Principio degli Umani Comunicanti

Quando il Comunicare è al servizio della propria e dell’altrui salvezza

Progetto ideato e curato dalla dott.ssa Giustina De Iaco in collaborazione con l’associazione culturale Teatro dell’Argo

Destinatari: nove seconde classi + una prima classe;

Periodo: Febbraio/Marzo/Aprile

Durata del laboratorio: 10 ore per classe

Progetto

Il mondo in cui noi occidentali oggi viviamo presenta molti e gravissimi difetti e pericoli, ma rispetto al mondo di ieri gode di un gigantesco vantaggio: tutti possono sapere subito tutto su tutto. L’informazione è oggi il quarto potere: almeno in teoria. (Primo Levi - Se questo è un uomo)

Grazie ad essa e alle apparentemente infinite frontiere tecnologiche raggiunte e superate, anche i giovanissimi, oggi, possono accedere a infiniti contenuti del passato e del presente racchiusi in un universo virtuale alla portata di tutti. Grazie ad esso, giunge, a coloro che lo cercano, Primo Levi in carne, ossa e pixel attraverso lo schermo di un pc, di uno smartphone ancor prima che di un televisore. Primo Levi è dunque esistito ed è egli stesso testimone di quel passato; non sono solo le sue parole scritte nero su bianco a raccontare ciò che è stato; forse, la sua immagine ha più potenza, così come dovrebbero essere più potenti della parola le immagini di quei documenti audio e video girati, archiviati e divulgati in seguito alla liberazione dei campi di concentramento e sterminio. Eppure quelle stesse immagini sono straordinarie foriere di oblio e dimenticanza, come se in qualche modo, avessero il potere di anestetizzare il senso di colpa e del macabro dello spettatore a causa della sovresposizione e della loro serializzazione. Come possono dunque convivere e comunicare tra loro la Memoria e L’Oblio? Il progetto si propone, attraverso due momenti distinti di riflessione, di aiutare gli studenti a comprendere l’urgenza del comunicare per vivere, l’urgenza del comunicare per ricordare, l’urgenza del comunicare per salvare. Primo Levi in persona, infatti, sostiene che la sua salvezza sia stata strettamente legata, oltre che a circostanze fortunate, alla capacità di intuire il significato di quanto gli venisse ordinato in lingue straniere a lui ignote, di cogliere e comprendere il linguaggio paralinguistico, di adattarsi alle tragiche circostanze con destrezza e arguzia in nome della sopravvivenza e di collaborare con altri esseri umani, vittime anch’essi. Il teatro si offre come un valido sostegno per sperimentare la comunicazione umana e tra esseri umani in forma ludica, creativa, simbolica, tragica e monumentale.

Obiettivi

  • Intendere la Memoria del Passato come l’Azione del Presente e la Salvezza del Futuro attraverso la conoscenza storica e storiografica.
  • Relazioni interpersonali - vita personale e uso della parola: comunicare con il prossimo e metterlo a conoscenza dei propri bisogni e delle proprie esigenze.
  • Sapere ascoltare: essere attori e spettatori ad un tempo; attori e spettatori per sé e per gli altri partecipanti.
  • Affinare le capacità di comunicazione - esprimersi è come avere il giusto numero di pennelli, per dipingere un quadro. Più strumenti si adoperano, più si potrà affrontare ogni sorta di situazione socio linguistica (ad esempio imparare a modulare correttamente la voce per un cambiamento della tonalità utilizzata per parlare tenendo conto dei differenti contesti d’interazione con gli altri).
  • Imparare a parlare con la cadenza di altri dialetti e lingue, ove possibile per arricchire la messa in scena finale.
  • Far impegnare gli studenti a perdere ogni remora, ogni “vergogna” nel fare teatro e tutto quanto ad esso connesso.
  • Stimolare gli studenti a lavorare in un gruppo eterogeneo, ad unire e coordinare gli sforzi per raggiungere un obiettivo comune, a confrontarsi e ad aprirsi a nuovi punti di vista rimanendo individui unici e irripetibili.

