicata nel 1982 e tradotta in italiano nel 1987.

Dal racconto The body il regista Rob Reiner ha tratto nel 1986 il film Stand by me, interpretato, tra gli altri, da River Phoenix, Richard Sutherland e John Kusack.Il film è stato candidato all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, e ha vinto il Golden Globe per il miglior film drammatico e per il miglior regista, oltre che il Japan Academy Award per il miglior film in lingua straniera.

Il film ha avvio con Gordon "Gordie" Lachance che, ormai adulto, legge su un giornale della morte di Chris Chambers, un suo amico d'infanzia, e ripensa a un'avventura accaduta nell'estate del 1959, quando lui, Chris, Teddy Duchamp e Vern Tessio, dodicenni in procinto di frequentare la scuola superiore, vivevano nella piccola cittadina di Castle Rock, nell'Oregon.

Un giorno Vern, cercando dei soldi che aveva sotterrato, ascolta per caso una conversazione tra suo fratello maggiore Billy e un amico. Viene così a conoscenza che i due, dopo aver rubato una macchina per fare un giro fuori città, si sono imbattuti casualmente nel cadavere di un ragazzino e non ne hanno denunciato il ritrovamento alla polizia a causa del furto appena commesso.

Vern corre a raccontarlo agli amici, i quali intuiscono che si tratta del corpo di Ray Brower, un ragazzo scomparso tre giorni prima dopo essersi allontanato da Castle Rock per raccogliere mirtilli. I quattro ragazzi, spinti dal desiderio di riscattarsi e diventare degli eroi agli occhi di tutti, decidono di andare alla ricerca del corpo e si mettono in cammino lungo i binari della ferrovia.

Questa avventura permetterà loro di confrontarsi e di crescere interiormente. Alla fine, dopo aver superato mille ostacoli, trovano il cadavere. A quel punto si scontrano coi ragazzi più grandi che avevano originariamente trovato il corpo, tra cui spicca il bullo Asso Merrill. Grazie al loro coraggio, i quattro amici riescono ad avere la meglio e ad allontanarli, ma durante il viaggio sono maturati a tal punto da pensare che una telefonata anonima alla polizia sia la cosa migliore per risolvere la questione.

La narrazione si conclude ritornando all'inizio del film, quando Gordie, ormai adulto e con figli, scrive la storia del viaggio che fece da ragazzino alla ricerca del cadavere.

Consigli di visione: "Freedom Writers".


di Chiara Corda, Aurora Garau, Federico Ghirra e Alessandra Soru - III E

Il 9 maggio, nell’ambito di un progetto scolastico legato al cinema, è stato proposta alla nostra classe la visione del film “Freedom Writers”, del regista Richard LaGravenese. Il film, ispirato a una storia vera, è stato davvero una grande sorpresa, perché ha catturato la nostra attenzione specie a causa dei temi molto attuali e importanti che trattava. Ci aspettavamo una proiezione noiosa, invece siamo rimasti stupiti perché poteva essere un film che avremmo scelto anche se fossimo stati nelle nostre case da soli o con amici. Il film ha un buon ritmo ed è capace di far riflettere senza annoiare sulla possibilità di una convivenza e conoscenza reciproca tra realtà diverse. Infatti, è ambientato in una scuola superiore nella quale gli alunni sono ragazzi di periferia di diverse etnie in contrasto tra loro. L’ambiente è reso ancora più “difficile” a causa dei problemi familiari e personali dei ragazzi. Tutto cambia quando arriva una giovane professoressa che riesce a far appassionare gli alunni allo studio con metodi innovativi e divertenti che riescono a catturare la loro attenzione. I ragazzi trovano nella loro insegnante una grande disponibilità all’ascolto e si crea tra loro una forte empatia; si aprono molto con lei e iniziano a parlare delle loro situazioni personali, diventando una classe unita, come una seconda famiglia. I protagonisti ci hanno fatto capire che, nonostante la realtà americana sia molto distante dalla nostra, alcuni meccanismi, anche abbastanza complicati, sono assai simili. 

