di Fiorella Serapiglia
Nel corso del mese di marzo noi alunni delle classi terze abbiamo restituito, nell’ambito del progetto Erasmus, la visita che i coetanei francesi avevano effettuato lo scorso anno, ospiti nelle nostre case e nella nostra scuola. Sapevamo che il viaggio sarebbe stato un po’ tosto, soprattutto per il primo e l’ultimo giorno nei quali avremmo trascorso la quasi totalità del tempo a bordo del pullman.
Esistono tanti modi per fissare il ricordo di un’esperienza, facendo un selfie, girando dei video, annotando su un taccuino fatti ed emozioni ma io ho scelto di mettere da parte tutto questo per immergermi nell’esperienza. Ed ora vi farò un resoconto di quanto vissuto.
Alle sette del 16 marzo, vecchio stadio Romagnoli, in un trambusto di trolley e zaini, in un brusio di saluti e raccomandazioni, saliamo sul pullman che, dopo soste, pisolini e passatempi ci porterà a Torino, con l’animo diviso tra paura, ansia e un pizzico di felicità, con gli occhi pieni dei fantastici paesaggi italiani che hanno aggiunto colore al nostro viaggio.
Dopo la veloce sistemazione nelle camere e la cena, le chiacchiere serali ci tengono svegli ancora un po’, almeno fino a quando ci assale la stanchezza della giornata e la pressione della sveglia mattutina.
In un batter d’occhio già sono le sei di mattina. Ci dirigiamo verso la sala per la colazione, mezzo assonnati ma molto ansiosi per ciò che ci aspetterà. Partenza alle nove, Monte Bianco sullo sfondo, passiamo tra le Alpi (spettacolo puro!) che si susseguono dietro i finestrini con laghetti, piccoli smeraldi nella roccia, e fiumi, fili cristallini sui prati. Arrivati al confine, capiamo che il tempo del viaggio, questa volta, scivola via. Ore 16:45 arrivo alla nostra tanto attesa meta, Brioude. Il tempo di ricongiungerci con i nostri corrispondenti, e siamo subito nel calore delle loro case a conoscere le famiglie che ci ospiteranno.
Il giorno seguente, visitiamo la Cité scolaire Lafayette, un edificio moderno al centro di un parco con alberi, vialetti e campi sportivi, che ci trasmette un senso di organizzazione e funzionalità. Il primo giorno, però, non seguiamo le lezioni canoniche ma visitiamo la città. Il secondo ed il terzo giorno siamo nelle aule, con i nostri corrispondenti ad assistere alle lezioni del giorno, pranzando nella mensa scolastica dove c'è sempre molta varietà di cibi. Nella regione dove ci troviamo sono molto usati i salumi, i formaggi e il miele ma soprattutto le lenticchie. Siamo praticamente in Molise. Passiamo belle serate in compagnia dei nostri corrispondenti, andando al ristorante, al parco, alcuni anche al bowling e sperimentiamo la cena in una creperia. Il giovedì visitiamo una città chiamata Clermont-Ferrand dove è stata fondata la Michelin, nota azienda della produzione di pneumatici. In giornata ci rechiamo in molte chiese e passiamo il pomeriggio in un giardino che è un’esplosione di fiori e colori. Ma la sensazione che resterà, è quella di parlare una lingua diversa da quella abituale, nei negozi sfruttiamo le nostre conoscenze e socializziamo con i ragazzi francesi del posto. La sera ritorniamo nelle nostre famiglie e iniziamo a sistemare la valigia per la partenza. Venerdì mattina, svegliata dal sole della giornata, inizio a prepararmi.
Dopo aver salutato tutti le rispettive famiglie ospiti, ci ritroviamo a scuola, dove sistemate le nostre valigie, svolgiamo per l’ultima volta la routine scolastica. L’orologio corre verso il pomeriggio e la tristezza di lasciare gli amici sale sempre più forte. Al momento dei saluti, c’è anche chi riesce a nascondere l’emozione, ma tutti abbiamo negli occhi e nel cuore la tristezza dolce di lasciare il posto e le persone con cui abbiamo condiviso curiosità, scoperte e momenti di gioia unici. A Torino arriviamo che è già sera e, per fortuna, la serata attenua la malinconia. La cena, buonissima, ma soprattutto chiacchierate, risate e spuntino di mezzanotte con patatine, salsiccia e caciocavallo. Il sonno è profondo ma breve. Poi la sveglia, il viaggio, le soste, casa, con l’abbraccio dei nostri cari. Une aventure inoubliable!
di Indro Gilberto Galuppo
La classifica che a maggio il Ministero della Cultura ha stilato sui 30 luoghi statali più visitati nell’anno 2024 conferma che l’Italia ha un patrimonio culturale completo e vario e che la capacità di attrazione più forte è esercitata dai luoghi e dai beni (ben dieci posizioni su trenta) legati all’ambito archeologico-classico, a partire dal primo posto. Infatti, a guidare la classifica c’è l’intramontabile Parco del Colosseo, un trionfo che non stupisce, visto il fascino eterno del Foro Romano, del Palatino e soprattutto del “gigante di pietra”, chiamato anche Anfiteatro Flavio, che vive nel centro di Roma e che dà il nome a tutto il parco archeologico.
La sua costruzione inizia nel 70 d.C. con Vespasiano e si conclude con Tito che lo inaugura il 21 aprile nell’ 80 d.C. Nel 90 d.C. Domiziano fa apportare le ultime modifiche, tra cui l’ipogeo, un intricato sistema di gallerie sotterranee utilizzato per ospitare animali e schiavi.
La costruzione del Colosseo aveva un obiettivo ben preciso: unificare la popolazione romana dopo anni di instabilità politica, offrendo uno spazio per l’intrattenimento collettivo. L’epico anfiteatro veniva utilizzato per giochi sanguinari di ogni genere, tra cui i celebri combattimenti tra gladiatori e le belve esotiche e vi si svolgevano anche esecuzioni pubbliche e torture, occasioni in cui il popolo si sentiva parte del sistema di giustizia dell’epoca. Però, non c’era solo violenza, perché si mettevano in scena anche rappresentazioni teatrali, concerti e corse di carri, per soddisfare i gusti di tutti, anche degli animi più sensibili. Le naumachie erano le più spettacolari di queste rappresentazioni: l’arena centrale, grazie ad un complesso sistema di canali, si riempiva d’acqua a una velocità impressionante e poi venivano rievocate storiche battaglie della flotta romana.
Spettacoli e giochi proseguirono fino al VI secolo, dopodiché l’edificio fu abbandonato al degrado, fino a quando, tra il XVII e il XVIII secolo, iniziarono i primi restauri.
Con oltre 14 milioni di visitatori nel solo 2024, il Colosseo è praticamente la superstar del patrimonio culturale italiano.