Don Joe, 2004
Caro diario, giorno 1
Oggi ho deciso di installare Linux. Non si può essere un vero hacker se non si usa Linux, e io voglio essere un vero hacker. Soprattutto per far colpo sulle ragazze. Ho chiesto a quelli che conoscevo e ho scoperto che Giovanni usa Linux; stranamente ha gli occhiali spessi, è in sovrappeso, non si lava molto, non si rade e non conosce nessuna ragazza. Mi aspettavo qualcuno di più figo, con gli occhiali scuri anche al chiuso e il trench di pelle. Probabilmente si traveste per non dare nell'occhio. Una doppia vita! Che cosa emozionante diventare un hacker. Mi ha consigliato la Debian dicendo che è la "distruzione di Linux" per veri duri. Io sono un duro. Uso il computer da quando ero piccolo; sempre Macintosh, ma quando uno sa usare un computer, li sa usare tutti! Pensa: l'hacker di "Indipendence Day" entrava nel sistema operativo di una nave aliena. Chissà perché si chiama "distruzione di Linux". Dovrò chiedere. Che nome da duro!
Caro diario, giorno 2
Giovanni mi ha spiegato oggi che la Debian è una DIS-TRI-BU-ZIO-NE di GNU/Linux.
Non distruzione. Dice che è molto importante che si dica GNU/Linux, se si dice solo Linux la Microsoft (che dovrei scrivere Micro$oft o Microsuck, non so perché) prenderà il controllo del pianeta, provocherà l'Apocalisse, spegnerà il sole, farà piangere Gesù Bambino e impedirà che ci siano giochi recenti per GNU/Linux. In questo ordine (di importanza). Giovanni dice che GNU vuoi dire "GNU Non è Unix", però Linux è Unix e Giovanni dice che è da queste contraddizioni apparenti che si capisce chi è un vero hacker. Tutti gli altri sono dei perdenti che si meritano che un virus spedisca alla nonna pezzi di email pornografiche scambiate con la morosa. Io non posso essere un perdente perché mia nonna è quadriplegica e non sa usare il computer; oltretutto, non ho mai avuto la morosa, anche se ho scritto dei racconti un po' spinti su Kaori della pubblicità del Philadelphia. Sto già diventando un vero hacker.
Caro diario, giorno 3
Ho smesso di fare domande a Giovanni, perché il suo travestimento da non-figo puzza davvero tanto e non riesco a concentrarmi trattenendo il fiato. Chissà dove si procura il suo "odore di ascella non lavata da quindici giorni", è davvero realistico. Un altro segreto hacker, immagino. Ho comprato una rivista con i CD della Debian. Da questa notte il mondo sarà mio: devo solo installarla, poi sarò un vero hacker. Nella rivista non ci sono donnine nude: un vero hacker si eccita con le immagini dei computer nudi (smontati), o con il "codice sorgente". Ci ho provato, ma ho ancora molto da imparare.
Caro diario, giorno 4
Non trovo setup.exe nel CD. Sarà rovinato. Domani lo vado a cambiare.
Caro diario, giorno 5
Non c'è il setup.exe! E' tutto molto semplice: si inserisce il CD a computer spento, si seleziona da BIOS di boot-are (un modo di dire inglese che vuoi dire "stivalare", ah! gergo hacker!) da CD, e si installa. Facilissimo. Ci ho messo solo 3 ore a capirlo. Ora devo solo scoprire come invocare il BIOS.
Caro diario, giorno 7
Sono fortunato! Il BIOS nel mio computer si invoca semplicemente premendo i tasti CTRL-ALT-SHIFT-CANC-Q-W-E-R-T-Y-1-2-3-4-5 contemporaneamente nei 4 microsecondi in cui avviene il check della memoria. Pensa che nel computer di uno che conosco è possibile invocarlo solo nelle notti di luna nuova, dopo la mezzanotte, se si rimane all'interno d'un pentagramma tracciato per terra col sangue d'un gallo nero. E' destino che io diventi un hacker.
Caro diario, giorno 8
Sto installando. Ho aspettato 4 ore che comparisse la schermata grafica, ma continuo solo a vedere delle scritte. E non compare la freccetta del mouse.
Devo chiedere.
Caro diario, giorno 9
Le scritte andavano lette! Pensa come sono furbi questi hacker, nessuno può usare il loro GNU/Linux se non sa che le scritte vanno lette. E' un po' come una società segreta.