Dopo aver visto il film la professoressa Origa, curatrice del "Laboratorio Cinema”, ci ha fatto scrivere su un post-it un nostro pensiero, una parola chiave o una scena che ci è rimasta particolarmente impressa. Poi ha letto i nostri messaggi in maniera anonima e ha scritto sulla lavagna, grazie alla collaborazione di tutti i compagni, le parole chiave che poi avremmo utilizzato per ripercorrere insieme la storia del film. Siamo quindi giunti alla conclusione che Freedom Writers racconta delle realtà diverse e difficili che vengono descritte così come sono, dimostrando che le persone possono cambiare nonostante i problemi della vita. Ciò che ha maggiormente colpito tutti noi è stato il fatto che l’insegnante abbia continuato pazientemente e coraggiosamente il suo lavoro nonostante i colleghi non condividessero i suoi metodi. Questa attività ci è piaciuta molto, sia per la visione del film, che era davvero interessante, sia per il fatto che abbiamo potuto esprimere le nostre opinioni sul film, e discuterne con compagni e docenti, chiarendo eventuali dubbi su scene che magari a prima vista erano poco chiare, oppure paragonando la situazione vista nel film ad altri fatti storici. È un’attività che rifaremmo volentieri.

Consigli di visione: "I cento passi"


di Emma Marghinotti e Leonardo Pereira - I E

Il 10 Maggio alle 14:30, insieme a tre alunni della 1F, ci siamo recati in un'aula della scuola primaria, in compagnia delle professoresse Bocco, Rocchi e Origa, per partecipare al Progetto Cinema organizzato dal nostro istituto.

Già da tempo, la nostra prof di lettere ci aveva promesso che intorno al 9 maggio (per ricordare la morte di Peppino Impastato) avremmo visto il film che ripercorre la sua vita e che è intitolato “I cento passi”. Eravamo molto curiosi di vedere il film perché ne avevamo parlato molto in classe durante un’attività che abbiamo svolto in educazione civica sulla mafia.

All’inizio della proiezione abbiamo avuto qualche problema tecnico legato all’audio, per cui ci siamo spostati in un'aula della scuola secondaria Tuveri.

Il film è drammatico, ma allo stesso tempo c’è qualche scena comica grazie al comportamento di Peppino che è un personaggio simpatico e molto originale.

Il film parla della vita di Peppino Impastato, imparentato con dei mafiosi.

Peppino, con l’aiuto di alcuni amici, aveva creato una radio, in cui si ironizzava sulla mafia, peggiorando sempre di più i rapporti già difficili che intercorrevano tra mafiosi e non, nella sua cittadina alle porte di Palermo, Cinisi.

Il film ci ha fatto capire ancora meglio la storia di Peppino e, nonostante all’inizio, fosse un po’ lento e a tratti anche noioso, proseguendo ci ha coinvolto molto. Abbiamo incontrato qualche difficoltà dal punto di vista linguistico, perché i personaggi parlavano in dialetto siciliano e alcuni non si capivano proprio bene. 

Debate: la scuola senza voti


di Sara Borgelunde, Anna Chessa, Benedetta Comparetti, Giorgia Palmas e Anja Vinci - III F

I pro della scuola senza voti:

Ci sono tante cose positive nel non avere i voti. 

I voti numerici, infatti sono eccessivamente semplicistici: in realtà ci sarebbe bisogno di un valutazione più approfondita sull'impegno posto dall'alunno nell’apprendere, mentre con la valutazione numerica sembra che il voto sia più importante di ciò che si è assimilato e delle difficoltà incontrate. Senza la presenza dei voti ma con una spiegazione degli errori e dei punti di forza del lavoro svolto, gli alunni sarebbero più motivati a studiare per la propria crescita e lo sviluppo delle proprie conoscenze. 

Il voto, inoltre, è discriminatorio nei confronti delle persone che partono da una situazione svantaggiata e possono causare stress, ansia e specialmente bassa autostima. 

Senza voti gli alunni smetterebbero finalmente di associare il proprio valore a quello di un voto, come spesso succede, e migliorerebbero la propria autostima, focalizzandosi sulle proprie potenzialità, e non solo sui propri limiti. 

Inoltre la scuola senza voti incoraggia gli alunni all’autovalutazione, alla partecipazione ad attività laboratoriali, alla collaborazione e alla crescita collettiva. 


Slogan: Senza i voti siamo efficienti e potenti. 


