Intervista alla Prof. Roncoroni

Cheyenne e Anna hanno intervistato la professoressa Renata Roncoroni, della scuola "G. da Milano" di Valmorea, rivolgendole domande relative al suo lavoro, ai progetti che coordina e alla Pasqua!

Anna: la Prof. Roncoroni, il suo lavoro e il Progetto Erasmus

Anna: ci può dire il suo nome completo?

Professoressa Roncoroni: Renata Roncoroni.

A.: qual è il suo lavoro?

P. R.: sono un'insegnante di inglese.

A: perché ha voluto insegnare Inglese?

P.R.: perché mi piaceva e poi perché cercavo un modo per comunicare con le altre persone: dato che l’inglese è la lingua comune per l’Europa ho deciso di insegnarlo.

A.: come ha organizzato la Giornata della pace?

P.R.: ho fatto leggere una poesia a tre miei alunni della 2C la poesia e stata scritta da una bambina di 13 anni durante una guerra; la poesia è stata trovata nello zaino della bambina. Il componimento parla della pace e la associa ai colori.

A.: ora cambiamo argomento: cos'è il progetto Erasmus?

P.R.: è un progetto che comprende varie scuole, dove i professori di inglese si incontrano per scambiarsi informazioni sulla disciplina. Gli alunni hanno la possibilità di confrontarsi in DAD con altri studenti stranieri, più grandi, che spiegano e condividono le loro esperienze.

Cheyenne: la Prof. Roncoroni e la Pasqua

Cheyenne: Buongiorno prof!

Professoressa Roncoroni: Ciao Cheyenne!

C: Allora, quest’oggi volevo intervistarla per il Webzine. E’ felice di essere intervistata?

P.R.: Si, mi sembra una buona opportunità per mettere in contatto alunni ed insegnanti e anche per conoscere meglio le persone che stanno con voi tutti i giorni.

C: Questa edizione del Webzine sarà sulla Pasqua, le piace la Pasqua?

P.R.: Si, è una festa che ha un significato ovviamente religioso ma è anche un momento per riunirsi con famigliari ed amici ed avere, magari, una piccola pausa dalle attività quotidiane.

C: Adesso, come donna adulta, la festeggia come la festeggiava da piccola?

P.R.: La Pasqua per me, da piccola, era molto legata alle tradizioni religiose, quindi le tradizioni del Venerdì Santo, il catechismo, la confessione, la comunione… e l’aspettativa dell’uovo di Pasqua! Non tanto per il cioccolato, anche se sono golosa, ma per la sorpresa che conteneva… quindi era piacevole, da bambini, ricevere tutte queste uova e aspettare con ansia di poterle aprire per vedere cosa contenevano… e poi, tra ragazzini, ci si confrontava: “nel mio uovo c’era questo!”. Una volta, devo dire che le sorprese erano magari cose più inaspettate… piccoli ciondoli, braccialetti.. cose di questo tipo…. adesso sono più legate anche al mondo dei fumetti, agli interessi specifici dei ragazzi ed esistono proprio tanti marchi di uova che propongono sorprese specifiche per quella tipologia di bambino, bambina o ragazzo e ragazza… adesso, diciamo che è più prevedibile… allora, invece, le uova "erano quelle che erano" e le sorprese... "erano quelle che erano"! Quindi c’era anche una componente di fortuna che adesso, secondo me, è venuta a mancare.

C.: Quindi continuerebbe a festeggiare in questo modo?

P.R.: Sì, anche se mi è capitato di viaggiare per Pasqua, visitare altri Paesi e venire in contatto con altre tradizioni… ad esempio, in Austria, mi ricordo una Pasqua dove era stata organizzata una caccia all’uovo con sorpresa finale. Le uova erano state fatte rassodare e poi dipinte a mano; venivano nascoste e bisognava andare, appunto, alla ricerca di queste uova. Era una cosa che mi aveva colpito e che mi era piaciuta tantissimo perché coinvolgeva, in allegria, tutta la comunità. Ero con degli amici ma anche con persone che non conoscevo ed era stato un modo per approcciarsi anche a loro.

C.: Ha mai pensato di festeggiare la Pasqua con i suoi alunni?

P.R.: In verità no, perché essendo, appunto, un periodo di chiusura delle attività scolastiche non ce n’è mai stata l’occasione. Però potrebbe essere qualcosa di carino! Con i miei alunni ho fatto delle attività che avevano a che vedere con la Pasqua. Ad esempio, guardavamo su Internet questa tradizione degli Easter Hat, cioè dei cappelli particolarmente decorati (penso di averli fatti vedere anche a voi) con queste signore che mettevano in testa dei cappelli che venivano decorati con simboli legati alla Pasqua: uova, fiori, conigli… di tutto e di più! ...e queste gare, appunto, queste sfilate di cappelli portavano ad avere un vincitore. Ecco, sarebbe bello organizzarla! ...magari non il giorno di Pasqua perché, secondo me, nelle festività è giusto che ognuno sia vicino alle proprie famiglie e ai propri amici più cari, però io sono un insegnante di lingua e sono incuriosita anche dalle altre culture e dalle altre tradizioni… e questa, magari, prima di Pasqua, sarebbe una cosa carina da fare per stimolare la creatività e per conoscere anche gli altri usi e costumi.

C.: Essendo professoressa da molti anni, qualche suo alunno, prima di Pasqua… durante i giorni di Pasqua… dopo Pasqua… le ha mai fatto qualche tipo di regalo?

P.R.: Ogni tanto è capitato, come capita anche per altre occasioni, che si portassero dei cioccolatini, i tradizionali ovetti di Pasqua… qualche alunno che, magari, mi regalasse un bigliettino con un augurio, questo sì, c’è sempre e sono cose che fanno piacere! Li conservo tutti… per cui sicuramente… adesso non ricordo proprio nello specifico se per Pasqua o per altre occasioni… però con i miei alunni c’è sempre stato un buon rapporto, quindi qualche bigliettino mi sarà stato scritto anche a Pasqua.

C.: Ora la nostra intervista è finita… ha qualche augurio da fare?

P.R.: Buona Pasqua assolutamente a te, ai tuoi cari e a tutti i ragazzi che sono nella redazione di questo giornalino online!

C.: Ok, grazie Professoressa Roncoroni!

P.R.: Grazie a te! Ciao Cheyenne!