Caro diario, giorno 10
Ieri mentre installavo mi è stato chiesto di "partizionare l'hard-disk". Ho spinto OK quattro o cinque volte e sono andato avanti. Cosa sono i moduli del kernel? Non so, ne ho scelti alcuni a caso.
Caro diario, giorno 11
In solo una settimana ho fatto partire il sistema. Pare che io abbia cancellato tutto quello che c'era sull'hard disk quando lo ho partizionato, ma non è grave: c'erano solo le mie mail personali degli ultimi 3 anni con tutti gli indirizzi (quando sarò un hacker famoso, si rifaranno vivi tutti) e la copia digitale della dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat che avevo trovato in soffitta della nonna, dopo che è morta (non sono andato al funerale perché stavo installando). Poco male: diventerò un hacker, e ho la copia cartacea. Non faccio una doccia da quando ho cominciato, ho la barba un po' lunga e sto solo mangiando pizza e hamburger. Però sto bene.
Caro diario, giorno 12
I moduli del kernel non andavano scelti a caso. Pare che io abbia fatto qualcosa che non va riguardo al modulo per la scheda grafica. Il monitor è esploso. Poco male: ne ho un altro. Nell'incendio è bruciata la copia cartacea della dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat. Non importa, non trattava di Linux. Le mie ferite guariranno in un mese, nessuno farà caso alle cicatrici quando sarò un hacker figo. Ho messo su 4 chili: smaltirò poi, ora non ho tempo.
Caro diario, giorno 14
Ho passato due giorni a scegliere quali programmi installare: l'elenco ne comprende 6739, con nomi di solito senza vocali come ed, amb, brlscnb e mvffncl; di questi, 1356 sono editor di testo! Pare che servano tutti: gli hacker ne sanno una più del diavolo!
Caro diario, giorno 15
XF86Config ne sa molte più del diavolo. O forse serve ad evocare il diavolo stesso, non ho capito bene.
Caro diario, giorno 20
Finalmente il computer funziona. Meno di tre settimane per sistemarlo: un record di velocità. Ho dovuto saltare le docce per risparmiare tempo, ma non ne ho risentito. Certo, non funziona l'audio, la grafica non va a più di 16 colori a 640x480, il masterizzatore non dà segni di vita e il cursore si teletrasporta da un angolo all'altro dello schermo: ma è proprio dalla capacità di affrontare questi piccoli disagi che si vede il vero hacker. Ora mi connetterò a Internet. Mi hanno detto che gli altri hacker sono sempre molto disponibili verso chi vuole imparare. Sono passati i vicini a chiedere dove era il cadavere. "Quale cadavere" ho chiesto io. "C'è odore di cadavere in decomposizione" hanno risposto. Non capisco. Non sento nessun odore: saranno impazziti? In effetti mi lanciavano delle occhiate poco rassicuranti.
Caro diario, giorno 21
Oggi ho provato a connettermi a Internet. Ho un WinModem. Questo è male.
Caro diario, giorno 22
Oggi ho provato a connettermi a Internet. Qualche cosa è andato storto, dal nuovo modem vengono rumori strani e un po' irati.
Caro diario, giorno 23
I rumori strani erano la voce di un cambogiano che rispondeva alle telefonate. Pare che il suo numero di telefono sia quello usato di default per la connessione a Internet. Ha detto che, se voglio, mi legge ad alta voce il giornale, così mi sento nell'autostrada dell'informazione. Per ora ho declinato. Si chiama Chea Vichea.
Caro diario, giorno 24
Mi sono connesso! Fino a che non esco dal pentagramma di sangue di gallo nero, tutto funziona a meraviglia! Mi chiedo cosa succederà all'alba. Sento degli strani rumori provenire dalla cantina.
Caro diario, giorno 25
Ho mandato delle mail su Internet chiedendo aiuto per capire meglio. Ho scritto sulla mailing list Kernel Dev, mi sembra il posto migliore per trovare degli esperti.
Caro diario, giorno 26
Chi è RTFM? E quando comincerà ad aiutami?