I contro della scuola senza voti:

I voti sono pratici perché danno una valutazione chiara, mentre valutazioni più soggettive potrebbero essere maggiormente contestabili. Inoltre con i voti numerici c’è un minor carico di lavoro per i docenti rispetto ad una valutazione che comprenda un giudizio descrittivo più lungo e approfondito.


Sarebbe controproducente eliminare tutte le difficoltà che i ragazzi e le ragazze incontrano nel loro percorso scolastico, perché devono imparare ad affrontare dei momenti di difficoltà e a superarli. Per esempio, un voto inizialmente insufficiente potrebbe non essere immediatamente accettato, ma porterebbe alla riflessione sul proprio andamento scolastico e al recupero.


Slogan: La scuola senza voti è come una vita senza obiettivi.


Noi pensiamo che la scuola dovrebbe essere senza voti, perché lo studio deve essere incentrato sul piacere di imparare e non sulla valutazione numerica: si supererebbe finalmente una visione stressante dell’apprendimento, perché sotto stress si apprende poco e male

Xanadù - Comunità di lettori ostinati

a cura delle classi III A e III F

Quest'anno le classi III A e III F hanno partecipato al progetto di promozione della lettura Xanadù - Comunità di lettori ostinati: il progetto, rivolto ai ragazzi e alle ragazze di età compresa tra i 12 e i 17 anni, prevede la lettura di almeno un testo tra quelli selezionati con grande cura per il progetto dall'Associazione Hamelin di Bologna, la votazione con commento personale sull'apposito sito di Xanadù e la premiazione a maggio dei testi vincitori.

Il 4 maggio, a conclusione del progetto, abbiamo incontrato al Centro di Documentazione Biblioteche per Ragazzi, che si trova all'interno del Parco di Monteclaro, Simone Piccinini, membro dell'Associazione e esperto animatore alla lettura, e abbiamo parlato con lui dei libri che amiamo.

Ne è nata una conversazione ricca di idee e confronti, che ci ha portato a scoprire altri testi su misura per noi grazie alla capacità di Simone di ascoltarci e capire i nostri gusti e i nostri bisogni: così, ecco che chi ha amato Il rinomato catalogo Walker & Dawn di Morosinotto, ha incontrato il suo illustre predecessore, Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain, chi ha una passione per i film horror ha scoperto The body di Stephen King, e tutti, curiosando tra i testi che erano a disposizione per noi, abbiamo potuto cercare il "nostro" libro e prenderlo in prestito, proseguendo così la nostra strada di lettori e lettrici.

Per saperne di più: https://progettoxanadu.it/

Il Change the World Model United Nations (CWMUN)

di Isabella Clarkson - II B

Il CWMUN è un forum internazionale che raduna oltre 5000 giovani, provenienti dalle università e scuole superiori provenienti da diversi paesi del mondo, che si confrontano sulle maggiori problematiche globali. 

Il Change the World Model United Nations (CWMUN) si è svolto nel 2023 i giorni 24, 25 e 26 marzo a New York e ha reso possibile il desiderio di tanti ragazzi e ragazze di andare alle Nazioni Unite e simulare il lavoro degli ambasciatori. Ha lo scopo di offrire una formazione aggiuntiva ad arricchimento di ciò che si svolge nelle aule

universitarie e scolastiche, al fine di consentire agli studenti di acquisire esperienze necessarie nel mondo del lavoro e di orientarsi nella scelta del percorso universitario o professionale, con un particolare obiettivo sulle carriere internazionali. Ogni anno viene scelto un insieme di attività formative che riguardino le problematiche globali più importanti (per esempio il riscaldamento globale, il cambiamento climatico, la pace e la sicurezza, i diritti umani, la fame e la povertà). 

Durante le conferenze, i partecipanti lavorano insieme per presentare soluzioni concrete, che tengano conto della diversità e guardino la realtà da tutti i diversi punti di vista.

Il prestigio del Change the World Model United Nations è anche legato all'intervento di ospiti di

primissimo piano della politica, della diplomazia, ma anche del mondo dello sport, dello spettacolo e della cultura.


INTERVISTA

Ciao Aurora! Come ex studentessa della Tuveri sono felice e orgogliosa di coinvolgerti in un intervista per raccontarci meglio la tua esperienza a NY e la tua partecipazione a questo bellissimo progetto che vede coinvolti ragazzi e ragazze da tutto il mondo: il Change the World Model United Nations.

