Tra storia e memoria

Primo Levi nel centenario della nascita

In tempi di “post-memoria” quali sono quelli nei quali ci troviamo a vivere, la riflessione sulle opere di Primo Levi (scrittore, chimico, linguista, etologo, antropologo, diarista) può insegnare molto ai nostri giovani

Rileggere Primo Levi è oggi più che mai necessario per educare alla bellezza della complessità e all’indagine razionale sul reale. In un mondo che sembra a tratti smarrire il valore della ragione e della razionalità, i 150 anni della tavola periodica del chimico russo Mendeleev e i 100 anni dalla nascita di Primo levi ci hanno spronato a una rilettura del grande scrittore, testimone e vittima del genocidio del popolo ebraico in Europa, per liberarlo del carattere di santino che spesso ne sminuisce lo spessore e ne impedisce una piena comprensione. Scrittore complesso, a tratti impervio, con uno stile asciutto e puntuale, antiretorico e tuttavia, o forse proprio per questo, mai sciatto non è affatto di facile lettura. Proprio per questo preservarne la lezione attraverso un’opera di manutenzione della sua memoria, fatta di impegno etico, razionalità scientifica, memoria e narrazione, appare quanto mai necessario.

La chimica appare spesso nei suoi scritti una discreta protagonista, un modo di ricercare la realtà delle cose, “un caso particolare del mestiere di vivere”. Obiettivo del nostro progetto è quello di contribuire a mantenere alta l’attenzione e l’esercizio della ragione, formare cittadini e uomini in grado di coniugare l’indagine razionale sul mondo e l’impegno etico per impedire il sonno della ragione. Il genocidio del popolo ebraico è infatti l’immagine più potente del mostruoso sonno della ragione, ma non può essere derubricato a un atto folle e irripetibile, frutto di una mente perversa, ma è un monito all’impegno nella formazione di nuove generazioni che coniughino conoscenze scientifiche e un alto impegno etico, l’amore per la bellezza e la complessità del mondo e della sua storia. Il nostro progetto vuole offrire un piccolo contributo per continuare a dare gambe e cuore all’insegnamento di Primo levi.

Si tratta di dare un senso che per forza di cose ricalca l’incompiutezza del reale nodo e visione di una complessità che non può esimersi dal coniugare il passato a numerosi e possibili avvenire.

Il Liceo Banzi attraversa un momento della sua storia che appare strettamente in sintonia con il portato di Primo Levi, verso e con altri mondi, in evidente contrasto con ogni forma di isolamento culturale.

Nel tentativo di costruire un’aria che si avvale di ogni forma di bellezza, arte nelle sue varie espressioni insieme con la profondità della ricerca, il Progetto propone momenti di fattualità laboratoriale in “oggetti” complessi e “liquidi” allo steso tempo. Esperienze nei comini della musica, del teatro, delle arti visive unite a conferenze e approfondimenti storici fino per aprire lo sguardo verso una possibile identità di Scuola che accoglie la complessità oltre i tradizionali linguaggi nella forma e nella sostanza. Il Progetto sarà vissuto nella sede del Liceo e sarà aperto a tutta la Città