Caro diario, giorno 31 (o forse 50)
Sono stato multato. Pare che sia vietato bruciare i computer in terrazzo. Ho detto che dopo tutto era Capodanno, ma mi hanno spiegato che Capodanno è stato tre settimane fa: devo aver perso il conto dei giorni. Ora che ho eliminato il computer, sto molto meglio. Dopo la terza doccia ho sentito i miei vicini di casa urlare "era ora che riparassero quel tombino, l'aria era proprio irrespirabile!". Ho comprato un macete per tagliarmi la barba, fino ad ora ho rotto tre rasoi. Domani parto per la Cambogia, ho ritelefonato a Chea Vichea. Mi ha trovato un lavoro come bracciante nelle risaie. Non vedo l'ora di cominciare: ha detto che il computer più vicino è a 5 km dal suo villaggio. Basterà?
Paolo Attivissimo, 25 agosto 2003
ZEUS news, 2 gennaio 2000
Adsl (Asymmetric Digital Subscriber Line) è il nuovo servizio di collegamento a internet ad alta velocità che Telecom propone in venti città italiane a partire dal 10 gennaio 2000. La connessione Adsl è permanente, ovvero l'utente è sempre collegato, senza pagare scatti, indipendentemente dal tempo di connessione. Inoltre Adsl non richiede una linea supplementare, ma funziona sul normale doppino telefonico in rame: non è quindi necessaria l'installazione di nuovi cavi ma si può utilizzare la classica linea analogica, purché essa sia connessa a una centrale telefonica digitale. La banda a disposizione, secondo l'offerta di Telecom, è di 128 kbit/s in trasmissione e di 640 kbit/s (teorici) in ricezione.
Lo scorso ottobre, Telecom, con un annuncio shock, presentava la "nuova" tecnologia (in realtà è nuova solo per l'Italia) e prometteva un canone di utilizzo di sole L. 660.000 all'anno, pari a poco più di 50mila al mese. Da qui sono iniziate le speranze dei moltissimi utenti di internet che da anni sognano una banda maggiore di quella offerta dai modem a 57.6 o Isdn, per non parlare della libertà di rimanere online anche 24 ore al giorno senza pagare uno scatto. Dopo un paio di mesi di trepidante attesa senza che da Telecom giungessero altre notizie, nell'incertezza di offerte simili presentate da altri provider (un esempio per tutti: Galactica), il 30 dicembre 1999 sul sito Telecom http://adsl.tin.it compare finalmente l'offerta commerciale, completa di prezzi di installazione e di abbonamento. E qui casca l'asino...
Leggendo le pagine del sito viene fuori innanzitutto che il costo annuo supera i due milioni, escluso il modem. Qui alcuni inizieranno a storcere il naso... ma tutto sommato potrebbe ancora valerne la pena: molti "power-user" già spendono annualmente una cifra simile in sole bollette telefoniche. Poi ci sono i costi per l'installazione (che rimane gratuita, per chi si abbona entro febbraio) e quelli per il modem. E poi c'è una scritta molto piccola che dice che da giugno si pagheranno anche 30.000 lire (+Iva) per ogni 100 Mbyte eccedenti i primi 3 GB mensili compresi nell'offerta.
Ma siamo matti? In tutte le nazioni evolute non si pagano né scatti, né consumo per una connessione xDSL, e noi in Italia che facciamo? Arriva il solito provider che, approfittando della sua posizione dominante su tutti gli altri, offre sì il servizio, ma a consumo! Se finalmente potremo non tenere più d'occhio il contascatti, dovremo fare molta attenzione per non ritrovarci col portafoglio prosciugato. Verrebbe da pensare: i soliti ladri. Ma, per carità, queste sono cose che si possono solo pensare... e vi assicuriamo che c'è chi le pensa.
Facciamo un po' di conti: poiche' la banda che Telecom offre con Adsl è di 640 Kbit/s (massimi), si fa presto a scaricare 3 GB di roba, tra navigazione, ftp e streaming audio/video. Utilizzando la banda piena ci vogliono, grosso modo, dieci/undici ore. Poiché sicuramente non sempre potremo utilizzare tutti i 640 Kbit/s teorici, supponiamo pure di utilizzare la banda a metà (320 Kbit/s): in meno di 24 ore avremo esaurito il "credito" e, per i restanti 29 giorni del mese, dovremo pagare in moneta sonante. E a che prezzo! 300 lire al MB non sono affatto poche. Per fare un esempio, inviare attraverso internet il contenuto di un Cd-Rom costerà la bellezza di 234.000 lire. Alla faccia dell'accesso privilegiato a larga banda! Grazie, Telecom, del primo regalo del 2000!