E visto la presenza della tua compagna di scuola e di viaggio, Beatrice, sarebbe bello che partecipasse anche lei a questa intervista.

Beatrice: Sì sì, certo! è  un piacere!

Prima curiosità: cosa avete dovuto fare per partecipare a questa simulazione?

 Aurora: - E’ un bellissimo progetto. Ne siamo venuti per caso a conoscenza e dopo aver creato un gruppo tra le due classi ad indirizzo Cambridge del Liceo Classico Dettori ci siamo iscritti al progetto. Per partecipare abbiamo dovuto affrontare un colloquio con l’Associazione  dei Diplomatici, che organizzava gli aspetti formativi e organizzativi. Superato il colloquio, che doveva stabilire la nostra capacità di comprensione e espressiva in Inglese, alcuni di noi hanno vinto una borsa di studio per alleggerire le spese del viaggio.

Beatrice: Da dicembre abbiamo dovuto seguire varie lezioni in preparazione della simulazione che venivano tenute dai nostri tutor, queste lezioni ci sono servite per produrre il “position paper”, un saggio che espone in modo chiaro e sintetico una posizione, un punto di vista su un argomento specifico, con degli obiettivi prefissati.

Aurora: Durante le lezioni ci spiegavano come dovevamo comportarci mantenendo il “decorum” e informandoci sulle varie “procedure che bisognava affrontare durante i 3 giorni di conferenza; in ultimo ci sono state assegnate delle nazioni che dovevamo rappresentare e su cui redigere il nostro “position paper”.

In quale comitato eravate?

Beatrice: Io ero nel GA, General Assembly, e con il co-delegate abbiamo affrontato argomenti come la siccità e la desertificazione, sempre dal punto di vista del paese che ci era stato assegnato.

Aurora: Io facevo parte della “disec” ovvero un comitato che si occupava del disarmo; il mio obiettivo era la combattere la proliferazione delle armi di distruzione di massa.

 Pensi che questo viaggio e queste esperienze siano stati istruttivi per voi?

Aurora: Si, sicuramente. Prima di tutto ho avuto modo di visitare NY, che ho trovato affascinante e estremamente diversa dalle nostre città europee.  Inoltre questa esperienza mi ha insegnato a convivere con altre persone, anche se per poco, e a fare nuove amicizie anche fuori dal contesto di Cagliari, venendo a contatto con diverse culture. Poi, con il fatto che dovevamo parlare in Inglese, ho avuto modo di incrementare la mia conoscenza della lingua e dei termini tecnici.

Beatrice: Nel palazzo dell’ONU abbiamo incontrato diverse persone famose che ci hanno spiegato la loro esperienza in diversi campi lavorativi, Zibi Boniek, Maria Latella, Dario Nardella, Marco Tardelli, e in collegamento il Ministro della Difesa Guido Crosetto.

Aurora: Abbiamo acquisito nuove conoscenze su diversi argomenti molto interessanti. Credo che questa esperienza ci abbia fatto crescere molto, contribuendo a sviluppare l’autonomia, la capacità di esprimerci e comunicare con gli altri, e sia stata importante soprattutto in termini di acquisizione di responsabilità. 

Che attività avete svolto nel palazzo dell'ONU? 

Beatrice: È stato qualcosa di fuori dall’ordinario, che ci ha permesso di conoscere persone di tutte le nazionalità, così facendo siamo entrati in contatto con la loro cultura.

Aurora: Abbiamo ascoltato diverse conferenze su temi attuali, alle quali partecipavano famosi giornalisti, calciatori, politici e ministri. Anch’io, come diceva Beatrice, ho trovato questa esperienza di grande ispirazione e ritengo che mi abbia dato molti nuovi spunti.

Vi ringrazio moltissimo per la vostra disponibilità.

La Rivoluzione francese


a cura della classe II D

https://sites.google.com/randaccio-tuveri-donmilani.edu.it/larivoluzionefrancese/la-rivoluzione-francese

La Rivoluzione francese ovvero l’interdisciplinarietà è sempre possibile

I percorsi pluridisciplinari monografici nella scuola secondaria di I grado svolgono un ruolo importante nell’apprendimento, perché offrono l’opportunità di esplorare argomenti specifici in modo approfondito e interdisciplinare. Questi percorsi integrano diverse materie, consentendovi di sviluppare una visione più completa e interconnessa del mondo che ci circonda.

