Sambenedettesi nel mondo

Quando i migranti eravamo noi

L’11 Febbraio, presso la scuola media “Mario Curzi”, c’è stato un incontro sulla migrazione sambenedettese, tenuto da Giuseppe Merlini, responsabile dell’Archivio Storico del comune di San Benedetto del Tronto.

Dopo aver dato la definizione di archivio, Merlini ha spiegato che, durante Seconda Guerra Mondiale, molti documenti sono andati persi, mentre altri sono stati rinvenuti solo dieci anni dopo.

I documenti che sono oggi conservati in archivio abbracciano un arco temporale molto vasto, che arriva fino al 1977, e sono una testimonianza molto importante per capire meglio la storia della migrazione sambenedettese.

Nel 1492, per le numerose morti avvenute a San Benedetto a causa della peste, Fermo attivò una politica di immigrazione, accogliendo un vasto numero di sambenedettesi.

Nel 1600, invece, molti nostri concittadini si spostarono nelle “paludi” che si erano create in seguito al ritiro delle acque.

Una vera e propria emigrazione, anche se forzata, ci fu nel 1803, quando 90 marinai vennero predati dai pirati dell’Africa settentrionale, fatti schiavi e poi liberati nel 1815 con l’aiuto dell’Inghilterra; solo alcuni tornarono a San Benedetto.

Successivamente iniziò una vera e propria emigrazione che riguardò sia le famiglie marinare che quelle contadine, che si spostarono verso l’Abruzzo. Secondo alcuni studi, infatti, Gabriele D’Annunzio ha origini marchigiane, risalenti al suo antenato che di cognome faceva Nunzi.

Con la crisi marinara, che durò dal 1820 al 1840, molte famiglie si trasferirono sulla costa abruzzese, mentre altre su quella tirrenica.

Mete dell’emigrazione sambenedettese furono Bocca di Magra, Porto Venere, Lerici, Lucca e Viareggio, che è definita la seconda San Benedetto, perché vi si contano circa 12000 discendenti delle famiglie emigrate.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Mar Adriatico diventò teatro di guerra, perciò fu stabilito il divieto di pesca per tutti i paesi che si trovavano su quelle coste, così molti marinai furono costretti ad abbandonare la loro città.

Alcuni sambenedettesi perciò migrarono verso l’America latina, altri si stabilirono in California, a San Francisco, in Alaska o a San Diego.

I sambenedettesi che si spinsero fino all’estremo sud dell’America furono numerosi; infatti a Mar del Plata, in Argentina, nel 1906 fu costruita la Chiesa di San Benedetto Martire.

Chissà quanta nostalgia avranno avuto di San Benedetto, città che Pe’ le bbellezze, fa’ stravedè!?


Francesca Cecchini classe 3F