Che fare? Aspettare gli altri provider? Galactica aveva annunciato ai primi di dicembre una connessione Adsl senza oneri aggiuntivi per il traffico... ma siamo sicuri che riuscirà a mantenere fede a quanto promesso? I bene informati dicono che presto Galactica si "adeguerà" all'offerta di Telecom, perché non può fare altrimenti, e così faranno gli altri provider che offriranno Adsl.
Se abitate in una delle 25 città in cui Adsl verrà offerto inizialmente (Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Palermo, Bologna, Firenze, Catania, Padova, Brescia, Venezia, Verona, Bari, Cagliari, Trieste, Modena, Parma, Como, Perugia, Ancona, Pisa, Trento, Pavia e Siena), riflettete atentamente. Non fatevi prendere dalla smania di abbonarvi subito, ma attendete che le offerte dei concorrenti si siano delineate con maggiore chiarezza e con certezza. Non abbiamo ancora visto il contratto ma è praticamente certo che, sebbene le rate saranno bimestrali, sarà impossibile disdire l'abbonamento prima di un anno...
Riccardo Orioles, Giornalista antimafia, 16 novembre 1999
Il Computer è una bestia grossa e libidinosa, un po’ come un transatlantico o una locomotiva. Ha un centinaio di lucine accendi-e-spegni in successione, un ronzio da dinosauro abbioccato e un sacerdote apposito, il Tecnico Edp, interamente votato a Lui. Tu, comune mortale, puoi addirittura parlargli. Pondera bene prima la domanda, però. Poi scrivila sulla foglia di papiro, mettiti in fila davanti al sacerdote, e quando sarà il momento prenderà il tuo papiro e lo darà da ingoiare, cerimoniosamernte, al computer. Sarà il sacerdote a dirti quando dovrai tornare per la risposta, e anche a interpretare per te i versi - i computer non parlano come gli esseri umani.
È stato con un computer così, una parasanga d'anni fa, che siamo riusciti - la Bestia occupava quasi completamente il pianterreno - a estrapolare clandestinamente un valzer, di circa venticinque secondi, all'istituto di fisica di una certa città. Gli uomini del Duemila riusciranno - era il nostro audace pensiero - a ottenere musichette di almeno un quarto d'ora, e forse ancora di più. (non era affatto il Duemila, a quel tempo. O forse invece sì, visto che era il Sessantotto. Ma questa è una storia diversa).
Tutto questo per dire che ci volle un bel po’ di sessantotto (che c'entra? Non lo so: però c'entra) per fulminare nel cervello d'un paio dozzine di ragazzi l'idea che forse il computer poteva essere anche una cosa più alla mano, del genere giradischi e/o televisione. La storia la conoscete: i due tizi che trafficano circuiti in un garage, il più matto dei due che si vende il volkswagen per finanziare la ricerca (nel Vw c'era naturalmente l'adesivo make-love-not-war: non dimenticate questo particolare, perché è importante), altri mille dollari trovati in prestito e... e nasce l'Apple II dei primordi, il computer cugino del televisore.
È una bellissima storia americana, fino a questo punto. Naturalmente nessuno prendeva sul serio Jobs e Wozniak (i nostri due del garage), anzi non si sapeva nemmeno che esistessero. I computer "veri" (cioè i bestioni da mezza tonnellata, quelli col sacerdote e tutto il resto) venivano prodotti dalla Ibm - tutti quelli che esistevano sul pianeta, meno una cinquantina d'eccezioni. Com'è come non è, l'Apple II (e i Commodore, i Sinclair, gli Star, i ZX) sfondano sul mercato per una stagione. Questo non vuol dire niente, di per sé: siamo in America, e ci vuole un momento per capire, quando sfondi al mercato, se sei i fratelli Wright o solo l'inventore del Tamagotchi. Comunque l'affare c'era, e per questi motivi la Ibm (il cui presidente fino a poco prima sghignazzava selvaggiamente quando gli parlavano di mettersi a vendere computer piccini) decise di dedicare una sua divisione alla produzione di questa specie di computer-giocattolo. Siccome avevano un efficiente ufficio marketing, trovarono anche un nome serio per questa roba - li chiamarono "personal computer", abbreviato in pc. Dopo di che, il problema era di trovare un programma per farlo funzionare, il sistema operativo, come si dice.