Nel tentativo di non rendere isolata l’esperienza della costruzione del percorso pluridisciplinare per l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, con gli alunni della 2D abbiamo deciso di lanciarci in un esperimento e cioè dimostrare che anche un argomento come la Rivoluzione francese affrontato in storia avesse qualcosa che straripava in tutte le altre materie. E così è nato il Site che vi proponiamo.

Questa modalità ci ha consentito di esplorare un argomento specifico in modo approfondito, andando oltre le nozioni di base integrando diverse materie, per fornire una prospettiva più ampia: le diverse discipline si collegano e si influenzano reciprocamente!

In più, questo tipo di esperimento ha richiesto capacità di ricerca, lavoro di gruppo, presentazione delle proprie idee e confronto con quelle altrui… tutte abilità che saranno utili anche nel vostro futuro, magari in vista dell’esame o alla secondaria di II grado. Chissà!

Buona lettura.

Il progetto dell'Orto bio nelle scuole

di Diego Faedda, Giorgia Merella e Marica Uccheddu - II F

Nella nostra scuola si trova un orto speciale: l’Orto biologico! E’ un orto che abbiamo creato noi studenti e studentesse delle classi seconde pilota B, D ed F con la guida della referente del progetto, la  professoressa Cecilia Maria Paderi.

Il giorno in cui l’Orto è nato è stato il 2 maggio 2023 e noi eravamo molto emozionat*. Abbiamo iniziato piantando le fragole nei box che sono stati sistemati in precedenza dai giardinieri coinvolti nella prima fase del progetto, poi abbiamo piantato altri tipi di piante come melanzane, pomodori, peperoni e piante aromatiche.

Il procedimento è stato abbastanza semplice: abbiamo scavato la terra facendo dei buchi con l’ausilio di una paletta a manico corto, poi abbiamo messo a dimora le piantine, abbiamo fatto pressione con le mani sulla terra intorno alle piantine. Nei giorni successivi siamo andati ad innaffiare le piante a turni. Abbiamo anche preso degli appunti su tutto il procedimento fatto e così abbiamo creato un diario di viaggio su cui abbiamo riportato tutte le informazioni e le foto scattate da alcun* alunn*delle varie classi. Il nostro diario di viaggio viene aggiornato ogni volta che andiamo a controllare e curare il nostro orto.

Alcune mattine scendiamo a controllare l’orto per vedere se le nostre piante si stanno sviluppando e per tenere lontani afidi e corvi che provano a rovinarle: la possibilità che il nostro lavoro venga rovinato ci causa molta rabbia!

Ma l’emozione prevalente che proviamo è gioia, perché ci piace lavorare la terra e prenderci cura dell’orto e speriamo che le piante possano svilupparsi in tranquillità senza che nessun animale rovini la loro crescita. Speriamo che il nostro orto possa essere portato avanti da altre classi in futuro come nostra eredità!

La Corsa contro la fame

di Anna Chessa - III F

Il 26 aprile abbiamo partecipato a un progetto didattico internazionale gratuito di educazione alla cittadinanza globale e alla solidarietà dal titolo “Corsa contro la fame”, che comprende una parte teorica e una parte pratica. Per la parte teorica siamo andati in aula magna, dove Gaspare Messana ci ha spiegato il fine del progetto: è stato proiettato un video in cui veniva mostrata la condizione del Camerun, uno dei paesi in cui opera l'associazione “Azione contro la fame”, messo a dura prova dai cambiamenti climatici che causano siccità e alluvioni che distruggono i raccolti.

Tutto ciò crea povertà, migrazioni e soprattutto fame, che l’associazione  combatte ad esempio insegnando nuovi metodi di coltivazione in modo che il raccolto non venga totalmente distrutto in caso di alluvioni o siccità, oppure in modo più diretto, offrendo delle visite mediche gratuite e per controllare lo stato di malnutrizione e somministrare ai bambini a rischio delle bustine con del cibo terapeutico.

Queste attività sono gratuite per i piccoli pazienti, ma i costi devoni essere sostenuti dall’associazione: è per questo che partecipiamo all’iniziativa, che consiste in una corsa per raccogliere i fondi da destinare all'acquisto del cibo terapeutico.