Contenuti

  • Storia e memoria storica del '900: dalla Shoah, ai Gulag sovietici, alla Guerra Serbo-Bosniaca con lo spettacolo Teatrale Le Memorie di Sara.
  • Memoria e Racconto: l’importanza della comunicazione per salvarsi e per salvare con Primo Levi e passi scelti delle sue opere (Se questo è un uomo, La Tregua, Se Non Ora, Quando?, Il Sistema Periodico).
  • Elementi di Teatro

Metodologia

Il progetto si articola in due momenti distinti eppure connessi nelle finalità e nei contenuti; si propone infatti dapprima lo spettacolo teatrale “Le Memorie di Sara” e in secondo luogo un laboratorio espressivo teatrale e di scrittura creativa dal titolo emblematico “Principio degli umani comunicanti” rivolto a quattro gruppi classe, distinto nei contenuti ma non nelle metodologie in quanto l’attività svolta persegue obiettivi finali comuni. I primi destinatari del progetto assisteranno dunque allo spettacolo “Le Memorie di Sara”, scritto, diretto e interpretato da Giustina De Iaco, con il contributo del prof. Fabrizio Lelli, docente di Cultura Ebraica presso L’Università del Salento e direttore del Museo Ebraico di Lecce. Incontreranno l’anima di Sara Sullam, poetessa ebrea veneziana vissuta nel XVII secolo; ella rievoca i suoi ricordi e cerca di tessere nelle trame del tempo, la storia degli esseri umani fino a rievocare l'Olocausto degli Ebrei. Sara racconta storie di donne e di madri: custodi di vita e sacrifici in nome della vita; teme che la memoria possa cedere il passo all'oblio e che tante, troppe donne, abbiano perso la loro voce nella storia. E’ un percorso nei meandri della memoria storica di orrori e di violenze commesse dagli esseri umani, perpetrata attraverso parole fatte di inchiostro e sangue, tangibili come lo è un attore su un palcoscenico, e parole e immagini filtrate dai mass media. Gli studenti assisteranno ad un fitto dialogo tra due differenti modi di comunicare nel quale si fa sempre più labile il già delicato confine che separa l’urgenza di tramandare la memoria e l’altrettanto forte necessità di oblio. L’uomo si scinde, così come scisso è il mondo dei mass media che lui stesso ha creato e che tuttavia sembra rispondere a regole autonome. Sara Sullam, custode della Memoria, interagisce con il suo Alter Ego, l’Oblio che comunica attraverso i Mass Media e le immagini e le illusioni di cui sono portatori. Gli studenti incontreranno non solo le donne e le madri della Shoah ma anche Anna Mikhailovna Larina, superstite ai Gulag sovietici con la sola colpa di essere custode vivente delle ultime memorie orali del marito Nikolai Bukharin inviso a Stalin e per questo ucciso, e ancora le donne bosniache vittime dello stupro etnico perpetrato dai Serbi (esse utilizzano la televisione per denunciare quanto accade e portare la loro voce quanto più lontano possibile); incontreranno le donne Afghane pubblicamente lapidate perché donne. Tutto questo rende la dicotomia “Memoria-Oblio” sempre più fragile e porta ad un solo interrogativo: c’è un vincitore? All’interno del tessuto drammaturgico di questo spettacolo emergono forti e distinte le parole di Primo Levi e la sua denuncia lapidaria eppure così viva. Veniamo adesso al laboratorio espressivo teatrale e di scrittura creativa cui si è precedentemente accennato. Gli aderenti al laboratorio parteciperanno ad una tavola rotonda di dialogo, confronto e creazione attorno alla figura di Primo Levi, alla sua testimonianza, mediante la visione di documenti audiovisivi e la lettura di passi delle sue opere a cura della coach e di qualche allievo scelto. In un secondo momento, l’attività laboratoriale si declinerà in attività di natura teatrale che comprendono esercizi volti a sviluppare la capacità degli allievi di comunicare in disparate e disperate situazioni logistiche, sociolinguistiche, culturali e di cogliere, nel gioco teatrale, la precarietà della condizione umana e la diseguaglianza tra uomini, così come emerge dalla storia degli Ebrei deportati e dai racconti di Primo Levi.

