L’attività ortofrutticola a San Benedetto del Tronto

Venerdì 10 febbraio tutte le classi seconde dell’ISC Centro di San Benedetto del Tronto hanno partecipato ad un incontro con l’archivista del comune Giuseppe Merlini che ha illustrato la storia dell’attività ortofrutticola a San Benedetto.

Per quanto strano possa sembrare, la produzione e il commercio ortofrutticolo a San Benedetto svolse un ruolo nello sviluppo economico della città perfino più importante della pesca.

Tra la metà del ‘600 e l‘800 alcune famiglie di estrazione contadina si dedicarono alla coltivazione di arance e limoni lungo la costa adriatica. Il primo fu Vincenzo Tribò che iniziò a coltivare nelle zone a sud dell’Albula; la sua attività crebbe così tanto che nel 1903 aprì a Ginevra un ufficio di esportazione del prodotto.

In seguito la famiglia Formentini, originaria di Montegranaro, si mise in società con la famiglia di Andrea Bollettini, iniziando la coltivazione a terrazzamento delle colline antistanti la costa. Quest’ultimo, un ex ferroviere, seppe, con ingegno e passione, allacciare rapporti commerciale con molte città dell’Europa del nord fino alla lontana Svezia.

Negli anni altre famiglie si distinsero in questa attività: Pelletti, Chioma e i Fratelli Parracciani.

Nel 1960 nacquero delle società imprenditoriali che si occuparono della lavorazione della frutta per la produzione di conserve e intorno ad esse crebbe anche un fiorente indotto: aziende di imballaggio, segherie per la realizzazione di cassette e aziende di trasporti per le attività di import-export.

Molte donne intorno al 1960 iniziarono a lavorare come operaie nelle aziende ortofrutticole per la sistemazione e pulitura della frutta e degli ortaggi, mentre gli uomini si dedicarono al trasporto su gomma della frutta .

Insomma, l’attività ortofrutticola a San Benedetto ebbe una risonanza economica così importante che nel 1960 ad Ascoli Piceno fu organizzato un Convegno.

Mishel Zhuka; Sheila Piattoni; Stefano Merlini; Mary Del Prete;

Federica Farinelli; Matteo Olivieri; Valerio Spina

classe II G