La corsa è strutturata in questo modo: ogni ragazzo/a trova degli sponsor (familiari, amici, allenatori) che gli promettono dei soldi per ogni giro, ad esempio 1 euro. Dopo la corsa, in cui il ragazzo o la ragazza corre per quanti giri di campo è capace, ritira dai propri sponsor la somma in base ai giri fatti, e la devolve all’associazione.


Per maggiori informazioni vi invito a consultare il sito https://azionecontrolafame.it/scuole/, in cui si parla in maniera estesa del progetto.

Attività sportive: i campionati sportivi studenteschi

Finale di calcio femminile

di Emanuela Comella, Costanza Cavoli e Giulia Ferrero - I E

Martedì 2 maggio, accompagnata dalla prof.ssa Comella, la squadra di calcio femminile dell’Istituto Randaccio-Tuveri si è recata ad Oristano, nella palestra San Nicola, per disputare la finale regionale dei campionati studenteschi di calcio a 5 contro la squadra di Nuoro. Purtroppo, per problemi organizzativi, non ci è stato possibile andare tutte insieme, per cui ognuna di noi è andata per conto proprio. Eravamo molto emozionate, anche perché per molte di noi era la prima volta, ma nonostante ciò siamo riuscite a ottenere un bel punteggio. Infatti il 1° tempo si è concluso con un punteggio di 5-0 che abbiamo migliorato alla fine del 2° tempo, con un risultato finale di 7-1. Un risultato davvero eccezionale, visto che non avevamo grandi aspettative! Grazie a questa vittoria siamo state convocate in Emilia Romagna a Salso Maggiore dal 23 al 27 maggio per disputare le finali nazionali insieme a tutte le squadre delle altre regioni che sono riuscite a qualificarsi. Sarà una bella sfida!

Forza Tuveri!

Dal 23 al 27 maggio 2023 la squadra femminile della nostra scuola ha partecipato alle Finali nazionali dei campionati studenteschi di calcio A5 femminile. Sono state coinvolte 10 ragazze appartenenti a 9 classi diverse: Alessandra e Laura Farci, Anna Ferrero, Rachele Mancosu, Azzurra Copez, Giada Portoghese, Costanza Cavoli, Carola Ledda, Sara Nesti e Nina Laconi, accompagnate dalle docenti Emanuela Comella ed Enrica Spiga.

Per le ragazze è stata un’esperienza altamente formativa non solo dal punto di  vista sportivo, dal momento che hanno potuto confrontarsi per la prima volta con ragazze di altre realtà scolastiche d’Italia, alcune delle quali giocatrici professioniste in squadre come Juventus, Sassuolo, Milan, Roma etc., ma anche dal  punto di vista culturale, perché hanno conosciuto ragazze e ragazzi con usi e costumi diversi dai loro, riuscendo non solo ad allacciare nuove amicizie  ma a condividere i veri “Valori dello Sport”, dal prestare il materiale  sportivo, a confortare e prestare soccorso a chi si era fatto male.  E’ molto importante riportare come le nostre ragazze, nonostante il poco tempo a  disposizione per la preparazione ad un evento del genere, hanno profuso un forte impegno, tanto da raggiungere il più grosso  risultato finora espresso da una compagine femminile sarda: sono arrivate, infatti, tra le prime 10 d’Italia su 21 Regioni partecipanti. 

L’organizzazione è stata perfettamente curata grazie all’intenso lavoro del Delegato della Sardegna, il Prof. Luca Loddo, che ha dipanato ogni difficoltà gestendo e semplificando tutta la parte  burocratica.

Non abbiamo avuto difficoltà nella gestione delle ragazze questo grazie  alla strettissima collaborazione e vicinanza delle famiglie. 

 

Per saperne di più: https://figc.it/it/giovani/coordinamenti-regionali/mappa-del-territorio/sardegna/news/ttuti-in-gioco/

Attività sportive: curiosità sulla canoa e il kayak

di Anita Salvadori - II D

Il termine "canoa" ha origine dalla parola caraibica Canaoa, che significa “tronco d’albero scavato”. La forma ricorda proprio quella di un tronco tagliato a metà in lunghezza e scavato, per dare vita ad un’imbarcazione. La sua origine è antichissima: risale addirittura alle popolazioni indigene di varie parti del mondo, che la utilizzavano principalmente come mezzo di trasporto ma anche per altri scopi, sia in mare che in acque dolci (laghi, fiumi, torrenti).