Scusa: e non se lo potevano fare loro? Certo che sì: ma per tanti buoni motivi (il principale dei quali, secondo me, era che avevano troppa puzza al naso) decisero di appaltarlo fuori. Si presentarono Bill Gates e alcuni altri.
Ora, il problema della Ibm, quanto al computer-giocattolo, era il seguente: computer-giocattolo sì, ma stando attenti a non far concorrenza ai computer veri. Sui computer veri, ci campavano, loro (immaginate la Fiat che si mette a produrre automobili a energia solare, impulsi orgonici e pedali: tutto bellissimo, ma a condizione che non vadano più veloci e non consumino di meno della Punto, della Bravo, della Panda e persino della Duna). Il primo sistema operativo presentato aveva prestazioni espandibili ed era bestialmente veloce. Scartato. Il secondo era una scheggia, aveva l'ufometro incorporato e faceva il caffè. Scartato. Il terzo era Bill Gates. "Beh, funzionare funziona. Certo, sopra i 640 kB di memoria non potrà andare mai". Approvato! E nasce l'Ms-Dos. (break: forse a questo punto vi sarà venuto il sospetto che sto scrivendo su un Macintosh. Avete indovinato. Però...).
Allora: L'Ms-Dos 2 deve restare compatibile con l'MsDos 1. L'Ms-Dos 3 deve restare compatibile con l'Ms-Dos 2. E così via: 4, 5, 6, 7, sempre con gli stessi 640 kB di limite obbligato. Poi arriva il Windows, ma deve restare compatible pure lui: per cui il Windows 3. 1, in realtà, è un Ms-Dos col parrucchino. Scusa, ma i ragazzi del garage che diavolo stanno facendo, nel frattempo? Niente. Siccome non hanno mai visto un dollaro in vita loro, mettono in vendita le loro preziose macchinette (che nel frattempo sono diventate anche "amichevoli": mouse, menù a tendine, interfaccia foolproof, cioè a prova di cretino: ho imparato a usarle pure io) le mettono in vendita, dicevo, a un prezzo spropositato: ciascuna viene a costare un chiliardo di dollari, più venti conchiglie e sei francobolli. Le macchine della Ibm, invece, si vendono come il pane: i boss della Ibm, o perché machiavellici o perché coglioni, le lasciano copiare a chi vuole. Così si mettono a fabbricarle a Cincillao, a Shangrillà, a Singapore: le vendono a prezzi stracciati (tre tornesi l'una, e un asciugacapelli in omaggio) e riempiono l'intero pianeta di computer non proprio straordinari, però reali.
Ok? Riepilogo della storia americana: scena prima, l'America inventa una cosa bella prima di tutti gli altri, grazie alla fantasia e al Sessantotto; scena seconda, l'America riprende in mano la stessa cosa, la rende un bel po’ meno bella e la semina a macchia d'olio su tutto il pianeta.
Scena terza, ahimé. Bill Gates, e tutti gli altri Bill Gates che gli spuntano attorno, come produttore di tecnologia risulta (l'abbiamo visto) un po’ più scarso rispetto ad altri. Ma è un produttore di tecnologia, non un "padrone". L'idea va un po’ meno veloce ma insomma, seddiovuole cammina. Una volta entrato nel mercato, però, l'incrocio fra tecnologia opportunamente "castrata" e autoconservazione del "padrone" (ti offendi se uso questa parola? in caso, chiamalo "soggetto economico permanente") comincia a fare danno davvero. Windows 95, per esempio, è molto meglio - come funzionamento - rispetto a Windows 3. 1. Però il gap tecnologico e soprattutto culturale fra l'uno e l'altro è, concettualmente, molto minore, di quello che che c'è fra il Dio Computer di cui parlavamo all'inizio e il computer-televisore. In altre parole, fra l'ottantatré e l'ottantaquattro il cervello umano ha lavorato un casino, sull'argomento computer, e ha scoperto l'America. Fra il novantatré e il novantaquattro, invece, ha lavorato di meno, e ha scoperto l'isola di Linosa. Ci arriva, naturalmente, in traghetto superattrezzato e con l'aria condizionata a bordo, mentre in America c'era arrivata in piroga. Ma in termini di percorso proporzionale, ha coperto una distanza molto inferiore. Alla fine degli anni Ottanta, un programma per computer veramente nuovo (che affrontava cioè problemi nuovi e li risolveva con nuovi approcci) usciva ogni tre mesi, e lo faceva tipicamente un ragazzino che poi o diventava ricco sfondato o si vendeva la scoperta per un po’ di fumo. Adesso, quasi tutti i programmi che sto usando negli ultimi tre anni sono semplicemente approfondimenti e abbellimenti di roba che già c'era.