Verranno esplorate le potenzialità del Linguaggio Immaginario, ad esempio, ossia quel linguaggio inventato che diventa chiaro soltanto quando è accompagnato ad un’azione, all’espressione del viso e al tono della voce. Attraverso queste sperimentazioni si procederà insieme in un percorso di scrittura creativa che, attingendo ai racconti di Levi, sviluppa un lavoro originale e corale, in una lingua che nasce dalla fusione delle culture e dei popoli incontrati nella narrazione, una sorta di Esperanto in tempi di guerra che garantisce efficacia comunicativa per il campione di umanità raccontato e per chiunque lo ascolti. Ad ogni gruppo classe verrà associata un’opera di Primo Levi tra quelle selezionate (Se questo è un uomo, La Tregua, Se Non Ora, Quando?, Il Sistema Periodico); gli alunni svilupperanno un percorso originale e creativo suggestionati dai passi letti e dai personaggi incontrati. Emergeranno alcuni temi da approfondire insieme ai ragazzi che possono essi stessi proporre nel solco dell’indagine comunicativa: dalla incapacità all’impossibilità di avere una voce, alla perdita di umanità e del ruolo di essere umano, alla confusione e allo straniamento dettati dalla barbarie, dalla promiscuità, dall’alterazione della naturale e equilibrata percezione di ciò che è giusto e sbagliato, dal difficile e paradossale recupero di ciò che si era perso; si tenterà di cogliere la necessità di costruire un codice linguistico di cooperazione e fratellanza anche in nome della voglia di vendetta, di scoprire e recuperare un patrimonio linguistico culturale e identitario da coniugare con altri vicini e lontani. Il prodotto finale la cui forma e modalità di realizzazione saranno scelte con gli studenti (si prospetta tuttavia la possibilità di realizzare un audiolibro comune a tutti i percorsi di indagine con le voci degli studenti stessi), evidenzierà quanto la capacità di comunicare degli esseri umani sia al servizio della propria e dell’altrui salvezza, perché gli umani comunicanti tra loro livellino le loro differenze e intendano la Memoria del Passato come Azione del Presente e Salvezza del Futuro.

Attività

Dapprima verranno proposti agli studenti alcuni estratti, a salti, sconnessi tra loro, dall’opera prescelta e destinata ad ogni classe tra quelle sopra citate. Si procederà ad un dialogo su sollecitazione della coach attorno a quanto letto e da subito ad un lavoro orale e creativo volto a sviluppare in piena libertà il racconto, i personaggi incontrati, a immaginare i luoghi della narrazione e a intuire per poi conoscere gli stati emotivi che in essi dimorano. Durante la lezione verrà chiesto ai ragazzi, che da soli stabiliranno i turni, di registrare la lezione e di procedere ad una sbobinatura successiva per archiviare quanto detto e immaginato in modo tale da avere un database di riferimento per le attività successive. Tale lavoro procederà per 3 ore.

Successivamente verrà presentata ai ragazzi la figura di Primo Levi attraverso notizie biografiche e documenti audio e video per conoscere il creatore del mondo scoperto durante le letture e per meglio comprendere, dalle sue parole, gli obiettivi che questo laboratorio si propone (1 ora); ai ragazzi verrà dunque chiesto di leggere in autonomia l’opera destinata alla classe.

Si passerà poi, nelle 4 ore seguenti di incontro, alla ripresa delle elaborazioni creative degli studenti e delle letture selezionate e all’approfondimento delle stesse tramite attività di natura teatrale che passano dall’improvvisazione toccando le basi dell’esperienza creativa (sviluppare la veridicità e l’orientamento nel luogo immaginario creato, recitare con tutto il corpo, affinare la consapevolezza dei 5 sensi, sviluppare il materiale per le situazioni create, il personaggio, l’emozione). Attività fondamentale in questo progetto sarà svegliare la propria VOCE, svegliare la parola, riuscire a farsi sentire, tenere il ritmo, parlare in pubblico, essere realisti, lavorare con i dialetti e altre lingue, ascoltare.

Prima delle ultime 2 ore di incontro, verrà chiesto agli studenti di mettere per iscritto, in un componimento fantastico o realistico, in un saggio breve, in qualsiasi veste lo ritengano opportuno, l’esperienza vissuta e le suggestioni provate, sviluppando una propria personale narrazione di quanto letto, inventato, scoperto o ascoltato. La coach provvederà a ritirare in una data concordata con gli allievi il materiale raccolto e prima delle due ore finali di laboratorio valuterà in che modalità chiudere i lavori. Gli studenti nelle ore rimaste prederanno parte alla realizzazione del prodotto finale.