Kayak è una parola di origine eschimese. È il nome proprio di un tipo d’imbarcazione usata nel mare artico come mezzo di trasporto e per la caccia e la pesca. Veniva realizzata con pezzi di legno, ossa di balena e pelli di foca, materiali ben diversi da quelli utilizzati oggi. Ha però mantenuto a grandi linee la sua forma e la caratteristica di essere chiusa. La seduta del kayak è sicuramente più comoda rispetto alla canoa canadese e consente di avere un baricentro più basso, con una maggiore stabilità. 

 La tecnica 

Sebbene l’attività non presenti particolari difficoltà, un elemento fondamentale è saper nuotare, perché il rovesciamento del mezzo è una circostanza che si verifica frequentemente. È importante dunque trovarsi a proprio agio nell’elemento acquatico, per scongiurare panico e ansia.

Indirizzo sportivo: hockey su prato

di Irene Carrus, Marco Figoni, Federico Pes, Federica Popolano, Stella Scotto e Lorenzo Verza - I C

L’hockey su prato è uno sport di squadra, essa è composta da 11 atleti e uno dei quali è il portiere.

Variante del gioco diffusa soprattutto quando le condizioni ambientali non permettono la pratica all’ aperto, è la versione indoor.

È una disciplina sportiva che ha molte somiglianze con il calcio, nonostante si usi un attrezzo per colpire la palla.

IL terreno di gioco è rettangolare, preferibilmente in materiale sintetico (ma può essere di altro materiale) e ha dimensioni di 91,40m x 55,00m (100 x 60 iarde) Al centro dei due lati più corti ci sono 2 porte che misurano 3.66m x 2.14m (12 x 7 piedi), davanti alle quali ci sono due aree quasi semi-circolari di 14.63m (16 iarde).

L’hockey su prato è un gioco che ha origini molto antiche, si pensa che i primi a praticarlo furono i persiani; altri pensano che derivi dalla disciplina giapponese chiamata Dakyu; in seguito si diffuse in tutto il mondo.

Le olimpiadi di hockey su prato sono la competizione hockeistica più antica tra le grandi competizioni hockeistiche internazionali. L'hockey è il terzo sport di squadra, dopo la pallanuoto ed il calcio, per presenze alle olimpiadi.

 India e Pakistan hanno dominato la competizione fino agli anni settanta.

 Da lì in poi si è vista la crescita delle nazionali europee, sudamericane ed oceaniche. Si svolge ogni quattro anni come l'Hockey World Cup.

IL GIOCO

Gli 11 giocatori possono essere con altri 5 che si trovano in panchina varie volte, infatti le sostituzioni sono illimitate.

La partita è diretta da due arbitri ed è composta da 4 tempi ognuno di 15 minuti,con intervalli da 2 a 15 minuti.

Le regole principali vietano varie cose come colpire la palla con la parte tonda del bastone, colpire un avversario in maniera pericolosa ( per esempio alzandola a eccezione di quando si tira in porta), alzare la mazza sopra alle ginocchia.

Le rimesse laterali e i falli di gioco non prevedono più un passaggio obbligatorio, ma consentono al battitore di iniziare una nuova azione che si chiama “self-pass” .

Dalla distanza di 22 iarde( unità di misura) da fondo campo avversario non è possibile passare direttamente dentro l’area.

Si può segnare soltanto se il giocatore entra dentro l’area di tiro.

Nell’hockey a differenza di altri sport come il calcio non esiste la posizione del fuorigioco.

LA STORIA

L’hockey su prato è un gioco con origini molto antiche esi pensa che i primi a praticarlo furono i persiani, altri pensano che derivi da alcune discipline giapponesi; in seguito si diffuse in tutto il mondo e tuttora anche in Italia.

A noi è piaciuto molto e ci siamo divertiti fare partite, è stato difficile imparare ad alzare la palla e a non farsi male.

Le nostre attività sportive

Coppa Quartieri


I vincitori del Torneo Coppa Quartieri, categoria 11-13

Progetto Scuola Attiva Junior-attività di canoa


Torneo di Calcio FUTSAL a Quartucciu


                                                         Torneo di Calcio Balilla a Selargius