Ma, e Netscape, e Internet? Vi sembrerà strano, ma io penso che l'80% della strada - sicuramente sul piano concettuale, e parzialmente anche sul piano tecnologico - risale a una decina di anni fa. Quello che è arrivato adesso, è che hanno imparato a venderlo meglio. Avete presente l'automobile? Ha fatto quasi tutti i suoi progressi nei primi vent'anni. La macchina su cui vai adesso, nei suoi principi essenziali, funziona esattamente come cento anni fa. Motore a scoppio. In più, da una dozzina d'anni, ha l'elettronica. "In più", in questo caso, significa proprio "in più". Puoi mettere tutta l'elettronica che vuoi su un'automobile, ti porterà a casa automaticamente e ti canterà nel frattempo Yellow Submarine. Quello che non potrai impedirle sarà di avere un rendimento termico ridicolmente basso e d'inquinarti il pianeta. Questo significa che devi porti seriamente il problema di bombardare i cinesi (o gli aborigeni delle Figi, o gl'iraccheni) prima che si mettano in testa d'avere l'automobile pure loro: perché se ci riescono, e la tecnologia è sempre quella (redditizia ma centenaria) della macchina-a-puzza, tocca cambià pianeta.
Bene, adesso il governo americano ha fatto giustizia, ha bloccato Gates e tutto il resto. Certamente. (A proposito, vi siete chiesti perché il giorno dopo la notizia non era titolazzata in prima pagina sul Corriere, né su Repubblica, né sulla Stampa? Era nelle pagine interne, settore economia...). I governi servono per l'appunto per fare giustizia e per impedire agli avidi speculatori di arricchirsi alle spalle della poveraggente - come ben sappiamo in Italia.
Se avessi tempo, e tu non fossi così ormai così scocciato, ti racconterei che un ragazzino finlandese, certo Linus Qualcosensenn, un paio d'anni fa ha inventato un sistema operativo molto migliore di Windows (e di Mac) e che questo sistema, chiamato Linux, viene sviluppato gratis da alcune centinaia di migliaia di volontari in Rete, e che il server attraverso cui ricevi questa lettera probabilmente sta usando proprio Linux, in questo preciso momento. Come se un gruppo di ingegneri della Fiat Anni Sessanta si fossero messi in proprio e fossero riusciti a fare una Seicento che fa centosettantacinque all'ora, va ad acqua, e non costa niente... Ma sono davvero stanco, e tu lo sei più di me, a questo punto. Magari se ne parla una prossima volta, la volta che si parla di mafia e di politica. Oh, ma ce la devi proprio infilare dappertutto, la politica? E che c'entra la mafia con tutto questo?
Più di quanto non pensi. Un computer può essere usato per calcolare traiettorie balistiche, per fregarti i soldi (ogni tanto in America qualcuno prende il fucile e va a discutere coi gestori delle "borse informatiche"), per rincretinirti in varie maniere e persino per scrivere a duecento persone che "Andreotti è un mafioso". Oppure per conoscere te, proprio te là là in fondo con quegli occhioni azzurri.
Se invece di sviluppare i Gates fossimo riusciti a sviluppare fisiologicamente la tecnologia, a quest'ora io avrei fra le dita un computer in grado di farti un bellissimo sorriso, di invitarti a cena stasera (a spese del computer) e di sussurrarti bellissime parole d'amore mentre sullo sfondo Sam (sempre il computer) strimpella "As time goes away". E invece no, cazzo: allo stato attuale della tecnologia gatesiana il computer può fare solo una piccolissima cosa di tutto questo, e soprattutto non può determinare se tu sei proprio una bellissima ragazza dagli occhi azzurri e non invece un vecchio coglione di cinquant'anni (è vero che non può determinarti se lo sono io, un bel ragazzo: ma questo è tutto un altro discorso). Così, che posso fare? Salutarti, ringraziarti per avermi fatto compagnia e arrivederci alla prossima volta, indipendentemente dal fatto che tu sia una ragazza di vent'anni o un vecchio di cinquanta. Che ingiustizia, maledetto Gates.